La riproduco integralmente.
E' un buon esempio di cosa hanno il dovere di fare tutte le persone serie, che hanno ancora voglia di dare e di fare, dopo un fallimento: cambiare, per restare se stesse.
Riprendo la lettera dal suo profilo Facebook.
Il testo è già stato ampiamente diffuso dai media toscani.
Lettera aperta, sabato 5 novembre 2011
Con le elezioni del 6 e 7 giugno 2009 sono stato eletto nel Consiglio comunale nella lista “Governare Livorno”. Il mio programma elettorale era quello di una rivoluzione civica e liberale, per la mia città, per la Toscana, per tutto il Paese. Arrivato alla metà del mio mandato, a quel programma voglio tornare, per essere fedele integralmente ai miei valori e per amore della mia città.
E' abortito il tentativo di costituire un gruppo consiliare unitario di alternativa civica e liberale. E' abortito il progetto politico e organizzativo del PDL.
Non mi pento di averci provato, ma ho sbagliato.
Ho peccato di speranza, ma ora basta.
E' necessario tornare a lavorare in modo indipendente, serio, umile, come hanno fatto e stanno facendo tantissimi leader di ispirazione civica e liberale, in Toscana e nel resto del Paese, fra i quali: l'on. Santo Versace, in Parlamento; il capo dell'opposizione a Firenze, Giovanni Galli; l'assessore Maurizio Dinelli, a Lucca.
Continuerò a mantenermi fedele al progetto iniziale del candidato a sindaco, Marco Taradash. Sono consapevole dei miei limiti, ma sono anche sicuro di voler continuare a contribuire alla vita civica e politica della mia città per costruire la Livorno del futuro senza pregiudizi, senza serbare rancori, senza alzare muri.
Tornerò al progetto iniziale della lista civica “Governare Livorno”, pronto a lavorare con tutti coloro che amano Livorno e il suo territorio, che credono in una alternativa civica e liberale, che vogliono alimentare un rinnovato spirito repubblicano, che vogliono fare le riforme che il Paese attende da oltre vent'anni.
Andrea Romiti
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