Mentre la Repubblica italiana e l'Unione europea declinano, prigioniere degli eterni gattopardi, in Toscana il 2013 potrà portare qualcosa di buono in un campo che ci sta molto a cuore: il rilancio dei borghi toscani, attraverso l'unificazione degli attuali gracili comuni in comunità territoriali più forti. C'è una speranza, in questo processo. Va esplorata.
Il prossimo 23 giugno 2013 si terranno in Toscana ben quattro referendum per l'unificazione fra comuni:
- unificazione fra Fabbriche di Vallico e Vergemoli, nella media Valle del Serchio, in provincia di Lucca;
- unificazione fra Castelfranco di Sopra e Pian di Scò, ai piedi del Pratomagno, in provincia di Arezzo; da notare che Pian di Scò è stato, per la maggior parte della sua storia, parte integrante della comunità di Castelfranco;
- unificazione fra i comuni di Figline Valdarno e Incisa Valdarno, in provincia di Firenze; una iniziativa di cui abbiamo già avuto occasione di ricordare il grande impegno per il coinvolgimento dei cittadini in un processo partecipativo;
- infine l'unificazione più importante, che i lettori di questo blog conoscono bene, quella fra gli otto comuni dell'isola d'Elba: Marciana, Marciana Marina, Campo nell’Elba, Capoliveri, Portoferraio, Porto Azzurro, Rio nell’Elba e Rio Marina.
Il rilancio dei nostri territori attraverso la costituzione di comuni più ampi e più forti, all'interno del quale tutti i nostri borghi possano essere valorizzati e protetti, è una riforma - una delle poche - che possiamo fare noi cittadini, dal basso, a Costituzione e legislazione invariate, senza bisogno di ricorrere a Roma, ad Arcore, alla Bocconi, tanto meno agli eurocrati di Bruxelles.
Le unificazioni dei piccoli gracili comuni, in istituzioni più forti, sono una minaccia per lo status quo e magari proprio per questo vengono osteggiate, come è avvenuto nel Casentino.
Entriamo nel 2013 sereni, ma con la ferma volontà di dare una mano a questi cambiamenti veri, mentre tutto il resto della politica resta così pericolosamente uguale.
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