Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 30 dicembre 2022

Tener desta la speranza anche nel 2023

Grazie all'attivismo e al candore degli amici di Vecchiano, cuore pulsante del nostro civismo ambientalista e autonomista per la Toscana, abbiamo un messaggio di auguri per un sereno 2023: è il nostro tempo, è il momento di essere, insieme, una grande rete di amicizia e di impegno per la nostra terra, per la salute, per le autonomie personali, sociali, territoriali. Siamo speranza ora, ora qui in Toscana, anzi in ciascun paesino e vicinato della Toscana. Lo diciamo soprattutto ai giovani: facciamo la nostra parte quartiere per quartiere, borgata per borgata, perché questo è l'unico modo per fare il bene della Toscana, della Repubblica, dell'Europa, della pace e della vita in tutto il pianeta. Auguri!

Qui alcuni link per scambiarsi saluti, auguri, proposte e annunci di impegno personale:

https://t.me/OraToscana - la rete civica ambientalista autonomista della Toscana

https://t.me/Forum2043 - il luogo di studio aperto presso Autonomie e Ambiente, contro il centralismo, per proiettare nel futuro gli ideali di Chivasso e la promessa di una Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali

Un Cuore per Vecchiano - la pagina Facebook

 

 



 



venerdì 23 dicembre 2022

Il drammatico scempio dell'alta velocità


 

Negli ultimi giorni abbiamo potuto ascoltare e leggere due voci forti contro la cosiddetta "alta velocità - alta capacità", più note con acronimi come TAV (treni ad alta velocità) o LAC (linee ad alta capacità). Si tratta di un vero e proprio scempio, fuori tempo, fuori da ogni buon senso, fuori dalla grazia di D-o, come si direbbe qui in Toscana.

Sono una voce moderata e liberale, quella di Michele Governatori che nella sua rubrica Derrick su Radio Radicale recensisce il libro “L’imbroglio” di Franco Maldonato, e la voce di un giornale che ospita posizioni molto anticonformiste, quella del "L'indipendente", che riporta un appello trasversale di amministratori francesi contro la TAV Torino-Lione. Eccole:

- https://www.radioradicale.it/scheda/685976/derrick-pnrr-e-trasporti

(qui il link al blog di Governatori:

https://derrickenergia.blogspot.com/2021/05/pnrr-e-trasporti-puntata-483-in-onda-il.html )

- https://www.lindipendente.online/2022/12/23/tav-oltre-150-rappresentanti-di-istituzioni-francesi-chiedono-stop-ai-lavori/

(qui un link online in francese:

https://www.montagnes-magazine.com/actus-lyon-turin-opposition-gagne-terrain )

A chi non capisce che il PNRR è una gigantesca montatura, che ha scatenato appetiti che - ancora prima che potenzialmente criminogeni - sono totalmente anacronistici e pericolosi per le future generazioni, cos'altro possiamo dire? 

A chi non comprende, affrontando la piccola fatica di un minimo approfondimento, che l'alta velocità è la condanna a morte di interi territori, un gigantesco spreco di denaro pubblico, una garanzia di aumento delle diseguaglianze, una certezza di spopolamento e declino per interi territori, cosa possiamo suggerire?

I sostenitori dell'alta velocità sono chiusi dentro una profonda dissonanza cognitiva, in cui possono adagiarsi perché il conto lo pagano oggi il grande Pantalone pubblico e, presto, le generazioni future.

E' triste, ma consoliamoci pensando che è talmente grande, questo scempio provocato dall'alta velocità, questo gigantesco errore storico, che non potrà essere nascosto per sempre.

° ° °

Nella foto di corredo a questo post, la stazione TAV di Afragola (fonte: Napoli Today), che è, al pari della sua "sorella" del Nord, la stazione TAV Mediopadana, un monumento allo spreco e al disprezzo dei territori, delle comunità, delle persone.

 

 


mercoledì 21 dicembre 2022

Per la Toscana e per la pace

 

21 dicembre 2022, solstizio d'inverno, festa di San Tommaso, memoria di Ugo di Toscana, icona di valori perenni. Auguri di cuore a tutti.

Pur schiacciati da tanti problemi e sofferenze personali e familiari, appesantiti dai nostri errori e dai nostri acciacchi, non perdiamo la speranza!

Continuare a impegnarci per l'autogoverno e il buongoverno della nostra terra di Toscana, è il modo migliore per fare la nostra parte per il bene dell'intera madreterra e delle generazioni future.

Non cessiamo di implorare un cessate il fuoco, incondizionato e umanitario, in Ucraina, perché ne va della vita degli aggrediti, ma anche degli aggressori, anzi dell'intero pianeta.



domenica 18 dicembre 2022

Incommentabile zigzag

 


Ringraziamo BisenzioSette per essere una delle poche testate cartacee popolari che ci informa accuratamente sulle follie di coloro che vogliono finire di distruggere la Piana. 

Grazie al settimanale abbiamo potuto leggere, sul numero in edicola il 16 dicembre 2022, altri dettagli sulla incommentabile, incredibile, insopportabile follia della tramvia a zigzag che l'amministrazione Nardella di Firenze, con la complicità dell'amministrazione Falchi di Sesto Fiorentino, vorrebbe realizzare fra l'aeroporto, il polo universitario, il centro di Sesto.

La Piana è un territorio sfinito, a cui la miope avidità di una strana consorteria di politici di sinistra-centro-destra, costruttori prenditori, immobiliaristi e speculatori del turismo di massa, vuole dare il colpo di grazia, colando cemento e ferro sui pochi ettari ancora liberi, specie fra Sesto, Peretola e Firenze.

Non si demorde sul folle progetto di ingrandimento dell'aeroporto Vespucci di Peretola, ma al contempo si porta avanti l'altra follia, quella della tramvia a zigzag, che dovrebbe essere lunga ben 6 chilometri e avere ben 11 fermate, fra l'aeroporto e il centro di Sesto Fiorentino. 

Aeroporto, si badi bene, che è letteralmente a pochi centinaia di metri dalle ferrovie che gli corrono tutto intorno (la tramvia che oggi va dal centro di Firenze all'aeroporto è stata costruita in diretta concorrenza con le potenzialità ferroviarie che già esistevano, ma questa è un'altra triste storia del passato).

Ovviamente la tramvia a zigzag non servirà ai Sestesi per andare verso Firenze. Per quale motivo persone che hanno la possibilità di andare in centro in dieci minuti in treno, dovrebbero prendere una tramvia così lunga e contorta e, come si dice in Toscana, "anda' a Roma pe i' Mugello?". Per trovarsi poi, nei momenti di eventuale punta turistica, stretti come sardine insieme ai turisti che salgono alla fermata dell'aeroporto...

Insensato, l'investimento, qualunque cosa si pensi del futuro dell'aeroporto di Peretola e del turismo di massa a Firenze. L'unico significato economico che potrebbe avere è quello turistico-immobiliare. Tutt'attorno alla tramvia a zigzag, immaginiamo, i terreni edificabili moltiplicheranno il loro valore e chissà quanti anonimi ma costosissimi dormitori si potrebbero costruire in prossimità delle stazioni della tramvia.

I nostri amministratori hanno perso ogni contatto con la realtà della vita quotidiana della gente della Piana. C'è un unico modo di reagire: una grande rivolta civica, ambientalista, autonomista.

La responsabilità di Fare Città, l'unico gruppo civico-politico della Piana che ha la possibilità di contendere il potere alla consorteria, nelle prossime elezioni comunali di Campi Bisenzio, sono gigantesche. 

Facciamo tutti del nostro meglio per aiutarli.


mercoledì 7 dicembre 2022

Cittadini non servi, né tiranni

 

Dobbiamo essere cittadini, non servi, né tiranni. Questo è il grande ideale che può risvegliare il civismo, ma anche l'ambientalismo e ogni forma di autonomismo, in questo momento storico, in questa Repubblica, in Europa e nel mondo.

Questa è la speranza che abbiamo celebrato ieri 6 dicembre 2022 a Siena, in un convegno organizzato dal Polo Civico a Palazzo Patrizi. L'incontro è stato moderato dal candidato sindaco civico Fabio Pacciani. Hanno partecipato il professor Maurizio Viroli (nella foto, fonte), professore emerito di Politica all’Università di Princeton (USA), che ha parlato delle radici e delle sfide del civismo; il giornalista Daniele Magrini, che ha criticato la dittatura dei grandi media e dei monopolisti delle reti sociali, dei loro algoritmi, che assecondano narcisismo ed egoismo; il prof. Andrea Bilotti, ricercatore all’Università Roma Tre, che ha richiamato i principali presupposti della partecipazione come metodo per ricominciare a costruire autentiche democrazie locali.

Il prof. Viroli era già stato a Siena, sempre su invito del Polo Civico, nel maggio scorso. E' un conoscitore profondo di Machiavelli, che dovrebbe essere da tutti ricordato come il portatore di un grande sogno repubblicano, ma da attuarsi con realismo, con grande concretezza.

Viroli ha chiesto a tutti di ripensare i propri diritti e doveri di cittadinanza, come un ideale affascinante, ambizioso, esigente. Un grande ideale può scuotere le comunità più in crisi, le persone più rassegnate, le istituzioni politiche più deteriorate. Un forte e autonomo pensiero civico si afferma inoltre attraverso la concretezza del buongoverno, quartiere per quartiere, paesino per paesino, attraverso mille piccole opere. Gli abbiamo chiesto di poterci avvalere della sua meditazione per il Forum 2043 e contiamo che questo contributo si concretizzi presto.

Al candidato Fabio Pacciani, che sta percorrendo Siena "strada per strada", con un progetto che unisce trasversalmente cittadini attivi di diversa origine politica e culturale, facciamo i migliori auguri e gli promettiamo tutto il sostegno possibile della nostra piccola rete OraToscana (https://t.me/OraToscana).

Approfondimenti:

https://pierluigipiccini.it/a-palazzo-patrizi-il-civismo-come-alternativa-di-governo-3/

https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Viroli

https://press.princeton.edu/books/hardcover/9780691160016/redeeming-the-prince

 

 

 

 


domenica 27 novembre 2022

Sui territori decidiamo noi

 


Bella e partecipata la manifestazione di ieri, sabato 26 novembre 2022, a Empoli. contro l'impianto di gassificazione e contro gli altri disagi che hanno messo a rischio la qualità della vita nel cuore della Toscana. Dopo gli eccessi nel consumo di territorio, la scarsa qualità di alcune opere stradali e ferroviarie, il disastro della vicenda del Keu, ospitare anche questo impianto per il trattamento dei rifiuti della Piana metropolitana, è parso troppo a molti.

Lo slogan più significativo e cruciale per il futuro è stato: sui territori decidiamo noi, cittadini residenti, dal basso. Basta con l'imposizione dall'alto, da altrove, da altri, di trasformazioni sul territorio che sconvolgono la nostra vita. Si tratta, in potenza, di una grande svolta civica, ambientalista, autonomista.

Il Tirreno di oggi (domenica 27 novembre 2022) ha dedicato all'iniziativa il servizio di Luca Signorini e quasi due intere pagine (da cui abbiamo ripreso il dettaglio di una delle foto pubblicate per questo post). Si scrive della presenza di oltre tremila persone, molto consapevoli e determinate. Sulle reti sociali del Tirreno è disponibile anche un video.

A nostro parere, ci sono poche speranze che l'amministrazione comunale guidata da Brenda Barnini possa avere dei ripensamenti e aprire un dialogo con questa nuova piazza civica, ambientalista, autonomista. Solo due settimane fa, in una intervista che è possibile leggere sul sito Gonews, si esprime sicura, come un drone parlante che, sorvolando sulle opere previste per il suo territorio che a lei sono visibili grazie a una avanzata "realtà aumentata" (a lei e forse solo a lei evidentemente accessibile), esprime solo sicurezza e soddisfazione perché, a suo parere, tutto va come deve andare.

Il consenso popolare di cui dispone il blocco che domina la vita politica nell'Empolese è molto ampio. Molto divise, e spesso subalterne ai rapporti di potere interni alle sinistre, sono le opposizioni. Qualche possibile vittoria del centrodestra, lo si è già visto in Toscana, non cambierà niente del centralismo autoritario e sviluppista che tarpa le possibilità di cambiamento e minaccia la vita delle generazioni future in Toscana.

I leader locali di quella piazza hanno davanti a sé un bivio cruciale: organizzarsi politicamente ed elettoralmente insieme al resto del civismo ambientalista e autonomista, per dimostrare che sono davvero una parte significativa della sovranità popolare sul loro territorio; oppure limitarsi a pungolare i loro attuali amministratori (che poi magari finiranno per essere rieletti nel 2024).

Un po' di speranza, gioia, energia e tempo per riflettere ci sono. Speriamo che prevalga il desiderio di organizzare un cambiamento più profondo, quartiere per quartiere, paesino per paesino.

* * *

Per restare collegati con OraToscana - rete civica ambientalista autonomista, per organizzare politicamente ed elettoralmente il cambiamento:

https://t.me/OraToscana



 


venerdì 25 novembre 2022

La Multiutility, il grande scippo

 


Riceviamo e volentieri pubblichiamo integralmente:

Lucca – Firenze – Pisa – Siena, 22-23 novembre 2022

La Multiutility è un grande scippo di beni comuni alle persone e alle comunità della Toscana. OraToscana unisce la propria voce a quella dei piccoli comuni, degli amministratori civici e indipendenti (spesso ribelli ai partiti nelle cui liste sono stati eletti), dei movimenti, associazioni e comitati che si sono messi di traverso rispetto a questa operazione di fusione di aziende che svolgono servizi pubblici in 67 dei 273 comuni della Toscana.

OraToscana sarà a fianco di ogni iniziativa di resistenza e di protesta, con la competenza e le capacità dei propri consiglieri comunali, attivisti e studiosi. Appoggeremo eventuali tentativi di resistenza attraverso gli istituti della partecipazione popolare, come per esempio i referendum abrogativi comunali.

In aggiunta, OraToscana lavora per un salto di qualità politica nell’impegno di tutti coloro che credono nelle autonomie e nell’autogoverno dei beni comuni locali. Promuoverà, non in solitudine, una iniziativa politica ed elettorale, di segno civico, ambientalista e autonomista, per la nostra terra, la salute, i beni comuni. La stratificazione di leggi nemiche dei servizi pubblici locali va combattuta a partire dal Parlamento europeo, nel Parlamento italiano, nel Consiglio regionale della Toscana.

Il Trattato sul funzionamento della Unione Europea (TFUE), all’art. 106, tutela la gestione pubblica diretta e locale degli essenziali servizi pubblici, così come la Costituzione, se si desse piena attuazione agli articoli 5, 43, 117 e 119. Il tradimento dei principi comunitari e costituzionali attraverso l’attuale metastasi normativa (sé dicente liberista, ma in realtà antiliberale, antisociale, antipopolare), va fermato, non solo con le parole, ma nelle urne.



Per partecipare alla nostra iniziativa politica ed elettorale
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Approfondimenti sul disastro della Multiutility

L’operazione, come si legge nelle 47 pagine della Delibera 49 del Consiglio comunale di Firenze (ex proposta 55) del 19 ottobre 2022, coinvolge la società ALIA, che già ha incorporato antiche storiche municipalizzate dell’area fiorentina e alla quale saranno unite Toscana Energia, Publiacqua, Consiag, Acqua Toscana, Publiservizi.

Gli enti pubblici locali attualmente soci delle società coinvolte si ritroveranno, volenti o nolenti, azionisti di una “Holding Toscana”, di diritto privato, aperta a “investitori” finanziari internazionali, con una possibile quotazione in borsa. Il potere, però, resterà saldamente in mano al Sindaco metropolitano di Firenze e ai tecnocrati che, almeno dai tempi del decreto Andrea Ronchi-Silvio Berlusconi del 2009, amministrano come mandarini la privatizzazione dei servizi pubblici locali in tutta la Repubblica.

Privatizzazione” è diventata una parola impronunciabile, perché ha coinciso, non solo in Toscana, con un inarrestabile declino dei servizi pubblici. Una decadenza che fu frenata, ma non fermata, dalla vittoria dei difensori dell’acqua e dei beni pubblici nei referendum popolari del 2011.

I principali guasti che l’operazione, se non sarà fermata, produrrà sono:

1) I comuni, e quindi i cittadini, perderanno ancora ulteriore sovranità su quella aggregazione verticistica, che renderà più opache le relazioni industriali e le scelte di investimento, oltre che più difficile il controllo sulla qualità dei servizi erogati.

2) Non ci saranno economie di scala di alcun tipo, anzi si pagheranno le diseconomie dell’aggregazione forzata di attività eterogenee, perché si dovranno continuare a presidiare territori diversissimi fra di loro, rispettando normative che sono estremamente complesse e specifiche dei vari campi di attività. Acqua, energia, rifiuti sono servizi pubblici essenziali e indisponibili, che devono essere gestiti da unità operative competenti e presenti paesino per paesino, quartiere per quartiere. Sono attività di rilevanza economica ma solo una classe politica estremamente ignorante o assolutamente ipocrita può permettersi di vederle come “industrie” che possono essere centralizzate (e magari “tagliate”).

3) Continuerà la desertificazione delle competenze, che storicamente i servizi pubblici locali coltivavano e mantenevano in ciascuna comunità. Ci saranno meno tecnici e operatori esperti, a presidio dei servizi territorio per territorio. Aumenteranno le esternalizzazioni, con la creazione di lavoro meno protetto, meno competente, meno stabile, meno pagato. Episodi emblematici di malagestione delle riparazioni da parte di un esercito di esternalizzati precari, come quello che portò al disastro di Lungarno Torrigiani a Firenze nel 2016, non hanno insegnato evidentemente nulla all’amministrazione Nardella e ad altre.

Gli unici guadagni certi, se si proseguirà in questo avventurismo di politici che si improvvisano finanzieri, saranno quelli delle società di consulenza e degli investitori privati coinvolti in questa operazione, oltre che negli aumenti dei bonus e dei benefit dei sé-dicenti manager delle aziende coinvolte.

I perdenti, non da ora e non per colpa della guerra, sono sempre i cittadini e le piccole imprese, che subiscono gli aumenti delle bollette e le carenze di manutenzione delle reti.

Economia circolare, sostenibilità, energie rinnovabili, a parte la buona volontà di qualche famiglia abbiente e di qualche piccola impresa coraggiosa, restano solo parole buone per gli uffici stampa, per colpa di questi grossi aggregati che non sono più servizi pubblici (e che non potranno mai neppure diventare vere aziende private).

Nel caos normativo e politico creato da una serie di governi centralisti (di sinistra, di centro, di destra, populisti e tecnici, da Berlusconi, a Monti, a Letta, a Renzi, a Gentiloni, a Conte, a Draghi), a seguito di queste pericolose concentrazioni di potere, ben poco si sta facendo per una svolta ambientale (e anche il PNRR si mostrerà presto per la grande illusione ottica che è).



SIATE PARTE DI UNA ALTERNATIVA CIVICA, AMBIENTALISTA, AUTONOMISTA
EUROPEA, ITALIANA, TOSCANA


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giovedì 24 novembre 2022

In ricordo e in onore di H. M. Enzensberger

 


 

Hans Magnus Enzensberger è morto il 24 novembre 2022, alla veneranda età di 92 anni. Oltre a essere stato un grande studioso e letterato, non si è sottratto alla sua responsabilità, come figura pubblica e intellettuale critico, al suo dovere di mettersi di traverso rispetto ad alcune folli derive del nostro tempo, contro il centralismo e l'autoritarismo dei nostri stati, delle multinazionali, dei media che ci bombardano con il loro pensiero unico.

Se questo gigante fosse stato, oltre che molto ammirato, anche più ascoltato, dopo la pubblicazione del suo saggio sui perdenti radicali, su quei poveri uomini "sprecati", indotti alla distruzione e alla autodistruzione (Schreckens Männer – Versuch über den radikalen Verlierer., 2006), la cosiddetta "guerra" globale al terrorismo sarebbe finita e sarebbe iniziata la lotta per tagliare le unghie agli establishment militari-industriali che l'hanno cavalcata.

A chi non riesce a capire perché l'Europa, dopo gli ultimi trattati sulla "Unione", è sempre più divisa, consigliamo la lettura del suo pamphlet contro il "mostro gentile" di Bruxelles (Sanftes Monster Brüssel oder Die Entmündigung Europas, 2011),

A chi ama la vita, la libertà, il sogno di un mondo dove siano possibili autonomie personali, sociali, territoriali, raccomandiamo la lettura della "breve primavera dell'anarchia", la biografia dell'anarchico spagnolo Durruti (Der kurze Sommer der Anarchie. Buenaventura Durrutis Leben und Tod, 1977).

Ha fatto la sua parte, Hans Magnus Enzensberger, riposi in pace.

 

lunedì 7 novembre 2022

Ex GKN, ci vorrebbe un La Pira

 


 

Più di un anno dopo, pubblichiamo altre parole di solidarietà con i lavoratori ex GKN e con tutto il territorio del comune di Campi Bisenzio su cui insiste la grande fabbrica.  

Com'era facile prevedere, questa crisi aziendale, questa messa in discussione di un'antica realtà industriale nella Piana, si è prolungata e non se ne vede la fine.

Ci vorrebbe un La Pira, con i poteri di allora, ancorato all'oggi, con una visione per il futuro. Ma non c'è.

Solidarietà totale ai lavoratori i quali, se non intervengono forti poteri pubblici, verranno dispersi, non prima di aver assistito allo svuotamento e all'abbandono di quell'immenso impianto industriale.

Qui riportiamo il comunicato dell'USB e di altri sindacati di base, che condividiamo totalmente:

Firenze -

L’Unione Sindacale di Base, Cobas e Cub hanno proclamato per lunedì 7 novembre lo sciopero per l’intera giornata delle aziende del settore privato della provincia di Firenze, in risposta all’appello lanciato dalla RSU e dal Collettivo di Fabbrica dell’ex GKN, dopo la comunicazione che proprio lunedì 7 novembre è previsto l’arrivo dei camion per lo svuotamento della fabbrica.

Lo sciopero è indetto in solidarietà con i lavoratori ex GKN e contro i processi di delocalizzazione in atto nel nostro territorio. Sono esclusi dallo sciopero i lavoratori sottoposti alla 146/90 e s.m.i..

Fonte: https://toscana.usb.it/leggi-notizia/ex-gkn-usb-proclama-con-cobas-e-cub-lo-sciopero-del-settore-privato-in-provincia-di-firenze-per-lintera-giornata-di-lunedi-7-novembre-no-allo-svuotamento-della-fabbrica-2030-1.html

 

 

 

 

domenica 30 ottobre 2022

Per il cessate il fuoco in Ucraina, ora

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


OraToscana

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Lucca – Firenze – Pisa – Siena, 29 ottobre 2022

Appello pubblico di adesione
alle manifestazioni del 5 novembre 2022

UNIAMO LA NOSTRA VOCE
A QUELLE DEL REALISMO,
DELLA TRATTATIVA,
DELLA VITA.

OraToscana unisce la propria flebile voce a quelle del realismo, della trattativa, della vita, che si riuniranno il prossimo sabato 5 novembre 2022 nelle manifestazioni “EUROPE FOR PEACE”.

I nostri governi devono impegnarsi per l’immediato cessate il fuoco fra la Federazione Russa, l’Ucraina, le province ribelli. E’ necessaria una tregua senza precondizioni, senza eccezioni, senza alcun termine.

L’Ucraina non è più in pericolo di essere cancellata. La Federazione Russa non deve temere più alcuna minaccia dall’Occidente. Le province ribelli aspettano un armistizio dal 2014!

Nell’era dell’atomo e della robotica questa non è una guerra che può essere vinta, sempre che ne esistano ancora!

Sia chiaro che non parliamo, ora, di pace, di conferenze, di summit, di ritorno a politiche di disarmo e di sicurezza collettiva. Sappiamo bene che ci vorranno anni per ripristinare le condizioni minime necessarie per sincere ed effettive trattative di pace che pongano fine a questo conflitto decennale.

Non per questo le opinioni pubbliche di tutta Europa devono rinunciare a gridare forte e chiaro che tutte le parti devono fermarsi ora: basta con lo sterminio, le deportazioni, le distruzioni, la disinformazione, la velenosa propaganda, che stanno uccidendo, oltre a vite umane, anche la stessa convivenza civile sia nella Federazione Russa, che in Ucraina, che nelle province ribelli.

 


 

CESSATE IL FUOCO ORA
fra Russia e Ucraina



Le sentite le grida delle persone schiacciate dai bombardamenti? Li ascoltate i pianti delle famiglie dei caduti?
Li vedete i giovani fuggire perché non vogliono uccidere? Le ricordate le ombre delle persone volatilizzate dal fuoco nucleare?
(Cittadini di Prato e della Piana)

* * *




venerdì 28 ottobre 2022

La luce di Gobetti dirada la nebbia delle vigliaccate e delle infamie della Marcia su Roma

 


Il 2022 è il centenario della "Rivoluzione Liberale", cioè degli scritti radicalmente democratici di Piero Gobetti contro il fascismo, i gerarchi incantatori e imbrogliatori dei reduci, gli infami Savoia, i guasti dello stato italiano, sin dall'inizio centralista e autoritario. 

La luce dei suoi scritti dirada la nebbia che ancora avvolge, e nasconde a gran parte dell'opinione pubblica, quell'ammasso di vigliaccate, prepotenze, infamie e codardia che fu la "Marcia su Roma" iniziata il 28 ottobre 1922 e culminata con l'ascesa al potere di Benito Mussolini, il 31 ottobre, con la sua nomina a presidente del consiglio su incarico di re Vittorio Emanuele III.

Gli interventisti, nazionalisti e colonialisti, con la complicità del palazzo reale e dei padroni delle nascenti ferriere industriali, avevano trascinato il Regno d'Italia, contro la volontà del parlamento e dei suoi popoli, nella tragedia della "Inutile Strage", la Prima guerra mondiale. 

Dopo la guerra, nel paese distrutto moralmente dall'alluvione di menzogne che la propaganda aveva dovuto diffondere per sostenere l'adesione delle masse a un conflitto tanto assurdo, oltre che in una società italiana sconvolta e impoverita, il fascismo si impose come salvatore e perfezionatore dello stato centralista e autoritario.

Il fascismo salì al potere grazie alla mobilitazione dei reduci frustrati dal ritorno alla vita civile con un pugno di mosche, dopo essere stati per anni ubriacati di retorica, di violenza, di promesse vane.

Cavalcò la rabbia delle classi medie impoverite, approfittando della mancanza di spina dorsale delle vecchie classi dirigenti liberali e delle divisioni nelle forze popolari e socialiste.

Soprattutto, però, ottenne finanziamenti e appoggi perché rappresentava la continuità dello stato nato dalle conquiste sabaude, promettendo di tenere in vita i miti del Risorgimento, continuando a celarne la triste realtà, che era quella della costruzione di un vero e proprio imperetto coloniale sabaudo sull'intera penisola.

Garantiva, cosa ancora più urgente nella crisi del Primo dopoguerra, che sarebbe stata perpetuata la retorica della Grande Guerra e che si sarebbero tenuti a bada coloro che la guerra l'avevano odiata e poi subìta come la più grande delle ingiustizie.

Il garibaldinismo, il fascismo - scrisse Gobetti - sono espedienti attraverso cui l'inguaribile fiducia ottimistica dell'infanzia ama contemplare il mondo semplificato secondo le proprie misure... Il nostro antifascismo prima che un'ideologia, è un istinto... Ma il fascismo è stato qualcosa di più; è stato l'autobiografia della nazione... La palingenesi fascista ci ha attestato inesorabilmente l'impudenza della nostra impotenza. A un popolo di dannunziani non si può chiedere spirito di sacrificio [cioè resistenza alle prepotenze e all'incredibile disastro politico che il fascismo recava con sé e che Gobetti aveva già intuito]... Si può credere all'utilità dei tutori e giustificare Giolitti e Nitti, ma... Né Mussolini né Vittorio Emanuele hanno virtù di padroni, ma gli Italiani hanno bene animo di schiavi.


° ° ° 

Fonte della foto del giovanissimo Gobetti: https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=843026

Fonte dei testi dell'articolo "Elogio della ghigliottina" di Piero Gobetti (dalla “RIVOLUZIONE LIBERALE” del 23 novembre 1922): https://www.eticapa.it/eticapa/wp-content/uploads/2013/12/Elogio-della-ghigliottina.pdf



sabato 15 ottobre 2022

Asilo politico per Assange e per tanti altri

 

Anche tanti amici e compagni di Firenze e della Toscana sono in campo oggi per la 24 ore di mobilitazione per Assange: https://www.24hassange.org/.

Quella di Julian Assange è una vicenda che mobilita e spinge alla solidarietà uno dei movimenti più globali e trasversali del nostro tempo. E' un segno di speranza. 

Non occorre considerarlo un eroe, o un genio, o un santo, tanto meno approvare integralmente l'operato di Assange, per solidarizzare con lui. E' sufficiente la cruda evidenza che questo attivista australiano della libertà d'informazione non potrà mai subire un processo giusto non solo negli Stati Uniti d'America, ma nemmeno nei paesi "alleati". 

Il trattamento che gli riservarono le autorità svedesi, quello da solo, dovrebbe spingere ogni garantista a pretendere che gli sia concesso asilo politico a tempo indeterminato. 

La Svezia, paese che pure vantava una antica neutralità e una solida cultura democratica, si rivelò essere diventata, all'inizio degli anni Dieci del XXI secolo, una repubblica delle banane, corrotta dai servizi segreti americani e asservita al più greve conformismo.

In questa giornata dedicata a Julian Assange, ricordiamo anche tante altre persone per le quali chiediamo la fine dell'accanimento giudiziario, a cominciare da: Leonard Peltier, attivista nativo americano, ingiustamente detenuto negli USA;  Osman Kavala, filantropo prigioniero nella repubblica "presidenziale" esecutiva di Erdogan; Alexei Anatolievich Navalny, oppositore politico perseguitato nella Federazione Russa; Aung San Suu Kyi, la fiera leader politica nonviolenta che ha dedicato la sua vita all'emancipazione della Birmania dal militarismo; Ales Bialiatski, Nobel per la Pace 2022, detenuto in Bielorussia. 

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Grazie a Stefano Cecchi, leader della USB di Firenze e della Toscana, per la foto



lunedì 3 ottobre 2022

OraToscana compie un anno


 

OraToscana

 

rete di lavoro politico - civismo, ambientalismo, autonomismo
pace e lavoro – giustizia e libertà - autogoverno e buongoverno di tutti dappertutto

https://t.me/OraToscana - https://twitter.com/oratoscana - https://www.facebook.com/OraToscana - oratoscana@gmail.com

https://diversotoscana.blogspot.com/2022/06/cara-vecchia-lista-postale.html


Lucca – Firenze – Pisa – Siena, lunedì 3 ottobre 2022
Vigilia di San Francesco e del primo anniversario di OraToscana

Domani è la festa del grande santo Francesco di Assisi e sarà anche un anno che abbiamo lanciato OraToscana, la nostra rete di lavoro politico per una nuova stagione di civismo, ambientalismo, autonomismo in Toscana. Non ci si confonda con un nuovo partitino, perché rappresentiamo un’area civica e autonomista, voce dei ceti popolari e dei territori dimenticati, storicamente socialista e modernamente riformista, antinazionalista e anticentralista, presente nella storia moderna dell’Italia sin dall’inizio. Siamo ancora piccolini, qui in Toscana, ma abbiamo ben chiaro che fare, come farlo, con chi farlo. Non abbiamo potuto partecipare alle elezioni politiche anticipate, perché la nostra rete interterritoriale AUTONOMIE E AMBIENTE non era ancora sufficientemente capillare, ma siamo al lavoro per sostenere importanti liste civiche alle elezioni comunali del 2023 in diverse realtà toscane, oltre che per le elezioni europee 2024, in cui porteremo le nostre idee per una Europa diversa, l’Europa delle regioni, dei popoli, dei territori.

PRIMA DI TUTTO LA PACE – Crediamo nella solidarietà internazionale fra i popoli e non abbiamo mai dimenticato le guerre terribili in Yemen, Tigrè, Artsakh. Qui in Europa uniamo la nostra piccola voce a quella di papa Francesco: la Federazione Russa, l’Ucraina e le province ribelli devono arrivare a un cessate il fuoco senza condizioni, ora. Tutti i torti di dieci anni di conflitto potranno essere discussi e riparati, dopo l’armistizio, nel tempo. Senza la tregua, invece, non ci sarà più nulla da discutere. Non ci sarà più vita ucraina, o vita russa nel Donbass, non resterà più nulla se non l’inverno nucleare.

SANITA’ PUBBLICA TOSCANA DI PROSSIMITA’ Siamo impegnati perché sia istituito un ambulatorio pubblico in ciascun paese o quartiere di Toscana, con i medici di famiglia (ma anche pediatri, dentisti, osteopati), con infermeria e segreteria, punto di accoglienza raggiungibile a piedi da chiunque abiti nel vicinato, capace di consigliare le persone prima di tutto nella prevenzione. Il rapporto fra la persona e il suo medico di fiducia deve tornare centrale, anche al fine di evitare di ammalarsi, prima che curarsi. Basta con il centralismo sanitario autoritario e con i farmaci imposti dall’alto e dall’estero. In prospettiva tutta la sanità, inclusa la produzione dei farmaci essenziali, dovrà tornare locale, pubblica, senza scopo di lucro.

CONTRO IL CAPRICCIO DELL’AEROPORTO FIORENTINO Resisteremo alla cieca ostinazione di coloro che vogliono ampliare Peretola. Quello dell’aeroporto a Firenze è un folle capriccio alimentato da una consorteria di politici attualmente al potere in città, che sono come minimo disinformati quando non addirittura, politicamente parlando, disonesti. Il capriccio fiorentino è emblematico di altre follie faraoniche che si vogliono imporre ai Toscani: la distruzione delle società dei trasporti pubblici locali, dell’acqua e del gas, per sostituirle con incontrollabili società multinazionali; il gassificatore malposizionato a Piombino; l’allargamento delle basi militari; impianti eolici dove non c’è vento; colate di ferro e cemento per nuove tramvie mentre chilometri di strada ferrata già esistente sono abbandonati o sottoutilizzati. Senza una nuova generazione di leader locali indipendenti e competenti, e senza responsabili sovranità locali, non ci libereremo da questa piaga (mondiale, non solo toscana o italiana od europea) delle decisioni tecnocratiche prese da pochi sulla pelle di molti.

MAI IL PRESIDENZIALISMO Difenderemo e promuoveremo la Repubblica delle Autonomie personali, sociali e territoriali, secondo l’ispirazione dei nostri padri costituenti. Ci metteremo quindi di traverso contro il presidenzialismo in ogni sua forma e declinazione. Il “sindaco d’Italia” ne diventerebbe inevitabilmente il podestà, in uno stato già troppo centralista e malato di autoritarismo come quello italiano.

PIU’ AUTONOMIA E PIU’ DEMOCRAZIA IN TOSCANA Per porre rimedio al crescente distacco delle persone dalle istituzioni noi vediamo una unica strada, secondo le nostre migliori tradizioni toscane anarchiche e libertarie: più autonomia delle persone, delle formazioni sociali, dei territori; meno sorveglianza (fisica o digitale); meno proibizionismo; una giustizia meno forcaiola; più potere nelle mani delle persone, attraverso lo sviluppo di forme di democrazia deliberativa, al più basso livello possibile. Nella vita amministrativa dei comuni toscani siamo stanchi di questi sindaci “podestà” il cui operato non è più controllabile da nessuno, in assenza di una vera partecipazione politica di base, di una stampa locale critica, di consigli comunali autorevoli. Non abbiamo ricette in tasca, ma stiamo studiando soluzioni audaci di autogoverno, per tornare ad avere istituzioni democratiche forti presenti in ogni paesino e in ogni quartiere. Parteciperemo, inoltre, alle lotte per avere leggi elettorali più giuste anche per le realtà intercomunali, la Regione, le Camere, il Parlamento europeo, oltre che per eliminare le vecchie province prefettizie.

Guardiamo al confederalismo della Svizzera, non al centralismo autoritario della Cina, se vogliamo dare un futuro dal volto umano alle generazioni future.

Se volete attivarvi e candidarvi alle elezioni comunali con la rete OraToscana, se ritenete di poter partecipare e contribuire a una politica autonomista seria e competente, dovete:

- aderire al nostro canale Telegram: https://t.me/OraToscana

- iscrivervi alla nostra lista postale: https://diversotoscana.blogspot.com/2022/06/cara-vecchia-lista-postale.html

Grazie di cuore e a presto!

Mauro Vaiani Ph.D.

garante di OraToscana

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venerdì 30 settembre 2022

Tregua ora lungo il Don


 

Lungo il fiume Don, nel cuore dell'Europa, oltre alla ben nota e dolorosa linea del fronte, da oggi passa anche un confine che una delle parti ha segnato unilateralmente.

Nel 2014 la città russa autonoma di Sebastopoli e la Repubblica autonoma di Crimea si erano già unite alla Federazione Russa. In questa giornata del 30 settembre 2022 la Federazione ha annesso altre quattro regioni: le due repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, de facto indipendenti anch'esse dal 2014; le due regioni di Kherson e Zaporizhzhia, conquistate - a caro prezzo - dalle truppe russe con la "operazione speciale" iniziata lo scorso 24 febbraio 2022.

Queste annessioni non saranno mai riconosciute dalla comunità internazionale, ma, se effettivamente esse sono sostenute - come sembrano essere - dalle popolazioni locali, questi confini diventeranno quelli che con un eufemismo sono chiamati, nel linguaggio pubblico internazionale, "provvisori". Il che significa, fuori dall'ipocrisia, immodificabili per decenni.

Non esiste alcuna possibilità di risolvere questo scontro nel cuore dell'Europa con le armi, a meno che non si voglia la fine del pianeta in una antigenesi nucleare.

Non staremo qui a ripercorrere gli errori fatti da tutte le parti in conflitto, a ricordare le vergogne e i crimini, a recriminare sulle mancate iniziative di pace di coloro che avevano e avrebbero ancora il dovere di mediare. Resta però da ribadire che questa guerra nessuno può vincerla con le armi e quindi occorre una tregua ora, adesso, subito, immediatamente, senza precondizioni, fra la Federazione Russa, l'Ucraina, le province ribelli.

Stabilita la tregua, lasciato passare l'inverno, potrà sempre rifiorire la speranza.


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Per la cartina dell'Ucraina e delle sue province, siamo debitori a

Di Ptroski - Opera propria, CC BY-SA 4.0

https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=117429980

Per la grafia dei nomi delle regioni e delle città che non hanno un corrispondente comune in italiano, abbiamo scelto quella dominante sulla stampa anglosassone.


giovedì 22 settembre 2022

In memoria di Mahsa Amini vittima del centralismo

 


L'Iran è uno stato enorme di oltre 80 milioni di abitanti su un territorio grande più di cinque volte quello della Repubblica italiana. Ci vivono molti popoli, non solo le genti di lingua e cultura Farsi, cioè persiana. Uno dei territori dell'Iran è il Rojhilat, cioè il paese dei Curdi orientali, una delle quattro parti in cui è diviso il Kurdistan.

Mahsa Amini, la giovane donna curda morta fra le grinfie della polizia della morale mentre era in visita a Teheran, oltre che l'ennesima vittima di quella crudele "buoncostume" che terrorizza la Repubblica islamica, è anche una testimonianza potente per tutti coloro che intendono porre fine al centralismo autoritario, ovunque.

I preti corrotti della mullahcrazia iraniana dominano ancora le istituzioni dello stato iraniano, ma crediamo, sin da quando abbiamo conosciuto Shirin Ebadi e Akbar Ganji, che anche la loro quarantennale clessidra si stia vuotando.

Nessun governo centralista e autoritario del mondo è al riparo dalle proprie cittadinanze interconnesse dalla nostra modernità. Le persone del XXI secolo stanno rapidamente comprendendo che non bastano libertà personali, diritti civili, opportunità economiche, che qualsiasi regime è in grado di offrire, anche a molti. 

Per vivere, non solo sopravvivere, le persone umane stanno prendendo consapevolezza che sono necessarie autonomie personali interconnesse con autonomie sociali e soprattutto, per proteggere la vita delle generazioni future, la propria diversità, i beni comuni, l'ambiente, autonomie territoriali.

Raggiungere autonomie territoriali, sociali, personali, comporta la fine di ogni centralismo autoritario, attraverso grandi mobilitazioni che devono serpeggiare in ogni stato, perché non c'è alcun grande stato del pianeta che sia indenne dal centralismo autoritario stesso e perché i centralismi autoritari si sostengono l'uno con l'altro, anche quando i loro apparati militari-industriali si scatenano nelle loro pericolose e sanguinarie competizioni.

 

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Approfondimenti sull'attualità dell'Iran:

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2022/09/iran-deadly-crackdown-on-protests-against-mahsa-aminis-death-in-custody-needs-urgent-global-action/

https://www.npr.org/2022/09/21/1124237272/mahsa-amini-iran-women-protest-hijab-morality-police

 

venerdì 9 settembre 2022

Un ricordo autonomista del 1948

 


Dall'amico Piercesare Moreni, autonomista, studioso e attivista trentino che ci è sodale nell'avventura del Forum 2043, promosso grazie ad Autonomie e Ambiente, riceviamo questo straordinario ricordo del 1948, riprodotto nella foto: un volantino che chiama a raccolta gli Autonomisti di allora, dalle Alpi alla Sicilia.

Alcuni attivisti della gloriosa ASAR, delle zone di Cortina d'Ampezzo che erano state ingiustamente separate dal processo autonomista del Trentino e dell'Alto Adige, decise di partecipare alle elezioni del 18 aprile del 1948, contribuendo alla presentazione delle liste della Unione Movimenti Federalisti, che si presentò con il simbolo della Trinacria.

L'Unione Movimenti Federalisti si presentò in poche circoscrizioni e raccolse in tutta la Repubblica poco più di 50.000 voti, ma nella circoscrizione di Catania sfondò abbondantemente il 2%. I dati sono consultabili nell'archivio elettorale della Repubblica: https://elezionistorico.interno.gov.it/.

Le speranze contenute in questo antico volantino risuonano tutte nel lavoro che oggi continua con Autonomie e Ambiente: unire coloro che vogliono autogoverno e buongoverno, perché ciò che si auspica per la propria terra vale per tutte le comunità locali. Autogoverno di tutti dappertutto!

Questo cimelio di solidarietà e collaborazione dalle Dolomiti all'Etna, in tempi così lontani, così diversi, non facili certo ma forse addolciti da un senso di speranza che oggi ci sembra di non avere, ci ricorda chi siamo.

La nostra rete civica, ambientalista, autonomista, Autonomie e Ambiente, AeA, non è un nuovo partito e nemmeno una nuova confederazione di partiti. Noi siamo qui dalla fondazione della Repubblica delle Autonomie e abbiamo radici che sono ancora più antiche.

Siamo qui per restare e l'ultima parola nella storia civile e politica dei nostri territori la scriveremo noi, non i centralismi autoritari.

Dedichiamo questo ricordo arrivatoci dal Trentino, sulle orme di quanto accadde allora, agli amici Siciliani Liberi e a Eliana Esposito, loro candidata presidente regionale nelle imminenti elezioni del 25 settembre 2022, i quali avranno risultati ancora maggiori di quelli pur lusinghieri che ebbero i loro precursori.

 

lunedì 5 settembre 2022

Decentralismo senza confusione


Il Cile è un paese lontano e diverso, ma molti ne conoscono la posizione in America Latina, nell'emisfero australe: un lunghissima striscia i cui estremi sono più lontani fra di loro di quanto la Tunisia sia distante dalle estreme propaggini settentrionali della Norvegia. Circa 17 milioni di abitanti abitano un territorio che è due volte e mezzo quello della Repubblica italiana.

Ieri, domenica 4 settembre 2022, con un referendum estremamente partecipato e a grande maggioranza, i cittadini di quella repubblica hanno bocciato un progetto costituzionale che aveva suscitato molte speranze.

I nostri ambienti decentralisti avevano guardato con simpatia al nuovo testo costituzionale, perché conteneva alcune importanti novità in termini di autonomie dei territori e dei popoli indigeni, fra i quali la lungamente perseguitata comunità dei Mapuche.

Purtroppo il testo giunto al voto era minato da un costruttivismo tanto supponente quanto miope. Si volevano tanti diritti sociali, di genere e individuali, ma ci si è dimenticati che il diritto non si nutre di manifesti ideologici e declamazioni astratte. Si voleva un governo centrale forte e ci si era dimenticati dei necessari contrappesi. Si volevano riconoscere le antiche nazioni originarie sopravvissute al colonialismo spagnolo, ma forse più come "riserve" etniche che come territori di cui riconoscere l'autogoverno. Si voleva archiviare definitivamente l'eredità di Pinochet, ma nello stesso tempo non si sono coltivate pacificazione e smilitarizzazione. I Mapuche, la più grande comunità nativa che conserva ancora una lingua e una cultura, hanno continuato a essere perseguitati e i loro attivisti sono stati trattati, anche a pochi giorni dal voto, come terroristi.

Strategicamente, occorrevano forse più riformismo, più gradualità, più moderazione. Doti che sono parse scarse nelle elite della sinistra cilena.

Tatticamente, è facile rilevare che non si sarebbero dovute mettere troppe cose insieme in un unico progetto. Si è ottenuto solo che persone, comunità, gruppi che hanno poco in comune, si sono ritrovati tutti dalla parte del "rechazo" (rifiuto) della nuova Costituzione, solo perché ciascuno contrario anche a un solo capitolo. E' il boomerang che colpisce spesso i plebisciti indetti su progetti troppo arroganti.

Una lezione per il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista, merita di essere appresa: mai confondere il nostro decentralismo con altre istanze, specie se estreme e divisive. 

Il nostro compito autonomista è decentrare il potere e poi lasciare che ogni territorio e i suoi cittadini facciano il loro cammino di riforma, a volte in senso più sociale, altre in senso più liberale, sempre, ne siamo certi, verso una maggiore responsabilità verso il proprio territorio, per il bene di tutti i viventi e ancora di più delle generazioni future.

Quando governati e governanti sono più vicini, in forme e territori di autogoverno più contenuti, i diritti umani, la difesa dei beni comuni, ideali di giustizia e libertà, emergono da soli e dal basso. Ciò che non si afferma da sé, lentamente e spontaneamente, forse, non è un valore così autentico, né così universale. 

Lo scriviamo noi, su questo blog, che pure abbiamo un patrimonio civico, ambientalista, autonomista, che abbiamo idee e progetti, che non abbiamo esitato e non esiteremo a schierarci per portare alle persone, alle famiglie, alle imprese, alle comunità, soluzioni di buongoverno nel "qui e ora".

Non si deve perdere di vita, soprattutto quando ci sentiamo parte della nostra ideale "Decentralism International", l'obiettivo più importante: l'autogoverno di tutti dappertutto. E' questo il nostro faro e non dobbiamo offuscarne la luce con nessun altro specchio.

Prima di tutto siamo decentralisti. Il decentralismo può unire, invece che dividere, perché ci proietta tutti oltre lo status quo.

Decentrare il potere richiede solidità di pensiero, competenza, serietà, costanza, capacità di stare insieme fra diversi.

Sia detto nel massimo rispetto di ogni pensiero e parte politica: non abbiamo bisogno di appesantirci con i costruttivismi, peraltro illusori, di coloro che continuano testardamente a competere per il potere, per rendere più "giusti" o più "liberi" i grandi stati.

E' più importante per noi, ed è comunque quello il nostro compito, lavorare per porre fine alla disumana concentrazione di potere che in essi, negli stati, è stata realizzata.


giovedì 1 settembre 2022

In affettuoso ricordo di Lamberto Cecchi

 


In memoria di Lamberto Cecchi, un grande pratese, pubblico qui sul mio blog un ricordo, un frammento risalente al 1999, della bella esperienza civica, audace e innovativa, che abbiamo fatto insieme, Insieme per Prato. Qualcosa di più è anche qui.

Segnalo anche questo bel riassunto di una vita lunga e impegnata, pubblicato da TV Prato:

https://www.tvprato.it/2022/09/e-deceduto-limprenditore-lamberto-cecchi-ex-presidente-degli-industriali-pratesi/

Riposa in pace caro Lamberto. Mi immagino che un antico e grande amico comune, Inaco Rossi, ti abbia preso sottobraccio e ti stia vicino.

Sincere condoglianze a tutta la famiglia e ai suoi tanti amici e sodali di buone opere.


domenica 28 agosto 2022

Piombino e Ravenna, una differenza c'è

 

La nave gasiera Golar Tundra (fonte: https://www.marinetraffic.com/) destinata a Piombino

La nave gasiera BW Singapore (fonte: https://www.marinetraffic.com/) destinata a Ravenna


La Repubblica Italiana ha già dei rigassificatori di GNL (gas naturale liquido), ha già metanodotti che arrivano anche dal Mediterraneo, non solo dalla Federazione Russia. Inoltre ha (o almeno dovrebbe avere, speriamo che non sia come per il Covid) piani di ulteriore diversificazione degli approvvigionamenti e contenimento dei consumi.

La terribile guerra di aggressione lanciata dalla Federazione Russa contro l'Ucraina, ben oltre i territori contesi e le province ribelli della Crimea e del Donbass, impone sicuramente una ulteriore riduzione degli acquisti dall'Est. Ammesso questo, non si racconti alle persone e ai territori che siamo nei guai a causa di Putin.

Siamo nei guai, invece, perché il mercato del metano è impazzito già almeno dall'anno scorso, come sanno bene i proprietari di auto a metano, molto prima che ci si potesse anche solo immaginare la guerra.

Il TTF (Title Transfer Facility) di Amsterdam, mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale d'Europa, è un fallimento economico e quindi anche politico. E' diventato un covo di speculatori. Qualcuno nella Unione Europea si svegli e lo chiuda, per prepararne poi, passata l'emergenza, la riforma. Qualcuno si svegli anche nel governo dei "migliori" e cominci a immaginarsi la temporanea amministrazione del prezzo di tutte le energie e di tutti i carburanti, oltre che aiuti massicci a famiglie, imprese, territori.

La situazione è drammatica, ma non per scarsità di gas, bensì per scarsità di buongoverno politico.

Nel frattempo la SNAM (la società nazionale dei metanodotti), spalleggiata dal governo dei "migliori" e da un numero enorme di tecnocrati di sinistra, centro e destra, ha comprato due navi gasiere, equipaggiate con le cosiddette Floating Storage and Regassification Unit (FSRU), la Golar Tundra e la BW Singapore. SNAM, il ministro Cingolani, l'intero governo Draghi dicono che queste navi sono indispensabili. Ne fanno una questione di interesse nazionale. Le stanno imponendo a Piombino e a Ravenna.

Le dimensioni delle due navi sono analoghe:

- GOLAR TUNDRA (IMO: 9655808, MMSI: 538004982), costruita nel 2015, dimensioni 293 metri di lunghezza e 44 metri di larghezza

- BW SINGAPORE (IMO: 9684495, MMSI: 235113083), costruita nel 2015, dimensioni 292 metri di lunghezza e 43 metri di larghezza

Davanti a Piombino c'è il delicatissimo mare dell'Arcipelago toscano, pieno di traghetti, pescatori, coltivatori del mare.

Davanti a Ravenna c'è l'altrettanto delicato mare Adriatico, peraltro già fortemente martoriato dagli eccessi di antropizzazione.

Purtroppo entrambe le navi gasiere funzioneranno con il cosiddetto ciclo aperto. Il gas liquido verrà quindi riscaldato pompando acqua di mare, la quale verrà poi rigettata, raffreddata, clorata e ad alta pressione in mare. Si avrebbe un continuo raffreddamento dell'acqua di mare, con la distruzione dell’habitat marino attuale e con una minaccia alle attività di allevamento e ad altre forme di economia del mare. Inoltre si avrà rilascio di cloro libero residuo, le cui conseguenze a lungo termine sono poco conosciute, tranne una che è certa: la selezione di forme di vita batterica resistenti al trattamento con cloro, con un impatto sulle generazioni future imprevedibile e quindi incompatibile con i principi internazionali, europei e costituzionali di precauzione e tutela dei diritti delle generazioni future. Si profilano, ritengono in molti, gravi incongruenze con la normativa italiana (si veda, fra gli altri, il D.Lgs. 152/2006).

Fra Piombino e Ravenna, infine, c'è una grande, drammatica differenza.

Per Piombino, si parla di ancoraggio in porto, almeno per i primi anni, con sprezzo del pericolo e contro ogni buon senso.

Per Ravenna, invece, si parla di ancoraggio a circa otto chilometri al largo e, di conseguenza, di un avvio operativo non prima del 2024.

Non ci meravigliamo del centralismo autoritario di queste scelte imposte da pochi a molti, ma non ci si venga a raccontare che Piombino è ribelle perché povera e ignorante, mentre Ravenna sarebbe contenta perché è governata dal presidente so-tutto-io Bonaccini.

 

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