Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 21 dicembre 2001

Il millenario di Ugo di Toscana



 
 
venerdì 21 dicembre 2001
Il millenario di Ugo di Toscana
Tre interventi di Mauro Aurigi, Romano Redini e Mauro Vaiani, estratti dalla mailing list di Toscana Libertaria, nei giorni successivi al millenario di Ugo di Toscana, celebrato nella Badia Fiorentina il 21 dicembre 2001

Ugo di Toscana:
una icona libertaria,
una eredità spirituale

Da: Mauro Vaiani [mauro@sp.unipi.it]
Inviato: giovedì 27 dicembre 2001 16.32
A: 'Toscana Libertaria'
Oggetto:
Ugo di Toscana: una figura leggendaria;
una icona di valori perenni;
uno stimolo filosofico-politico per i libertari


Salve e auguri a tutti.

Mauro Aurigi di Siena ha voluto "pungere" alcuni Toscani ed esponenti di  gruppi impegnati per l'autonomia della Toscana al riguardo delle celebrazioni della morte di Ugo di Toscana.

Romano Redini di Lucca ha mandato una risposta ricca di spunti, che lascio allegata a queste mie righe. Mi sento di aggiungere un piccolo contributo personale, in tre punti.

Primo, la celebrazione di Ugo di Toscana e del suo millenario è di per se un fatto emozionante, perche Ugo di Toscana è una figura leggendaria che esercita un fascino che non può essere stato fondato su altro che grandi doni spirituali e uno straordinario carisma personale. Alcuni ipotizzano  addirittura che la leggenda di Ugo sia tanto viva, presente e affascinante, perché in essa si sono confusi i buoni ricordi lasciati forse non dal solo Ugo, ma senz'altro da sua madre, da altri membri della sua famiglia e della sua amministrazione e forse da un altro Ugo, anch'egli buon amministratore delle terre di Toscana. Date una lettura al sito http://www.ugoditoscana.it  e troverete qualche spunto in proposito.

Secondo, Ugo di Toscana è una icona di valori spirituali perenni, che ci riguardano come esseri umani, prima ancora che come Toscani cristiani, ebrei o laici. Da capo politico e militare, Ugo ha testimoniato valori di attaccamento, coscienza e onore, esattamente come, nel suo tempo, hanno
fatto artigiani fiorentini, monaci camaldolesi, marinai pisani, mercanti ebrei e agronomi arabi. Nessuno di questi uomini e donne credeva di essere perfetto o migliore, ma ciascuno di essi, avendo vissuto con gioia ed energia la propria irripetibile vita, è un esempio da ammirare. Alla Badia Fiorentina, ogni anno, il 21 dicembre, si prega, si ricorda, si riflette. Ci si inchina a questi valori perenni, non a un padrone. Del resto gli uomini che si inchinano ai valori e alle tradizioni, sono esattamente quelli che meno si inchinano ai potenti di turno e di oggi, come dimostra
in modo particolarmente efficace la storia della Toscana e, scusate se oso, la nostra storia personale di libertari e autonomisti.

Terzo, la politica di Ugo di Toscana, sia la sua personale (per il poco che ne sappiamo), sia quella degli Ottoni e del loro tempo, deve almeno incuriosire chi abbia una qualche aspirazione libertaria e autonomista. Redini ricorda che è una politica che viene all'alba delle libertà comunali. Io vorrei aggiungere che è una politica temperata e moderata, che lascia vivere le persone e le comunità locali relativamente al riparo da arbitrii e guerre, che ha permesso un grande pluralismo istituzionale e politico e la nascita delle libertà dei borghi e delle arti, che ha lasciato arricchire senza eccessi di tassazione, che ha impedito guerre che non fossero brevi, simboliche e combattute da pochi professionisti.

La marcia degli stati nascenti verso il potere moderno, quella che è culminata nel totalitarismo e nella massificazione moderna (e nel servilismo di massa, magari giustificato dai grandi ideali nazionalisti, giacobini, fascisti e comunisti), inizia più tardi e non c'entra nulla con l'Europa e con la Toscana di Ugo.

I momenti di lotta (e di equilibrio, che sono stati parecchio più lunghi delle lotte) fra libertà comunali e autorità imperiali e papali li possiamo e li dobbiamo ricordare e studiare con orgoglio e con umiltà, con energia e pazienza. Quando finisce questa età di equilibrio e di lotte fra impero, papato e comuni, inizia infatti la storia dello statalismo, che ha come epilogo il totalitarismo. Quindi, per noi che vogliamo lo svuotamento dello stato e siamo geneticamente antitotalitari, è essenziale comprendere, e forse amare, l'Europa e l'Occidente come erano prima dell'avvento degli stati, come erano al tempo, per esempio, del nostro Ugo di Toscana.

Mauro Vaiani, Prato
 

-----Messaggio originale-----

Da: rredini@netscape.net [SMTP:rredini@netscape.net]

Inviato: giovedi 27 dicembre 2001 2.21

A: aurigi@libero.it

Oggetto:

Non mi pare lecito porre sullo stesso piano

Ugo Salico Marchese di Toscana e i Medici

Agli amici toscani

Mauro Aurigi ha scritto il 23-12-01: "Quello che volevo sottolineare è che dopo 4 o 5 secoli di libertà comunale "i Fiorentini disdegnavano fare reverentia a qualunche ed erano tanto alieni da' modi della corte che io credo pochi altri". Che dire dei Fiorentini, anzi dei Toscani che oggi fanno la "reverentia" a Ugo di Toscana?".

Non mi pare lecito porre sullo stesso piano Ugo Salico Marchese di Toscana e i Medici.

A parte i 5 secoli e mezzo che li separano, direi che stanno agli antipodi: il primo all' alba delle libertà comunali e al tramonto del feudalesimo in Toscana, il secondo all'alba della tirannide signorile e al tramonto delle libertà comunali in Toscana. Col primo nascono, col secondo muoiono, le libertà.

Il primo, che ci vien descritto come più diplomatico che guerriero, pur venendo dal feudalesimo ci appare modernizzatore di quel regime instaurato da papa Leone III e da Carlo Magno, e preparatore, magari inconsapevole, di quei movimenti centrifughi e libertari che porteranno, per es., i Lucchesi
a combattere senza tanti complimenti i residui del regime feudale e ad abolire ogni titolo cosiddetto nobiliare.

I secondi per contro li troviamo a percorrere un cammino inverso, dalla libertà alla tirannide. Dediti ai più sottili e atroci inganni, devastati da una sete orgiastica di potere, non hanno mai avuto il minimo scrupolo di usare qualsiasi arma, compresa la Cattedra di S. Pietro, per il raggiungimento dei propri fini. Via via leccapiedi e aguzzini, corruttori e macellai (i Senesi e i Pisani conservano ancora la memoria di questa versione), han trovato limiti alla loro boria solo nella maggior forza o nella sagacia dei vicini.

Ma, tornando a Ugo, non furono i Lucchesi e i Pisani che presero le armi, e per più volte, contro quella Matilde che li voleva ricondurre a far la "reverentia"? E gli stessi, quali cittadini di capitali marchionali, non avevano sentito più forte e più pesante e più pressante il peso dell'imperio? Diavolo, il padrone ce l' avevano in casa! Eppure furono i primi ad affrancarsi e i primi a sostenere con le armi una scelta di libertà; una scelta, ricordiamolo, che da 1500 anni, dal tempo delle citta greche, mancava alla storia del mondo. E' in questo tempo che in Toscana nasce e si sviluppa quel nuovo sentire e operare, e parlare, che costituiranno le basi della civiltà moderna. La Svizzera verrà duecento anni dopo. Merito di Ugo? Non lo so... Per certo bisogna ammettere che Ugo non deve avere operato in senso opposto, stando a quel che si è vociferato di lui e stando agli avvenimenti che sono seguiti alla sua morte. Sembra che il tempo ne abbia addirittura migliorato la memoria, e, si sa, il tempo è galantuomo.

Nel pratico, è un fatto che nel nome di Ugo e della sua insegna (tre pali d' argento in campo di rosso) possiamo riconoscerci e ritrovarci tutti toscani, risvolto questo non trascurabile proprio perché a monte dei movimenti centrifughi comunali, e che ci viene a pallino in questi tempi in
cui vogliamo perorare la causa toscana, in una comunanza tutta da definire, da delimitare, da precisare quanto si vuole, ma pur sempre una comunanza su cui basare la ricostituzione della Nazione Toscana (il limite cui tendere).

Ergo, nessuna "reverentia" a Ugo, ma semplice riconoscimento all' opera sua di feudatario, che non solo non ha soffocato nessuna libertà peraltro ancora inesistente, ma nemmeno ha ostacolato la germinazione e la maturazione di tale libertà. In ogni caso la figura del "Principe" tiranno
preconizzata dal Machiavelli (che ricordiamo sotto le mura di Pisa a distruggerne la libertà nel 1509) non s' attaglia davvero a Ugo, onestamente ligio al proprio dovere di feudatario e di margravio, ma semmai a quel Cosimo de' Medici molto più somigliante al Valentino di machiavellica memoria. Nessuna "reverentia" dunque ma, semmai, tentativo di appropriarci di una memoria toscanissima che può portare acqua al mulino della Nazione Toscana da contrapporre (o da affiancare) mediante
secessione, al consesso delle Nazioni. Ma questo è un altro discorso, che peraltro risulterebbe meno indigesto e più accettabile se "il liberalismo, inteso come quel nucleo del pensiero politico di tradizione occidentale che è precipuamente rivolto alla difesa dei diritti individuali civili e politici", avesse rivolto altrettanta attenzione "alla difesa dei diritti di gruppo di un qualche tipo, incluso
il diritto di secessione..." (A. Buchanan - SECESSIONE).

Cordialità.

Romano Redini, Lucca

----- Original Message -----
From: aurigi@libero.it
To: toscana libertaria
Sent: Saturday, December 22, 2001 10:12 AM
Subject: Ugo di Toscana

Come avrete notato sono stato assente (la certezza che la propria assenza sia stata notata è tipica dei peggiori presuntuosi) sulla questione delle celebrazioni del millenario della morte del Gran Barone, feudatario di un quinto dell'Italia ed anche oltre.
 

Il motivo è che non volevo sciuparvi la "festa", non per squisitezza d'animo, ma per timore di passare per rompiscatole bastian contrario per partito preso, più di quanto in realtà io sia. Ma ora che i festeggiamenti sono chiusi ve lo devo proprio dire: questo entusiasmo toscano degli ultimi anni per tutto ciò che ha rappresentato il buio della ragione e della libertas mi riempie di sconforto.

Firenze festeggia il liberticida Lorenzo dei Medici e la sua dispotica casata, Pistoia e Siena due papi del '600 (ma c'è stato periodo più buio in Toscana e in Italia, Galileo ce lo siamo proprio scordato?), la Toscana i Lorena ed ora anche Ugo, un feudatario di un impero barbarico (ma non durò - nel
nome della libertas signori liberali! - 2 o 300 anni la guerra dei comuni contro quel sistema? e non è durata più o meno altrettanto la lotta dei liberali - la sinistra di allora - contro quell'assolutismo regio che due o tre secoli fa aveva in Ugo, Lorenzo, Lorena, papi e imperatori i suoi fondatori e antesignani?).
 

Sia chiaro, non ho nulla contro la ricerca storica (perché questo è un fatto incontrovertibile: Ugo e gli altri sono personaggi che nella storia hanno avuto un peso), ma tra questa e la devozione ne corre di differenza! A dirla tutta io sono sempre più preoccupato, perché più il tempo passa e più ho conferme di una cosa che mi terrorizza: dopo 50 anni di demagogica ubriacatura repubblicana (resistenza, antifascismo, democrazia e via banalizzando) noi Italiani ci riscopriamo finalmente (anche noi Toscani, che ci vantiamo anarchici individualisti insolenti irriverenti mangiapreti) quelli che in realtà siamo sempre (almeno dal 1500) stati: sudditi in estatica ammirazione del proprio principe, del quale oggi sentiamo dolorosamente la mancanza.
 

Guardate, non sono incazzato, solo triste.
 

Mauro Aurigi, Siena


* * *

Questa polemica è stata pubblicata nel 2001 per la prima volta su:
Altri siti su Ugo di Toscana:
http://www.ugoditoscana.it/ il sito ufficiale del Millenario di Ugo, purtroppo rimasto incompleto e incustodito (come buona parte dei beni pubblici sotto il grigio governo del partito-stato)

* * *

 
* * * 
 
La foto è stata fatta una ventina di anni dopo, alla cerimonia per Ugo di Toscana del 21 dicembre 2020, a conferma della nostra costante devozione a questa figura, icona di valori perenni (NdA, 21/12/2020).

sabato 15 settembre 2001

Verso Toscana Insieme, l'assemblea di Prato

Archiviamo qui, riprendendolo dal vecchio sito http://www.toscanalibertaria.org, qui il comunicato stampa con cui, la sera del 15 settembre 2001, rendemmo noti i risultati dell'assemblea di Prato. Da questo incontro, il gruppo di studio Toscana Libertaria, con pochi altri amici, iniziò il cammino verso la realizzazione di un progetto politico-culturale a lungo termine, il nostro ideale di un rinnovamento politico della nostra madreterra, attraverso un impegno che abbiamo voluto chiamare, proprio allora, "Toscana Insieme" (Nda del 19/9/2011).

sabato 15 settembre 2001
L'assemblea di Prato per Toscana Insieme

Il comunicato finale dell'assemblea di Prato
Dialogare per costruire
"Toscana Insieme"
Prato, sabato 15 settembre 2001
Comunicato Stampa
VERSO "TOSCANA INSIEME"

I risultati dell'assemblea civica, autonomista e libertaria di Prato.

Si è tenuta oggi a Prato, nella sala del consiglio del quartiere del Centro, in Via dell'Accademia, l'assemblea di liste civiche, gruppi autonomisti, esponenti liberali, radicali e libertari, che era stata convocata dal gruppo di studio Toscana Libertaria, costituito nell'ambito dell'associazione civica e politica Insieme per Prato.

L'assemblea ha visto la partecipazione di oltre 40 persone, provenienti da tutte le province della Toscana e da diverse associazioni. Al termine dei lavori è stato raggiunto un consenso su un percorso di dialogo e collaborazione. Insieme per Prato (Prato), Livorno Insieme (Livorno), Quelli di Montaperti (Siena), Unione per l'autogoverno (Pistoia), Toscana Popolo Sovrano (Lucca e Pistoia), Toscana Granducale e Federalista (Firenze), insieme a esponenti radicali e liberali delle province di Firenze e Pisa, hanno raggiunto una intesa sui valori dell'autogoverno di ogni comunità e borgo della Toscana, su cambiamenti istituzionali che portino all'elezione diretta della maggior parte delle cariche pubbliche, sullo sviluppo di una cultura federale e confederale, sia nell'azione politica che nell'organizzazione della società toscana, sul riappropriarsi da parte delle città e delle comunità locali di tutti i poteri e di tutti gli spazi che oggi sono loro sottratti e determinati dalla regione e dalla repubblica.

Il progetto di dialogo e collaborazione ha assunto la denominazione di "Toscana Insieme" e si svilupperà con l'aiuto di una commissione che analizzerà le possibilità di collaborazione culturale, organizzativa, politica e elettorale.

In assemblea erano presenti esponenti liberali e libertari di altre regioni, con delegazioni di Veneto Liberale, Forum Liberaldemocratico delle Marche, Bergamo Liberale e altri, che hanno invitato "Toscana Insieme" a contribuire all'organizzazione di un movimento italiano federale e liberale. Presumibilmente alcuni libertari toscani parteciperanno come osservatori, ma nessun impegno è stato preso con questa area, perché ritenuto prematuro visto che in Toscana si è appena all'inizio di un percorso molto ambizioso, che mira a costituire un'amicizia politica duratura fra culture non solo liberali e radicali, ma anche civiche e autonomiste.

I lavori sono stati presieduti da Mauro Vaiani, del direttivo di Insieme per Prato, con l'aiuto di Chiara Banchetti, già presidente dell'associazione Liberapisa dei radicali di Pisa, e di Mauro Aurigi, esponente del gruppo Quelli di Montaperti di Siena. Ha partecipato all'assemblea lo scrittore fiorentino Sergio Salvi.

Non hanno potuto intervenire, ma hanno mandato messaggi di adesione e incoraggiamento, l'on. Gianfranco dell'Alba, parlamentare europeo della lista Emma Bonino, di Livorno, e Renzo Del Carria, saggista e storico del federalismo toscano.

Non ha potuto partecipare per una influenza, il sindaco di Grosseto, Alessandro Antichi, uno degli esponenti della Casa delle Libertà più vicino alle esperienze civiche, autonomiste e libertarie. Per riparare a questa mancata occasione, è già stato deciso dai coordinatori di questa rete di amicizia e dialogo politico, che il prossimo incontro di questa area civica, autonomista e libertaria si svolgerà a Grosseto in novembre, presumibilmente il 10 o l'11, e in quell'occasione il sindaco di Grosseto darà il suo contributo che è mancato oggi.

Nel corso dei lavori non poteva mancare un commosso ricordo delle vittime degli attentati in America dell'11 settembre scorso. Una bandiera degli Stati Uniti è stata esposta insieme allo striscione di Insieme per Prato e alle bandiere di Prato, della Toscana, della repubblica italiana, dell'Europa, per la durata dei lavori. La cultura politica anglosassone e i valori dell'Occidente, che sono sotto l'attacco delle ideologie del terrore e del fondamentalismo, sono patrimonio comune dei rappresentanti di questa area libertaria. Mauro Aurigi (Quelli di Montaperti, Siena) e Sergio Salvi (Firenze) hanno ricordato che i valori della democrazia americana sono derivati dalle tradizioni comunali toscane, sia perché gli Americani fondatori degli Stati Uniti conoscevano le tradizioni civiche italiane, sia perché fra di loro si trovavano esponenti toscani come Filippo Mazzei di Poggio a Caiano.

L'incontro è stato autofinanziato dai partecipanti. I fondi raccolti saranno destinati al sito web di questa rete civica e libertaria, che è all'indirizzo http://www.toscanalibertaria.org . Sul sito saranno pubblicati i principali interventi e i risultati dei lavori, nonché informazioni sulle associazioni che erano presenti.

L'intera giornata è stata registrata da Radio Radicale e sarà riproposta in differita nella giornata di domenica 16 settembre.


Fonte: http://www.toscanalibertaria.org/cammino/2001-09-15-assemblea-di-prato.html (ultimo accesso 19/9/2011)

giovedì 31 maggio 2001

Toscana Libertaria, il primo appello

Archiviamo qui un altro elemento dal nostro vecchio sito di http://www.toscanalibertaria.org . E' il primo appello pubblico con cui, assieme agli amici di sempre, abbiamo annunciato l'avvio del nostro lavoro, come libertari toscani, al servizio del rinnovamento politico nella nostra madreterra (Nda del 19/9/2011).



giovedì 31 maggio 2001
L'appello a impegnarsi per un progetto "Toscana Libertaria"


Alcuni esponenti di Insieme per Prato e intellettuali ed esponenti dei movimenti libertari della Toscana lanciano il primo invito pubblico a impegnarsi per un progetto di "Toscana Libertaria"
Costruire un nuovo associazionismo politico all'altezza delle tradizioni e delle libertà della nostra terra

Prato, giovedì 31 maggio 2001


Il comitato promotore di Toscana Libertaria convoca, per la prima volta, una assemblea pubblica, a Prato, per sabato 15 settembre 2001.

L'incontro è aperto a tutti, ma ci teniamo ad incontrarci fra noi che abbiamo fatto alcune importanti esperienze: impegno nelle liste verdi e civiche; per il federalismo; nei movimenti per il rinnovamento della Repubblica e contro la partitocrazia; la partecipazione alle battaglie liberali, liberiste e libertarie dei Radicali italiani; il lavoro nell'associazione Insieme per Prato e in associazioni cittadine simili.

Noi che abbiamo fatto queste esperienze affermiamo, con orgoglio, di essere un'area politica autonoma e vitale, utile alla Toscana, ai Toscani, alle nostre tradizioni e libertà. Un'area che, con la giusta gradualità e serietà, potrebbe decidere di diventare una parte politica organizzata, dotata della giusta autonomia dagli altri partiti italiani e toscani.

Abbiamo gli ideali comuni necessari per costruire un impegno politico locale e toscano, autonomo, a lungo termine, adatto ai tempi e alla nostra terra? Crediamo di sì e ci assumiamo la responsabilità di indicarne alcuni.
Siamo interpreti di uno spirito laico e promotori delle libertà del lavoro, del sesso, della scuola, dell'informazione, delle cure, contro tutti i monopoli, i clericalismi, le ritornanti tentazioni dello "stato etico".
Crediamo nella responsabilità individuale e nella progressiva riduzione di ogni forma di proibizionismo.

Siamo conservatori dell'ambiente, dei beni culturali, dell'artigianato, delle tradizioni agricole. Con pragmatismo e moderazione, intendiamo usare le leggi per mantenere la libera iniziativa economica privata all'interno di uno sviluppo sostenibile, che protegga i viventi, le biodiversità, il clima, il pianeta.

Vogliamo la trasparenza della scienza, della tecnologia e della ricerca, che devono evolversi liberamente sotto il controllo di una opinione pubblica informata ed entro fermi limiti alla brevettabilità dei suoi risultati, in particolare delle manipolazioni del patrimonio genetico dei viventi.

Vogliamo dalla politica il diritto, non la giustizia, attraverso poche leggi, chiare, semplici, ma fatte applicare con fermezza da una polizia competente e da tribunali indipendenti e rapidi. Leggi sotto le quali persone di ogni fede, cultura, censo, diversità fisica e sessuale, capacità e attitudine, possano vivere nella dignità e si possa continuare ad alimentare la nostra millenaria tradizione di senso civico.

Siamo dentro le correnti libertarie mondiali di questo nostro tempo della disintegrazione, che mettono in discussione la crescita abnorme delle organizzazioni internazionali, che vogliono ridurre l'interventismo e il dirigismo delle istituzioni europee, che appoggiano i processi di riorganizzazione federale di tutti gli stati del mondo.
Crediamo, in materia di federalismo e autonomie politiche, sociali e personali, in una attuazione sempre più ambiziosa del principio di sussidiarietà.
Ci impegniamo per la riforma federale della Repubblica e per la nascita dell'Autogoverno della Toscana.
In tutte le istituzioni desideriamo portare avanti l'ideale dell'elezione diretta, uninominale, maggioritaria, dei titolari di cariche pubbliche, secondo la tradizione anglosassone.

Per rendere visibili questi e altri punti del nostro patrimonio di tradizioni e libertà, vogliamo competere con candidati e programmi che rappresentino e facciano contare il nostro spirito libertario, alle elezioni
locali, regionali e politiche, partecipando attivamente al cambiamento istituzionale e statutario in senso federale che è comunque avviato in Italia e in Toscana.

Per competere abbiamo bisogno di incontrarci con altri, di mescolarci, di rimetterci in discussione, e di lavorare per potenziare e mettere in rete fra di loro associazioni locali libere e forti, pluraliste ed aperte,
autofinanziate, capaci di accumulare esperienza e competenza e di far emergere e lasciar crescere i propri leader naturali. Associazioni che abbiano regole di appartenenza, di autofinanziamento, di organizzazione tali da renderle paragonabili alla tradizionale forza e durevolezza del libero associazionismo toscano.

Diamoci una mano a costruire qualcosa per noi stessi, a lanciare nella vita pubblica questo nostro patrimonio ideale, a costruire una forma associata che sia degna della nostra coscienza civile.

Davide Bacarella
Endrio Corrado
Fioravante Scognamiglio
Mauro Vaiani


Fonte: http://www.toscanalibertaria.org/cammino/2001-05-31-il-primo-appello-pubblico.html  (ultimo accesso lunedì 19 settembre 2011)

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