Negli ultimi giorni abbiamo potuto ascoltare e leggere due voci forti contro la cosiddetta "alta velocità - alta capacità", più note con acronimi come TAV (treni ad alta velocità) o LAC (linee ad alta capacità). Si tratta di un vero e proprio scempio, fuori tempo, fuori da ogni buon senso, fuori dalla grazia di D-o, come si direbbe qui in Toscana.
Sono una voce moderata e liberale, quella di Michele Governatori che nella sua rubrica Derrick su Radio Radicale recensisce il libro “L’imbroglio” di Franco Maldonato, e la voce di un giornale che ospita posizioni molto anticonformiste, quella del "L'indipendente", che riporta un appello trasversale di amministratori francesi contro la TAV Torino-Lione. Eccole:
- https://www.radioradicale.it/scheda/685976/derrick-pnrr-e-trasporti
(qui il link al blog di Governatori:
https://derrickenergia.blogspot.com/2021/05/pnrr-e-trasporti-puntata-483-in-onda-il.html )
(qui un link online in francese:
https://www.montagnes-magazine.com/actus-lyon-turin-opposition-gagne-terrain )
A chi non capisce che il PNRR è una gigantesca montatura, che ha scatenato appetiti che - ancora prima che potenzialmente criminogeni - sono totalmente anacronistici e pericolosi per le future generazioni, cos'altro possiamo dire?
A chi non comprende, affrontando la piccola fatica di un minimo approfondimento, che l'alta velocità è la condanna a morte di interi territori, un gigantesco spreco di denaro pubblico, una garanzia di aumento delle diseguaglianze, una certezza di spopolamento e declino per interi territori, cosa possiamo suggerire?
I sostenitori dell'alta velocità sono chiusi dentro una profonda dissonanza cognitiva, in cui possono adagiarsi perché il conto lo pagano oggi il grande Pantalone pubblico e, presto, le generazioni future.
E' triste, ma consoliamoci pensando che è talmente grande, questo scempio provocato dall'alta velocità, questo gigantesco errore storico, che non potrà essere nascosto per sempre.
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Nella foto di corredo a questo post, la stazione TAV di Afragola (fonte: Napoli Today), che è, al pari della sua "sorella" del Nord, la stazione TAV Mediopadana, un monumento allo spreco e al disprezzo dei territori, delle comunità, delle persone.
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