E' triste accorgersi di aver avuto ragione in una materia pericolosa.
In un miscuglio di ignoranza e di arroganza, una piccola minoranza organizzata di attivisti Cinque Stelle ha deciso di sposare la causa del ritorno delle preferenze - ignorando bellamente trent'anni di storia politica italiana (e oltre un secolo di storia elettorale europea), nonché la volontà popolare espressasi solennemente nel 1991 e nel 1993.
Purtroppo ciò avviene in un clima di totale assenza di memoria storica e di spirito critico, da parte dei media.
E quel che è peggio, in un clima generale di ignavia sui principi, sui problemi, sui pericoli insiti nella materia.
A Matteo Renzi e al PD figlio delle primarie, a Forza Italia e alla Lega Nord - tre forze che sono state forgiate dai collegi uninominali del Mattarellum - chiediamo più coraggio, più coerenza.
A tanti militanti Cinque Stelle che credono sinceramente in una agenda anti-partitocratica, comunitarista, ecologista, populist, chiedo, con fermezza, di studiare un po' di più, prima di abbandonare la strada maestra delle primarie, dei piccoli collegi, della scelta dei candidati PRIMA della scelta dei partiti.
Non torniamo alle vecchie preferenze all'italiana. Cerchiamo qualcosa di nuovo!
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