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mercoledì 10 luglio 2013

Deportate in Kazakistan

Che brutta, bruttissima storia, questa delle due deportate kazake.
Per chi vuole comprenderla sin dal suo inizio, consigliamo la lettura di questi post:
uno molto ampio e ben scritto di Articolo 21; uno molto amaro ma altrettanto inascolato di Yes Political; coraggiosa, chiara, ma ancora più inquietante, una più recente ricostruzione dei fatti scritta da Simone Spetia.
La stampa estera usa parole terribili per descrivere l'ennesima vergogna italiana: extraordinary rendition, deportation, political kidnapping.
Una donna kazaka, Alma Shalabayeva, e sua figlia, rispettivamente moglie e figlia di Mukhtar Ablyazov, oppositore del presidente Nursultan Nazarbayev, in esilio a Londra, sono state rapite dalle forze di sicurezza italiane e rispedite in Kazakistan.
Terrificante.
In uno stato colabrodo come il nostro, dove dilagano criminalità e clandestinità, stavolta c'è stata una improvvisa efficienza.
Il sistema politico-mediatico, di fronte a un fatto così grave, nonostante il passare delle settimane, sembra ancora stordito. Le reazioni sono tutte a scoppio ritardato. Pochi sembrano rendersi conto della gravità di quanto è accaduto.
Nemmeno, mi spiace scriverlo, il presidente Letta e la ministra Bonino.
Nemmeno,e sinceramente non mi meraviglio, quelli della cosiddetta opposizione di Grillo e delle "Cinque Stelle".
E anche quei media minori che la sparano grossa - evocando l'ENI, i petrodollari, l'ennesimo dittatore amico di Berlusconi e Putin, con l'immancabile coinvolgimento di agenti segreti israeliani - finiscono con l'alzare un gran polverone, utile a impedire, per l'ennesima volta, che si faccia chiarezza, che qualcuno paghi.
Trovo imbarazzante, in particolare, la copertura mediatica che il Corriere.it sta dando alle discussioni parlamentari che finalmente si fanno su questa vicenda: un richiamino in fondo pagina, piccolo, fuorviante, vicino ai pezzi di colore e allo sport.
Ho preso uno snapshot e lo pubblico qui, perché ci si ricordi, perché ci si domandi cosa sta succedendo al Corriere della Sera, dove il governo Letta-Napolitano-Alfano-Letta gode di ottimissima stampa, ma dove, ci pare, qualcosa, nella tradizionale indipendenza della testata, si è incrinato.
Non finirà qui.
Non ci scorderemo di questo fatto.
Questa, a mio modesto parere, se non intervengono assunzioni di responsabilità adeguate e commisurate alla gravità del fatto, è la parola fine sulla dignità e la credibilità di questa attuale compagine di governo.

* * *

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