Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 29 gennaio 2016

Santa Maria Maddalena prega per noi





Nel XV secolo Donatello ha scolpito questa straordinaria, commovente Maddalena penitente ed eremita, che si trova nello (splendidamente) rinnovato museo dell'Opera del Duomo di Firenze.
Per chi scrive, è una immagine di quella che su questo blog chiamiamo fede queer, cioè la nostra intima convinzione che la Provvidenza non crea macchine sbagliate, ma tante creature diverse, le quali condurranno una vita differente da quella della maggioranza di noi.
Una diversità che è voluta dalla Provvidenza proprio per rendere ancora più straordinaria l'intera vita umana.
Minoranze che non negano alcunché di quanto è autenticamente umano, ma testimoniano davanti a tutte le maggioranze - e in resistenza contro ogni concentrazione di potere, contro ogni bigottismo, contro ogni oppressione - che al centro di quel grande mistero che è la nostra breve vita, ci sono la libertà umana e la fantasia di D-o.
Che sono in realtà - noi lo crediamo - la stessa cosa.

* * *

Così, come uomo gay, come libero cittadino, come povero cristiano, come peccatore e penitente, illuminato dalla grande benedizione che attraverso l'icona di Santa Maria Maddalena la tradizione cristiana ci ha trasmesso, mi unisco all'appello #chiesaascoltaci della neonata associazione di cristiani lgbt* Cammini di speranza.
Mando anch'io il mio messaggio arcobaleno di speranza al grande raduno delle famiglie cristiane di domani a Roma, il cosiddetto Family Day.
Sono sicuro che molto presto, in molti, comprenderanno meglio (ma bisogna anche un po' studiare per poterlo capire, come ci insegnano Paolo Rigliano e tanti altri!) che la vita umana è sempre stata fatta da famiglie diverse, non certo solo da quella impostaci da una recente e autoritaria modernità.


mercoledì 20 gennaio 2016

Cristiani per le unioni civili


Dopo tanti anni di discussioni, ma soprattutto di ipocrisie e fallimenti, ora basta. Occorre da parte di noi cristiani una posizione chiara, netta, in favore delle unioni civili. Questo intervento è stato pubblicato su Gionata e sul sito del Kairos.

* * *

Tante persone cristiane queer aderiscono alle manifestazioni civili di sabato 23 gennaio 2016, in sostegno dell'introduzione anche nella Repubblica Italiana di un riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali e delle loro famiglie.

Scenderemo nelle piazze unite dallo slogan-tag #SvegliatItalia. Molti di noi, persone cristiane lgbt*, parteciperemo, con le nostre famiglie, ovunque siano stati indetti incontri pubblici per ricordare che “è ora di essere civili”.

Non abbiamo una agenda politica o legislativa da portare avanti in quanto persone omosessuali cristiane. Fra di noi c'è lo stesso pluralismo che c'è nel resto della società, come è naturale che sia.

Tuttavia condividiamo una idea semplice e chiara, che è matura da tempo nella Repubblica, tanto da essere stata consacrata da importanti sentenze e pronunciamenti delle più alte istanze poste a tutela dei diritti umani fondamentali e costituzionali: ci deve essere un istituto che consenta a tutte le coppie omosessuali di essere riconosciute e rispettate, in tutti gli aspetti essenziali della loro convivenza.

Ci deve essere riconoscimento pubblico dell'aver messo in comune i beni, di essere l'una persona al fianco dell'altra nella salute e nella malattia, di accudire insieme i propri figli e i propri anziani.

Il riconoscimento delle nostre coppie e delle nostre famiglie è la prossima e necessaria tappa della nostra scelta di cominciare a vivere, finalmente, alla luce del sole, nella società e nelle nostre chiese.

Non spetta a noi entrare nei dettagli, ma stiamo seduti alla porta dei nostri legislatori e non smetteremo di bussare.

Firenze, festa di San Sebastiano, 20 gennaio 2016

Mauro Vaiani, Firenze

Mauro Vaiani
cristiano omosessuale del gruppo Kairos di Firenze
volontario del progetto Gionata
presidente del fondo Samaria

sabato 16 gennaio 2016

Tsainami in Taiwan


Source: SCMP


Taiwanese people have spoken.
It was a landslide, historic victory for the democratic, progressive, local, authonomist candidate, madam Tsai Ing-wen.
She has become the first woman president of the republic of Taiwan and her Democratic Progressive Party has gained control of the legislative body.
Her main challenges: protecting vernacular cultures of Taiwan, environment safeguard, enhancing democracy, social justice (in the midst of an enduring economic stasis), giving hope and proud to islanders' new generations, being an icon of liberty for all the Chinese sphere, all Asia, and beyond.
A very demanding job!
She has also the mandate to establish a new advanced kind of Chinese confederation, establishing a special relationship with the mainland, maintaining Taiwan self-government.
At the end of 1940s, at the moment of United Nations foundation, along with the Soviet Union, also Ukraine and Byelorussia were admitted.
Taiwan is much more independent than Ukraine and Byelorussia were, and modern mainland China is very different from then Soviet Union, but the precedent may help to set a progressive, inclusive direction of research.
When we say we are living in an interdependent world, and at the same time we say we believe in self-determination, we set an empty frame.
It takes much more imagination to fill it with pragmatic, practicable, geopolitical content.
May the Providence bless Taiwan and madam Tsai Ing-wen.

* * *

See also:
- Post-elections report by The China Post (Taiwanese newspaper in English)
- A report by the South China Morning Post (Hong Kong)
- A surprisingly moderate comment from Xinhua (the official Beijing agency)



lunedì 11 gennaio 2016

Non taceremo mai più




Questo blog si unisce volentieri alla campagna di solidarietà con i webmaster del Progetto Gionata, dopo l'ennesimo attacco informatico.
Come è noto, Gionata è un portale dedicato alla riconciliazione fra fede e omosessualità, fra amore per il nostro Salvatore Gesù Cristo e la nostra condizione queer.
I criminali che hanno tentato di distruggerlo saranno anche dei nerd, saranno anche cyber, ma in fondo restano solo degli squallidi, miserabili squadristi, che verranno denunciati.
Ci hanno provato e ci proveranno ancora, magari, ma non l'avranno vinta.
Non taceremo.
Non torneremo a nascondere la nostra capacità di amare, di credere, di vivere.
Non rinunceremo a essere diversi ma eguali, diversi ma felici.
Il sito è in corso di ripristino, grazie alla generosità e alla sagacia dei volontari che lo amministrano.
Per aggiornamenti invitiamo tutti a seguire la situazione su https://www.facebook.com/progettogionata/.

Grazie a tutt*.


sabato 9 gennaio 2016

Attentato alla Costituzione e un pericolo per la montagna toscana


Una indiscrezione del Tirreno di stamattina rivela che il parlamento della Toscana potrebbe tentare di varare una unificazione forzata dei comuni di Abetone e Cutigliano.
Nel recente referendum, i cittadini del comune di Abetone hanno detto "No".
Non è mai accaduto in precedenza che il parlamento in Toscana abbia forzato la mano alle comunità locali, interpretando l'art. 133 della Costituzione italiana nel senso che il parere delle popolazioni, in ciascun comune, sia meramente consultivo. Né è mai accaduto che si siano contati, in modo capzioso, i "Sì" totali nel territorio di tutti i comuni interessati, rendendo così possibile una sorta di annessione dei comuni meno popolati da parte di quelli più densamente abitati.
A parere di chi scrive, sarebbero due interpretazioni deboli, discutibili, meritevoli di ricorso alla Corte costituzionale, da parte delle popolazioni eventualmente forzatamente "unificate".
E' noto che questo blog è stato pioniere della unificazione dei comuni toscani in comunità più grandi, ma siamo anche sempre stati chiari sul fatto che le unificazioni richiedano partecipazione e consenso.
A questa tentazione di forzare la mano all'Abetone, il parlamento della Toscana deve resistere, per non mettere in pericolo la Costituzione e non minare la fiducia delle popolazioni di montagna nella politica toscana.
C'è e si deve portare avanti la strada alternativa della unione di comuni e prepararsi, semmai, a presentare alle popolazioni, più avanti, un progetto più articolato e più maturo di comune-comunità, dove ogni borgo possa sentirsi più valorizzato, più sostenuto, non più periferico e abbandonato.
Magari ripartendo dopo aver dato corpo al progetto dei municipi toscani, di recente annunciato dal presidente Eugenio Giani.

Eugenio Giani, presidente
del parlamento toscano,
lo scorso 21 dicembre 2015

giovedì 7 gennaio 2016

Eugenio Giani per i municipi di Toscana


Il presidente del parlamento toscano, Eugenio Giani, nella sua conferenza stampa di fine 2015, ha lanciato alcuni messaggi forti e trasversali, nell'interesse di tutti.
Potete riascoltare la sua voce in questa snella ma incisiva intervista a Radio Toscana, andata in onda il 5 gennaio 2016.
Fra le tante iniziative per il rafforzamento dell'autogoverno toscano, il presidente Giani ha annunciato una legge per il riconoscimento dei municipi di Toscana.
Si tratta di un istituto di rappresentanza e di autogoverno che deve restare anche in tutti quei borghi toscani che accettano un processo di unificazione in comuni-comunità più ampie.
E' un buon segnale nella direzione, a questo blog molto cara, del rafforzamento dei nostri borghi, che sono luoghi essenziali di vita e devono diventare sempre di più realtà di inclusione sociale, crescita economica e di esercizio democratico della sovranità popolare.


Il presidente Eugenio Giani alla commemorazione
di Ugo di Toscana, lo scorso 21/12/2015,
alla Badia Fiorentina (nostra foto - Diverso Toscana)


sabato 2 gennaio 2016

The Royal Saudi Slope


Saudi Arabia, another failing state on the way.
Without a rapid turn to freedom, education, social justice and political reform, the kingdom will soon collapse.
Crises may be triggered anytime by oppressed minorities, repressed women, exploited immigrated servants.
Sadly, an immense number of undereducated, unproductive, male youngster,
grown up in machismo and ignorance, will not be of great help.
Particularly urgent, in our opinion, are Saudi disengagement from Yemen, and reduction of military expenses: two crucial matters where Europe and United States could exert a certain positive influence.
Let's hope.
Here a choice of a few interesting insights:

http://www.theglobalist.com/saudi-arabias-youth-idle-underskilled/

http://csis.org/publication/true-nature-saudi-succession-crisis

http://foreignpolicy.com/2014/12/03/saudi-arabia-has-a-shiite-problem-royal-family-saud/

http://www.middleeasteye.net/columns/collapse-saudi-arabia-inevitable-1895380679

http://www.theguardian.com/world/2016/jan/02/suadi-arabia-cleric-execution-unrest-predicted-shia-areas



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