Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

sabato 25 giugno 2011

Futuro e libertà con Massimo Balzi

Alle poche amiche e ai pochi amici che mi seguono sul blog, in particolare all'acutissima Manuela C., cittadina, donna, madre, attaccata alle nostre istituzioni, fedele ma non acritica elettrice del centrodestra, devo da tempo qualche riflessione in più sulla mia vicinanza e collaborazione con Futuro e Libertà di Pisa.
Oggi, appena tornato dalla celebrazione del I congresso provinciale pisano della nuova formazione politica, posso articolarne qualcuna, in modo sommario, necessariamente schematico:
- sono e resto un intellettuale indipendente, in cerca di una svolta popolana e libertina in Toscana; sono e resto corresponsabile di averci provato seriamente con il PDL; ci ho messo del tempo a capire che nessuna delle promesse europee e nazionali, toscane e locali, sarebbe stata mantenuta, nel contesto berlusconiano e berlusconista;
- appoggio Futuro e Libertà Pisa perché è un gruppo di persone in gamba, intelligenti e per bene, guidate da Massimo Balzi, un uomo geneticamente liberale, liberale di pancia, liberale di sangue, un mazzeiano prima ancora che un mazziniano; li appoggio perché in pochi mesi hanno dimostrato che si possono avere ancora regole interne, un bilancio pubblico, un tesseramento pulito, un congresso celebrato con tutti i crismi; tutte cose che nel PDL erano state cancellate manu militari in nome di una presunta fedeltà al leader Silvio Berlusconi e ai suoi rasputin.
Comunque vada la sfida politica fra i leader nazionali, questa FLI Pisa è una onorata tribù di persone vere, che resteranno protagoniste del cambiamento e del rinnovamento della politica nella nostra bella città universitaria e in tutta la Toscana.

Oggi queste amiche e questi amici, dopo la celebrazione di un piccolo ma a suo modo storico congresso, nella suggestiva location pisana, fra piazza dei Miracoli e S.Rossore, dell'Abitalia Tower Plaza Hotel, come loro primo atto pubblico hanno voluto diffondere un messaggio in cui dimostrano cosa significa essere cittadini sovrani e borghesia riformatrice, in cerca di una Repubblica migliore per noi Toscani, per tutta l'Italia, per l'Europa e per la pace internazionale. Lo riproduco integralmente, perché ne resti un nitido ricordo:


Futuro e Libertà Pisa

Sabato 25 giugno 2011

Riuniti nel I Congresso di Futuro e Libertà della provincia di Pisa, su sollecitazione della senatrice Francesca Scopelliti, esprimiamo preoccupazione per il sovraffollamento delle carceri, che è una realtà anche in Toscana e a Pisa, e solidarietà alla battaglia nonviolenta in cui si è speso personalmente, fino a mettere in pericolo la propria vita, il leader radicale Marco Pannella.

Futuro e Libertà, come grande movimento popolare e liberale del centrodestra europeo, conosce le sofferenze dei detenuti in attesa di giudizio; delle vittime delle lentezze giudiziarie; di coloro che sono in carcere a causa di una abnorme moltiplicazione e sovrapposizione di leggi penali.

Impegniamoci perché queste sofferenze siano alleviate, attraverso riforme serie; attraverso quel programma di edilizia carceraria che è stata un'altra delle promesse tradite del berlusconismo; ma anche chiedendo che sia valutata la possibilità, per far fronte all'ennesima emergenza, di un provvedimento di clemenza.

Massimo Balzi, coordinatore provinciale neoeletto


* * *

Questa è la politica di cui sono orgoglioso e che, a mio modesto parere, ci rende orgogliosi del nostro spirito repubblicano pisano e toscano, della nostra identità italiana ed europea, della nostra fedeltà ai valori fondanti dell'Occidente.

mercoledì 22 giugno 2011

Con Marco Pannella, per l'amnistia

Foto da: http://www.soprattutto.co/2013/02/20/attualita/politica-interna/amnistia-per-la-repubblica/


Sono passati ben cinque anni dal provvedimento di clemenza adottato nel 2006, su proposta del guardiasigilli Clemente Mastella, con un voto bipartisan del Parlamento italiano, per svuotare le sovraffollate, vecchie, sporche, disumane carceri di questo stato, di cui finiamo sempre per vergognarci.

Da allora né il caravanserraglio dell'Unione, al governo fino al 2008, né la paranoica maggioranza del IV governo Berlusconi, al governo negli ultimi tre anni, sono riusciti a cambiare il terrificante status quo.

Non è stata fatta alcuna seria depenalizzazione, né si sono sviluppate pene alternative al carcere.

Non si è fatto alcun importante investimento in una nuova edilizia carceraria o, come sarebbe stato ancora più necessario, in una reale separazione, anche fisica, fra detenuti in attesa di giudizio e condannati definitivamente.

Non si è portato avanti alcun dibattito credibile sulla certezza dei tempi dei processi e, di conseguenza, delle pene.

Si è lasciato che i carceri si riempissero di immigrati, drogati e altri disgraziati.

Datevi una mossa, voi tutti che siete in Parlamento!

Da anni non sopporto più Marco Pannella, ma ancora una volta sto con lui.

Non sono sempre d'accordo con gli amici Radicali, ma se non esistessero andrebbero inventati.

Per l'amnistia, subito.

Per salvare quante più vite possibile, prima che arrivi il generale agosto, il più crudele nelle carceri, soprattutto per chi è in attesa di giudizio.

Per salvare, non questo stato criminogeno, non questa politica impotente, ma almeno il nostro onore di cittadini sovrani e difendere i nostri comuni ideali repubblicani.


* * *

Per approfondire:


http://politica.avvenirelavoratori.eu/2011/06/la-lotta-di-pannella-per-lamnistia-e-la.html

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_maggio_19/protesta-carceri-sciopero-fame-deleo-190686366677.shtml

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/21/lo-sciopero-di-pannella-e-le-ferie-della-rai/121382/



Per ricordare come si siano persi cinque anni:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/12_Dicembre/12/amnistia.shtml


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PS del 25 luglio 2013: Sono passati altri due anni. Persi anche quelli. Che S.Giacomo maggiore protegga tutti coloro che passeranno un'altra estate ingiustamente in carcere, ingiustamente in attesa di giudizio (Nda).

martedì 21 giugno 2011

Full transcript of Lady Gaga's speech in Rome at Europride

Yes, this is a full and faithful transcript of the speech Lady Gaga gave in Rome at Europride.
The text has been revised with the precious help of  William Conyers. Further suggestion from the Internet crowd are welcome, writing to https://plus.google.com/+MauroVaiani/ .
We are happy to publish it, however, as a Summer Solstice gift to everybody, notably billions of teens who struggles with their identity.It's time to feel free, freer than ever before, we, queer mates, diverse and may be mutants, nothing else but humans, from the entire universe.
(Last update on July 4, 2011 - Contacts revised on February 26, 2015)

Lady Gaga at Europride 2011 

Rome, saturday June 11th 2011


One million people waiting for Lady Gaga
on Roman twilight, at the Circo Massimo,
Europride, June 11th 2011


















I’m beautiful in my way
’cause G-d makes no mistakes
I’m on the right track baby
I was born this way



When I first embarked on my artistic and musical journey as a young Italian-american woman, born of a full second generation Italian family, Stefania Joanna Angelina Germanotta...
* * *
...I did not know yet the passion and the fervor for equality and social justice, that would grow so deeply inside of me.
As I become closer to each and everyone of you, through music, dance, art, and fashion, the celebration of our individuality, it has become clear to me that my greater mission is to be part of the joyous mobilization of the LGBT community, worldwide!
* * *
Today...
* * *
Today, and every day, we fight for freedom.
We fight for justice.
We beckon for compassion, understanding, and above all, we want full equality, NOW!
* * *
I am angry, like many of you are, here today, but shall we transform this Italian square into an electric chapel?
* * *
Let's exorcise our anger, and baptize our pain, and stand here strong.
Today let us proclaim the defense of love.
* * *
For some governments, gay rights are not a political or social priority, and the principles of non-discrimination are ambiguous.
In my country, the transparency of democracy, similarly, has become crowded and confused by political procedure.
I find myself googling and switching from channel to channel, radio to print, just to reveal an iota of political truth in relation to social justice.
I, like you, I want to see the argument, I want to be privy to the conversation.
In democracy I am told I have a voice in this discourse.
But although Americans may celebrate gay pride and peacefully protest, we are shaded by politics and hidden from legislative process, as they as they beg to enforce change.
* * *
Now, lets talk about Europride.
* * *
So everyone, put your paws up for Europe!
* * *
This is not just about a party.
It is not just a peaceful demonstration.
It is a spirit of a basic human right: We are here today to defend love.
* * *
I want to say thank you to all, all of the beautiful people assembled here today.
Ciao Roma!
* * *
I woke today in my hotel.
Overlooking the square, in my luscious Italian silk sheets, I was naked...
And very suddenly, I began to hear mashups of "Paparazzi" and "Judas" and "Born This Way"...
Thank you, thank you so much for allowing my music to be a part of your joyous day.
I'm so honored to be here.
* * *
To all the organizers of the Europride, leaders of the FRA who fight every day for the LGBT citizens around the the European Union, the LGBT citizens in the European Union, we all need you.

Thank you and bravo to the mayor of Rome, Gianni Alemanno.
We thank you for coordinating this event, that we may all peacefully come here and celebrate together.
I'm honored to be here and additionally I would like to say a warm thank you to Donatella Versace.
Today, she made all my gay Italian dreams come true.
Today I wear only “Archive”, from the last collection of Gianni Versace.
* * *
I look into the crowd, and there is a plethora of European citizens aligned, knowing first hand that some of your governments still block the basic freedom of assembly.
Celebrations such as these in so many countries are still illegal.
As I’ve traveled the world, meeting, and kissing, and touching, and celebrating with all of you, it is your bravery and your courage that now inspires me.
* * *
The stories of all my beautiful fans, the young soldiers, the homeless LGBT youth, anti-gay violence, the effect that the denial of gay marriage has on real families worldwide — these are the stories that must be told to the world.
These are the stories that will change the world.
These are the stories that speak out in the defense of love.
We are here today because we are not less valuable.
We are here to proclaim our strength, our steadfastness, and our intelligence.
We will not be treated as anything less than human.
* * *
On the night of June 27, 1969, in the heart of my home, Manhattan's West Village, the gay rights movement was born.
We stood together on that night the same as we are standing here today in solidarity for change.
But today, we stand with peaceful flags, hope for togetherness.
And though simple as it may sound, I repeat myself: Shall we move forward in the honor and defense of love?
* * *
We stand together to demand and to defend basic human rights, full equality an end to intolerance and discrimination.
We have come so far from the days of Stonewall, but despite the political advances made in terms of our rights and visibility as LGBT people, sadly the truth and the fact is that homophobia and anti gay violence and bullying are alive and real.
* * *
I have spoken out all over the world, repeatedly and viciously about these issues.
I am often questioned: Why so much gay speak?
I'm often questioned: How gay are you Lady Gaga?
Why is this question, why is this issue so important?
My answer is: I am a child of diversity, I am one with my generation.
I feel a moral obligation as a woman - or a man - to exercise my revolutionary potential and make the world a better place.
* * *
And on a gay scale of 1 to 10, I’m a Judy Garland fucking 42.
* * *
I'm aware that many countries and governments worldwide still restrict their citizens from reading about LGBT issues and challenges.
This is what means the most to me in my career... The most to me in my relationship with my fans... I want all your stories to be heard by the world...
Placing censorship on respective medias is what I believe to be the giant wall in our way.
It is my profuse belief that our powerful stories will bridge the gap of human commonality.
We’ve all got the same DNA, we were just Born This Way.
* * *
It is the block of these LGBT stories that perpetuates hate and discrimination, as it limits the public's ability to perceive of the tremendous effect that inequality has on my generation and on generations to come.
I would like to name a few of the governments, right now: Lithuania, Russia, Poland; we stand up for Budapest, for Lebanon, and for Middle Eastern countries.
* * *
It is not about one law or one example.
These laws that have yet to be passed...
...They set a precedent...
...And so many young people are being affected: suicide; self-loathing; isolation; inability to find work or integrate, based on fear.
So I stand here today, not just as a woman of European descent, but as a woman of the world,
And I ask governments with you, worldwide, to facilitate our dream of equality. 
Help us to stand together peacefully.
Please do not divide us.
I am aware and respectful of religious histories and books.
I am compassionate towards young people and families who sacredly honor their lineage.
But I am asking the world simply: : Acknowledge the change!
* * *
Modern social issues are real, they are serious and the laws that confine them having an overarching effect on humanity.
The precedent set by the government is so influential, and that is why we are here.
Because it regards that some of us.
LGBTs may never had an equal seat at the table but we will.
* * *
For the 15-year-old who struggles... 
With their identity...
Who and what do they have to look up to?
Where is their wedding day?
Where does the dream of their potential end?  
And can it have no limits?
Rome, how can we transform the oppression of the past into the liberation of the future?
* * *
Let us give birth to a new and international ideology.
Let us come together and synthesize our histories into today.
Let us be revolutionaries of love and use our human powers, our very strong human powers, to save lives and encourage unity around the world.
* * *
Thank you.
* * *

For deepenings about Europride 2011 
A gay and christian experience - Una testimonianza gay e cristiana


Reference of Sources

Original audio available from Radio Dee Gay:
Accessed on July 20th 2011

An original audio and video also from:
Accessed on July 20th 2011

A transcript source:
Accessed on July 20th 2011

Revision by Mauro Vaiani

Final revision by William Conyers

domenica 19 giugno 2011

Pontida come Bastia Umbra

Ho seguito il raduno di Pontida, grazie a Radio Radicale, mentre mi spostavo da Pisa a Prato, sotto un cielo toscano caldo e tempestoso, una primavera che non sa ancora se diventare estate.
Li ho sentiti stanchi e incerti, più paranoici del solito, incapaci di un qualsiasi cenno critico e soprattutto autocritico. Con l'eccezione, lo preciso, del vecchio e malato Bossi, che lascia sempre trapelare qualcosa dell'umanità e dell'umiltà del militante di lunghissimo corso, che non può mai totalmente dimenticarsi di venire dalla polvere e dagli stenti.
Un momento di sincero entusiasmo l'ho percepito solo quando il leader ha detto con chiarezza che la si potrebbe far finita con Berlusconi. Ho sentito un boato in tutto e per tutto simile a quello che avevo ascoltato, sempre via Radio Radicale, da Bastia Umbra, dal raduno nazionale dei liberali, dei riformatori, dei finiani cacciati dal PDL, quando Fini chiese le dimissioni del IV governo Berlusconi.
La Lega ha diffuso anche un'agenda che sembra un ultimatum. Ci si concede ancora sei mesi di tempo. Se non si fanno il Senato federale, il dimezzamento del numero dei deputati, il decentramento dei ministeri, una ulteriore devolution di poteri alle regioni, una riforma fiscale che favorisca il lavoro a scapito delle rendite, un drastico ridimensionamento delle nostre missioni militari all'estero, la Lega preannuncia il suo smarcamento.
Ovviamente nessuno, nemmeno i suoi più accaniti tifosi, crede che Silvio Berlusconi trovi il coraggio di fare in poche settimane ciò che non ha saputo fare in quasi vent'anni di impegno pubblico.
Nessuno, non solo a Pontida, non solo a Bastia Umbra, crede che il berlusconismo abbia ancora qualcosa da dire, da dare, da fare per questa malandata e decadente Repubblica.
Lo dico con le parole di un caro amico vecchianese: "E' un po' difficile credere che Berlusconi debba ancora dare il meglio di sé.".
Che cosa ci dobbiamo aspettare per il dopo? Proviamo noi a far succedere qualcosa!

sabato 18 giugno 2011

Berlusconi perché non c'era di meglio

Il Foglio ha lanciato una interessante raccolta di riflessioni sulla fine del berlusconismo, chiedendo equanimità. Posso contribuire anch'io?
Quando sarà tutto finito, sarà stato un altro ventennio, è vero, ma credo che sia equanime ricordare che, sin dall'inizio, il popolo sovrano non ha sempre scelto, seguito, votato Berlusconi - e tanto meno i berlusconiani - quando nel mercato politico c'era qualcosa di meglio.
Silvio Berlusconi è stato un uomo di straordinario successo personale, un grande incantatore di serpenti, uno strenuo difensore del proprio impero economico, un abile manovratore politico, ma non ha sempre veramente dominato la scena o dettato l'agenda politica italiana.
Sempre più cittadini, in questi vent'anni, si sono comportati più da sovrani che da tifosi. Anche con il Cavaliere. Importanti quote di elettorato, quelle più mobili, hanno capito e anche abbastanza per tempo che gli mancava la tempra dello statista realizzatore di cambiamenti istituzionali e di riforme economiche e sociali. E' stato molto più sopportato come male minore, che veramente amato.
Ecco qualche sommario e necessariamente semplicistico promemoria.
Sin dall'inizio, cioè sin dal 1993 a Roma, l'elettorato preferisce Francesco Rutelli a Gianfranco Fini, nonostante la raccomandazione del Cavaliere.
Nel 1994 vinse sì, ma per il rotto della cuffia. Il popolo aveva preferito lui a Occhetto, ma in quanti collegi uninominali i suoi candidati troppo improvvisati persero voti a favore di persone serie di sinistra e di centro.
Nel 1996 il vincitore fu Romano Prodi, il cui governo ci ha portato, bene o male, nell'Euro.
Dal 2001 al 2006 Berlusconi riuscì a governare per l'intera legislatura, ma fu costretto a mediare con Bossi, Fini, Casini e Follini e a fare due governi. Durante quegli anni la sua parte politica, che lui ci mettesse la faccia o meno, perse clamorosamente molte elezioni locali, regionali, europee. Non gli riuscì di vincere il referendum costituzionale del 2006, anzi, non ci provò nemmeno.
Gli riuscì invece, purtroppo, di far mancare il quorum a tanti referendum radicali e riformisti, che invece sarebbero stati utili per accelerare un cambiamento in senso anglosassone delle istituzioni e, chissà, forse anche della nostra società.
Nel 2006, nonostante l'impresentabile coalizione che lo sosteneva, rivinse Prodi.
Nel 2008, invece, Berlusconi vince per la terza volta, ma solo perché l'Unione era stata un disastro. Non dimentichiamo poi che, senza la svolta del Predellino, se non si fosse presentato con la sua lista unitaria di centrodestra, la novità del nuovo Partito Democratico maggioritario e il Veltroni consacrato dalle primarie sarebbero state per lui un concorrente davvero pericoloso.
Purtroppo la sua lista unitaria di notabili, belle ragazze e giovani obbedienti, non è diventata e non diventerà mai un vero partito liberale e popolare.
Il Partito Democratico, invece, e lo dico io dalla Toscana e da quel “Toscano Diverso” che sono sempre stato, non è più la “vecchia sinistra” del “sessantennio partitocratico”. Il PD è sempre più un grande contenitore, snello e duttile, al servizio dei suoi elettori, capace di far emergere giovani come Matteo Renzi e di lasciar correre outsider come Giuliano Pisapia.
Insomma, Berlusconi è stato creativo, abile, a suo modo audace. Credo che sia stato anche sincero, quando ha predicato e reso finalmente popolari in questo paese intriso di statalismo eticista, un kerygma di idee liberali, liberiste e persino libertarie.
E' stato un leader capace di galleggiare sopra i limiti di tutti i suoi avversari. I quali, con pochissime eccezioni, sono tutti in politica da prima di lui e, spero che il Cielo e gli elettori siano d'accordo, non vorrei davvero che riuscissero a sopravvivergli.



Mauro Vaiani


martedì 14 giugno 2011

Preavviso di sfratto

Lo scrutinio non è ancora terminato ma, a questo punto, nelle prime ore di martedì 14 giugno 2011, ci sono dei numeri che si sono già sedimentati. Numeri veri, voti espressi da persone fisiche. Non stime, non percentuali.

Avevano diritto al voto 50.417.952 italiani, quelli all'estero compresi. 25.208.977 è quindi il numero che rappresenta la maggioranza assoluta dei cittadini sovrani di questa Repubblica.

In tutti e quattro i referendum, ma in particolare sul quarto, quello più politico, sul legittimo impedimento, i voti "sì" sono già ben oltre quindi quel numeretto che rappresenta la maggioranza assoluta. Tanto per far capire che gli elettori hanno capito bene cosa stavano facendo, ricordiamo anche che il meno votato di tutti e quattro i referendum è stato quello sul nucleare, quello che i soloni del berlusconismo morente volevano fermare perché considerato, quello da solo, uno specchietto emotivo di richiamo per una cittadinanza, a loro dire, emotiva, irrazionale... Ma ci facciano il piacere!

La maggioranza assoluta dei nostri concittadini non ha solo voluto resuscitare l'istituto del referendum, dopo anni di boicottaggi e derisioni contro la democrazia diretta, ma ha voluto abrogare una leggina fatta apposta per Silvio Berlusconi e solo per lui. Una legge sbagliata di cui, dopo l'intervento della Corte Costituzionale, era rimasto ben poco. Una legge a tempo, che stava per raggiungere la sua scadenza. Eppure elettori di destra, centro e sinistra si sono mobilitati, in un incredibile e gigantesco passaparola, per abolirla.

Questo, secondo me, si chiama preavviso di sfratto.

Una piccola nota per coloro che, nel campo del vecchio centrodestra, si sono avventurati in una difesa spericolata dell'indifendibile: avrete di che riflettere, dopo aver letto la nota con cui Palazzo Grazioli ha accolto il risultato dei referendum. Come aveva previsto Oscar Giannino, i militanti sono stati lasciati soli a difendere cialtronerie e guasti combinati da dirigenti codardi, che danno una volta di più la netta sensazione di non aver mai creduto in quello che predicavano e legiferavano.


Post Scriptum delle 9.55 di martedì 14 giugno 2011:


Referendum n.4 

Legittimo impedimento

Risultati provvisori Italia + Estero

Fonte: http://referendum.interno.it/refe110612/RFT0004.htm
(ultimo accesso 14/6/2011, ore 9.55)

Sezioni scrutinate Italia 61.599 su 61.599
Plichi controllati Estero 1.279 su 1.279

Elettori 50.417.952
Votanti 27.622.369 (54,78 %)

SI 25.736.273 (94,62 %)
NO 1.462.888 (5,38 %)

Bianche 272.883 (0,98 %)
Nulle 149.902 (0,54 %)
Contestate 423 (0,00 %)

lunedì 13 giugno 2011

La Repubblica ha un quorum

Gli elettori sovrani si sono alzati e sono andati a votare. Lo ha fatto oltre il 57% degli aventi diritto. Erano più di quindici anni che un referendum non raggiungeva il quorum. Chi vuole approfondire consulti una bella pagina del Corriere della Sera sulla storia di questo fondamentale istituto di partecipazione popolare.

Qualcosa sta accadendo, nel profondo del paese, nel cuore della maggioranza assoluta dei nostri concittadini in questa malandata Repubblica.

Oso sperare che si stia davvero aprendo una nuova fase, nella quale potremo rilanciare anche le nostre idee liberali e federaliste, quelle nostre parole che erano diventate, fino a oggi, impronunciabili, letteralmente sputtanate in questi ultimi quasi due anni di lento tramonto del berlusconismo.

Vedremo, come al solito, con umile ma tenace speranza. Intanto rilanciamo subito il nostro appello alla riforma dell'art. 75 della Costituzione. Ora che la Repubblica ha ritrovato il cuore e il quorum, è tempo di riformare l'istituto del referendum.

Leyla Zana

Apprendo stanotte dai media che Leyla Zana, una donna, una patriota kurda, una militante nonviolenta e democratica, potrebbe essere stata eletta nel Parlamento turco. E' una piccola riscossa di cui sono grato alla Provvidenza. Non si può vivere senza fede, senza speranza, senza amore e la vera sorpresa del nostro tempo è che sempre più persone, attraverso la rete globale, si lasciano contagiare da questa nostra convinzione.

Per chi volesse approfondire:
http://oltrelostretto.blogsicilia.it/turchia-i-curdi-conquistando-36-deputati/46690/

sabato 11 giugno 2011

Lady Gaga at Europride

Lady Gaga ha parlato al Circo Massimo, la sera di sabato 11 giugno 2011, al termine dell'Europride, davanti a quasi un milione di persone. C'ero anch'io e, credetemi, è stato un grande momento.

Grazie a Radio Dee Gay è disponibile in rete l'audio integrale e originale del suo statement, un discorso che, ci scommetto avrà una risonanza mondiale. Ascoltatelo direttamente, senza filtri, senza traduzioni, senza commenti.

Per chi preferisce leggere, segnalo questa trascrizione, su cui ho lavorato personalmente:
http://diversotoscana.blogspot.com/2011/06/full-transcript-of-lady-gagas-speech-in.html

Fatevene un'idea personale, ne vale la pena. Fate risuonare il vostro cuore assieme a quello dei miliardi di ragazze e ragazzi di tutto il mondo che, ascoltando questo discorso, ne saranno incoraggiati, ne trarranno ispirazione, vivranno fino in fondo la propria vita, magari si faranno addirittura rivoluzionari dell'amore.

Ecco il link:
http://www.deegay.it/news/4926-il-discorso-di-lady-gaga-dal-palco-di-europride.html

mercoledì 8 giugno 2011

La vera lezione del Belgio

Questo finesettimana i referendum italiani e l'Europride potrebbero far passare inosservato un anniversario di una qualche importanza: il Belgio vive da un anno senza governo e, per quanto possa sembrare sorprendente, se la sta cavando benissimo.

Venerdì si compirà un anno dalle ultime elezioni politiche federali del Belgio, che si tennero il 10 giugno del 2010, un anno nel corso del quale le forze politiche non sono riuscite a formare un nuovo governo.

I due maggiori vincitori delle elezioni dell'anno scorso, i socialisti della Vallonia e i nazionalisti delle Fiandre, non hanno ancora trovato un compromesso attorno ai temi che stanno a cuore alle due comunità principali che costituiscono la federazione, quella vallone e quella fiamminga. I nazionalisti fiamminghi puntano verso un ulteriore smantellamento dello stato federale, in favore dell'autogoverno locale. La Vallonia, che è economicamente più debole e teme di perdere importanti sussidi pubblici federali, è molto tenace nella difesa dello status quo.

La vera lezione di questo anno senza governo in Belgio è, a nostro parere, per il nostro punto di vista liberale e federalista, molto confortante: delle comunità locali forti ed efficienti, come sono quelle che costituiscono il regno federale del Belgio, in un contesto di pace e libertà, come è quello garantito dai trattati europei e atlantici, non hanno poi un gran bisogno di un governo centrale.

Il precedente governo, guidato dal premier Yves Leterme, è nel frattempo rimasto in carica per gli affari correnti. Non avendo più i pieni poteri, non ha potuto far altro che tenere i conti in ordine e lasciare l'economia libera di agganciarsi alla ripresa economica tedesca e internazionale. Un classico caso liberale in cui è stato meglio, per un paese, essere governato di meno.

Quello del Belgio potrebbe essere un utile ammaestramento, per tanti politici nostrani, che parlano da vent'anni di federalismo, ma intanto lasciano gonfiare a dismisura i poteri centrali, ovviamente quelli da essi occupati. Fra di loro anche quelli che una volta lottavano per abolirli, i ministeri centrali, e che invece oggi lanciano campagne (meramente propagandistiche) per spostarli da Roma verso il loro mitico Nord.

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Alcuni siti, meno conosciuti, per seguire lo strano caso del Belgio, che vive meglio senza un governo centrale:

http://www.brusselsjournal.com/

http://crisisinbelgium.blogspot.com/


Una interessante conversazione, che si è tenuta presso un media cinese di lingua inglese, fra il diplomatico Didier Vanderhasselt e i politologi Marco Martiniello dell'Università di Liegi e Dave Sinardet della Università di Anversa:

http://english.cri.cn/8706/2011/06/03/2861s640937.htm

* * *

lunedì 6 giugno 2011

Isola persa

Giudicare da lontano è sempre difficile e rischioso, ma mi pare di poter dire che Ischia ha perso una occasione.

Ieri e oggi si  è tenuto il referendum consultivo per l'unificazione dei sei comuni dell'isola di Ischia. Questo era il quesito: "Volete che sia istituito il nuovo comune di "Isola d'Ischia" mediante la fusione dei comuni di "Barano", "Casamicciola Terme", "Forio", "Ischia", "Lacco Ameno" e "Serrara Fontana"?"

Degli oltre 50.000 aventi diritto, solo 15.000, il 28,48%, si sono recati alle urne. Niente quorum, quindi, che è richiesto dalle norme regionali della Campania. La bella campagna, con l'accattivante slogan "Unico come Ischia", promossa per l'unificazione dei comuni dell'isola subisce una pesante battuta d'arresto.

Mi auguro che i suoi promotori non si arrendano. Se impostato in modo rispettoso del territorio, delle tradizioni e delle identità locali, dell'autonomia dei borghi, della necessità per l'elettorato di continuare a esprimere la propria sovranità, questo movimento per l'unificazione dei piccoli comuni non potrà che andare avanti.

Un'altra occasione l'ha persa la Campania, che avrebbe potuto, o forse dovuto, unire questi referendum a quelli di domenica prossima, risparmiando un po' di soldi pubblici.

Va ripetuto, incessantemente e testardamente: i quorum sono una presa in giro della democrazia e andrebbero tutti aboliti, perché minano i diritti delle maggioranze, fiaccano le minoranze più attive e creative, espongono la popolazione al controllo e a potenziali ricatti.

Non so come andrà domenica prossima, ma dobbiamo portare avanti la nostra battaglia per una democrazia diretta senza i quorum, a partire dalla riforma dell'art. 75 della Costituzione.

venerdì 3 giugno 2011

Uninominale anche in Puglia e Salento

Rilanciamo una buona notizia dalla Puglia e dal Salento: anche in quel consiglio regionale si sta aprendo un dibattito sui collegi uninominali, le primarie istituzionalizzate, la riduzione dei costi della politica.


Riforma uninominale in Puglia e Salento

LECCE – I tre firmatari della proposta di modifica della legge elettorale regionale, Antonio Rotundo, Antonio Grassi e Anna Elisa Toma, hanno illustrato, nella sede leccese del Partito democratico, i dettagli della loro iniziativa. Le direttrici fondamentali si basano sulla previsione di collegi uninominali, sulla riduzione del numero degli eletti, sull’istituzionalizzazione delle primarie e sulla previsione di norme che garantiscano la parità di genere.

Nell’ipotesi, ad esempio, che gli eletti con il sistema uninominale siano cinquanta, ogni collegio sarebbe rappresentativo di circa 80 mila pugliesi. Tra l’altro, in questa ottica, verrebbe meno quel premio di governabilità sul quale si è in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, che il 10 maggio, ha discusso della questione sorta con il ricorso al Tar di otto aspiranti consiglieri, di cui quattro del Pd, che non siedono nel parlamentino di viale Capruzzi perché l’ufficio elettorale competente ha ritenuto la legge elettorale regionale in contrasto con lo statuto dell’ente che prevede un tetto massimo di 70 consiglieri.

I vantaggi di questa proposta di modifica, hanno spiegato i firmatari, risiederebbero nel vincolo di fiducia che si instaurerebbe direttamente tra gli eletti e l’area geografica di cui sono espressione, nella corrispondenza tra territori e consiglieri che non lascerebbe scoperta alcuna porzione di territorio, nella riduzione dei costi della campagna elettorale e nell’eliminazione dei fenomeni di voto di scambio. Un elemento di novità starebbe nella previsione, nella stessa legge regionale da approvare, “di forme di incentivo e di controllo delle modalità di svolgimento delle elezioni primarie sia per la scelta del candidato presidente che per la scelta di quello di collegio di modalità per garantire la parità di genere”.

Dal Pd leccese parte dunque un input molto forte diretto al vice presidente del Consiglio regionale, Antonio Maniglio, che si è fatto carico di presentare in tempi brevi una proposta definitiva a nome del partito. Nei cassetti dei partiti oltre che degli uffici dell'ente regionale sono depositate da tempo, infatti, varie proposte di superamento del sistema attuale. La prossima iniziativa pubblica, in calendario il 16 giugno alle 18.30, sarà un convegno al quale parteciperanno il sindaco di Bari, Michele Emiliano, il governatore della Basilicata, Vito De Filippo e Antonio De Caro, capogruppo del Pd alla Regione.

 
(venerdì 3 giugno 2011)
 
 

Battiquorum

Perché il 12 e il 13 giugno 2011 andrò a votare 
e voterò quattro sì: 
contro il nucleare di stato; 
contro il dirigismo centralistico in materia di acqua 
e altri servizi pubblici locali; 
contro il legittimo impedimento.


In questi ultimi giorni di riflessione, in vista dei referendum del 12-13 giugno 2011, dico anch'io la mia: andrò a votare e mi esprimerò su tutti e quattro i quesiti. Sarà ancora una volta "battiquorum".

Magari rivivremo l'emozione del 1991, quando la partecipazione al voto sfiorò il 50% già la domenica sera. Gli Italiani seguirono il consiglio di Craxi, Bossi e tanti altri di andare al mare, ma lo fecero solo dopo aver votato. Oppure magari sarà dura come lo fu nel 1999, quando il quorum fu mancato per un soffio su un pacchetto di piccole riforme anglosassoni che avrebbero potuto frenare il declino della Repubblica e scuotere il paese dal suo immobilismo.

Vedremo.

Sarà difficile portare al voto la maggioranza assoluta degli iscritti alle liste elettorali, ma dobbiamo assolutamente tentare.

Il popolo sovrano può e deve riflettere sul fatto che tutte le volte che ci sono state campagne astensionistiche che hanno fatto fallire i referendum, è finita sempre che i pochi hanno deciso per i molti, le caste si sono rafforzate, a rimetterci sono state le istituzioni e l'interesse generale.

Sono contrario all'esistenza del quorum, che impedisce l'esercizio della sovranità ai cittadini più attivi e più creativi. Mi batto da sempre per la sua abolizione e per la riforma dell'art. 75 della Costituzione. Per dimostrare che il quorum è sbagliato, però, dobbiamo tornare a superarlo, questa volta.

Dobbiamo dimostrare con i numeri, andando a votare in massa, che la Repubblica così com'è, governata da leader discutibili ma inamovibili e dalle loro corti di disponibili, non ci va bene.



* * *

Nel merito dei quattro quesiti mi sono fatto delle personalissime convinzioni:

- voterò sì ai due quesiti sull'acqua, perché credo che gli unici e veri proprietari dell'acqua siano le comunità locali, le generazioni di lavoratori e contribuenti che, nel tempo, hanno costruito e finanziato impianti e reti; sono quindi le regioni e i comuni, con la partecipazione diretta dei cittadini utenti, che devono decidere come gestire l'acqua nel tempo, anche nell'interesse delle generazioni future; le norme che impongono una gestione mista pubblico-privata, volute dal IV governo Berlusconi nel 2008, sono una inutile forzatura centralistica e dirigistica;

- voterò sì all'abolizione delle norme sul nucleare, perché quelle norme aprono la via a un costosissimo e obsoleto nucleare di stato, di cui non ci saremmo mai potuti fidare; voterò sì anche per punire il IV governo Berlusconi, e l'attuale maggioranza fondata sui disponibili a tutto, per il loro maldestro tentativo di imbrogliare il popolo con la modifica all'ultimo momento delle norme sul nucleare; questo senza rinunciare al mio sogno di poter un giorno vedere costruire, anche vicino a casa mia, un impianto credibile, economico, avveniristico, compatibile con l'ambiente e con la presenza umana;

- voterò sì all'abolizione delle norme sul legittimo impedimento; anche se la Corte Costituzionale le ha già depotenziate, occorre un chiaro e netto pronunciamento popolare contro la presunzione e l'insipienza dell'attuale classe dirigente; sono dei buoni a nulla, se ne vadano; non solo Berlusconi, ma tutti coloro che sono stati protagonisti dell'età berlusconiana.

Andiamo a votare, andiamo avanti.

* * *


E' ovvio che questa tornata referendaria si è caricata di un valore simbolico che va oltre il merito tecnico dei quesiti. Sta diventando una protesta contro la palude politica nazionale e l'eterna partitocrazia italiana, come giustamente ricordano, con la tradizionale lucidità, gli amici radicali.

I referendum non mettono affatto in pericolo, né in linea di fatto, né di diritto, lo sviluppo del pluralismo nella gestione dei servizi pubblici, partecipazione dei privati compresa. Gli amici liberisti dell'Istituto Bruno Leoni ne prendono atto, con l'umiltà che solo i veri esperti possono avere.

Mi pare, invece, che altri amici libertari non abbiano capito quale è la posta in gioco: tentare di boicottare questi referendum serve solo a difendere lo status quo, a tentare disperatamente di frenare il declino del berlusconismo, a proteggere le posizioni dominanti di mercato delle attuali grandi aziende pubblico-private che hanno in gestione i servizi pubblici locali.

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