Chi segue questo blog sa che crediamo nelle primarie come istituzione, non come strumento facoltativo, a disposizione di un partito, a seconda del momento politico che sta vivendo.
Grazie agli articoli di Mario Lancisi su Il Tirreno, seguiamo la discussione interna al PD sulle primarie. Dario Parrini si era esposto per non farle; alcune minoranze le pretendono; Enrico Rossi aveva detto di no, ma è sempre più tentato. Tutti hanno le loro ragioni, ma si resta lontani dal punto.
Le primarie devono diventare una istituzione, obbligatoria e non facoltativa, per tutti, sempre, a tutti i livelli. Il PD può favorire la stabilizzazione di questo cambiamento solo celebrandole sempre, non secondo la contingenza politica.
Ci possono essere eccezioni per i ricandidati? Certo, hanno un senso, ma tutti gli altri?
Mentre si parla di primarie per la scelta del candidato presidente, non si discute su come, invece, si sceglieranno i candidati delle liste corte di candidati consiglieri, quelle che ci saranno proposte con il nuovo sistema elettorale toscano.
E' vero che si potranno dare dei voti personali facilitati, a nomi già stampati sulla scheda, ma non sarebbe giusto che anche queste rose di nomi fossero formate attraverso primarie vere? Invece, temiamo, saranno scelte secondo ferree logiche interne di partito.
Le nostre idee sulle primarie erano più ambiziose e il tempo, galantuomo, dirà chi era stato più lungimirante.
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