Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

lunedì 31 ottobre 2011

Big Bang

Sono stato alla Leopolda al Big Bang, la convention promossa dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
Mi è piaciuta, e parecchio.
Mi sono piaciute le persone, le idee, lo stile, la voglia di osare e di innovare.
Ho incontrato tante amiche e amici, che mi hanno confermato di essere decise a partecipare alla nostra campagna per le primarie, i collegi uninominali, a partire dalla riforma della legge elettorale toscana.
La convention ha partorito un chiaro e snello elenco di 100 riforme possibili. Posso dirlo? Finalmente un manifesto democratico, un programma sociale, ma giustamente contaminato da idee liberali. Non saranno proposte nuovissime, ma di nuovo c'è che viene messo nero su bianco da un leader emergente e da una comunità di persone che mi sono parse molto, molto determinate.
Nel manifesto della Leopolda si legge, al punto numero 2, testualmente: "Le elezioni diano potere ai cittadini non ai segretari di partito. Per ridare autorevolezza al Parlamento
bisogna innanzitutto abolire il “Porcellum”, l’attuale legge elettorale che consente la nomina dei parlamentari da parte delle segreterie dei partiti, tornando ai collegi uninominali.
".
Finalmente una posizione chiara, che sappiamo essere condivisa da gran parte dei Democratici toscani, i cui leader si muovono per il momento con prudenza, ma che ben sanno di essere chiamati a dare per primi l'esempio, con una riforma elettorale toscana fondata sui collegi uninominali e le primarie obbligatorie.
Ho ascoltato un grande Sergio Chiamparino, che ha annunciato la sua disponibilità a far parte di una squadra, che parli alla maggioranza del Paese, che sappia finalmente riformarlo.
Vorrei ricordare la concretezza, la fantasia, l'audacia di tanti interventi, a partire da quello di Riccardo Luna, incentrati sulla voglia di incoraggiare le startup, l'economia della conoscenza, l'imprenditoria giovanile e femminile, l'innovazione.
Un omaggio particolare, infine, la convention lo ha tributato ad Arturo Parisi, il pivotal leader del lancio del nuovo referendum per il ritorno ai collegi uninominali, il quale ha invitato tutti a essere, più che indignati, ostinati nel portare avanti le riforme per le quali lottiamo da vent'anni.
Andiamo avanti!

mercoledì 26 ottobre 2011

Ceccanti sulla bellezza di una politica fondata sull'incontro fra persone libere

In un recente convegno tenutosi a Rimini, l'amico senatore Stefano Ceccanti ha parlato della forza, della bellezza, della sportività di una competizione politica moderna.

Non siamo condannati a un bipolarismo immaturo e fazioso. La ricerca sociale dimostra che gli elettori non vivono la propria identità personale e le proprie scelte politiche come una variabile strettamente dipendente da ineluttabili fratture sociali e politiche. Nella formazione delle proprie scelte civiche e politiche è fondamentale l'incontro con altre persone, familiari e amici, colleghi e vicini. Anche l'incontro con i candidati del proprio collegio è un incontro personale.

Nelle primarie tutti gli elettori, di ogni parte politica, sono chiamati a scegliere una persona come campione locale della propria parte. Nel voto finale, poi, tutti gli elettori scelgono non solo fra due o tre schieramenti, ma soprattutto la persona giusta per rappresentare il loro territorio. 

Gli elettori nel collegio uninominale confrontano e scelgono fra persone vere, vive, di cui possono valutare la carriera, la coerenza, l'esperienza. Esercitano il potere sovrano della maggioranza, mentre con le vecchie preferenze all'italiana, invece, tornerebbero a essere schiavi di minoranze organizzate, clientele, caste e fazioni.

Un sistema elettorale, fondato sui collegi uninominali e su almeno due turni di selezione, sull'esempio di quello da noi immaginato, può aiutare, invece, l'innovazione e la creatività, la liberazione di energie, l'emersione di una nuova generazione di leader politici.

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Segui la nostra campagna per l'uninominale in Toscana e aderisci al gruppo Facebook che la sostiene 


Commento pubblicato giovedì 27 ottobre 2011 sulla mailing list Toscana Insieme

lunedì 24 ottobre 2011

Auguri a Italia Futura Lucca

Auguri ai nostri amici di Italia Futura Lucca, che danno vita nella loro città a una nuova proposta civica e politica. La presentazione di Italia Futura Lucca si tiene mercoledì 26 ottobre 2011, presso l'Hotel Guinigi a Lucca, alle ore 18.00. Interverranno, fra gli altri, Federico Vecchioni, il presidente di Italia Futura Toscana;  Marco Natalizi, presidente di Italia Futura Lucca; Maurizio Dinelli, vicepresidente di Italia Futura Lucca.

Per maggiori informazioni, visitare il sito http://www.toscana.italiafutura.it.

E' una iniziativa che potrà contribuire a un profondo rinnovamento civico e liberale, in città, in vista delle elezioni comunali del 2012, a Lucca, in tutta la Toscana e oltre.

Italia Futura, la fondazione promossa da Luca Cordero di Montezemolo, con la promozione di una serie di comitati regionali e locali, come questo di Lucca, può diventare un luogo di incontro e di sintesi, di azione, non solo di studio. Uno strumento in cui ritrovarsi e uno stimolo a non perdere di vista l'ideale di una rivoluzione liberale, soprattutto per tante persone - tanti nostri amici - orfani dell'abortito PDL e dello storico fallimento del berlusconismo.

giovedì 20 ottobre 2011

Tirannicidio

Nella storia del pensiero politico occidentale e dell'etica cristiana, secondo un'antica e consolidata tradizione, il tirannicidio può essere sia legittimo, che morale. Giovanni di Salisbury sostiene che l’uccisione del tiranno può essere addirittura un atto di pietà, nel senso che può avere un valore catartico e simbolico, oltre che essere l'inevitabile conseguenza della rabbia popolare.
Norimberga e gli altri tribunali internazionali imposti dalla comunità internazionale, oppure le corti marziali o altri tribunali nazionali imposti dai nuovi regimi, dopo la sconfitta dei dittatori, sono certo preferibili, ma non ci permettiamo di essere sommari con chi ha cercato la giustizia sommaria.
Troppe sono state le vittime di Gheddafi quando era solidamente al potere e tante altre ne ha volute mietere con la sua disperata e autodistruttiva resistenza. Ha incontrato la fine che ha cercato.
Preghiamo per le anime di tutte le vittime, prima di tutto per gli innocenti, gli inermi, i coraggiosi che si sono ribellati, ma anche per i carnefici che si sono pentiti.
Che piovano come pioggia nel deserto, ora, per i popoli e le tribù libiche, la pace, la ricostruzione, la riconciliazione.

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La foto, ormai un simbolo di questa giornata, è un dettaglio di quella scattata da Philippe Desmazes, fotografo dell'agenzia France Presse

mercoledì 19 ottobre 2011

I primi 33 sostenitori della riforma toscana

Ecco i primi 33 cittadini toscani che hanno aderito, ad oggi, fino a questo momento, al nostro gruppo Facebook per una riforma elettorale in Toscana, fondata su primarie obbligatorie e collegi uninominali. 34, a dire il vero, visto che ad essi si è aggiunto, proprio in questi minuti, Marco Faraci, un importante intellettuale libertario toscano, che salutiamo con gratitudine e amicizia. E' grazie a queste persone che abbiamo raggiunto il nostro quorum. Un piccolo gruppo di appassionati di politica toscana, che sente la crescente indignazione popolare e sa che, per rispondere all'inquietudine degli elettori, occorre cambiare i meccanismi della selezione della nuova generazione di leader di cui abbiamo urgentemente bisogno. Grazie di cuore e andiamo avanti!



Come potrebbe funzionare in Toscana l'uninominale

Liberare energie, meriti, talenti,
con i collegi uninominali
e con le primarie
Continuiamo a premere per una riforma della legge elettorale per il Consiglio regionale della Toscana, che introduca i collegi uninominali e le primarie obbligatorie in ciascun collegio.
Portiamo avanti questa campagna insieme a un piccolo gruppo di appassionati di politica, ma è un tema vitale per il nostro futuro, non certo una questione tecnica!
E' una onesta proposta per dare una risposta all'inquietudine popolare!
Contro la tentazione dell'immobilismo di casta, contro il ritorno al mercato delle vacche delle vecchie preferenze, vogliamo continuare a raccontare la bellezza, la semplicità, la liberazione di energie, la valorizzazione dei meriti, lo stimolo alla partecipazione, il riconoscimento della sovranità popolare, che si avrebbero con l'adozione di un sistema elettorale uninominale.
Proviamo a spiegare come potrebbe funzionare.
Le elezioni potrebbero tenersi in due turni: un primo turno di primarie, istituzionalizzate, obbligatorie e contestuali per tutte le forze e le aree politiche; più un secondo turno in cui a misurarsi sarebbero i candidati che hanno ottenuto maggior consenso, uno per ciascuna area politica significativa.
La Toscana potrebbe essere divisa, diciamo, in 24 seggi, ispirandosi alle ripartizioni in collegi fatte, per esempio, dal Mattarellum.
In ciascuno di questi collegi potrebbero presentarsi alle primarie più candidati del centrosinistra, più candidati del centrodestra, più candidati di altre aree politiche.
Gli elettori, in questo primo turno, votando la persona di loro fiducia, eserciterebbero il potere di selezionare, fra i candidati della loro area politica, quello che essi ritengono il migliore per rappresentarli al confronto successivo.
La loro privacy sarebbe protetta dal voto segreto espresso in un seggio istituzionale e dal fatto che a recarsi alle primarie sarebbero, contestualmente, elettori di tutte le aree politiche.
Al secondo turno, che potremmo anche definire una sorta di ballottaggio, si dovrebbero ammettere i candidati che hanno preso più voti di ciascuna diversa area politica: uno, poniamo, per il centrosinistra; uno per il centrodestra; uno per eventuali altre aree (purché, aggiungeremmo, queste aree abbiano raggiunto un quorum significativo, che le renda competitive con i due schieramenti principali).
Qualcuno, a questo punto, ci muoverà la nota obiezione che nei 24 collegi toscani si verificherebbero sicuramente competizioni molto belle, sportive, innovative, creative, fra tanti candidati di centrosinistra e, nella maggior parte dei territori, anche fra tanti candidati di centrodestra. A vincere al secondo turno, però, sarebbero, in tutti i collegi, solo i candidati di centrosinistra. Questo in verità è possibile, per la storia del sessantennio dominato dall'antica sinistra toscana e per la forza aggregante che hanno i leader emergenti della nuova generazione democratica.
Come temperare questo possibile eccesso di maggioritario? Pensiamo che una soluzione snella e chiara sia quella del ripescaggio di un certo numero di candidati secondi classificati in ciascun territorio. Se i collegi sono 24, i recuperi potrebbero essere, sempre per esempio, almeno 12. In questo modo riprodurremmo in questo futuro consiglio rapporti di forza, fra centrosinistra e centrodestra, del tutto analoghi a quelli attuali.
A questi 36 consiglieri regionali eletti nei collegi, andrebbero poi anche aggiunti, come già oggi avviene, il governatore eletto e il suo principale competitore. Forse si potrebbero anche includere i loro vice, o comunque dei candidati, magari delle donne o dei giovani, espressi da una sorta di lista regionale collegata ai candidati presidenti. Non ci sentiremmo di escludere, se ritenuto necessario, un eventuale diritto di tribuna per aree politiche le quali, pur non essendo arrivate né prime né seconde nei collegi uninominali, potrebbero comunque aver raggiunto percentuali significative.
In questo modo abbiamo rappresentato, speriamo in modo chiaro, come si potrebbe formare un Consiglio regionale toscano di 40* deputati eletti attraverso un processo semplice e competitivo, classico perché ispirato al funzionamento dei paesi democratici più avanzati, ma anche capace di liberare innovazione e creatività.

* Nota bene: oggi i consiglieri regionali toscani sono 55, ma è già iniziata una riflessione sulla loro riduzione a 40, animata, fra gli altri, da Vittorio Bugli, il presidente del gruppo consiliare dei Democratici, il più numeroso a palazzo Panciatichi, la sede del Parlamento toscano.

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martedì 18 ottobre 2011

Gilad Shalit libero

Ecco arrivato un altro incredibile giorno che speravo di vivere.
Gilad Shalit è stato restituito alla sua famiglia e alla sua terra, dopo cinque anni di prigionia. D-o sia lodato!
Questa liberazione, che è avvenuta a carissimo prezzo, possa diventare il seme di un cambiamento profondo.
Israele ha dimostrato una volta di più il suo grande attaccamento alla vita e la capacità di osare per un futuro di pace.
I 1027 Arabi palestinesi liberati a Gaza e in Cisgiordania hanno l'opportunità di iniziare una nuova vita.
In Libano, in Giordania, in Egitto, in Siria, gli amanti della libertà e della pace, oggi, sono più forti.
Si è salvata una sola vita, oggi, ma si è compiuto un grande passo verso una pace giusta.
Che non si perda questo attimo fugace, questo momento opportuno!

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- Si legga anche questa bella pagina su Gilad Shalit che parla di pace con Shahira Amin alla televisione egiziana

- La foto è ripresa dal  Washington Post 

Quelli di prima? Anche no!

E' vero, è quello di prima, ma ha tremato persino lui, il governatore del Molise, Michele Iorio. Il presidente uscente è riuscito a farsi rieleggere, ma per il rotto della cuffia. Un altro piccolo segno che il cambiamento è iniziato e che i popoli e i territori di questa nostra invecchiata e decadente Italia, intendono davvero archiviare il berlusconismo.
Dopo esserci tanto divisi su Berlusconi, credo che i cittadini di questa malandata Repubblica siano fortemente uniti attorno ad almeno una cosa: di sicuro non vogliamo chiudere con il berlusconismo per far tornare al potere quelli di prima.
Quelli che erano già ai vertici della politica italiana prima di Berlusconi, si rassegnino. Il popolo non vi vuole davvero. Capito D'Alema, ma anche Bossi, ma anche Pannella, ma anche tanti altri?
Le aree politiche si riorganizzino, celebrino primarie, si inventino qualcosa e, soprattutto, trovino e mandino avanti qualcuno di nuovo.

lunedì 17 ottobre 2011

Start Cup 2011

E' stata una gioia stamattina partecipare alla cerimonia di premiazione della Start Cup 2011, alla Scuola di S.Anna. Hanno partecipato e ottenuto riconoscimenti anche molti miei colleghi del Phd-Plus dell'Università di Pisa, la bella iniziativa per stimolare l'imprenditorialità e la capacità d'innovare e competere, voluta e condotta in porto dal dinamico prof. Paolo Ferragina.
Voglio ricordare e segnalare solo alcune delle imprese in cui sono impegnati alcuni amici: la costruzione di innovative imbarcazioni con motori elettrici; studi di marketing attraverso lo studio delle reazioni del cervello; la concezione di nuovi componenti che consentano ai robot movimenti più flessuosi e plastici. E' stato proprio un brillante collega impegnato in questa frontiera della robotica a dire quella che per me è stata la frase del giorno: il mondo sta diventando meno rigido, prepariamoci - tutti, in tutto, dappertutto - a essere più elastici.

In poche ore 29 appassionati di uninominale...

Mail inviata lunedì 17 ottobre 2011, alle ore 14.41,
da Mauro Vaiani, ai primi aderenti
al gruppo aperto meno di 48 ore prima su Facebook,
https://www.facebook.com/groups/riforma.toscana/.


Care amiche e cari amici,
in poche ore abbiamo raggiunto e superato il numero di 29 aderenti che avevamo indicato come una piccola minima soglia per rendere visibile la nostra intenzione di premere sul Consiglio Regionale della Toscana per una riforma elettorale fondata sui collegi uninominali e sulle primarie obbligatorie di collegio.
Vi segnalo dal blog Diverso Toscana gli articoli che raccontano di come questa nostra campagna sia trasversale, sinceramente bipartisan, capace di unire democratici, liberali, civici e indipendenti:
http://diversotoscana.blogspot.com/2010/12/uninominale-in-toscana.html
Sarei lieto di pubblicare sul blog i vostri interventi.
Questo è un messaggio di prova al nostro indirizzo collettivo:
riforma.toscana@groups.facebook.com

Grazie!

Mauro Vaiani


dott. Mauro Vaiani
Università di Pisa
http://www.sp.unipi.it/hp/vaiani
http://diversotoscana.blogspot.com/

sabato 15 ottobre 2011

Il nostro 15 ottobre

Partecipiamo anche noi a questa giornata di proteste globali. Contro la crisi, certo, ma soprattutto per condividere, con le piazze di tutto il mondo, la profonda inquietudine contro quei vertici così alti, quelle organizzazioni così grandi, quelle istituzioni così opache, da risultare irrangiungibili, incontrollabili, irresponsabili.
Noi che siamo Toscani appassionati di politica toscana, abbiamo una cosa concreta da fare, per contribuire a una nuova stagione di speranza e di riforme: instaurare in Toscana il sistema elettorale uninominale con primarie obbligatorie per tutti, per l'elezione del nostro Consiglio regionale.
Questa conquista istituzionale farà emergere in Toscana una nuova generazione di leader locali, scelti dal basso, rappresentativi del territorio e direttamente controllati, nel corso del loro mandato, dalla comunità locale che li ha eletti.
Nel resto d'Italia, l'esempio toscano, potrebbe essere contagioso per le altre regioni e influire positivamente sul superamento del Porcellum nazionale.
Molti oggi, in tutto il mondo, scendono in piazza inermi, avvolti solo delle loro incertezze sul proprio futuro. Noi invece conosciamo i meccanismi; abbiamo delle idee ragionevoli e concrete su come migliorarli; sappiamo che cambiandoli possiamo contribuire a un profondo rinnovamento politico, ma anche economico, sociale, persino spirituale.
Non sfuggiamo alla nostra responsabilità!
Lanciamo un appello a tutte le persone che, qui in Toscana, seguono questa nostra campagna per l'uninominale e le primarie. Formiamo un gruppo visibile a tutti, almeno su Facebook, tanto per cominciare.
Facciamo in modo che in esso siano rappresentati tutti i territori toscani, almeno una persona da ciascuno di quei 29 collegi uninominali, per esempio, in cui la Toscana era stata divisa ai tempi del Mattarellum, quando un primo passo verso un rapporto diretto fra elettori ed eletti era stato compiuto.
Se riusciamo a formare un gruppo di 29 appassionati del cambiamento, rappresentativo e plurale, la nostra campagna diventerà una vera lobby.
Diamo così, a modo nostro, un contributo al sommovimento globale del 15 ottobre 2011, occupandoci di qualcosa di locale, che è nelle nostre forze, che è possibile, che è davvero popolare, nel senso di pensato per avere, anche in Toscana, un governo del popolo, dal popolo, per il popolo.

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mercoledì 12 ottobre 2011

Irraggiungibili, incontrollabili, irresponsabili

Ero presente a un nuovo appuntamento dei Villa La Pietra Policy Dialogues, tenutosi oggi, mercoledì 12 ottobre 2011, presso la prestigiosa sede fiorentina della New York University. La riflessione odierna è stata dedicata alla politica americana in vista delle elezioni presidenziali del 2012. C'erano studiosi e accademici brillanti, giornalisti e opinionisti di valore, fra i quali il nostro bravissimo Mario Calvo-Platero, una delle voci più interessanti e autorevoli di Radio 24.
Mi hanno colpito soprattutto le riflessioni sulle profonde inquietudini che attraversano e forse accomunano movimenti assolutamente diversi fra di loro, come il Tea Party e Occupy Wall Street, o lontanissimi dalla realtà americana, come gli indignados europei e israeliani. Ne hanno parlato tutti ma soprattutto, ciascuno dal proprio punto di vista, il consulente strategico Steve Schmidt, il commentatore Paul Begala, la storica Nicole Bacharan e l'attivista Marylouise Oates.
La singola persona, l'individuo, in Occidente, ma non solo, ovunque siano arrivati un po' di salute, di istruzione, di libertà, si chiede cosa stia succedendo e che cosa ne sarà di lei, in questo tempo di crisi.
Non capisce perché gli stati, le burocrazie, le grandi imprese siano così indebitate e si domanda cosa si dovrebbe fare per cambiare questo stato di cose.
Si sente insicura, perché i vertici del mondo sono tutti opachi, irraggiungibili, incontrollabili, irresponsabili.
Grandi banche e imprese globali sono dichiarate, dalla politica, TBTF, Too Big To Fail, cioè troppo grosse, ormai per fallire, ma se anche questo fosse vero, la politica non avrebbe almeno il dovere di ridimensionare l'eccessivo gigantismo, rinnovare il management, riformare la governance, punire l'azzardo morale?
La politica, se non vuole essere considerata solo una casta improduttiva e impotente, deve cercare di porre rimedio all'attuale incontrollabilità dei vertici delle grandi aziende, che ormai sfuggono a ogni possibilità di controllo da parte dei loro stessi azionisti, delle agenzie di controllo, dei poteri pubblici, della cittadinanza sovrana.
Se la politica non affronta gli enormi problemi posti da quelli che sono troppo grossi per essere dichiarati falliti, compresi alcuni interi stati, questi finiranno per assorbire troppe risorse pubbliche e per distruggere troppa della nostra ricchezza.
Non sono solo gli esponenti più deboli di una classe media impoverita, non sono solo dei giovani dropout frustati, non sono solo dei libertari un po' settari o degli estremisti di sinistra un po' retrò, che stanno cercando di alzare la voce e farsi sentire.
Nessuno si illuda, per il fatto che il livello di protesta sia ancora così relativamente basso, nelle nostre società.
C'è qualcosa di più ampio, di più profondo, di necessario, che deve trovare ascolto.
Aggiungerei, personalmente, che dovrebbero in particolare trovare maggior ascolto coloro che veramente possono creare ricchezza: gli imprenditori innovativi, le piccole imprese locali, le startup high-tech, gli appassionati del proprio territorio e dei propri beni culturali, le iniziative civiche dal basso, le famiglie numerose e quelle allargate, le reti di cittadinanza attiva che possono creare solidarietà e sicurezza a livello di vicinato, di borgo, nelle comunità locali.
E' necessario andare avanti con quella che Steve Schmidt ha chiamato l'esigenza di una honest discussion sul crollo della credibilità delle grandi istituzioni pubbliche e private, sulla sfiducia popolare su come vengono spesi i soldi e le ricchezze di tutti, sulla necessità di cambiare anche ciò che sta davvero molto in alto, che pare intoccabile, che invece deve essere riportato a terra, quaggiù fra di noi.
In America la discussion sembra partita e sembra davvero coinvolgere fino in fondo anche il presidente Barak Obama, che si ricandida, e Mitt Romney, il suo sfidante più accreditato.
E in Italia?
E in Toscana?

Carpe Diem


 

E' il momento opportuno per occuparci della riforma elettorale in Toscana. Dobbiamo farlo per noi stessi e per dare un segnale politico importante al resto del paese.
In Toscana dobbiamo fare un passo avanti, oltre le liste bloccate, perché le nostre primarie sono ancora troppo poco partecipate. L'Italia, invece, deve liberarsi del Porcellum, il grande imbroglio perpetrato nel 2005, da una casta ormai impresentabile che ha tradito i suoi stessi elettori e sostenitori.
Afferriamo l'attimo. Non ci sfugga questo momento favorevole. La maggioranza dei cittadini è in sintonia con l'idea dei collegi uninominali e delle primarie obbligatorie per ogni parte politica e aperte a tutti i cittadini. Introduciamo in Toscana questa istituzione di civiltà e indichiamo la direzione giusta all'intero sistema politico nazionale.
Accettiamo di buon grado l'ironia di quelli che si domandano perché, in mezzo alla crisi finanziaria provocata dall'insostenibilità dei debiti pubblici, ci occupiamo di sistemi elettorali.

Per chi ci dice che ci sono problemi ben più urgenti, rispondiamo candidamente che proprio in questo momento di crisi politica ed economica ci occorre una nuova generazione di leader, che siano selezionati in base alla loro credibilità personale, alla loro capacità di unire e non di dividere, alla loro dimostrata capacità di emergere da una severa selezione politica.
Esattamente questo tipo di persone sono quelle che emergono attraverso le primarie e i collegi uninominali.
E' esattamente attraverso queste modalità che potranno emergere molte più donne, più giovani, più volti nuovi, senza bisogno di sistemi complicati o di quote artificiali.
Le primarie e i collegi uninominali sono uno strumento di sana competizione, creano entusiasmo e innovazione, liberano energie che fanno bene a tutta la società, stimolando anche l'economia e contribuendo a migliorare la situazione concreta di ciascun cittadino, di ogni famiglia, di tutte le imprese.

Restiamo fedeli alla volontà della maggioranza dei cittadini italiani, che da vent'anni vogliono i collegi uninominali. Una grande maggioranza popolare che non si contenterà di abolire il Porcellum per tornare al Mattarellum, ma che vorrà andare avanti, imponendo le primarie in ciascun collegio.
Facciamo attenzione a chi, per beata ignoranza o per eccesso di opportunismo politico, si dichiara disponibile a cambiare la legge elettorale parlando di primarie o preferenze come se fossero la stessa cosa. Questa confusione va diradata, o finirà per offrire un alibi ai gattopardi che non vogliono cambiare nulla, se non in peggio, se non tornando indietro, ai disastri del passato.
Sappiamo che parti non piccole dell'attuale ceto politico, toscano e italiano, parecchi di coloro che sono in politica da prima dei vittoriosi referendum popolari del 1991 e del 1993, non si sono mai rassegnati a quei verdetti popolari. Ancora oggi, vent'anni dopo, vorrebbero, invece che andare avanti verso l'uninominale e le primarie, tornare indietro al tempo delle preferenze.
Qualcuno continua a pensare con nostalgia a quella vecchia politica in cui, in ogni territorio, un partito, invece che unirsi attorno a un unico rappresentante scelto dalla maggioranza, si divideva in tante piccole minoranze in perpetua guerra fra di loro. Le preferenze, invece di unire, dividono, facendo trionfare fazioni e clientele. Le preferenze riescono a far eleggere candidati sconosciuti alle maggioranze, purché obbedienti alle minoranze organizzate. Le preferenze consentono l'elezione di chi ha più soldi che voti.
Con i nostalgici delle preferenze siamo pronti a misurarci, davanti all'opinione pubblica, nel Parlamento toscano, nel Parlamento nazionale, sapendo che possiamo vincere, perché le primarie e i collegi uninominali sono innovazioni che hanno in sé la forza di convincere, sono un traguardo di civiltà politica che unisce democratici e liberali, forze civiche e cittadini indipendenti.

Mauro Vaiani

lunedì 10 ottobre 2011

Confessioni di un gay cattolico, tre anni dopo

Giusto giusto tre anni fa, usciva su Cult il documentario di Alberto D'Onofrio, intitolato "Confessioni di un gay cattolico". L'opera contiene, fra le altre, le testimonianze di alcuni fra i principali pionieri in Italia della pastorale delle persone omosessuali, ma il filo narrativo è quello della mia storia personale. Contiene il racconto di come, fra i trenta e i quarant'anni ho fatto i conti con la mia omosessualità e ho iniziato a conciliarla con la mia fede cristiana, i miei valori, la mia identità.

La visibilità come persona gay ha avuto ovviamente un suo prezzo. Sia per me, che per i miei familiari e per coloro che mi sono stati vicini. Tuttavia, a oggi, posso serenamente affermare che rifarei questa esperienza.

Infinite sono le occasioni in cui sono stato cercato, contattato e ringraziato per aver dato questa piccola testimonianza. Che è stata di incoraggiamento per tante persone, di diverse età, condizione, provenienza.

Alberto D'Onofrio, poi, è un vero artista e il frutto del suo lavoro è davvero bello, di per sé, indipendentemente dalla mia piccola storia e dalle mie parole.


Posso consigliarvi di cercare di vederlo per intero? A suo tempo la produzione ci diede il permesso di organizzare delle proiezioni gratuite in ambiti no profit. Perché non approfittarne? Sono 55 minuti, dedicati alla liberazione della nostra capacità di vivere, amare, credere alla luce del sole!

In rete si trovano alcuni approfondimenti sul lavoro di D'Onofrio:
- sui Cinquantamila giorni del Corriere
- sul blog di Gionata.org

Su Youtube c'è questo piccolo estratto, che aiuta a farsi un'idea del lavoro che è stato fatto:

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Una piccola nota, credo doverosa, su una delle persone la cui voce e il suo volto compaiono in questo documentario, don Domenico Pezzini.

Una delle più belle testimonianze raccolte dal documentario è proprio quella di questo vecchio prete, che nel 2010 ha dovuto difendersi in tribunale da accuse pesanti. Nonostante la sua colpevolezza sia stata riconosciuta in primo grado, sono fra quelli che crede, intimamente, nella sua buona fede e, con tutto il cuore, spero che alla fine anche la giustizia la riconoscerà.


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sabato 8 ottobre 2011

Una insperata pioggia di meteore

Stasera, sabato 8 ottobre 2011, proprio alla fine del solenne giorno del Kippur, dalle 19 fino verso le 23, se la notte, come tutto lascia sperare, sarà fredda e serena, avremo la possibilità di assistere a un evento straordinario.
Anche in Toscana vedremo cadere una insperata pioggia di meteore. Sono le "Draconidi", meno note delle "Perseidi" d'agosto. 
E molto più rare. Quello di stasera è un evento che non si ripeterà se non fra molti decenni.
E' una occasione speciale. Non perdiamocela.

Qualcosa in più si può leggere in rete...

http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20111008_00002.shtml

http://www.firenzetoday.it/cronaca/stelle-cadenti-8-ottobre-2011-meteoriti-firenze.html

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201110081839-ipp-rt10076-spazio_stasera_pioggia_straordinaria_di_meteoriti_sulla_terra


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PS delle 21.12

Sono stato una mezz'ora a testa in sù, qui a Mezzana di Prato. Ebbene, nonostante la luna quasi piena, Giove e l'inquinamento luminoso della città, ho visto tre stelle cadenti nitidamente e, forse, almeno altre due scie... Grazie agli amanti del cielo che ci hanno invitato a partecipare a questo evento!

PS delle 22.02

Avevo letto che verso quest'ora ci sarebbe stata un'altra ondata. Sono uscito ancora a vedere ed ecco, ne ho vista un'altra bellissima, più un'altra piccola traccia. Sì, è vero, mi sono sentito come un bambino stasera. Grazie alla Provvidenza, di questo tocco di grazia.

giovedì 6 ottobre 2011

Grazie Steve, hai cambiato il mondo

Stavo scrivendo, poco fa, di come il mondo stia cambiando in meglio, grazie a Internet, grazie alla crescente inclusione di sempre più creature umane in una prospettiva di maggiori opportunità e di una crescente consapevolezza. Non sapevo che stavo già commemorando Steve Jobs, che ieri, 5 ottobre, ci ha lasciato. Grazie Steve, hai cambiato in meglio il nostro mondo. Ci hai resi tutti più liberi.
Per onorare la tua memoria mi sento, insieme a una preghiera, di rilanciare il tuo fantastico speech del 2005 ai neolaureati di Stanford. Il video è sottotitolato in italiano, ma segnalo anche questa transcription.

Steve Jobs a Stanford


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PS

Ho catturato il mio desktop, dopo essermi posizionato sulla home page di http://www.apple.com , dove campeggia una bellissima foto di Steve Jobs. Penso che questo diventerà, per molti, uno di quei momenti della nostra breve vita che ricorderemo fino all'ultimo istante. Copio da quei geniacci di http://www.huffingtonpost.com/: RIP STEVE, rest in peace Steve.

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PPS

Ho deciso di inserire anche questo sobrio e insieme commovente omaggio della CNN. Non perdetelo!


* CNN *

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Verso una folla meno credulona?

Nel lato oscuro della modernità c'è anche la formazione di grandi masse urbanizzate di persone davvero facili da ingannare. E' una realtà pericolosa, che Hannah Arendt ha descritto magistralmente nel suo saggio sulle origini del totalitarismo e che può essere sintetizzata in queste sue poche chiare parole:

"Society is always prone to accept a person offhand for what he pretends to be, so that a crackpot posing as a genius always has a certain chance to be believed. In modern society, with its characteristic lack of discerning judgement, this tendency is strengthened, so that someone who not only holds opinions but also presents them in a tone of unshakable conviction will not so easily forfeit his prestige, no matter how many times he has been demonstrably wrong." (Hannah Arendt).

(Una mia traduzione: La società è sempre incline ad accettare una persona su due piedi per quello che pretende di essere, cosicché un proporsi eccentrico, come un genio, ha una qualche probabilità di essere ritenuto credibile. Nella società moderna, con la sua caratteristica mancanza di giudizio critico, questa tendenza è rafforzata, cosicché qualcuno che non solo ha delle opinioni, ma che anche le presenta con un tono di granitica convinzione, non perderà facilmente la sua credibilità, non importa quante volte sarà stato scoperto palesemente aver torto.).

C'è un tocco di grazia, nell'era in cui Internet unisce miliardi di persone, consentendo loro di ascoltare video, leggere discorsi, confrontare fatti. Non solo quelli di oggi, ma anche tornando a spulciare quelli di ieri, cosa oltremodo necessaria perché lo scorrere impietoso del tempo e lo sviluppo della capacità di ricordare e confrontare, sono un potente stimolo al senso critico. Consiste nel fatto che forse stiamo davvero cambiando.

Siamo sempre meno una folla credulona e un numero crescente di noi sta diventando membro a tutti gli effetti di una rete di cittadinanza attiva.

mercoledì 5 ottobre 2011

Una piccola storia di lavoro nero

A tante storie davvero brutte di questi giorni, ne aggiungo una anch'io, piccola, ma - a mio modesto parere - brutta anch'essa.
E' una piccola, piccolissima, storia di lavoro nero.
Dunque siamo al mare, all'inizio della stagione, qui in Toscana.
In un posto qualsiasi, alla direzione di un locale qualsiasi, si presenta uno studente qualsiasi, che chiede di lavorare per l'estate, per arrotondare la sua borsa di studio.
Al locale non pare vero!
Una persona adulta, istruita, che parla le lingue, disposta a farsi carico delle sole serate davvero affollate, disposta a lavorare per una cifra ragionevole. Proprio quello che ci vuole nei finesettimana della stagione estiva.
Attenzione, però, bisogna verificare: lo studente può lavorare? Si va a spulciare il regolamento del suo corso di studio e si scopre che sì, può lavorare, per non più di un certo numero di giorni all'anno e senza superare una cifra lorda piuttosto bassa, ma non così bassa da impedirgli di arrotandare.
Sì, quella persona può senz'altro fare, sulla base delle norme, un lavoro estivo simile a una sorta di "pierraggio", cioè a un servizio paragonabile a quello del "P.R.", quelle public relations, che sono indispensabili a ogni buon posto di ritrovo.
Bene, dunque, si parte!
Il commercialista del locale prepara un accordo di collaborazione coordinata e continuata, per un numero ristretto di serate e per una somma rientrante nei limiti imposti dalla legge e dai regolamenti universitari al giovane aspirante lavoratore estivo.
Quando però il commercialista si confronta con l'ufficio del lavoro, si sente dire che no, non si può fare.
In base a quale legge?
In base al fatto, risponde l'ufficio, che nei locali, d'estate, deve lavorare personale inquadrato solo nei tradizionali contratti del turismo, punto.
Ma non è vietato da nessuna norma, si ribatte, far lavorare qualche persona in più, con un contratto di collaborazione coordinata e continuata, in alcune particolari serate estive.
Non è vietato, risponde l'ufficio, ma non è neppure permesso e loro, ribadiscono, non lo vogliono.
Verranno a fare le ispezioni e, se troveranno dei lavoratori occasionali, applicheranno le loro sanzioni.
Che sono, ma lo diciamo a bassa voce, davvero paurose.
Talmente paurose che, rileva qualcuno, se fossero veramente irrogate, provocherebbero la chiusura del piccolo locale...
E che quindi, nella realtà, forse non sono proprio sempre applicate...
Ecco che allora, forse, proviamo a buttare lì qualche provocazione...
Norme davvero complicate incombono su chi lavora, e su chi studia, e su quei pochi volenterosi - o disperati? - che vorrebbero fare qualcosa in più, un secondo lavoro, una attività occasionale. Gli uffici addetti al controllo interpretano queste norme non solo in modo restrittivo, ma addirittura in modo creativo, o addirittura - ci sia consentito - arbitrario.
Nella realtà poi, che si fa?
Mah...
Forse si finisce per fare qualche serata di lavoro nero?
Ecco, questa è la nostra malandata Repubblica.
Quella che, ci era stato promesso, sarebbe stata liberalizzata, resa federale e meritocratica, convertita a una cultura dell'innovazione e riportata entro tradizioni di legalità e diligenza.
Com'è andata poi, beh...
Lo sapete da voi, com'è andata...

* * *

PS

Ringrazio l'amica Laura Lodigiani per aver voluto segnalare questa altra piccola ma interessante storia su come è andata in un altro paese, a dimostrazione che cambiare è possibile, che far emergere il nero si può.

domenica 2 ottobre 2011

Si viene licenziati per molto meno

Quanto è brutta questa storia dei numeri sbagliati, pubblicati dallo staff del ministro Tremonti. Sulla Stampa c'è una buona sintesi, leggetela per intero. Copia e incolla, svarioni, cialtronerie... E' incredibile. Per molto, molto meno, si verrebbe licenziati, in una azienda seria.

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