Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 14 dicembre 2012

In vesta di pastor lupi rapaci


Il tentativo del cattolicesimo contemporaneo di far tornare il papa a essere il vescovo di Roma, un pastore ecumenico, è fallito?
La lunga marcia conciliare per la demolizione del papato come istituzione totalitaria, fondata sulla menzogna e sulla corruzione, è stata fermata?
Alla fine, gli inferi del denaro e del potere stanno prevalendo?
Si torna sempre a Dante, quando si parla di Vaticano:
 In vesta di pastor lupi rapaci (Paradiso, XXVII).

Tre piccole notizie che si commentano da sole:
- il papa e la pena di morte per gli omosessuali in Uganda
- tasse sulla prima casa, ma non sulla chiesa
- l'abbassamento del livello morale di chi lavora nella burocrazia vaticana 
 
E infine la sparata più grossa di tutte, che scuote, che spaventa:
le nozze gay minano la pace nel mondo, scrive il papa nel messaggio per la giornata della pace 2013

E siccome non ci credevo, sono andato a leggere il testo integrale:

Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.
Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

Questo messaggio viene contrabbandato come una dichiarazione politico-culturale, ma in realtà, a mio modesto parere, è una mina fatta esplodere sotto la cattolicità.

Non finisce qui, siatene certi.
 
PS

Cercando una ragionevole traduzione italiana della gloriosa espressione antipapista "Down with Popery", mi sono inventato una parola da usare nel grido: basta con questo papaciume!



2 commenti:

  1. Una parola più colta ma già con una sua storia è: papolatria.
    Credo che comunque "papaciume" (che fa il paio con un'espressione che ho spesso usato: "cattolicume") risponda bene all'esigenza di esprimere anche l'amarezza per un preoccupante fenomeno che ha molto poco di religioso ed andrebbe spiegato con gli strumenti della psicologia sociale.

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  2. Grazie carissimo, "papaciume" l'ho coniato sullo stampo della nostra parola toscana "sudiciume".


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