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sabato 7 novembre 2015

In difesa dell'autogoverno e della pace


Con poche eccezioni, fra cui quella importante perché lucidissima di Massimo Cacciari, continua l'attacco alle autonomie locali, a quelle speranze - mai diventate realtà - di autogoverno delle comunità sociali e territoriali nella nostra malandata repubblica.

Una casta egemone attraverso i suoi posti e le sue pensioni intoccabili, nella RAI, nei ministeri, nell'INPS, nelle agenzie e nelle autorità nazionali, nel parlamento dei nominati e dei trasformisti, nelle alte magistrature, nelle prefetture, nelle sovrintendenze, nei consigli di amministrazione delle grandi aziende mantenute dallo stato, è sempre più scatenata contro i comuni e le regioni - e non ha ancora veramente iniziato a sciogliere le province, perché esse sono la proiezione sul territorio di un antico statalismo.

Sono riusciti ad affondare ogni speranza di riforma federale dell'Italia, spingendo indietro, verso la dipendenza le comunità e verso il servilismo gli individui.


Invece di accettare profonde, sagge, graduali riforme per il ridimensionamento di ogni burocrazia, stanno radicalizzando il conflitto fra loro al centro e noi in periferia. Dal loro punto di vista tutto sembra ridotto a: mors nostra, vita sua.

Il primo governo Renzi pare incapace di mettere un freno a questa corsa scellerata verso l'accentramento a Roma non solo di risorse e potere, ma anche di conoscenze e credibilità.

Anzi, i collaboratori più stretti di Matteo Renzi sembrano narcisisticamente affascinate dalla tentazione di contribuire, attraverso una comunicazione sommaria e autoritaria, alla distruzione anche mediatica di ogni autorità locale. Una operazione che è parzialmente riuscita in passato ad altri leader nazionali, ma sempre con esiti disastrosi nel lungo termine. Oggi non potrebbe che rivelarsi tanto più pericolosa quanto più l'Italia è diventata complessa e divisa.

Vecchi e nuovi centralisti paiono irrimediabilmente ciechi al fatto che stanno mettendo in pericolo non solo la nostra fatiscente repubblica e l'autogoverno delle comunità italiane, ma anche il federalismo europeo e il movimento globale per l'autodeterminazione dei popoli, mettendo in pericolo, di conseguenza, la libertà e la pace, ben oltre i nostri confini.

Che fare?

 


Cartina pubblicata dal Corriere della Sera - novembre 2015



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