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giovedì 22 agosto 2019

Dal Basta Euro Tour al brusco risveglio dei no-Euro orfani di Salvini



Abbiamo sempre rispettato e in larga parte condiviso le critiche di fondo che si fanno all'Euro, all'Eurozona, agli attuali trattati europei, al pareggio di bilancio, all'austerità astratta e assurda. Quelle serie, però, non strumentali come invece sono stati quelli del finto "Basta Euro Tour" della Lega, dal 2014 fino a poco prima di salire al governo con i Cinque Stelle.

Su questo essere no-Euro a parole si è basata una parte del successo della Lega e dei Cinque Stelle. Lo stesso spostamento dei consensi dai Cinque Stelle verso la Lega, occorso lungo tutto l'anno che hanno governato insieme, dal 4 marzo 2018 (elezioni politiche) al 26 maggio 2019 (elezioni europee) è stato dovuto in buona parte, secondo noi, alla apparente maggior coerenza anti-Euro della seconda, rispetto ai primi. Infine, non crediamo di dire una cosa particolarmente originale, se facciamo notare che, appena la Lega di Salvini si è riavvicinata a Berlusconi e a Tajani, sia finita quella che era una vera e propria luna di miele tra la Lega e tutti gli anti-Euro, con conseguenze elettorali che saranno prevedibilmente negative. Essere anti-Euro, insomma, elettoralmente parlando, qualcosina rende. Essere conseguenti e coerenti, per cambiare veramente l'Eurozona o addirittura uscirne, è tutt'altro discorso, evidentemente.

La Lega di Salvini è stata particolarmente efficace, come recipiente politico dei sentimenti anti-Euro, proprio perché non è mai apparsa monotematica (e quindi monotona). Ha miscelato il tema no-Euro con l'apparente ascolto di altri bisogni popolari (come, per esempio, fermare la tassazione delle piccole partite IVA, bloccare l'immigrazione clandestina, investire di più sulla famiglia, garantire più sicurezza nelle periferie, e così via).

Ha provato anche - e fino a oggi ci era quasi riuscita - a ingannare l'intero paese fingendosi ancora autonomista mentre ormai si era già trasformata - ben prima dell'avvento di Salvini intendiamoci - in una macchina politica stato-nazionalista, grande consumatrice di denaro pubblico e avida di posti di potere, che sono ancora, in larghissima parte, concentrati a Roma.

Il sogno sovranista che gli anti-Euro hanno proiettato su Salvini era, ci pare, grosso modo questo: raggiungere la maggioranza elettorale nel paese, cavalcando tutti i temi populisti disponibili; una volta giunti al potere con Salvini, spendere in deficit fino a provocare una crisi con le attuali istituzioni europee e con i mercati internazionali; infine, uscire dall'Euro, a seguito della crisi. Semplifichiamo troppo? Non ci pare.

Credo che i sovranisti debbano risvegliarsi presto da questo sogno, perché un progetto del genere, se gestito da nazionalisti e centralisti italiani, si rivelerebbe semplicemente un incubo. Anche se fosse possibile - e non lo è - tornare in una notte dall'Euro alla Lira, tutte le immense ingiustizie e diseguaglianze, sociali e territoriali, di questa nostra Repubblica, resterebbero lì e anzi si ingigantirebbero.

La Lega e Salvini (tanto meno i suoi alleati effettivi e potenziali, dalla Meloni a Toti) NON sono minimamente attrezzati a gestire, Euro o Lira vigendo, ingiustizie e disuguaglianze, così come molte altre cose.

Si sono mostrati, in decenni che sono stati al potere, inetti nella gestione delle catene del debito pubblico, della riforma bancaria, dei problemi finanziari europei e internazionali posti dalla globalizzazione.

Non hanno mai dimostrato autentica comprensione della gravità dei problemi ambientali, come hanno dimostrato con il loro arroccamento sul feticcio TAV e con il loro appoggio a molte altre opere inutili.

Sono privi di una visione seria e responsabilizzante sulle autonomie e, come è noto, chi non riesce a fare decentralismo, prima o poi, diventa subalterno al peggior centralismo, anche per auto-giustificarsi della propria incompetenza e mancanza di determinazione politica.

In pratica, su materie drammatiche (che resterebbero tali anche se davvero potessimo passare in una notte dall'Euro alla Lira, ripetiamolo), come debito, ambiente e autonomie, queste forze brancolano nel buio oppure, peggio, se conquistassero davvero il potere, ci porterebbero letteralmente a sbattere.

Di certo non scriviamo questo in difesa delle forze dello status quo (che sono peraltro annidate in tutti i maggiori partiti italiani e italianisti), ma solo per suscitare nelle persone che parlano di "sovranità monetaria" un sano ripensamento anti-centralista e anti-nazionalista.

Abbiamo bisogno di riprenderci potere da Bruxelles, ma non per riportarlo nelle prefetture e nei ministeri, i quali, dei nostri territori e delle nostre città, sono stati, sono e saranno sempre prevaricatori.



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