Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

sabato 20 aprile 2024

Vogliamo scegliere i nostri rappresentanti

 

Si è costituito il 17 aprile 2024 (presso lo studio notarile Fanfani-Pellegrino di Roma), il Comitato Referendario per la Rappresentanza, con il compito di promuovere un referendum abrogativo del Rosatellum. Il Comitato prosegue idealmente le lotte contro le leggi elettorali ingiuste di Felice Besostri.
 
Ricordiamo a tutti che è necessario dare al più presto la propria disponibilità al Comitato, attraverso questo modulo raccolta dati
 
L'iniziativa è partita grazie a un lungo e coraggioso lavoro preparatorio, di cui sono stati protagonisti figure come l’ex senatore Enzo Palumbo, Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco.

Il comitato promotore ha scelto Giorgio Benvenuto come presidente d'onore. Lo storico leader della UIL è un esponente della tradizione socialista riformista che era quella propria di Felice Besostri.

La presidenza e rappresentanza legale è stata affidata a Elisabetta Trenta, esponente democratico-cristiana che era stata ministro della difesa al tempo del governo giallo-verde.

Vicepresidenti sono stati nominati Vincenzo (Enzo) Palumbo, Sergio Bagnasco, Raffaele Bonanni (già leader della CISL). La segreteria organizzativa è stata affidata a Riccardo Mastrolillo, Luigi Spanu e Thomas Agnoli. Il tesoriere è Pietro Morace.

Tra i componenti figurano Enzo Paolini (storico collaboratore di Felice Besostri), Marco Cappato, Marco Perduca, Nella Toscano, il già citato Paolo Antonio Amadio, Nicola Bono, Erminia Mazzoni, Mario Walter Mauro, Francesco Campanella, Mauro Vaiani (vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente), Matteo Emanuele Maino. Molte altre persone di rilievo saranno cooptate ad horas

Il Comitato anti-Rosatellum raccoglie movimenti, realtà e personalità politiche e culturali della più diversa estrazione, perché la salvezza della democrazia è una urgenza trasversale, che deve coinvolgere tutte le anime politiche della Repubblica.

Il Parlamento, da quando è formato di "nominati" da pochi capi di partito, sta languendo, il cuore della Repubblica è ormai fermo e il corpo sta morendo.

Come scriveva Autonomie e Ambiente, ciascuno può pensare di avere molte altre battaglie da affrontare, su temi che potrebbero essere facilmente descritti come più urgenti - dalla pace alla sanità, dalla giustizia all'ambiente - ma è necessario convincersi che se non cominciamo a sceglierci, come cittadini, una nuova generazione di leader eletti dal basso, a ogni livello, nessun altro problema sarà mai risolto e la pur fragile democrazia, di cui abbiamo goduto in Italia e in Europa, sarà spazzata via.

Nella mattinata di martedì 23 aprile prossimo i quesiti saranno depositati in Cassazione. Alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle 500.000 firme necessarie per abbattere il #Rosatellum, legge elettorale ingiusta e incostituzionale, e per contribuire a frenare la deriva centralista e autoritaria del c.d. "premierato", che sarebbe l'elezione diretta di una sorta di podestà d'Italia.

Nella foto sotto: Mauro Vaiani, Sergio Bagnasco, Enzo Palumbo, Enzo Paolini, in un momento dei lavori di costituzione del Comitato Besostri.

 

 2024 04 17 un momento della costituzione anti Rosatellum

 
Per info e contatti:

info@iovoglioscegliere.it

E' già aperta una pagina del comitato sulle reti sociali:

https://www.facebook.com/profile.php?id=61558308164893

 

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domenica 14 aprile 2024

Quarant'anni persi per le autonomie


 

Grazie ad alcune testimonianze di prima mano, come quelle di Roberto Gremmo e di altri che ne hanno vissuto gli inizi, possiamo ricordare equanimemente i quarant'anni della Lega Lombarda, poi Lega Nord.

In diversi territori della Repubblica erano da sempre presenti fermenti autonomisti, che si erano resi visibili sin dal 1979 attraverso le liste Federalismo, promosse da Bruno Salvadori e dalla Union Valdôtaine. Alcuni di questi movimenti si incontrarono negli anni ottanta con la protesta territorialista e antipartitocratica della Lista per Trieste.

Alcuni di questi pionieri il 12 aprile 1984 fondarono la Lega. Fra di loro Umberto Bossi che ne diventò subito l'animale politico in capo. Questo leghismo cavalcò la crescente rivolta dei cittadini delle regioni più ricche e più industrializzate d'Italia contro le inefficiente del centralismo e contro l'arroganza dei grandi partiti di allora. S'inventò cose profondamente sbagliate, come il padanismo e il nordismo, ma ebbe una grande fortuna e diventò un movimento popolare.

Purtroppo diventò anche una piramide, una struttura verticale di cui Umberto Bossi fu capo assoluto e indiscutibile. Così, invece di una classe dirigente capace di riforme decentraliste e federaliste, produsse una generazione di esponenti la cui principale capacità era quella di obbedire al capo.

La verticalizzazione della politica, il leaderismo, la riduzione dei partiti a comitati al servizio del loro segretario-padrone, il conseguente conformismo, non furono certo un male della sola Lega, negli anni in cui si formò l'ipocrita, strumentale e divisivo "maggioritario all'italiana". Per una forza autonomista, però, tale degenerazione fu particolarmente straziante.

Dopo aver rappresentato una generazione di amministratori locali che credevano (e qualcuno di loro ancora crede) davvero nel buongoverno e nell'autogoverno, quello della Lega è diventato un caso storico di eterogenesi dei fini, un emblematico "Masaniello" collettivo, una storia che, come quella dell'eponimo, è finita malissimo, con l'arrivo al potere di un capo nazionalista e populista, quel Matteo Salvini che la ha cancellata, creando il suo partito personale, la Lega Salvini.

Il bilancio storico e politico, dal punto di vista di chi crede in una Repubblica delle Autonomie e in una Europa delle Regioni, è disastroso: quarant'anni persi per le autonomie. Ancora peggio, grazie a una serie di ciarlatani portati ai vertici della Repubblica dal leghismo, come per esempio l'ancora potente Roberto Calderoli, antiche, cruciali, necessarie parole come federalismo, autonomismo, sussidiarietà, sono state svuotate di significato e, in alcune situazioni, sono diventate persino impronunciabili. Il grande imbroglio dell'autonomia differenziata, per chi vuole davvero studiarlo, è solo l'ultimo degli inganni.

La ricostruzione di un moderno decentralismo in Italia (e in Europa e nel mondo), cominciata nel 2019 da Autonomie e Ambiente, è tutta in salita, grazie allo storico fallimento leghista, anche se, in questo mondo che sta ancora correndo verso l'autodistruzione, è uno dei pochi segni di speranza.

 

  

venerdì 5 aprile 2024

Giovanni Poggiali, un leader autonomista in lista alle Europee con Azione nella circoscrizione Nordest

Dopo l'ultimo sfregio alla nostra già boccheggiante democrazia, l'approvazione dell'odioso emendamento #taglialiste, il mondo di Autonomie e Ambiente e degli altri territorialisti in Italia sta reagendo. I nostri leader, nei diversi territori, si assumono importanti responsabilità. Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato diffuso stamane dal movimento Azione di Carlo Calenda:

"AZIONE e i suoi alleati aprono alle autonomie, in nome del comune rifiuto del "bipolarismo all'italiana", che viene visto come una competizione a chi è più ignorante e strumentale. AZIONE e il mondo delle autonomie hanno trovato un'intesa anche nel rifiuto dell'elezione diretta del c.d. "sindaco d'Italia". Si allargano ulteriormente, quindi, le liste di AZIONE. Dopo l'ingresso di popolari, riformisti, repubblicani, entra anche un esponente di rilievo degli autonomisti italiani ed europei. Si tratta di Giovanni Poggiali, di Ravenna, noto viticoltore, presidente dello storico Movimento per l'Autonomia della Romagna, realtà che fa parte della rete Autonomie e Ambiente. Poggiali sarà candidato nella circoscrizione del Nord Est."

Giovanni Poggiali, oggi, fra i suoi molti meriti personali e civili, una delle figure più importanti del mondo civico, ambientalista, storicamente autonomista e modernamente territorialista, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo. Dopo un solo anno dalla fondazione di Rumâgna Unida, realtà politica territoriale per il buongoverno e l'autogoverno della Romagna, ha messo a disposizione tutto il suo prestigio personale per portare la voce della Romagna in Europa, insieme con gli ideali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle Regioni.

Poggiali ha un curriculum eccezionale, un galantuomo romagnolo d'altri tempi pienamente immerso nel nostro tempo, un punto di riferimento per il mondo autonomista e un valore aggiunto per la lista "Azione e alleati" alle imminenti elezioni europee dei giorni 8-9 giugno 2024. 

 

Giovanni Poggiali, leader autonomista della Romagna, al centro;
Marco Lombardo, segretario Azione Emilia-Romagna, a sinistra;
Carlo Calenda, leader di Azione, a destra - 3 aprile 2024


 


sabato 30 marzo 2024

Buona Pasqua e prepariamoci a fare qualcosa per far risorgere la democrazia

 

Sì, ci vuole un altro referendum, dal basso, con coraggio, ben coscienti dei rischi.

Disturbiamo il silenzio del Sabato santo proprio per questo: per invitarvi ad aderire al costituendo Comitato per la rappresentanza, contro il Rosatellum.

Qui trovate un ragionamento più ampio, destinato al nostro mondo di civismo, ambientalismo, territorialismo.

Proprio perché il nostro mondo delle autonomie è stato cacciato dalle elezioni europee, è il momento di fare qualcosa per questa democrazia alla deriva.

La nostra Repubblica era già malata ma dal momento in cui fu varata nel 2005 la legge elettorale nota come Porcellum, poi seguita da altre almeno altrettanto disastrose (Italicum, Rosatellum), la situazione politica ha continuato a degenerare. Non c'è speranza di rimettere in moto alcun riformismo nelle nostre regioni, in Italia e in Europa, se non torniamo a scegliere democraticamente dal basso i membri del Parlamento.

Bisogna porre fine all'era sinistra dei nominati dalle oligarchie delle due ali speculari del bipolarismo italiano. Bisogna rimediare al disastro provocato dall'antipolitica la quale, avendo tagliato il numero dei nostri rappresentanti, ha reso ancora più potenti e prepotenti i vertici di tre o quattro soli partiti.

Invitiamo tutti ad aderire al costituendo comitato referendario per attaccare questa legge elettorale vergognosa, nota come Rosatellum. A questo link il modulo per dare una prima disponibilità per il proprio territorio.

CLICCATE QUI PER DARE LA DISPONIBILITÀ A PARTECIPARE AL COMITATO ANTI-ROSATELLUM!

Ricordiamo che il comitato nasce su iniziativa di un pugno di coraggiosi che hanno lavorato per anni con Felice Besostri, nelle sue battaglie per abbattere le leggi elettorali incostituzionali.

Il comitato "Besostri" ha già raccolto adesioni ampie e trasversali, fra cui quelle del nostro vicepresidente segretario Mauro Vaiani (OraToscana) e del vicepresidente Samuele Albonetti (Rumâgna Unida).

Saranno depositati, subito dopo Pasqua, diversi quesiti referendari abrogativi. Fra i più cruciali ci saranno le richieste di abolire il vergognoso "voto congiunto" e le inaccettabili "pluricandidature", che sono gli strumenti usati dai capi dei partiti per pre-definire la composizione del Parlamento, che essi riempiono di persone da loro nominate.

Per seguire da subito l'iniziativa per la partecipazione, contro le nostre infami regole elettorali: https://t.me/ReferendumBesostri .

Questa battaglia referendaria per il ripristino dell'autonomia e della dignità degli elettori e degli eletti, ricordiamolo in conclusione, è un vero argine che possiamo alzare, qui e ora, contro la deriva verso cui ci stanno trascinando gli aspiranti "sindaci" d'Italia (che ne vogliono diventare i "podestà"), "napoleoni" d'Europa, tiranni della globalizzazione.

Animo e buona Pasqua 2024!

 

 

domenica 10 marzo 2024

Il coraggio di negoziare

 


Fra due giorni, il 12 marzo, ricordiamo la marcia del sale, forse la più importante manifestazione nonviolenta promossa dal Mahatma Gandhi, a partire dal 12 marzo 1930.

Non posso dimenticare che uno dei miei primi impegni pubblici significativi, e indipendenti dai partiti, Veraforza, fu avviato proprio il 12 marzo, nel 1987, insieme agli amici Giovanni Bonaiuti, Massimo Lastrucci e Alessandro Myckaniuk, nella nostra città natale, Prato.

Ho sempre fatto parte di una corrente, spesso carsica, altre volte visibile e persino vistosa, di operatori di pace. Non di pacifici.

In vista di questo 12 marzo 2024, conscio delle responsabilità che ho rispetto al civismo e all'autonomismo toscano, essendo il garante di OraToscana, oltre che come vicepresidente e segretario di Autonomie e Ambiente, vorrei lasciare un umile e sommesso messaggio di appoggio a quello che il vescovo di Roma, papa Francesco, ha chiamato il coraggio di negoziare.

Proprio perché si è combattuto e si è resistito, si può e si deve avere il coraggio del cessate-il-fuoco. Dopo una tregua tutto sarà possibile. Se si continua a combattere demonizzando e disumanizzando i propri avversari, si potrebbe mettere in pericolo proprio ciò in cui si crede e che vale la pena difendere.

Non c'è causa politica o geopolitica che non si possa promuovere con metodi nonviolenti, con veraforza, attraverso un coraggioso satyagraha.

Questo vale per l'Ucraina, per la Federazione Russa, per Israele dopo il brutale pogrom di Hamas, per molti altri paesi di cui i media "mainstream" (MSM) non si occupano, per esempio per il piccolo Artsakh, stretto fra i nazionalismi azero e armeno, il cui popolo è stato pressoché interamente costretto all'esilio.

Il fatto che siamo pieni di enti, agenzie, organizzazioni internazionali, che spesso pontificano, pretendono, parteggiano, soprattutto spendono... E che nessuna di esse si metta veramente in gioco per la pace, fa ribollire il sangue.

Non si impegna per il cessate-il-fuoco l'Unione Europea.

Non possiamo più contare neppure sulla neutralità della Confederazione Elvetica, la nostra cara Svizzera.

Non si compromette la UNRWA (anzi, si è compromessa, avendo molti suoi membri abbracciato il terrore).

Non si vede ombra dell'ONU in Sudan.

Non c'è più il Consiglio d'Europa nel Caucaso.

Non abbiamo notizie di un intervento incisivo di UNHCR per porre fine alla tratta di esseri umani fra il Sahel e il Mediterraneo.

Decine di migliaia di funzionari internazionali vivono in una bolla di lusso e privilegio e non ci sono mai quando ne hai bisogno, perché il loro compito è sempre un altro... Così non si può e non si deve andare avanti.

Mentre tutti scappano dalle loro responsabilità, noi dei territori dobbiamo restare e salire sui tetti delle case per gridare che negoziare è possibile, che il compromesso è sempre possibile, che non c'è bisogno di distruggere intere province, interi popoli, l'intero pianeta.

Rimettiamo qui il collegamento alla saggia presa di posizione di Autonomie e Ambiente, che vale per la crisi europea russo-ucraina, ma che può essere adottata anche in altri drammatici conflitti.

Una posizione maturata in tempi non sospetti e che non invecchia, perché è fondata su forti princìpi e perché, come dicevamo da ragazzi con Veraforza, citando Emmanuel_Mounier, la realtà è la nostra guida interiore. È sempre la guida interiore di chi ama e promuove il bene del suo territorio e quindi di tutti i territori.

 

Mauro Vaiani

 

 

sabato 24 febbraio 2024

Speranze in tempo di guerra


 

Abbiamo studiato per anni la "mobilitazione sociale", un'antica ma sempre attuale intuizione di Karl Deutsch. È un fenomeno sociale che rappresenta anche una grande speranza. Rara avis.

Alcune delle sue conseguenze sono davanti al nostro naso ma, come giustamente diceva George Orwell, occorre un grande sforzo per vederle, perché i pregiudizi del passato accecano anche le menti più brillanti. Proviamo a ricordarne alcune.

Sempre meno persone umane, nella nostra contemporaneità globalizzata, accettano di obbedire fino all'estremo sacrificio della morte ad autorità alte, lontane, che da lontano promuovono conflitti di ogni tipo. Questo ha già delle conseguenze in ogni stato del mondo, specialmente nei grandi stati centralisti e autoritari, ma anche nelle piccole fazioni estremiste e terroriste. Conseguenze che sono quasi tutte positive, anche se non sempre evidenti. Coloro che scommettono sul prolungamento di conflitti terrificanti, come quello fra Ucraina e Russia, hanno la testa nel passato e, a modesto parere di chi scrive, sbagliano tutti i calcoli. Potremmo scrivere qualcosa di analogo anche su molte altre terrificanti violenze che sono in corso nel mondo, ma in questo secondo anniversario dell'invasione russa in Ucraina, restiamo in Europa.

Qualcuno potrebbe obiettare al nostro ragionamento che in questa contemporaneità globalizzata le elite al potere non hanno veramente bisogno delle persone per alimentare conflitti e rendere infinite le guerre. Possiedono infatti strumenti sempre più potenti di dominio e di distruzione. Questo è assolutamente vero, ma proprio per questo sempre più persone si stanno opponendo a qualsiasi concentrazione di un così grande potere in poche mani.

Dopo due anni di guerra, a chi ha gli occhi aperti è chiaro che sempre meno abitanti d'Europa, della Federazione Russa, di tutto il mondo, vogliono morire per decidere a quale stato debbano appartenere sei territori (prevalentemente abitati da Russi), al momento illegalmente annessi e pressoché completamente occupati dalla Federazione Russa: la Repubblica di Crimea, la città autonoma di Sebastopoli, l'oblast di Cherson, l'oblast di Zaporižžja e le autoproclamate repubbliche popolari di Doneck e Lugansk.

È stata giusta l'invasione? No.

È giusto riconoscere le conquiste avvenute manu militari? No.

Nemmeno però è sensato, né morale, immaginare che per porre rimedio agli eventi drammatici di questi ultimi due anni si debba prolungare una guerra che sempre meno persone vogliono combattere e che nessuno può vincere, pena la distruzione non della Federazione Russa o dell'Ucraina, ma dell'intero pianeta.

Deve tornare la politica. Deve esserci un congelamento del conflitto. Devono tornare ad avere voce in capitolo, riguardo al loro futuro, gli abitanti delle sei regioni contese.

Una posizione realistica è stata fatta propria dalla piccola famiglia politica dei civici, degli ambientalisti, degli storici autonomisti e dei nuovi territorialisti, quella di Autonomie e Ambiente:

https://autonomieeambiente.eu/news/163-cessate-il-fuoco

Anche per questo ci impegniamo in Autonomie e Ambiente, con tutte le nostre forze.

Animo!

 

martedì 13 febbraio 2024

Mameli qualcosa aveva studiato...

 

La fiction su Mameli in questi giorni in onda su Rai Uno difficilmente poteva sfuggire a eccessi di retorica patriottarda, quella che piace molto ai potenti delle elite centraliste e autoritarie.

Tuttavia, come ho fatto altre volte in passato, voglio ricordare a chi non ha mai studiato nulla (e in particolare a tanti sedicenti autonomisti e "indipendentisti", imbroglioni come leghisti, o ignoranti come capre), che Goffredo Mameli qualcosa invece dell'Italia sapeva.

Infatti nel suo "Canto degli Italiani" ha inserito riferimenti colti alla storia dei nostri mille territori.

Segnalo, in particolare, questa strofa, la quarta del Canto:

«Dall'Alpi a Sicilia
dovunque è Legnano,
ogn'uom di Ferruccio
ha il core, ha la mano,
i bimbi d'Italia
si chiaman Balilla,
il suon d'ogni squilla
i Vespri suonò.»

Per capire ciascuno di questi versi occorre, ovviamente, aver studiato un po' di geografia, storia e letteratura italiane. Un avviso d'incoraggiamento: si può sempre partire da Wikipedia, che è il frutto di un generoso lavoro collettivo e senza fini di lucro.

Nella nostra Repubblica delle Autonomie e nell'Europa dei Popoli sono confluite tante storie, tutte diverse e tutte da onorare, anche tornando ad aprire qualche buon libro o - almeno - leggendo qualche blog serio e cercando di schivare i troppi ciarlatani e urlatori che invadono ogni giorno la rete.

 

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Per conoscere il significato della preziosa mappa delle màtrie d'Italia che pubblichiamo in testa a questo post, visitate un luogo di cultura, il Forum 2043.


domenica 11 febbraio 2024

La par condicio serve ora, non solo gli ultimi trenta giorni

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota di approfondimento della segreteria interterritoriale di Autonomie e Ambiente, che sta promuovendo la lista PATTO AUTONOMIE AMBIENTE per le prossime elezioni europee. Viene affermato un concetto semplice da capire: i media e la stampa dovrebbero da subito pubblicare approfondimenti politici su tutte le realtà politiche che si stanno preparando alle elezioni europee, magari anche solo per criticarle ferocemente, considerando il livello di ciarlatanismo che è ormai ai livelli di guardia. Rappresentare la politica della Repubblica solo con i duelli (Meloni-Schlein) o con i trielli (Meloni-Salvini-Trajani), è semplicemente servile e pericoloso per la democrazia. Non parlare mai delle forze politiche minori, salvo garantire ogni tanto una finestra a quelli che urlano o spendono di più (stile Renzi o Scateno) non aiuta molto l'opinione pubblica italiana ed europea. Andando avanti così, quando scatterà la "par condicio", un mese prima delle elezioni, la stragrande maggioranza degli aventi diritto al voto avrà capito poco o nulla e cadrà nella trappola infernale del non voto. Staranno a casa, invece che andare a votare, e forse è proprio questo che le grandi concentrazioni di potere mediatico vogliono.

 

Comunicato stampa

 

PAR CONDICIO ORA O MAI PIÙ


Bruxelles – Udine - Roma, 8 febbraio 2024


La legge sulla “par condicio” (legge 28/2000) promette una qualche parità di accesso all’informazione alle forze politiche all’incirca a partire dal 30 aprile 2024, il giorno in cui si presentano le liste per le elezioni europee. Una garanzia non solo molto relativa, quindi, ma assicurata solo per meno di quaranta giorni, quelli della campagna elettorale europea in senso stretto.

Purtroppo al momento del deposito delle liste, gran parte dei giochi sono già fatti.

Le forze politiche nuove e diverse, a quel punto, sono costrette a concorrere azzoppate, perché la campagna elettorale europea, in realtà, è già in corso da tempo.

La stampa registra e amplifica solo gli scontri quotidiani fra pochissimi leader attualmente padroni (o padrone) del “bipolarismo all’italiana”, che è una competizione a chi è più semplicistico, populista, o peggio.

La nostra famiglia politica europea, EFA (European Free Alliance – Alleanza Libera Europea), che promuove in Italia la lista Patto Autonomie Ambiente, chiede più attenzione per tutti.

La lista Patto Autonomie Ambiente è una grande tenda di civismo, ambientalismo, storico autonomismo, moderno territorialismo, dove si è uniti dall’ideale di fare dell’Italia una vera Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali, in una Europa diversa, non tecnocratica, non autoritaria, ma al contrario veramente rispettosa dei territori, delle regioni, dei popoli.

Gli alleati nel Patto Autonomie Ambiente combattono il centralismo autoritario in ogni sua forma e si mettono di traverso rispetto alla sinistra prospettiva dell’elezione diretta del “podestà d’Italia”, scelto mediaticamente da poche concentrazioni di ricchezza e di potere.


A cura della segreteria interterritoriale


Per maggiori informazioni e per un contatto con il nostro ufficio stampa:

https://www.autonomieeambiente.eu/
info@autonomieeambiente.e


  


sabato 3 febbraio 2024

Candelora mite, inverno lungo, primavera certa


 

Dalle nostre parti, in Toscana, si sa che quando la Candelora è mite, l'inverno sarà ancora lungo.

Lo affronteremo con serenità, continuando a lottare per le autonomie personali, sociali, territoriali, che sono la primavera di cui tutti abbiamo bisogno.

Primavera che arriverà, ne abbiamo la certezza, e che ci vedrà protagonisti in Europa con il Patto Autonomie e Ambiente.

Ringrazio profondamente Casa del Sole TV e Jeff Hoffman per avermi voluto intervistare, per parlare proprio di militanza, autonomie, speranza. Speranza che nasce dall'essere operatori di pace e che ho cercato di raccontare nel "Cosmonauta Francesco".

Qui la registrazione su YouTube, per chi ha una mezz'ora di tempo. Mi perdonerete se mi sentirete a volte un po' emozionato. Lo ero, in effetti.

 


giovedì 25 gennaio 2024

Per una Sardegna almeno come la Corsica

 


Le persone, i gruppi, le realtà politiche che contribuiscono, dalla Sardegna, alla rete di Autonomie e Ambiente, sorellanza di forze territoriali attive contro il centralismo in tutti i territori dello stato italiane ed espressione dell'Alleanza Libera Europea - ALE (European Free Alliance - EFA), si stanno orientando in gran parte verso la "Coalizione Sarda" che candida Renato Soru (nella foto sopra, a sinistra) a presidente della Sardegna, in occasione delle elezioni del 25 febbraio 2024.

La “Coalizione Sarda” è innanzitutto un progetto deciso e portato avanti da Sardi che hanno un’idea di autogoverno e di emancipazione dalla Sardegna. Ha la potenzialità di dare corpo a un’ideale di buongoverno che può avvicinare la Sardegna a quanto è stato raggiunto nella vicina Corsica, guidata da uno dei leader EFA, il presidente Gilles Simeoni (nella foto sopra, a destra).

Fa parte della “Coalizione Sarda” la lista “Vota Sardigna”, espressione unitaria di civismo, ambientalismo, territorialismo, impegno per l’autogoverno sardo, formata dai giovani di Sardegna Chiama Sardegna, da iRS e da ProgReS.

C’è la lista “Progetto Sardegna”, che riprende il percorso autonomista e progressista avviato da Renato Soru nel 2003.

Completano la coalizione la lista della sinistra indipendentista di Liberu, la lista centrista di Azione e Più Europa, la lista di Rifondazione.

Questa convergenza di diversità non deve sorprendere: quando la situazione è drammatica - e in Sardegna lo è come e più che in altri territori marginalizzati dalla globalizzazione - coloro che intendono ribellarsi alla ripetizione stantia degli errori del passato si ritrovano insieme ben oltre i tradizionali perimetri.

La “Coalizione Sarda” ha dato alla Sardegna un’alternativa concreta, seria, praticabile, una speranza in un momento di profonda crisi economica e sociale, in un contesto in cui la democrazia stessa è in declino, anche a causa di leggi elettorali e normative istituzionali palesemente ingiuste (Autonomie e Ambiente è profondamente contraria alle elezioni presidenziali dirette senza primarie, a turno unico, senza parità di accesso alla comunicazione politica).

Centrodestra e centrosinistra, con i loro capi nominati dall’alto e da altrove, ripropongono la loro stantia competizione a chi è più semplicistico, incompetente e soprattutto subalterno a interessi e poteri esterni. “Coalizione Sarda”, un’aggregazione ben più ampia di quelle che ci hanno generosamente provato in passato, può fermarlo davvero, stavolta, il “bipolarismo all’italiana”, nell’interesse della Sardegna.

In Sardegna devono finire l’estrazione di risorse, lo sfruttamento del turismo da parte di aziende internazionali (che pagano – poche – tasse e non certo in Sardegna), il consumo di territorio a fini speculativi, le servitù militari, lo spopolamento attraverso l’emigrazione forzata delle sue nuove generazioni. 

Nessun candidato nominato da Roma o da Milano potrà mai opporsi a queste dinamiche e agli interessi esterni che sfruttano la Sardegna. “Coalizione Sarda” invece può rompere gli schemi, forte dell’esperienza amministrativa di Renato Soru e del sostegno trasversale di cui gode il fondatore di Tiscali.

Come scrisse Michel Rocard nel 1966 nel suo rapporto "Décoloniser la province" (decolonizzare la provincia), c’è un trattocolonialista nel modo in cui le capitali guardano ai territori,ancora di più le isole. Valeva allora per la Corsica e vale tuttora per la Sardegna. Lo statista francese formulò un pensiero che per noi è più attuale che mai: la chiave dello sviluppo è la capacità di autogovernarsi, di decidere per il proprio bene.

Auguriamo a tutti i candidati una campagna elettorale serena. Abbiamo il massimo rispetto per le comunità politiche che condividono le nostre aspirazioni di autogoverno, ma hanno preferito candidarsi fuori dalla “Coalizione Sarda” o hanno scelto di restare fuori dalla competizione elettorale. Tuttavia, per una serie di felici combinazioni, che probabilmente vanno persino oltre quelle che erano le intenzioni iniziali di Renato Soru e dei suoi sostenitori, la rottura del sistema può venire solo da questa compagine che si è ribellata al centrosinistra e al centrodestra, ai poli "italiani".

Uniamo la nostra piccola voce a quella di coloro che, nonostante la legge elettorale ingiusta, nonostante l’insufficiente pluralismo dei media, nonostante le delusioni del passato, invitano le Sarde e i Sardi a non rifugiarsi nell’astensione o nel conformismo. Il sistema “italiano” può e quindi deve essere rotto da un voto sardo e quella del prossimo 25 febbraio è una buona giornata per dimostrarlo.

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Per chi vuole approfondire e conoscere meglio Autonomie e Ambiente, la sorellanza di cui fanno parte la nostra OraToscana e gli autori di questo blog:

info@autonomieeambiente.eu

https://www.autonomieeambiente.eu/

https://twitter.com/rete_aea

https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/

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martedì 16 gennaio 2024

Autonomia "differenziata", il grande imbroglio

 


Proviamo a riassumere perché l'autonomia differenziata è solo un imbroglio e pure pericoloso.

Il testo del disegno di legge Calderoli-Meloni è in Senato (n. 615-XIX legislatura), quindi, per chi ha tempo e voglia di leggere e possiede un minimo di cultura politica e giuridica, non ci sono più alibi. E' tempo di denunciare questa colossale presa in giro.

Le norme Calderoli-Meloni sono uno dei più subdoli attacchi mai sferrati alla nostra parte autonomista, alle nostre forze civiche, ambientaliste, storicamente autonomiste e modernamente territorialiste, ma partiamo dall'inizio.

Da quando è entrato in vigore il nuovo Titolo V del 2001, sappiamo che esso contiene previsioni scivolose e di difficile attuazione. Abbiamo sempre dato per scontato che avremmo incontrato forti resistenze nelle fazioni apertamente o mascheratamente centraliste. Mai avremmo pensato, però, vent'anni fa, che il leghismo (sorto da autentiche leghe locali autonomiste) sarebbe diventato il peggior nemico delle autonomie personali, sociali, territoriali. In una drammatica eterogenesi, la Lega Salvini, con il suo azzeccagarbugli in capo Calderoli, è diventata la principale avversaria di ogni autonomia locale.

Dei principali problemi tecnici e finanziari di attuazione della previsione costituzionale di "ulteriori autonomie" (art. 116, terzo comma, su 23 materie elencate all'art. 117) abbiamo già detto in passato, insieme agli amici e ai compagni del gruppo di studio Forum 2043 di Autonomie e Ambiente

Alla difficoltà oggettiva purtroppo si è aggiunta la cattiva fede dei falsi autonomisti e degli impenitenti centralisti. 

Già il fatto che autonomie "ulteriori", possibili per tutti e dappertutto, siano state chiamate "autonomia differenziata", la dice lunga sulla disonestà intellettuale e politica del leghismo, oltre che sul bigottismo dei centralisti di destra, di centro e di sinistra.

Il disegno di legge Calderoli-Meloni aggiunge subdolamente altri ostacoli a quelli che già erano evidenti sin dai tempi delle bozze d'intesa del 2018 fra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e il governo Gentiloni:

- stabilisce un percorso a ostacoli, che durerebbe anni; quindi non porterebbe ad alcuna ulteriore autonomia in questa legislatura; tutto è rimandato a un futuro remoto;

- quand'anche una intesa di autonomia giungesse un giorno in porto, essa sarà a tempo, massimo dieci anni; ma quelle concesse o ottriate (dal francese octroyé) non sono autonomie, sono velenosi ritorni al passato (oppure forme innovative di centralismo autoritario...);

- nel frattempo questa maggioranza di centralisti approverà l'elezione diretta del "podestà d'Italia"; quando una tale concentrazione di potere fosse realizzata, tutte le autonomie personali, sociali, territoriali, diventeranno un lontano ricordo.

I territorialisti veri, specie quelli del Sud, come gli amici del Comitato Charta di Melfi, sono profondamente e giustamente arrabbiati. Fra l'altro, essi protestano per la mancata attuazione dell'art. 119 terzo comma della Costituzione. Dopo decenni di spoliazione economica, i territori emarginati e impoveriti, pretendono l'istituzione del fondo perequativo. Rimandiamo, su questo, alla lettura di un articolo di Gino Giammarino.

Siamo soli nell'opporci a questo imbroglio, insieme ad Autonomie e Ambiente, all'Alleanza per l'Autonomia, agli alleati civici, ambientalisti, territorialisti, a coloro che sono ancorati al vero federalismo della Carta di Chivasso.

A sinistra, al centro, a destra, è pieno di centralisti veri, che si stracciano le vesti per queste norme che essi chiamano "spacca Italia", come se le ingiustizie sociali e le diseguaglianze territoriali non fossero già presenti oggi. Chi ha creato l'Italia "arlecchino", questo stato ingiusto, se non il centralismo autoritario? I centralisti sono prigionieri dei loro pregiudizi e odiano la Repubblica delle Autonomie.

Nel centrodestra è in corso uno sciagurato scambio tra una farlocca autonomia "differenziata" e un vero centralismo presidenzialista, che distruggerà autonomie personali, sociali, territoriali.

Non crediamo, tuttavia, di essere così pochi. Gli attivisti dei territori e gli amministratori locali sanno che senza autonomie, il futuro dell'Italia e dell'Europa sarà disumano. Contiamo su di loro e su noi stessi e andiamo avanti. Animo.


Mauro Vaiani


sabato 13 gennaio 2024

Omaggio a Tavo Burat


 

Quando il Forum 2043 ha deciso di ricordare la splendita figura di Tavo Burat, abbiamo avuto la fortuna di ritrovare alcuni frammenti che ci hanno ricordato della presenza di Tavo a Prato, nel lontano 1989.

Burat ci parlò già allora di bioregioni, un ideale universale di autogoverno, oggi più attuale che mai, in diretta connessione con il messaggio della Carta di Chivasso alle generazioni future.

E' stato un grande onore conoscerlo allora e ancora più provvidenziale è stato poterlo ricordare all'inizio di questo 2024 che sarà cruciale per le autonomie personali, sociali, territoriali, per le quali ci impegneremo insieme a tutte le realtà del patto Autonomie e Ambiente.

 

 


mercoledì 3 gennaio 2024

Contro il fascismo, soprattutto quello di oggi

 

Oggi, 3 gennaio 2024, ricorre l'80° anniversario del martirio dell'eroe antifascista Lanciotto Ballerini di Campi Bisenzio.

La ricorrenza viene ricordata, con la giusta solennità, in varie iniziative, sia a Campi che a Prato.

Quella di Lanciotto Ballerini è una bella figura, un esempio di umanità e di coraggio. Grazie a persone come lui il fascismo fu sconfitto e oggi tutti viviamo in una Repubblica e sotto una Costituzione che tutela tutti, non una parte.

La nostra piccola casa del popolo di Mezzana, che è dedicata a Lanciotto Ballerini, gli dedica due importanti eventi sociali, i prossimi 12 e 13 gennaio 2024. In calce a questo post pubblichiamo il programma delle due iniziative.

Ricordiamoci tutti perché siamo antifascisti e perché non dovremo mai smettere di identificarci come antifascisti.

Il fascismo storico è una storia finita e i suoi stessi sostenitori sconfitti ne presero atto, pagarono con il carcere, accettarono la grazia di Togliatti, aderirono alla Costituzione e iniziarono una nuova vita. A parte pochi nostalgici rancorosi, gran parte dei cittadini che avevano, per conformismo o per convinzione, aderito al fascismo, negli anni della Ricostruzione fecero nuove scelte: molti che erano stati socialisti nazionali tornarono ad avvicinarsi ai partiti della sinistra; tanti che erano moderati e monarchici seguirono la DC e i suoi alleati; qualcuno tornò liberale.

Non c'è quindi alcuna pagina storica da revisionare o da ridiscutere, anche se qualcuno, per ignoranza, settarismo, miseria intellettuale, opportunismo politico, magari ha provato e continuerà a tentare di fare. 

Il motivo più importante per cui occorre tenere viva una coscienza antifascista è che sono ancora attive nella società - italiana, europea, globale, umana - le tendenze nazionaliste, centraliste e autoritarie che del fascismo storico furono mallevadrici.

Quel centralismo autoritario, denunciato dalla Carta di Chivasso, che condusse alla morte il martire cristiano autonomista Émile Chanoux, il grande deputato socialista Giacomo Matteotti, i fratelli Rosselli e tanti altri, che trascinò il mondo nell'orrore della guerra mondiale e lo stato italiano anche in una breve ma tragica guerra civile, è ancora presente e attivo. 

Molti, che pure si dichiarano e anzi certamente sono antifascisti e democratici, non hanno ancora minimamente fatto i conti con quella tendenza che pure del fascismo fu l'incubatore.

A suo tempo quei conti li fece invece il giovane profeta e martire antifascista Piero Gobetti, di cui si sta già tornando provvidenzialmente a parlare in vista dell'ormai non lontano centenario della sua morte (15 febbraio 1926-2026).

Li fecero non pochi Toscani, ricordiamolo, quando organizzarono il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN), che fu antifascista e insieme propugnatore di una forma istituzionale anticentralista, di una ideale Repubblica delle Autonomie.

Li fecero figure di grandi costituenti anticentralisti e antiautoritari come Piero Calamandrei e Tristano Codignola (ma non tutti i padri costituenti furono anticentralisti e antiautoritari e non lo scriviamo certo per essere polemici o dissacranti, ma per rispetto della verità storica).

C'è tanto lavoro da fare, per eradicare vecchie e nuove forme di centralismo autoritario, che potrebbero facilmente partorire nuovi fascismi.

Vi aspettiamo a Mezzana, intanto, per onorare Lanciotto Ballerini e i valori dell'antifascismo!

 

* * *

Programma completo della due-giorni
per l'80° di Lanciotto Ballerini

Circolo ARCI “Lanciotto Ballerini” -Casa del Popolo di Mezzana
Via del Cittadino 39-41 – 59100 Prato
circolo.lballerini@gmail.com


Venerdì 12 gennaio 2024
    • Ore 18 – Proiezione del film “L’ultima corsa” sulla figura di Lanciotto Ballerini – regia di Massimo Smuraglia – alla presenza del regista
    • Ore 19 – Commemorazione con interventi di Ilaria Santi (Comune di Prato) – Federica Petti (Comune di Campi Bisenzio) – Ilaria Testa (presidente ARCI Prato) – Angela Riviello (ANPI Prato) – Fulvio Conti (ANPI Campi Bisenzio)
    • Ore 20 – Cena sociale (massimo 50 posti)
 

Sabato 13 gennaio 2024
    • Ore 12 – Proiezione del film “L’ultima corsa” sulla figura di Lanciotto Ballerini – regia di Massimo Smuraglia – alla presenza del regista, di esponenti ANPI, di Jan Vecoli (ARCI Toscana – Antifascismo e memoria)
    • Ore 13 – Pranzo sociale (massimo 50 posti)
 

Prenotazioni: Ketty 338 690 6005 – Stefanino 338 357 7346


Informazione importante: il contributo consigliato ai partecipanti, per ciascuno dei due eventi sociali, è di 20 Euro - Dai fondi raccolti il Circolo trarrà, oltre che il proprio autofinanziamento, un contributo per la solidarietà con il popolo Saharawi e per l’acquisto di alcune copie dell’opera a fumetti dedicata a Lanciotto Ballerini (a cura ANPI Campi Bisenzio) da destinare a giovani soci della casa del popolo di Mezzana, scelti dal presidente Domenico Basta.

Hanno contribuito all’organizzazione: Mauro Vaiani (dirigente del circolo) e David Desideri (ARCI Prato – Antifascismo e memoria).

Per informazioni sulla solidarietà con il popolo Saharawi:
Nadia Conti 3358262370

cittavisibili.arci@gmail.com


In collaborazione con:

ARCI PRATO - Comitato territoriale

ARCI Città Visibili - Solidarietà con il popolo Saharawi




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