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lunedì 28 novembre 2011

Italia Futura Livorno, per una riscossa civica e civile

In una affollata sala della Camera di Commercio, è stata presentata Italia Futura Toscana a Livorno. Grazie di cuore al consigliere Andrea Romiti, al prof. Maurizio Vernassa, a tutte le persone che si sono impegnate per la buona riuscita dell'iniziativa.
Dopo il benvenuto di Roberto Nardi, presidente dell'istituzione che ci ha ospitato, abbiamo ascoltato il presidente di Italia Futura Livorno, l'avv. Sergio Russo. Ha messo subito l'accento sulle aspirazioni più profonde che ci stanno ispirando: i Toscani che aderiscono alla rete di Italia Futura vogliono prima di tutto la rinascita del senso civico e poi che Italia Futura sia una "zona franca", in cui riunirsi per realizzare quelle riforme e quella rinascita civile che stiamo aspettando da vent'anni.
Il presidente toscano di Italia Futura, Federico Vecchioni, ha spiegato che ci stiamo organizzando per fare noi, in prima persona, quello che non sono riusciti a fare coloro che ci avevano promesso la rivoluzione liberale, il federalismo compiuto, la meritocrazia. Non siamo l'antipolitica, siamo piuttosto un tentativo serio, onesto, umile, di fare una politica migliore.
Ci stiamo unendo, ha continuato Vecchioni, attorno alla necessità di cancellare la distanza fra il dire e il fare. Basta divisioni strumentali, basta vecchie categorie. La rifondazione della giustizia civile, la qualità della scuola, la libertà di innovare, gli incentivi a chi crea lavoro qualificato e non precario, non sono né di destra né di sinistra, sono solo le riforme necessarie.
I politici degli ultimi vent'anni non si sono portati "le leggi sulle spalle", ha detto Vecchioni, usando una espressione espressiva e incisiva. E, con l'attuale legge elettorale, non potremo nemmeno giudicarli e sceglierne di nuovi. I governi e le legislature si sono succedute senza risultati, anzi, peggio, con i risultati perversi delle cose lasciate a mezzo.
Italia Futura si concentra attorno a poche scelte, che sono mature da decenni, in favore della mobilità sociale, dell'innovazione, della semplificazione, della patrimoniale di stato, dell'abbattimento del debito pubblico, della necessità di domare la spesa.
Il presidente di Italia Futura Toscana ha citato due cifre emblematiche: nel nostro Paese, a fronte di 1.200.000 addetti all'agricoltura, ci sono 1.200.000 dipendenti pubblici impegnati a controllare il settore.
Un paradosso che spiega bene, ci pare, il fallimento di un'intera generazione di politici, e la necessità di riunire una rete nuova e innovativa di persone e competenze, per tentare di fare qualcosa di diverso e migliore.

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