Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

lunedì 13 dicembre 2021

No al centralismo, no al presidenzialismo

 


In questo giorno di Santa Lucia siamo stati informati dalla stampa ufficiale, con un articolo di anticipazioni a firma di Ilvo Diamanti, che la popolazione della nostra Repubblica sarebbe sempre più presidenzialista. Nello stesso giorno, si badi, veniamo informati che è intenzione del governo Draghi-Speranza di prolungare per altri tre mesi lo stato d'emergenza... C'è da riflettere, secondo noi.

Il presidenzialismo godrebbe di un consenso superiore all'80% nel centrodestra, ma maggioritario anche al centro, nel centrosinistra, tra gli elettori indipendenti.

Il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista, che non ha al momento accesso ai grandi media obbedienti allo status quo, ha il dovere assoluto di mettersi di traverso.

Il presidenzialismo, persino negli stati di diritto in cui è più rigidamente regolato, è una concentrazione inaccettabile di potere e di ricchezze. Se poi l'elezione diretta del capo del potere esecutivo insiste su un territorio ampio, essa è giocoforza governata dallo strapotere dei media. Il cittadino comune viene spogliato di ogni residua influenza sul destino della propria comunità e quindi della propria vita. Gli esempi della Francia, degli Stati Uniti, del Brasile dovrebbero indurre spavento, non solo prudenza. 

Essere cittadini non può e non deve ridursi a scegliere, ogni cinque anni, il podestà meno peggio tra quelli che sono stati scelti dalle elite al potere.

Il nostro impegno contro l'avvento di un podestà d'Italia deve quindi intensificarsi. Tutte le forze che hanno a cuore il destino della Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, devono metterci più coraggio e più energia.

In Italia, in particolare, il presidenzialismo sarebbe un disastro: una colata di ferro su uno stato già prefettizio, su partiti verticisti e lideristi, su amministrazioni centralizzate, su servizi pubblici privatizzati e in mano a ristrette elite, su autonomie locali già fortemente minate da decenni di austerità economica e bulimia legislativa.

Il presidenzialismo in Italia sarebbe l'eterno ritorno del vizio d'origine del nostro stato, il centralismo autoritario.

Non sarebbe solo il riaffacciarsi del mortifero centralismo prima nazionalista e poi fascista. Sarebbe molto peggio, perché diventerebbe un "commissariato" pronto ad agire in sinergia con il centralismo tecnocratico europeo e con i rulli compressori della globalizzazione.

Non siamo più negli anni Ottanta, quando avevamo partiti veri, un parlamento formato da leader locali, una moneta locale, una stampa plurale. Non siamo più nel 2001, quando una generazione di leader locali era pronta a iniziare la transizione verso uno stato federale. Non siamo più nel 2016, quando abbiamo sconfitto in extremis il centralismo autoritario immaginato dalla riforma Boschi-Renzi-Verdini. 

Stiamo entrando nel 2022, con pochissimi uomini al comando di un potere che, con la scusa dell'emergenza sanitaria, è sempre più concentrato e incontestato. Siamo in un momento oscuro, in cui il parlamento è impotente e non abbiamo una legge elettorale decente con cui rinnovarlo. Tutti sembrano al momento in ginocchio davanti a Mario Draghi, che sembra una persona equilibrata, ma lo sono tutti quelli che gli stanno intorno? Lo saranno quelli che accumulano potere sotto la sua ala protettiva?

Le nostre classi dirigenti sono, per di più, eccessivamente subalterne a ciò che è stato deciso in sede di Unione Europea. L'Unione stessa a sua volta è legata mani a piedi a poteri globali opachi. Vi sembra normale che un intero continente si sia affidato, per affrontare la crisi pandemica, praticamente a un solo fornitore di farmaci, a Pfizer?

Vi sembra possibile, in queste condizioni, una discussione serena sulla forma di governo?

No al presidenzialismo, che sarebbe solo la quintessenza del centralismo.

Alla presidenza della Repubblica sia eletta una persona capace di garantire la Costituzione e gli Statuti che già abbiamo. La scelta di una figura che non ci garantisse una capacità di equilibrio notarile, sarebbe eversiva.

Per coloro che volessero approfondire la magnitudo del pericolo che il centralismo rappresenta, raccomandiamo di ripassare le riflessioni sul tecnofascismo di Pier Paolo Pasolini. Dobbiamo resistere, ora e sempre, contro la massificazione, la distruzione delle diversità, la cancellazione delle nostre comunità e delle nostre identità.

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sabato 11 dicembre 2021

Ultimo appello per Costa San Giorgio

 


 

Ultimo appello
per l’azzeramento delle proposte di delibera della Giunta Comunale di Firenze e per l’attivazione di una nuova procedura finalizzata al restauro
degli ex Conventi, poi Scuola di Sanità Militare, in Costa San Giorgio
 

Firenze, 7 dicembre 2021
 

Il Comune di Firenze sta procedendo a confermare definitivamente nel centro storico Unesco un progetto privato per un albergo di lusso in Costa San Giorgio al posto di un servizio già pubblico (l’ex Scuola di Sanità Militare) preventivamente ceduto dal Demanio, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, ad un operatore privato a prezzo di saldo (circa 1100 euro a metro quadro di superficie costruita, alla quale si aggiungono cortili e giardini per un totale di tre ettari). La decisione non tiene neppure conto del dibattito speso durante la pandemia sulla necessità di cambiare il modello turistico della città. 

L’area è pregiatissima per qualità ambientali, valori architettonici e paesaggistici, incastonata com’è fra Santa Felicita, Palazzo Pitti, Giardini di Boboli, Forte Belvedere, Villa e Giardino Bardini. Le caratteristiche topografiche, urbanistiche e architettoniche,
assolutamente uniche di area appartata e segreta, l’hanno difesa fino ad oggi come il brano più prezioso rimasto dei caratteri dell’antica Firenze. Le peculiarità eccezionali del complesso, la fragilità idrogeologica, le gravi difficoltà di accesso non sono state adeguatamente considerate, e il Comune ne disciplina la trasformazione come se fosse un banale intervento di ristrutturazione edilizia. Le 135 camere dell’hotel comporterebbero inevitabilmente lo sminuzzamento degli spazi e l’alterazione di gran parte delle strutture architettoniche. Lo sventramento previsto per ospitare parcheggio sotterraneo, servizi e percorsi di accesso comprometterebbe seriamente la stabilità degli edifici e la continuità della falda che alimenta le fontane e gli invasi del giardino di Boboli. Non è contemplata un’adeguata accessibilità pubblica alle ricche risorse artistiche a vantaggio di un ghetto di lusso sigillato e impermeabile.
 

Per stabilire la destinazione urbanistica è stata adottata una procedura impropria, che è partita dalla parodia di un concorso pubblico ed è sfociata in un progetto privato: il Comune ha pertanto illegittimamente rinunciato al compito di predisporre uno strumento attuativo di iniziativa pubblica e ha preferito limitare il proprio ruolo a poche indicazioni superficiali che hanno assunto acriticamente l’esito del concorso attraverso una
procedura artatamente accelerata.
 

Il procedimento, tenuto in stallo per un anno e mezzo, durante il quale l’operatore privato ha elaborato il suo progetto, ha subito un’accelerazione in vista della scadenza del Regolamento Urbanistico del 31 dicembre, data entro la quale ne decadrebbe l’operatività. 

Facciamo appello affinché sia revocato il procedimento in atto e venga finalmente attivato quel processo di partecipazione, finora respinto nonostante l’assenso della Regione Toscana, ai fini dell’elaborazione e dell’adozione di uno strumento attuativo
di analisi dettagliata e di corretto recupero dell’area, con regole vincolanti per il successivo progetto architettonico di restauro degli edifici e degli spazi aperti da parte dell’operatore
privato. Solo innovando profondamente la procedura, il metodo e la gestione della progettazione pubblica si può arrivare infatti a mitigare l’errata scelta politica di partenza di vendere a privati uno dei beni più importanti del patrimonio della città.

 
Trasmettere la propria adesione a
 

bobolibelvedere@gmail.com 

indicando titolo o ruolo

Per approfondire, qui ci sono tutti gli articoli diffusi da Italia Nostra Firenze e qui il sito di Idra Firenze Onlus

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lunedì 6 dicembre 2021

Cinque anni di lavoro per l'autonomia della Toscana - Non era certamente l'inizio e non è che il principio

 

 

Cinque anni fa un largo mondo civico, ambientalista, autonomista della Toscana partecipò con generosità alla lotta per la difesa della Repubblica delle Autonomie (personali, sociali, territoriali).

Non era di certo l'inizio del nostro lavoro e non era altro che il principio.

Nel 2016 si doveva fermare l'assurda pretesa di trasformare l'Italia in una sorta di Turchia (con una sola camera, un solo partito, un solo podestà). Nel referendum del 4 dicembre 2016, la riforma Renzi-Boschi-Verdini fu bocciata e anche civismo, ambientalismo e autonomismo toscani dettero una mano. 

Non vincemmo, in Toscana, anzi la nostra fu una delle sole tre regioni in cui vinse il renzismo centralista, insieme con Emilia-Romagna e Trentino-Sudtirolo. Tuttavia inchiodammo il progetto di "schiforma" costituzionale al 52% (si veda il grafico di fonte ANSA).

Piantammo dei semi di ripensamento e iniziammo una più consapevole resistenza anticentralista, in coerenza con principi e valori autonomisti che erano già coltivati da almeno un trentennio (per chi fosse curioso di approfondire questo lungo lavoro, invitiamo a frugare negli archivi di Radio Radicale o anche, più modestamente, in quelli di questo blog Diverso Toscana).

Cinque anni dopo la vittoria anticentralista nel referendum del 2016, possiamo tentare un bilancio.

C'è qualche luce nell'oscurità. Oggi esiste OraToscana, una rete di attivisti e amministratori civici, ambientalisti, autonomisti, impegnati in una critica serrata e matura del centralismo e dell'autoritarismo italiano, europeo e globalista. Esistono consiglieri comunali civici, ambientalisti e autonomisti eletti in diversi comuni toscani. E' nata, anche grazie ad alcuni autonomisti toscani, Autonomie e Ambiente (AeA), una rete politica che riunisce le migliori energie politiche territoriali. La sorellanza di AeA è impegnata per la Repubblica delle Autonomie e per un'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli. Siamo più strettamente connessi con le radici dell'autonomismo europeo, quello della Carta di Chivasso e di Bruno Salvadori. Siamo, oggi come sempre e più di sempre, anticolonialisti e internazionalisti. Siamo stati, anche noi toscani, con le nostre liste civiche, ambientaliste e autonomiste, come Un Cuore per Vecchiano, tra i primi interpreti di un moderno localismo e di un avanzato territorialismo. Il nostro movimento civico, ambientalista, autonomista può giocare un ruolo importante. Possiamo contribuire a eleggere una nuova generazione di leader locali.

Poi ci sono molte ombre. Il pensiero unico centralista e autoritario è ancora largamente egemone, come la gestione della pandemia ha dimostrato anche ai più sprovveduti. Intere forze politiche toscane hanno tagliato le proprie antiche radici autonomiste, quasi rinnegando i cinquant'anni di autonomia della Regione Toscana e dimenticando l'impegno di figure come Lelio Lagorio, Gianfranco Bartolini, Vannino Chiti. I primi pionieri dell'autonomia toscana, che avevano tenuto in vita la "questione toscana" sin dai tempi dell'infausto plebiscito dell'11-12 marzo 1860, hanno esaurito il loro ciclo di impegno civile e culturale. Il leghismo continua ancora, purtroppo, a confondere gli animi e a far perdere la strada a tanti. Toscana Civica è rimasta compressa nel ristretto e opaco recinto del centrodestra. Orgoglio Toscana è stata emarginata dal miope verticismo del centrosinistra. Il Patto per la Toscana è rimasto al palo delle elezioni regionali del 2020 per la sua intrinseca fragilità e infine perché stroncato da una discutibile bocciatura giudiziaria. Il pregevole lavoro culturale e politico svolto dal piccolo Comitato Libertà Toscana dal 2017 al 2021 è stato sfigurato e tradito, provocando la dissoluzione di quel cenacolo.

Dopo due anni di autoritario e improvvido stato di emergenza, dopo cinque anni di impegno civico, ambientalista, autonomista in Toscana e oltre, dopo trent'anni di attivismo, dopo cinquant'anni di autonomia regionale, dopo centocinquant'anni di ottuso centralismo italiano, non ci fermiamo. La gente come noi non molla mai.

Sono in campo e si moltiplicheranno ancora di più i giovani - non solo di età ma soprattutto di cervello - che hanno compreso che la nostra vita è troppo breve, per non esserne protagonisti fino in fondo, sin da ora. Non solo e non tanto come individui, ma come esseri umani, quindi come membri delle nostre comunità, come prìncipi del proprio territorio, come custodi dei beni comuni locali che dobbiamo conservare non solo per l'oggi o per il futuro prossimo, ma per le generazioni future. 

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Buone feste! Un santo Natale e un felice anno nuovo!

 

venerdì 3 dicembre 2021

Per il ritorno a un minimo buon senso

Prendetevi un'oretta, in questo ponte dell'Immacolata, per ascoltare Alberto Contri. Se non lo conoscete, fatevi un'idea dello spessore professionale e culturale di questa persona, visitando il suo sito.

Alberto Contri, forte della sua lunga esperienza professionale nella comunicazione scientifica delle grandi aziende farmaceutiche, dei suoi vent'anni in Pubblicità Progresso, del suo essere uno studioso e un docente di scienze delle comunicazioni, del suo attuale impegno volontario sul fronte delle cure precoci, con la fondazione Allineare Sanità & Salute, riepiloga in modo semplice e convincente i gravi problemi del momento presente.

L'eccesso di centralismo autoritario, la mancata indipendenza delle autorità sanitarie internazionali (ed europee, e nazionali), il pervicace rifiuto (forse incoraggiato da preoccupanti conflitti d'interesse) delle cure precoci, le forzature e le improvvisate ripetizioni delle vaccinazioni, la vessazione delle persone guarite (costrette a inutili richiami), l'assurdità del Green Pass (falsa sicurezza, vera licenza a contagiare), la ridicolizzazione di ogni pensiero divergente, il rischio di una dittatura morbida solo nelle forme ma durissima nella sostanza, tutte queste cose le ritroverete spiegate con grande chiarezza nelle parole di Alberto Contri.

Dobbiamo tornare a un minimo di buon senso e dobbiamo farlo insieme, ponendo fine allo stato di emergenza, alla caccia alle streghe, al disastro dell'infodemia (che sta avendo conseguenze peggiori della stessa infezione).

Di seguito il collegamento a due conversazioni con Alberto Contri.

La prima con il piccolo ma serio canale Crescere Informandosi (in studio Giusy Sabatino):



La seconda è andata in onda su Byoblu (in studio Michele Crudelini):

https://www.byoblu.com/2021/11/23/ecco-come-zittire-i-virologi-da-salotto-alberto-contri/

Buon ascolto!

Comprenderete meglio perché siamo preoccupati. Intere classi dirigenti si mostrano incapaci di correggere errori madornali compiuti in questi anni di pandemia. Ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni sarà un processo lungo e faticoso. I nostri movimenti civici, ambientalisti, autonomisti hanno davanti una impresa ciclopica.

Visitate il sito Autonomie e Ambiente: https://www.autonomieeambiente.eu

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martedì 30 novembre 2021

Al bando l'odio nella festa della Toscana

 


Ormai dal 2000 il 30 novembre di ogni anno il Consiglio regionale, il nostro parlamento, celebra con dignitosa solennità la festa della Toscana, voluta nel ricordo dell'anniversario dell'abolizione della pena di morte.

E' una giornata di orgoglio toscano, senza se e senza ma, da rispettare e di cui approfittare per studiare, riflettere, prepararsi a nuove azioni di civismo, ambientalismo, autonomismo.

Anche il fatto che cada così vicino alle feste del cuore d'inverno, aggiunge alla festa della Toscana il significato di rappresentare un invito alla tregua politica e alla riscoperta di ciò che ci unisce, come Toscani, in questo mondo diviso.

Per volontà del granduca illuminato Pietro Leopoldo di Lorena, il 30 novembre 1786 la Toscana divenne il primo stato moderno al mondo ad abolire la pena di morte, "conveniente solo ai popoli barbari", secondo il principe.

Recita il provvedimento lorenese: «Abbiamo veduto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anche non gravi... (om.) ...avendo altresì considerato, che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza, e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo...» (51° articolo della Riforma).

Oltre alla pena di morte furono bandite le forche, la tortura e le mutilazioni. Dei patiboli fu fatto un falò nel Bargello, palazzaccio di polizia e di potere che da allora cominciò a liberarsi della sua fama sinistra.

Il provvedimento è uno dei pochi frutti durevoli dell'Illuminismo italiano, direttamente ispirato dall'opera "Dei delitti e delle pene", che il grandissimo Cesare Beccaria pubblicò proprio in Toscana per la prima volta, a Livorno, nel 1764.

Scorrendo l'archivio digitale delle celebrazioni precedenti, non si può fare a meno di notare che negli anni i leader del parlamento toscano hanno talvolta cercato di piegare la giornata a qualche argomento di corto respiro e non sfuggono certi eccessi di politicamente corretto, ma il tema di quest'anno, il rifiuto del linguaggio di odio nella comunicazione politica, nelle reti sociali, nella vita pubblica, merita di essere tenuto di conto.

Forse negli eventi ufficiali si parlerà molto della violenza verbale a cui la gente comune si abbandona dopo questi mesi terribili della pandemia. Forse si parlerà poco della violenza del pensiero unico con cui i potenti ci maltrattano dall'alto. Il tema, tuttavia, esiste. Nessuno può esimersene. Nessuno può tirarsi indietro dallo sforzo di mettere al bando l'odio, nemmeno noi che, in quanto oppositori del centralismo autoritario, essendo minoranza, ci sentiamo più vulnerabili, oppressi, messi all'angolo da prepotenze come quelle del Green Pass.

L'infodemia, più che la pandemia, ci ha stremato tutti. Non pochi hanno perso l'equilibrio personale, oltre che quello politico, sia tra i potenti che tra gli umili. Lo sforzo di conservare il senso della misura tocca a tutti. 

Sugli oppressi gravano forse responsabilità persino maggiori che sugli oppressori, se davvero si intendono coltivare riscatto con metodi nonviolenti, consapevolezza contro la caccia alle streghe che si è scatenata, argomenti lungimiranti per salvare la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.

Eppoi siamo Toscani, non dimentichiamolo, popoli che coltivano l'ironia anche salace, ma mai dimenticano la mitezza.

Buona festa della Toscana.

 

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domenica 28 novembre 2021

Meno si vota più ci comandano

 

I popoli della Svizzera hanno salvato la legge Covid, con una maggioranza del 60% circa.

Scorrendo i risultati stato per stato, una cosa si capisce: più si è votato, meno il Covid Pass è stato approvato. E' una lezione chiara: meno si vota, più si viene comandati da poteri estranei e lontani.

Nel piccolo cantone dell'Appenzello interno, dove ha votato più del 70% della popolazione, la legge Covid è stata bocciata. Nei grandi cantoni più urbanizzati (e più esposti alla propaganda globalista) hanno votato molti meno cittadini e la legge Covid è stata salvata.

Sia chiaro che la Confederazione è ancora uno spazio di libertà e di dibattito. L'iniziativa popolare per il potenziamento dell'assistenza infermieristica, nonostante l'opposizione del governo e del parlamento, ha avuto un notevole successo e si è imposta.

Tuttavia la battaglia per un cambiamento di mentalità è ancora lunga ed è fondamentale che le persone tornino a partecipare e a votare. Il cambiamento dal basso è un cammino faticoso.

Resta la speranza che quella dei sostenitori dell'odiato Green Pass sia una vittoria di Pirro. Il 60% non è necessariamente un trionfo e i sostenitori del Pass hanno dovuto promettere che la sorveglianza universale e la spinta a vaccinarsi (invece che curarsi) sarà solo temporanea.

Inoltre gli Amici della Costituzione, uno dei movimenti che ha lottato contro l'orrendo certificato verde, hanno annunciato la fondazione di un movimento politico: Aufrecht Schweiz (In piedi Svizzera).

Animo, quindi. La resistenza contro la divisione delle società attraverso il controllo dei corpi e della salute, va avanti.

Per approfondire:

https://www.rsi.ch/news/svizzera/Due-chiari-s%C3%AC-e-un-no-alle-urne-14899404.html

 

 

sabato 27 novembre 2021

Mai ci arrenderemo al green pass

 

Gli Studenti contro il green pass stanno diventando, con il loro coordinamento interuniversitario, un punto di riferimento per un grande cambiamento culturale nella nostra povera repubblica. Tra di loro ci sono i giovani che saranno protagonisti di un grande cambiamento anticentralista e antiautoritario.

Si uniscono ad altre realtà e comunità che sono un punto di riferimento importante di questa nuova resistenza. Solo per citarne alcune: i 1.000 professori universitari #NoGreenPass (che a parere di chi scrive, e non sembri mera enfasi, riscattano la categoria dalla vergogna di quando solo in dodici si rifiutarono di giurare fedeltà al regime fascista); i medici di IppocrateOrg; il milione di persone qualificate che da tutto il mondo hanno firmato la Great Barrington Declaration; i portuali di Trieste, animati da Stefano Puzzer, e il Coordinamento 15 ottobre che è nato dalla loro protesta; i Liberi Fiorentini di Fabrizio Valleri, il cui ruolo in Toscana è stato e sarà fondamentale. 

Il rifiuto del clima infame di terrore e discriminazione che è stato montato da pochi centri di potere globale deve essere anch'esso globale, costante e lungimirante.

Ancora pochi, purtroppo, hanno capito che la sovranità del corpo di ciascuna persona viene attaccata pesantemente dalle stesse forze che vogliono porre fine a tutte le altre autonomie personali, sociali e territoriali.

Alla vigilia dell'importante voto in Svizzera di domani, contro il sistema dei odiosi certificati verdi, raccomandiamo di leggere i testi scritti e diffusi dal movimento universitario. Ne riproduciamo integralmente uno, invitando tutti a leggerne anche altri. Sono grida di gioiosa e nonviolenta rivolta. Una rivolta che sarà difficile trasformare in cambiamenti duraturi, certo, ma che è necessaria, pena la distruzione di tutto ciò che ci è di più prezioso e che ci rende veramente umani, la nostra irriducibile diversità.

* * * 

Il Coordinamento Nazionale Studenti contro il green pass comunica quanto segue:

Con il Super Green Pass si raggiunge ufficialmente il punto di non ritorno per la democrazia italiana.

La Repubblica Italiana e l’Italia come l’abbiamo conosciuta fino al 2019 è morta.

Sarebbe ingenuo illuderci che durerà solo fino al 15 gennaio, non è così, lo sappiamo bene.

Tutto quello che oggi è parte della nostra quotidianità doveva essere una misura temporanea, nulla lo è stato, e questa misura non sarà diversa.

Prendiamo atto che entriamo, senza possibilità di tornare indietro, in un nuova Italia dove il ricatto, la vessazione, l’umiliazione e la riduzione in servitù dei cittadini è norma.

Prendiamo atto che ciò che decide per TUTTI gli aspetti della nostra vita è l’arbitrio e il capriccio di Draghi e poche altre persone, con il silenzio omertoso di tutti i partiti.

Dal 6 dicembre per milioni di persone inizia una vera e propria SEGREGAZIONE. 

Quello che fino ad ora abbiamo letto sui libri di storia o associato a qualche regime del terzo mondo è qui, in Italia, nel 2021.

C’è solo una cosa da fare DISOBBEDIRE.

 ° ° °  

Per leggere altri testi degli studenti e del movimento universitario anticentralista e antiautoritario, si visiti il loro sito:

https://www.studenticontroilgreenpass.it/

 

 

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mercoledì 24 novembre 2021

No alla divisione in classi dei cittadini

Domenica 28 novembre 2021, in tutti i 26 stati della Confederazione svizzera si voterà sulle restrizioni del Covid e sull'odiato GreenPass.
Victor Hugo scrisse una volta che l'ultima parola sulla storia del mondo sarebbe stata detta dalla neutrale, civile, confederale Svizzera.
Ebbene, è arrivato il momento.
Che i popoli della Svizzera ce la dicano, una parola di speranza.
 
 
Europa, Nordamerica, Australia, cioè i continenti più curati e più vaccinati del mondo, vedono risalire i casi di persone positive al tampone Covid. Invece di affrontare la realtà e domandarsi cosa sta succedendo davvero, le loro classi dirigenti ne approfittano per prolungare lo stato d'emergenza; per mostrarsi ancora più prone alle grandi case farmaceutiche (le famigerate BigPharma); per continuare ad umiliare come ciarlatani coloro che ritengono che esistano per il Covid cure diverse dai sieri di Pfizer, Astrazeneca e Moderna (Johnson e altre case perdenti sono già state escluse dalla festa); per ridurre al silenzio ogni pensiero divergente.

Il colmo sinora raggiunto è stata l'imposizione del distopico #GreenPass, una odiosa tessera verde con QR-code, che senza aggiungere nulla in sicurezza sanitaria, discrimina e divide. I cittadini vengono divisi in due classi: chi ha il Pass e chi non ce l'ha.

Particolarmente odiosa è stata l'implementazione del Green Pass in Italia. 

Ai guariti - gli unici veri immuni dal Covid - è stato lasciato il Pass, ma solo dopo che hanno accettato di sottoporsi all'inutile richiamo con i sieri comprati a peso d'oro, con contratti segreti, dai tecnocrati della Unione Europea (naturalmente da Pfizer!).

Questa follia italiana ha schiacciato, oltre ai guariti, gli umili, coloro che hanno un divario digitale, gli stranieri, le non poche persone che si sono curate con farmaci diversi da quelli imposti dal centralismo europeo e italiano.

Siccome al peggio non c'è mai fine, in Italia, il Pass è stato imposto per andare a lavorare.

Ora, grazie al governo Draghi, si parla di un #SuperGreenPass, cioè di un super pass che sarà riservato solo ai vaccinati.

Il presidente Mario Draghi è celebrato come deus ex machina della tecnocrazia europea e globalista, ma nella storia sarà forse ricordato come emiro del "Draghistan".

La cittadinanza della Repubblica Italiana viene divisa in TRE CLASSI (gli Italiani amano strafare!).

Ormai siamo agli esseri Alpha, Beta e Gamma, di distopica memoria (il famoso romando di Huxley, Brave New World, qualcuno lo ricorderà).

Abbiamo visto che le proteste contro questa assurda torsione centralista e autoritaria verso la sorveglianza universale non accennano a fermarsi, qui in Toscana, nel resto d'Italia, nella vicina Austria, ma in realtà in tutto il mondo dove sono al potere tecnocrati subalterni a Pfizer.

Una piccola luce in fondo al buio c'è, non lontano da noi, nella Confederazione Elvetica. Domenica 28 novembre 2021 in tutti e 26 gli stati della Confederazione si vota sul recente inasprimento della legge Covid e sugli odiosi passaporti elettronici di segmentazione e segregazione della popolazione.

C'è la speranza di una rivolta dei popoli della Svizzera contro questa deriva centralista e autoritaria. Se anche il referendum non bocciasse la legge, le percentuali potrebbero sancirne una "Vittoria di Pirro". Ci servirebbe anche quella! 

Qui le informazioni ufficiali dell'ufficio confederale per i referendum

https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/votazioni/20211128.html

Qui due cinguettii per il "NEIN zur Zweiklassen-gesellschaft" (no alla società a due classi):

- studenti contro il #GreenPass

https://twitter.com/NEINCovidGesetz/status/1461235305894359040

(https://twitter.com/i/status/1461235305894359040)

- montanari svizzeri contro la dittatura sanitaria, in protesta davanti all'inutile e corrotta OMS (WHO)

https://twitter.com/Jura2019/status/1459599577301061637/

(https://twitter.com/i/status/1459599577301061637)

Se non vi siete commossi, avete il cuore di pietra.

Se non vi vengono dubbi sul GreenPass, siete pronti a essere le prime vittime della vostra incauta obbedienza.

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sabato 20 novembre 2021

In memoria di don Domenico Pezzini


 

Ieri, venerdì 19 novembre 2021, è tornato nel seno della Provvidenza il caro e stimato don Domenico Pezzini.

E' stato un pioniere dell'ascolto, della comprensione e dell'inclusione sociale ed ecclesiale delle persone omosessuali cristiane.

In particolare, per gli uomini maschi gay della mia generazione, è stato un maestro e un fratello lungo una via per nulla facile di accettazione di sé, prima ancora che di venuta alla luce con la propria famiglia, i propri amici e colleghi, il proprio territorio.

I ritiri di Torrazzetta sono stati e resteranno luoghi di raro sollievo per persone che, dovendo faticare ogni giorno per vivere la propria diversità sessuale, almeno per un paio di giorni potevano con don Domenico pensare solamente a come coltivare il proprio essere cristiane, la compagnia di Gesù Cristo, il Vivente, nel profondo del proprio cuore, in corpo e anima.

Don Domenico ha sofferto momenti difficili e ha pagato un prezzo molto alto, per la sua diversità, come qualcuno ricorderà.

Credo che il giudizio degli uomini, nel tempo, sarà meno duro. Quanto a lui, ora è nelle mani del giusto Giudice, del Placatore di tempeste, dell'Onnisciente e dell'infinitamente Misericordioso.

Buon viaggio, don Domenico.

Mauro Vaiani, un tuo antico figliolo spirituale


giovedì 4 novembre 2021

Cento anni del milite ignoto dell'Inutile Strage

Le memorie della Grande guerra, la Prima guerra mondiale, ci inseguono e ci costringono a ricordare, studiare, riflettere. Ora siamo arrivati al centenario del Milite ignoto, l'anonimo caduto che riposa nel ben noto monumento romano chiamato Altare della patria.

Come ogni 4 novembre piangiamo i caduti e tutte le vittime di tutte le guerre. In questo 2021, però, dobbiamo essere ancora più vigili. La trappola della retorica patriottarda è sempre pronta a scattare e altrettanto veloce deve essere la nostra coscienza anticentralista, antimilitarista, anticolonialista.

Con le parole di papa Benedetto XV ricordiamo sempre che la guerra del 1915-18 fu una "Inutile strage"; travolse i territori d'Italia contro la volontà del parlamento e del popolo; fu una tragedia immane che reclamò la vita di qualcosa come 10 milioni di soldati (650.000 erano soldati del Regno d'Italia, di cui almeno 40.000 erano nostri figli di Toscana). 

 


 

 

Fu una guerra così sconcia che per non soccombere sotto la vergogna i potenti del tempo e i loro immediati successori dovettero costruire un castello di menzogne, talmente grande che alcune delle sue rovine ancora oscurano la memoria degli umili che morirono inutilmente.

Anche dal punto di vista culturale e politico, l'Italia ne fu distrutta. Il socialismo, il popolarismo, il liberalismo, uscirono dalla Grande guerra mortalmente indeboliti, lasciando un vuoto le cui conseguenze politiche e istituzionali non abbiamo ancora finito di scontare. Se non siamo ancora la Repubblica delle Autonomie personali, sociali e territoriali che dovremmo essere, in una Europa diversa, lo dobbiamo ancora e non in piccola parte ai conti mai fatti con quella "Inutile Strage".

Insieme ai movimenti civici, ambientalisti, autonomisti di tutta Europa, preghiamo per chi cadde e per chi soffrì, ma restiamo impegnati per un futuro diverso.

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lunedì 1 novembre 2021

Misure di ordine musicale

Contro la monumentale sciocchezza dell'uso del Green Pass come strumento di discriminazione; contro l'insicurezza sanitaria che il Green Pass sta seminando, facendo circolare liberamente vaccinati contagiabili e contagiosi; contro l'incitamento all'odio politico e allo stigma sociale, operato da coloro che minacciano già di prolungare lo stato d'emergenza e il Green Pass ben oltre il 31 dicembre 2021; contro la propaganda a reti e giornali unificati; contro tutto questo occorrono misure di ordine musicale:

 

 

 

Grazie al creativo Renzo DJ di Prato, che ci ha pensato, attraverso il suo canale Il Lampone.


lunedì 25 ottobre 2021

Referendum #NoGreenPass - ultimo appello

 


La proposta di depositare 500.000 firme contro il Green Pass ha diviso e impaurito le minoranze che si sono messe di traverso rispetto alla "dittatura dei buoni". Questo blog (e questo blogger personalmente) invece ha aderito, ben cosciente dei rischi, ma anche consapevole che se non siamo noi i primi a credere nella Costituzione, non possiamo aspettarci che anche altri si risveglino e ritrovino fiducia nella Costituzione stessa.

E' improbabile che il Comitato referendario ce la faccia, ma è giusto provarci fino all'ultimo. Tutte le firme raccolte saranno comunque un paletto piantato in difesa della Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri l'ultimo appello del prof. Ugo Mattei e del ben noto intellettuale e professionista del mondo dei media Carlo Freccero.

* * *

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE IMMEDIATA 

Venerdì 29 ottobre alle ore 15 il Comitato Referendario per l'abrogazione del Green Pass ha fissato l'appuntamento in Corte di Cassazione a Roma per il deposito delle firme. 

Per il poco tempo, l'ostilità di molti Comuni, ragioni organizzative e infine per un "fuoco amico" iniziale che ha fatto il gioco del "divide et impera", siamo ancora lontani dal risultato necessario. 

Mostriamo che il fronte NO GREEN PASS sa stare unito! 

È essenziale dunque, nei prossimi quattro giorni, da parte di tutti quanti ripudiano il Green Pass una GENEROSA MOBILITAZIONE. 

Serve andare online, seguire la farraginosa procedura ivi indicata per acquisire una firma certificata anche "usa e getta", (costa 3 Euro) e apporre la firma. Se anche costasse un'ora di tempo ne varrebbe la pena! I più tecnologicamente provveduti aiutino quelli che lo sono di meno! 

Firmino anche gli scettici rispetto a questa forma di lotta costituzionale. Solo cosi nella prossima stagione referendaria si parlerà anche di Green Pass e non si farà finta, come mella scorsa tornata amministrativa, che tutto in Italia sia normale. 

Scongiuriamo perciò l' intera popolazione italiana che tiene alla propria libertà, ad andare online su www.referendumnogreenpass.it e firmare! 

Serve una buona mezz'ora ma è tempo di militanza ben speso. La libertà si conquista sempre con qualche piccolo sacrificio! 

In solidarietà 

Carlo Freccero - Ugo Mattei

 


domenica 17 ottobre 2021

Draghistan, terzo giorno

Ricordiamoci che la Costituzione è l'unico albero a cui aggrapparci, anche in tempo di pandemia, infodemia e sindemia.

Nel terzo giorno dell'imposizione della sorveglianza universale del #GreenPass, iniziata l'infausto 15 ottobre 2021, non dobbiamo smarrire il buon senso e dobbiamo mantenerci determinati a pretendere la fine dello stato di emergenza e l'abolizione dei decreti sulla "tessera verde".

Disobbedire nella vita quotidiana e nei posti di lavoro sarà durissimo, ma ogni giorno ci saranno occasioni per disapplicare, contestare, chiedere chiarimenti, pretendere più informazione, con pratiche nonviolente di resistenza passiva.

Le ingiustizie direttamente derivanti da questa inutile prepotenza del Green Pass risveglieranno qualche cervello. I focolai provocati dalle persone greenpassate dimostreranno ogni giorno di più, a questa popolazione impaurita e disinformata, che questa registrazione digitale universale non c'entra nulla con la salute. E' solo una bulimia di potere, l'eterno ritorno del centralismo autoritario di questo stato italiano intrinsecamente fascista.

Alcune buone testimonianze da coloro che non sono mai stati d'accordo, che sono stati sin dall'inizio di questa crisi autonomi e autonomisti, anche qui in Toscana:

1) Firenze, Santa Maria Novella, venerdì mattina 15 ottobre 2021, almeno 3.000 persone riunite grazie all'immenso lavoro fatto dagli Studenti No Green Pass, dal Libero Fuoco di Firenze, dai Liberi Fiorentini, dai gruppi No Green Pass di diverse città toscane, coordinati con grande generosità, fermezza e serietà politica da Fabrizio Valleri:

https://www.lanazione.it/cronaca/manifestazione-firenze-1.6921878

https://youtu.be/Qc8Xu4ZLXfo

 

2) Prato, Santa Maria delle Carceri (luogo storico di "Resistenza"), sabato pomeriggio 16 ottobre 2021, il picchetto della dissidenza No Green Pass di Prato, reso possibile dalla dedizione generosa di Michela Passerini, Paola Cappellini e Paolo Pastacaldi, con tanti altri:

https://www.facebook.com/paola.cappellini.9/posts/10224130850612115

"RESTARE UMANI - Ci sono stati interventi sul tema NO GREEN PASS, quali quello del Prof. Bencivenga, accompagnato dall' Avv. Michele Giacco (che parlerá il prossimo sabato), Alessio Santi, Mauro Vaiani, Pierfrancesco Santini,  Alessandro Rossi, Pastacaldi Paolo e Michela Passerini, che ha anche moderato l'evento. Sono intervenuti anche passanti occasionali quali Amin del Senegal che ha fatto un rapido ma  interessante esame comparativo tra Italia ed il resto del mondo.".

https://www.facebook.com/pastacaldi.paolo/videos/409312934099351/ (intervento di questo blogger, Mauro Vaiani, a Prato).


3) Lunedì 18 ottobre 2021, una iniziativa No Green Pass di contestazione al presidente Mattarella che viene a Pisa:

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=118116050625603&id=105559381881270

Caro presidente Sergio Mattarella, si ricordi quante volte i capi di questo stato sono venuti a San Rossore, Pisa, per firmare provvedimenti infami. La Repubblica delle Autonomie sta morendo, anche grazie all'improntitudine del governo Draghi e dei suoi decreti Green Pass. Questo non è più un governo di riconciliazione, ma una tecnocrazia, l'ultima incarnazione del centralismo autoritario, la vera cifra di questo stato che continua a produrre norme insensate, inapplicabili e, quando applicate, ingiuste.

 



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venerdì 8 ottobre 2021

Autonomie a San Vincenzo e a San Carlo

 


 

Si può essere autonomisti solo facendo azioni politiche autonome. Decenni di pensiero e azione devono concretizzarsi in una nuova stagione di civismo, ambientalismo, autonomismo, anche qui in Toscana.

In assoluta autonomia, con le loro forze, con il proprio sacrificio e la propria dedizione, i cittadini di San Vincenzo hanno reagito alla storica crisi del loro comune con una proposta originale, quella di Officina San Vincenzo, che si è concretizzata nella lista civica che ha vinto le elezioni del 3-4 ottobre 2021, portandoli ad amministrare il loro comune con Paolo Riccucci come sindaco.

Questo blog li ha conosciuti solo attraverso il loro programma. Documento che ci è parso così serio e coraggioso, da farci dubitare che avrebbero avuto sufficiente consenso, in questi anni bui di disinformazione, propaganda centralista, bullismo da parte di quasi tutti i partiti nazionali.

Invece, con un po' di fortuna, grazie all'empatia dei loro candidati e al sacrificio dei loro attivisti, hanno prevalso, sia pure di poco, sulle altre tre liste con cui erano in competizione. Una comunità di 5.000 persone circa ha potuto così conoscere una storica alternanza di personale e comportamenti politici.

Del programma di Officina San Vincenzo vogliamo riprodurre un ampio stralcio dal capitolo dedicato al paese di San Carlo. Nella nostra visione decentralista e nel nostro impegno per una rivoluzione paesana in Toscana, ci sembra quello che contiene la sfida più bella e più grande: far vivere una San Carlo più autonoma dentro un comune di San Vincenzo più autonomo dal verticismo e dall'affarismo della politica delle alte sfere. Buona lettura!

* * *

Per San Carlo - estratto dal programma di Officina San Vincenzo 2021

Ragionando in termini generali, San Carlo è forse la più grande occasione persa per la Val di Cornia. Le caratteristiche della frazione di San Vincenzo sono tali da garantire enormi potenzialità alla comunità che lo anima (o dovrebbe animarlo) e all'intero comprensorio.

Le potenzialità di San Carlo nella promozione del territorio, nella conservazione dell’ambiente collinare, nella rappresentazione plastica degli effetti dell’attività estrattiva del Novecento, sono un’occasione persa dalle ultime amministrazioni che non hanno saputo leggere le trasformazioni economiche e sociali del territorio e non hanno saputo integrare San Carlo nel sistema della Parchi Val di Cornia per realizzare una continuità storica e culturale tra le attività estrattive etrusche, romane, medievali, moderne e contemporanee sul massiccio di Monte Calvi.

La posizione posta tra le colline ne fa la porta naturale del sistema dei Parchi della Val di Cornia e potenzialmente è collegabile con il sistema urbano attraverso una sentieristica dalla Val di Gori nonché dal Masseto è collegabile al sistema costiero. In più le colline a nord, nel Comune di Castagneto Carducci e a nord-est nei comuni di Sassetta e Suvereto sono senz'altro tra le più interessanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico della costa Toscana. Fare sistema con questi comuni permetterebbe un ulteriore sviluppo di sentieri e ippovie, facendo scoprire aspetti del territorio totalmente diversi da quelli attualmente offerti. In chiave di destagionalizzazione, le offerte paesaggistiche, culturali ed archeologiche che le nostre colline possono offrire sono un elemento chiave sinora ignorato.

La nostra amministrazione si impegnerà a sviluppare questi concetti in chiave del cosiddetto EcoMuseo, ovvero museo diffuso che valorizza tutte le risorse del territorio.

Neppure il rapporto con le cave è stato interpretato in modo proficuo per la collettività. A fronte di un ritorno occupazionale sempre più limitato, si è accettato di ampliare le concessioni di escavazione e si è permesso il completo asservimento della sponda sanvincenzina della Valle delle Rozze al transito del minerale via camion e treno. Il controllo sul rispetto del piano di escavazione è insufficiente quando non apertamente assente e ad oggi il piano di ripristini dei fronti vecchi è ad un grado di avanzamento ridicolo rispetto al piano approvato ormai 15 anni fa.

Il progressivo ampliamento dei fronti cava sta compromettendo la risorsa paesaggistica sancarlina senza che si sia prevista una immediata ed efficace azione di riappropriazione di spazi ormai dismessi alla collettività in modo da poterli rendere fruibili e, in prospettiva, punti di interesse di nuovi modelli turistici che si basino supaesaggio, storia (antica e moderna) e cultura.

Non sono solo i dintorni del paese a rappresentare una riserva di attrattive. Il tessuto urbanistico del paese è pressoché intatto e non c'è dubbio sul valore edilizio e sull'innovazione che, per l'epoca, ha rappresentato la ripartizione spaziale tra gli immobili e la sapiente alternanza tra spazio pubblico e spazi privati.Le poche contaminazioni recenti hanno certamente interrotto – anche brutalmente – il disegno originario ma il paese rimane attrattivo e piacevole nonché di sicuro interesse per un progetto di turismo culturale di livello avanzato.

Anche di questo patrimonio non c'è consapevolezza e la dimostrazione lampante è proprio il percorso urbanistico – pieno di contraddizioni e in bilico tra legalità ed illegalità – dell'area “Pellegrini”.

Neppure da un punto di vista prettamente amministrativo si sono voluti eliminare una volta per tutte, gli impedimenti ad una concreta attuazione di obiettivi di breve – medio – lungo periodo. Sappiamo infatti che gran parte delle resedi, delle vie e delle aree verdi di San Carlo, sono ancora oggi proprietà della Solvay. Se in epoche ormai lontane la Solvay si prendeva cura persino meglio del Comune delle resedi in questioni, le attuali logiche di mercato che condizionano le conduzioni aziendali non permettono più una simile coesistenza. Un lavoro minuzioso e capillare è stato fatto negli ultimi anni a San Vincenzo per strappare le resedi stradali degli accessi a mare dalle residue proprietà nobiliari. Un lavoro logico, sebbene in quei casi non fossero sorti particolari impedimenti all'attività amministrativa, perché l'Ente puntava a poter disporre in modo autonomo di un elemento strategico vitale per la fruizione di un bene economico di enorme rilevanza: la spiaggia.

Non altrettanto è stato fatto nei confronti della Solvay nonostante per la natura e la mole delle aree siano sorti più ostacoli alla cura e riqualificazione dei luoghi nel tempo e nonostante vi fosse lo strumento perfetto per procedere all'acquisizione delle aree: il rinnovo della convenzione per le escavazioni. Viceversa si è deciso di non decidere e rimandare ancora un nodo che dovrà essere sciolto per poter ben disporre amministrativamente della Frazione.

Infine i servizi, tutti. Dalle strade al digitale, dall'acqua ai rifiuti, dal trattamento dei reflui ai trasporti pubblici, dalla pulizia alla cultura. San Carlo è carente da tutti questi punti di vista e rischia in un prossimo futuro di esserlo ancora di più.

Va naturalmente messo in relazione il numero degli abitanti con il costo dei servizi e si può affermare che il Comune di San Vincenzo non ha una immediata motivazione economica nell'investire davvero su San Carlo. Questo perché non esiste una prospettiva chiara che faccia prendere coscienza della grande potenzialità della frazione.

Il circolo vizioso deve essere spezzato (per quanto sia complesso e impossibile l'obiettivo senza una sensibilità ritrovata da parte di San Vincenzo e delle Istituzioni) attraverso la comprensione dei valori identitari dei luoghi, delle colline e delle storie che possono raccontare i muri, spesso scrostati, delle “case Solvay”.

Una strategia pubblica, ampia e coerente che comprenda le risorse e le potenzialità del territorio che ci circonda è l'unica possibilità che abbiamo per concretizzare molte risorse del nostro paese.

(...)

Il comune può e deve, nel concepire la propria azione in materia culturale, pensare che non esiste solo San Vincenzo ma anche la frazione.

Durante l'inverno il luogo che deve animarsi e diventare circolo di scambio culturale è la sala del consiglio di frazione. Giusto che si possano ospitare nella sala ogni sorta di corso o riunione ma sarebbe auspicabile che le istituzioni manifestassero la propria presenza. Le possibilità in tal senso sono numerosissime (punto libri, circoloscambio permanente, sala lettura e incontro ecc ...) e possono anche darsi specifici obiettivi come ad esempio integrare le ospiti della comunità presente nella frazione nelle attività sociali e ricreative che si possono organizzare. In epoche ormai remote i

giovani del Nobiscum organizzavano cineforum nella sala multimediale a San Vincenzo, nulla osta che iniziative simili possano essere intraprese a San Carlo con il patrocinio e tutta la collaborazione possibile e immaginabile dell'amministrazione.

(...)

Non si è neppure riusciti a restituire alla pubblica fruizione in tempi ragionevoli porzioni di territorio non più soggette ad escavazione ma, al più, ad opere di ripristino (in gravissimo ritardo). Rimando in tal senso all'esame della situazione delle cave che dimostrerà una volta di più quanto lavoro ci sia da fare per operare un cambiamento nella disponibilità dei beni comuni della Frazione.

Polveriere, spogliatoi, manufatti a servizio del pompaggio delle acque, tutti manufatti generalmente costruiti tra gli anni Venti e i Cinquanta del 900, con caratteristiche edilizie e morfologiche fortemente caratterizzate ed evocative che molto bene si presterebbero a qualsiasi uso a servizio di un progetto ampio di valorizzazione di uno dei più straordinari comparti culturali – lavorativi – storici – archeologici esistenti in Europa e forse al mondo.

Cave e miniere dagli Etruschi al Novecento passando per il medioevo. Il lavoro e la vita di ina comunità attraverso tre millenni, le speranze, le tecnologie, le storie di grandi sviluppi, bruschi arresti, profondissime crisi. Il ciclo del lavoro del minerale dagli Etruschi ai nostri giorni attraverso la storia della metallurgia e siderurgia, e i forni dell'allume solo per limitarsi alle straordinarie risorse in campo minerario – metallurgico. Ma c'è molto altro, dallo sfruttamento del bosco all'agricoltura (non si dimentichino il frantoio di San Silvestro), dalle testimonianze dei commerci nel golfo di Populonia alla pesca.

Il tutto da collegare allo studio delle essenze vegetali di cui si vantano endemismi spettacolari del tutto sconosciuti agli stessi abitanti della Frazione. Il parchetto pubblico tra via Canova e la fermata del bus pullula di Ophrys apifera, sui fronti cava dismessi si possono studiare le varie stratificazioni botaniche dalle pioniere alla gariga alla macchia mediterranea.

San Carlo potrebbe essere il cuore pulsante di uno degli esperimenti di valorizzazione di un patrimonio culturale ricco ed esteso su tre millenni più significativi d’Italia, forse d’Europa.

Servizi di foresteria e bivacco, aree di sosta per approfondimenti e aree da destinarsialla libera fruizione per escursionisti sul modello scandinavo.

(...)

Le cave hanno creato San Carlo (sulla rimozione del castello di Biserno) per come la conosciamo. Hanno rappresentato il luogo di lavoro e di formazione culturale individuale e collettiva per generazioni di cittadini. Oggi questa realtà è molto diversa.

L'attività estrattiva non può garantire un rilancio della frazione sia perché le logiche aziendali non sono più improntate al modello paternalistico del secolo scorso, sia perché il numero degli occupati è poco significativo se comparato a quello di 30-40 anni fa ed è in continuo calo.

A fronte del minor beneficio economico per il territorio si è assistito ad un progressivo e rapido incremento delle escavazioni grazie a mezzi meccanici sempre più produttivi.

Le amministrazioni comunali non hanno mai messo in atto nessun serio e concreto programma di riconversione delle basi economiche della Frazione.

Conseguentemente le colline scompaiono e la Frazione deperisce.

Invertire la tendenza significa inevitabilmente avere un approccio diverso con le cave e una autonomia progettuale assoluta sulla Frazione.

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Fonte: 

https://officinasanvincenzo.altervista.org/



 

 

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giovedì 7 ottobre 2021

Resistenza nonviolenta contro il GreenPass

Il 15 ottobre si avvicina ed è arrivato il momento di resistere al c.d. Green Pass, strumento che era già controverso quando se ne è discusso in sede europea e che in Italia viene imposto in modo strumentale, discriminatorio, ricattatorio.

Chi può, firmi il referendum antigreenpass.

Chi può, scioperi.

Chi può, disapplichi queste norme assurde.

Chi può resista in modo nonviolento, con tutti i mezzi che ha a disposizione.

In calce a questo post pubblichiamo due interventi:

- L'intervento del prof. Giorgio Agamben stamattina in audizione alla commissione affari istituzionali del Senato, in vista della conversione in legge del DECRETO-LEGGE 21 settembre 2021, n. 127 (estensione a tutto il mondo del lavoro dell'obbligo di certificazione verde anti-Covid, il c.d. Green Pass). Da notare, tra le altre cose importante dette da Agamben, il caveat contro l'agghiacciante DECRETO-LEGGE 1 aprile 2021, n. 44, che, all'art. 3, esclude la responsabilità dello stato per eventuali reazioni avverse della vaccinazione (nei termini previsti dagli 589 e 590 del codice penale).

- L'intervento del prof. Ugo Mattei, nella stessa sede istituzionale, che contesta radicalmente il prolungamento dello stato d'emergenza, la sussistenza dei requisiti di necessità e urgenza che è alla base dei decreti sul Green Pass, l'avventatezza irresponsabile di coloro che vogliono usarlo come strumento di sorveglianza universale e di oppressione politica. 

Il Green Pass discrimina prima di tutto i guariti, non riconoscendo l'importanza cruciale della loro immunità naturale.

Discrimina i cittadini della Repubblica di San Marino.

Discrimina i cittadini e più in generale tutte le persone che si sono curate o vaccinate all'estero, con farmaci diversi da quelli imposti dal tirannico acquisto "centralizzato" di vaccini operato, con contratti segreti e con procedure più che opache, dalla Unione Europea.

Rende le decine di milioni di persone che hanno aderito alla sperimentazione vaccinale di massa anti-Covid una maggioranza temporaneamente privilegiata (in attesa della terza, o magari anche della quarta dose.

Intanto i media nascondono la realtà che i vaccini non immunizzano. Aizzano l'odio contro le pochissime persone che non si sono ancora curate o vaccinate.

Pochi - tra cui noi civici, ambientalisti, autonomisti - mettono in discussione lo stato d'emergenza, il centralismo autoritario, l'odioso boicottaggio delle cure precoci, i rapporti opachi tra poche #BigPharma e certi ambienti del ministero della Sanità che sembrano ormai privi di ogni senso critico e autocritico.

Questa vergogna - ha promesso il governo dei "competenti" di Draghi - finirà il 31 dicembre 2021. Ma le conseguenze di queste scelte sciagurate nel #Draghistan, che ci rincorreranno ben oltre quella data, chi le curerà?

 

 

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