Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
venerdì 3 luglio 2020
Autogoverno per tutti dappertutto
La rivista QM - Il Brigante, edita da Gino Giammarino, ha pubblicato nel numero di giugno 2020 un intervento dell'autore di questo blog, Mauro Vaiani. E' stata l'occasione per presentare, su una importante rivista meridionalista e anticolonialista, la rete interterritoriale Autonomie e Ambiente, legata a EFA.
Soprattutto, però, è stata l'occasione per riproporre il tema, di ben più ampia portata, che va molto oltre la politica contingente, del bisogno universale di autogoverno, che è ormai in procinto di diventare un movimento universale per l'autogoverno di tutti, dappertutto. Dalla nostra Toscana alle più remote province cinesi, questo movimento internazionale per il decentralismo, investirà tutti gli stati centralisti e autoritari della Terra.
Il quaderno di giugno sarà presto disponibile online sul sito dell'editore. Intanto ne pubblichiamo qui uno stralcio:
"Ci si è messi al servizio di una idea che, per quanto tenuta nascosta dal conformismo dei media, è sempre più attuale e urgente: l’autogoverno è un bisogno umano fondamentale di questo millennio; è nel cuore di ogni persona umana connessa con la modernità e la globalizzazione; riguarda tutti i territori; investirà gli assetti politici di tutti gli stati. La nuova rete politica [Autonomie e Ambiente], insomma, si pone all’interno di quello che non si deve esitare a definire un movimento universale per l’autogoverno di tutti dappertutto.
Per coloro che volessero approfondire le origini e le potenzialità di questo movimento mondiale per l’autogoverno, ci permettiamo di rinviare agli studi iniziati da Karl Deutsch sin dagli anni sessanta, quando il grande politologo mise precocemente a fuoco come la persona umana, una volta connessa con la modernità, sarebbe diventata non solo capace ma assetata di “mobilitazione sociale”. Non da sola, non solo come individuo, ma anche come membro
della propria comunità.
Si ricorda qui Deutsch, tra le mille letture decentraliste, localiste, federaliste, autonomiste, indipendentiste, anarchiste, anticolonialiste che potremmo consigliare, perché Deutsch fu uno dei pochi a comprendere che il decentralismo non sarebbe stato solo una opinione, un desiderio, un progetto politico tra i tanti, ma qualcosa di molto più grande: un bisogno umano
di massa.
Il mondo in cui viviamo è dominato non solo da pochi grandi stati centralisti o dall’Unione Europea, ma da molte altre grandi concentrazioni di ricchezza e di potere. Esse stanno cercando di impedire alle persone umane di realizzare il loro bisogno di autogoverno nel proprio territorio, ma possiamo avere una qualche fiducia nel loro sicuro fallimento. Un vecchio detto toscano recita:
l’acqua e il popolo, non si può tenere.
Non è solo questione di Paesi Baschi, Catalogna, Bretagna, Fiandre, Scozia, Quebec, Veneto, regioni che soffrono il centralismo degli stati di cui fanno parte. Non ci sono solo Sicilia, Sardegna, Corsica, isole trattate come colonie che giustamente ospitano ampi movimenti indipendentisti. Non si tratta solo dello storico persistere di istanze autonomiste in Toscana, Acquitania o Baviera. Ci sono intere comunità native che si ribellano agli stati latino-americani. Ci sono movimenti separatisti nella maggior parte dei paesi dell’Africa e dell’Asia. Ci sono repubbliche e regioni autonome che stanno chiedendo più autogoverno nella Russia di Putin. Ci sono Vermont, Hawaii, Portorico, che chiedono l’indipendenza dall’impero USA.
Nella sola Cina, che la grancassa mediatica vuole raccontarci come se fosse un monolite pronto a dominare (fosse anche “benevolmente”) il mondo, ci sono almeno un centinaio di nazioni diverse che vorranno autogovernarsi esattamente come tutti gli altri territori del mondo, nazioni alle cui aspirazioni il regime comunista centralista di Pechino dovrà prima o poi cedere [per quanto possa sembrare incredibile oggi...].
Poiché questo scritto sarà pubblicato proprio nel bel mezzo della grande pandemia del coronavirus, vorremmo raccomandare a tutti uno sguardo diverso, più critico, sul mondo globalizzato. Il pericolo sanitario ha fatto moltiplicare le esibizioni muscolari da parte dei grandi poteri centrali, ma alla fine coloro che se la saranno cavata meglio con il nuovo virus saranno proprio i governi locali più rappresentativi, più vicini alla propria gente...".
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