Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

lunedì 3 dicembre 2012

Le bucce della banana


Tanti sperano che la banana ci sia, perché Pierluigi Bersani è, dopo aver vinto le primarie, il più quotato candidato per la presidenza del consiglio.
Molti pensano che non sia solo un candidato rassicurante, anche se Berlusconi, Fini, Casini, l'establishment della vecchia sinistra, le magistrature, le sinecure, gli alti dirigenti e i grandi pensionati di stato, tutti loro sembrano davvero rassicurati.
Qualcuno, fra di loro il mio amico Marco Mayer, ma anche quella bella testa di Claudio Cerasa, pensa che Pierluigi Bersani sarà molto più libero, molto più riformista, molto più renziano di quanto non si aspettino tutti i burosauri che si sono stretti attorno a lui.
Ci voglio credere.
Cambiare l'Italia è drammaticamente difficile. Sarà molto più facile, invece, lo hanno dimostrato anche i risultati delle primarie, cambiare la Toscana. E questa, credetemi, è una gran buona notizia, che non era per nulla scontata.
Però ci sono anche le bucce.
La buccia peggiore su cui i vertici organizzativi e di garanzia di queste primarie sono scivolati è stata la presa in giro della riapertura delle registrazioni. La riapertura dei termini di adesione alle primarie, fra il primo e il secondo turno, era stata prevista nelle regole originali. Poi, la sera della domenica del primo turno, in un riflesso di paure, se la sono rimangiata. Hanno fatto un disastro, gli Stumpo, gli Orfini, i Berlinguer, nell'inventarsi la necessità delle giustificazioni per chi non si era registrato o non aveva potuto o voluto votare al primo turno.
Hanno piegato regole, già discutibili, ai loro riflessi condizionati di persone cresciute in un partito chiuso. Non esattamente la scelta più saggia, per i garanti e gli organizzatori di una grande consultazione primaria aperta.
Tutti gli errori organizzativi, tecnici e di comunicazione dei vertici, ovviamente, non tolgono nulla alla generosità dei 100.000 volontari, al coraggio dei tre milioni di partecipanti, alle speranze che tanti nutrono che le elezioni del 2013, per l'avvento di una nuova repubblica federale italiana ed europea.
Dal successo di queste primarie, lo ripetiamo portune et inoportune, deriva una cosa importante, a cui nessuno - nessuno - potrà mai più sfuggire: le primarie, con l'aiuto di procedure online ma anche con i necessari incontri dal vivo in tante assemblee locali, sono possibili.
Se sono possibili, allora sono doverose per tutti.

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