Lauro De Bosis (fonte: Wikipedia) |
Grazie all'invito del mio amico Valerio Giannellini, ho partecipato martedì 17 gennaio 2012, a Firenze, nella sede dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, alla rievocazione di un eroe antifascista, Lauro De Bosis.
Abbiamo celebrato, con qualche mese di ritardo, l'ottantesimo anniversario del suo volo solitario su Roma, per gettare volantini contro il regime mussoliniano, il 3 ottobre 1931, la grande impresa in cui andò incontro, coscientemente, alla propria morte.
Era stato un giovane romano, irretito dal nazionalismo, dalla retorica dannunziana, forse anche dal primo fascismo, ma era ormai cresciuto quando scelse di morire come un Icaro, futurista, individualista, liberale, italiano, europeo e anche americano.
Gli Stati Uniti d'America, soprattutto, dove aveva incontrato la donna della sua vita, Ruth Draper, lo avevano cambiato, stimolato, condotto a prendere la decisione di sacrificarsi in una unica azione di resistenza alla menzogna, alla violenza, alla corruzione del fascismo.
La sua campagna, dopo la sua morte in azione, si occupò di diffondere i suoi scritti e di conservare la memoria del suo impegno per la libertà.
Sono intervenuti alla commemorazione Sandro Rogari, Valdo Spini e il nipote dell'eroe, l'ex ambasciatore Alessandro Cortese De Bosis.
L'iniziativa è stata organizzata dall'Istituto Storico della Resistenza in Toscana in collaborazione con la fondazione Ernesto Rossi - Gaetano Salvemini, e della fondazione Circolo Rosselli.
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