Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 11 marzo 2016

Stop Deportation


Salonicco, con manifestazioni praticamente quotidiane, manda un messaggio chiaro: stop deportation, basta deportazioni.
Vogliamo rilanciarlo, questo grido, che dovrebbe far venire i brividi a ogni persona con un po' di cervello e un po' di cuore.
L'antica Tessalonica, da quando è diventata "moderna", ne ha già viste tante: la distruzione del quartiere ebraico, la cacciata delle popolazioni ottomane, l'arrivo forzato dei greci espulsi dall'Anatolia, l'immigrazione dal resto della penisola balcanica dopo il crollo dei regimi realsocialisti.
Oggi la questione più scottante è il destino dei profughi della guerra di Siria.
I clandestini resistono alle angherie e alle privazioni, con l'aiuto degli studenti, dei movimenti più radicali, della povera gente, ma la situazione è davvero, davvero grave, con decine di migliaia di persone nascoste nelle periferie e nei quartieri più degradati di Salonicco, oppure ammassate alla frontiera fra la Macedonia greca e la Alta Macedonia slava (la repubblica nota internazionalmente come FYROM, Former Yugoslav Republic of Macedonia, il cui governo risiede a Skopie).
E' evidente che tante famiglie della Macedonia greca, che hanno le proprie radici nei trasferimenti forzati di popolazione imposti dagli opposti nazionalismi greco e turco, e che hanno tanti parenti migranti in ogni parte del mondo, non chiuderanno la porta in faccia ai rifugiati. Ma hanno bisogno di aiuto!
Lanciamo un appello al nostro governo perché si muova, anche da solo, senza rassegnarsi all'ipocrisia americana e all'ignavia europea.
Occorrono aiuti umanitari immediati alle popolazioni siriane, stremate dalla guerra civile.

Anche ciascuno di noi, come singolo cittadino, può fare qualcosa, sostenendo la resistenza nonviolenta dello HDP (Il Partito Democratico dei Popoli) contro l'autoritarismo, la corruzione, il filo-islamismo del governo degenerato di Erdogan in Turchia - governo che va considerato, insieme ad Americani e Sauditi, fra i maggiori responsabili del prolungarsi della guerra civile che ha distrutto la Siria.
Occorre sostenere la resistenza dei cantoni curdi del Rojava, che si sono liberati dall'oppressione dei miliziani islamisti dell'ISIS.
Occorre mobilitarsi contro l'imminente pericolo di nuove avventure militariste e colonialiste, come quelle in cui si vorrebbe trascinare l'Italia in Libia.
E' incredibile quanto possono essere utili anche piccole prese di posizione su Facebook e su Twitter, e ancora di più delle donazioni, non importa quanto piccole!
Non siate pigri!
Non esitate!





* * *

(Le foto sono estratte da nostri scatti, in questi giorni di lavoro a Salonicco, nda)

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