Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

giovedì 27 gennaio 2011

L'ho sempre in mente, sempre, sempre, sempre!

Ancora una volta la Giornata della Memoria.
Memoria della Shoah, del tentativo di sterminare l'intero popolo ebraico.
Memoria dell'Olocausto di tutti coloro per cui non c'era posto nel totalitarismo nazista, fra cui noi, persone omosessuali. A chi ha tempo, segnalo questa testimonianza su Pierre Seel, un omosessuale deportato.
Memoria di tutte le vittime del nazifascismo.
Memoria della Resistenza e della Liberazione, sempre, sempre, sempre.
Memoria delle vittime di tutti i totalitarismi, vecchi e nuovi, sfacciati o camuffati, e di tutte le forme di violenza politica.
Onore, sempre, sempre, sempre, a chi ascolta la propria coscienza e, nel momento supremo, preferisce morire con dignità, piuttosto che vivere come schiavo o, peggio, complice dei carnefici.

* * *

Facciamo memoria, nel giusto ordine, facendo attenzione alle parole, opponendo la nostra chiarezza morale a coloro che, per giustificare la propria ignoranza o la propria vigliaccheria, richiamano sempre altre catastrofi, quasi che l'esistenza di altri drammi, come quelli delle foibe. o le altre tragedie del socialismo reale, o quelle causate dai nazionalismi nel Mediterraneo e nel Terzo Mondo, servisse come da giustificazione, o comunque consentisse di ridimensionare le responsabilità naziste, fasciste e di tutte le forme, antiche o moderne, di antisemitismo e di disprezzo dei diritti umani di altre minoranze e dissidenze.
Trovo particolarmente insidioso il modo di ragionare di coloro che, non volendo affrontare alla radice le vergogne della nostra storia, non potendo o non sapendo ammettere di essere stati dalla parte sbagliata, continuano a pensare che davvero, in fondo, il fascismo in Toscana e in Italia sia stato in qualche modo giustificato dagli eccessi del comunismo qui, o in Russia, o altrove.
Occorre davvero un grande senso critico, occorre essere sinceramente estranei agli eccessi di tutte le ideologie del Novecento, per capire, profondamente e serenamente, che non è così, che gli orrori di una parte non giustificano gli orrori dell'altra.
Occorre riflettere, con coraggio, sulla realtà che le radici del totalitarismo sono intrecciate con quelle della nostra stessa modernità e che per districarle occorrerà tanta lucidità, tanta capacità critica, in questa e nelle generazioni future.



Un nostro scatto durante una visita
al museo della Resistenza
di S.Anna di Stazzema, dicembre 2010 (M.V.)

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