In questi 100 giorni dall'inizio dell'attacco russo all'Ucraina nulla è cambiato: questa guerra non può essere vinta da nessuno.
Non c'è onore, non c'è patriottismo, non ci sono valori, non ci sono interessi da difendere, non c'è alcuna motivazione ragionevole per continuare questa fase particolarmente terribile del conflitto avviato nel 2014.
Le note struggenti della canzone "Stefanìa" della Kalush Orchestra, vincitrice dello Eurovision Song Context 2022, accompagnate dal suggestivo video girato fra le rovine della guerra, raccontano una verità scomoda per chiunque sia al potere a Mosca, a Kiev e in molte altre capitali: nessuna madre, nessun figlio, nessuna persona umana perdonerà mai chi ha prolungato questa guerra un giorno di più.
La Federazione Russa non ha il diritto di ridurre all'obbedienza nessuno dei suoi vicini, tanto meno l'Ucraina. E' sempre più chiaro che non ne ha finanche il potere.
L'Ucraina non può riprendersi con la forza nessuno dei territori che l'hanno lasciata attratti dalla Federazione Russa, tanto meno la Crimea, tanto tanto tanto meno Sebastopoli.
E' tempo di tregua.
Occorre smettere di sparare e di uccidere.
Poi, con il tempo, verranno le conferenze, i compromessi, i cambiamenti.
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