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venerdì 5 ottobre 2012

Rottamazione e rigenerazione a Coiano


Sono tornato alla Casa del Popolo di Coiano, un luogo simbolico del civismo e della politica pratese, per ascoltare Matteo Renzi, in una delle sue tappe elettorali sulla lunga strada verso le primarie per la candidatura a premier da parte dello schieramento di centrosinistra.
C'erano oltre un migliaio di persone, tante bellissime persone normali, un bello spaccato di popolo pratese.
Dirò subito che è stato bravo, brillante nel tenere viva la nostra attenzione, serio in alcuni decisivi argomenti.
Chi può, guardi il video integrale del suo intervento.
Aggiungo qualche mia personalissima impressione e sensazione.
Intanto Matteo Renzi ha ricordato che Coiano fu la sede di un'altra rottamazione, nel 1980: un famoso congresso del locale partito comunista terminò con il voto segreto, il pensionamento di un bel po' di vecchi dirigenti, l'inizio della lunga carriera politica di una nuova generazione di personalità, fra le quali una delle più illustri è stata quella di Claudio Martini, prima sindaco di Prato e poi governatore della Toscana.
Renzi lo ha ricordato per ribadire che invece che inalberarsi, tanti vecchi leader, quando vedono i giovani che vogliono scalzarli, dovrebbero - o avrebbero dovuto, che ormai forse è tardi - preoccuparsi di creare delle regole chiare e serie per consentire un più frequente avvicendamento.
Ha ribadito, fra gli applausi del popolo, che quindici anni in parlamento bastano.
Posso dire di essere totalmente d'accordo.
Gli applausi più fragorosi e più lunghi? Quando ha detto che, se vince le primarie lui, D'Alema potrebbe non essere più ricandidato. D'altra parte, possiamo sommessamente ricordare che Massimo D'Alema è parlamentare sin dalla X legislatura, cioè sin dal 1987, da prima della caduta del muro di Berlino? Certo, la longevità politica non è un male, ma si può continuare a essere influenti leader politici anche senza occupare cariche pubbliche per quarti di secolo...
Ieri a Coiano ero anche personalmente un po' emozionato.
Ci sta bene la rottamazione, qui, insieme a un bel senso di rigenerazione, concetto che fa parte integrante della nostra identità pratese, della nostra storica tradizione industriale.
Anch'io ho un bel ricordo di Coiano. Un giorno nell'inverno fra il 1992 e il 1993, penso che fosse subito dopo l'Epifania, fui tra gli organizzatori di un forum sull'Europa, le regioni, l'autogoverno locale, lì a alla Casa del Popolo. Ospite d'onore Leoluca Orlando, che ai suoi tempi è stato un bel rottamatore anche lui e che oggi è tornato a ripulirre Palermo.
Sono passati vent'anni. C'è di che riflettere. Tanti obiettivi civici, federalisti, liberali, che ci sembravano a portata di mano, sono ancora lontani. Davvero la politica richiede tante energie, è avara di risultati, richiede risolutezza, è il campo su cui devono potersi misurare persone lungimiranti e determinate.
Matteo Renzi di essere lungimirante e determinato ieri sera ce lo ha dimostrato. Il suo curriculum, per il momento, è quello di un leader che cambia davvero le cose, pur fra tante critiche che noi Toscani gli muoviamo, nonostante tanti errori che certamente avrà fatto e che i concittadini Fiorentini non perdono occasione di rinfacciargli.
La cosa che più ho apprezzato ieri è stato il suo interessamento concreto per chi ha voglia di lavorare e rischiare, per chi non si rassegna a vedere l'Italia come paese dove lavorano - in proporzione - molte meno persone che in Germania o in Francia. Per le donne che vogliono un figlio e però vogliono anche lavorare. Per i pensionati che non vogliono restare chiusi in casa o finire ai giardinetti, ma vogliono potersi impegnare ancora. Per i giovani che vogliono trovare un lavoro non perché conoscono qualcuno, ma perché conoscono qualcosa.
Ha spiegato la sua proposta per spostare, nei primi 100 giorni del suo eventuale governo, 20 miliardi subito dalle burocrazie ai lavoratori: 100 Euro netti al mese in più a tutti quelli che hanno un reddito mensile netto inferiore a 1.200 Euro. Non mi è sembrata un'idea campata in aria, anzi, mi pare corrisponda a quanto si cerca di fare in tutta Europa: domare la spesa di tante obsolete burocrazie pubbliche per diluire nel tempo l'austerità, andando incontro alle famiglie.
Mi è sembrato avere le idee piuttosto chiare sulla necessità di domare la bestia della spesa e dei debiti pubblici, in questa Repubblica marcia e malata, dove sono cresciute senza controllo le spese per tante cosiddette infrastrutture faraoniche, di concezione vecchia, che nel tempo saranno costose anche nella manutenzione, tante delle quali destinate a rimanere incompiute.
Vogliamo ricordare, per esempio, due mostri fiorentini, come la nuova Scuola Marescialli e il nuovo tribunale?
E' stato piuttosto netto sulla necessità di tagliare a Roma e lasciare più soldi in mano ai comuni. Un po' di federalismo a fatti, dopo tanti anni di parole, non guasterebbe.
E' stato chiaro anche su chi dovrà sacrificarsi di più, nei prossimi anni che saranno così duri: la casta dei politici a vita, certo, ma anche tanta dirigenza pubblica, para-pubblica, centrale e locale; non solo l'alta dirigenza, ma anche la media e bassa, che, in tutti gli enti e persino in tante aziende private che vivono all'ombra della protezione della politica, ha stipendi fuori mercato e fuori controllo.
Ha parlato di futuro, ha suscitato speranza.
Non traggo conclusioni, questa avventura è solo all'inizio.
Osservo, rispettosamente, prudentemente, che potrebbe fare qualcosa di davvero buono per il suo schieramento e per la Repubblica.
Ho molto apprezzato, anzi mi sono anche un po' commosso, quando in chiusura Matteo Renzi ha mandato in onda un video in cui Obama parla della giovanissima Christina e delle "obligations of citizenship", in un suo famoso discorso di commemorazione delle vittime di Tucson.
Non siamo ancora così vecchi.
Non siamo stati domati dalla dittatura dello status quo.
Non possiamo e non vogliamo permetterci di essere né cinici, né rassegnati.
Possiamo ancora fare qualcosa di buono, per noi stessi, la nostra terra, le generazioni future.

Mauro Vaiani 


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