Dal sito del documentario Cowspiracy |
E' accessibile in rete un documentario semplice ma, a nostro parere, piuttosto serio, che manda al grande pubblico un messaggio tanto chiaro quanto scomodo: l'allevamento intensivo degli animali, in particolare dei bovini, inquina da solo più tutte le altre attività umane. La grande industria della carne non è semplicemente sostenibile. Ne' si può pensare di sostituire la carne con un ulteriore sfruttamento del pesce marino. Ogni comunità umana, confrontandosi con il suo clima, il suo ambiente, la sua cultura deve trovare un modo di diventare più vegetariana e meno carnivora (e meno piscivora).
Il documentario si intitola Cowspiracy, un gioco fonetico che combina provocatoriamente le parole cow (la vacca, la bestia) e conspiracy (cospirazione, complotto), ma non aspettatevi ammiccamenti alle grandi paranoie e alle profonde paure del nostro tempo.
Tutto viene comunicato in modo problematico, non evangelico.
C'è anche una morale vegetariana, anzi - visto l'eccessivo uso di latte e latticini che affligge le società americane e americanizzate - c'è anche un esplicito invito vegano, ma, lo ribadiamo, il messaggio resta insieme molto laico e primariamente politico.
Ebbene, mentre a Parigi sta per aprirsi l'ennesima conferenza internazionale sul cambiamento climatico, di grande impatto mediatico ma con una agenda discussa e discutibile, questo documentario contro lo sfruttamento animale può aiutare una riflessione più personale, meno conformista, più ancorata a ciò che possiamo cambiare qui, ora, nella nostra vita, nei nostri rapporti sociali, nelle economie e nel fisco locali, nella nostra terra.
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