Si leggono sui media toscani storie incredibili di scuole che evitano di portare le loro classi a vedere mostre come quella sulla Divina Bellezza, a palazzo Strozzi, strettamente collegate con le ritornanti, insensate polemiche contro i crocefissi.
A tanta ignoranza sul significato spirituale, ma anche culturale e civile, della presenza di un segno come la croce sul territorio toscano, non c'è facile rimedio, ma vale la pena di dare una mano ai pochi che ancora ci provano a denunciare i guasti del politicamente corretto. Ci uniamo a Paolo Ermini, Mario Lancisi, Eugenio Giani, che, in modi diversi e - per fortuna! - non del tutto convergenti, provano a risvegliare tante menti impigrite.
Questi cervelloni politicamente guasti traboccano di un pensiero tanto sbagliato, quanto sottilmente autoritario e tendenzialmente velenoso, che a poco a poco non solo ridicolizza, ma addirittura uccide i valori liberali e sociali che pretenderebbe di difendere.
Si chiede la rimozione di un'antica croce giottesca con crucifisso, mentre si lascia che la scuola pubblica venga squalificata.
Si pretende di non mostrare arte cristiana alla gioventù toscana cresciuta in famiglie non cristiane, ma nello stesso tempo si lasciano intatti i privilegi cattolico-romani in materia di tasse, nomine e prelievi.
Si esigono manifestazioni di fedeltà ad un astratto multiculturalismo, ma non si muove un passo per fermare il traffico di esseri umani e l'importazione di schiavi da far lavorare a basso costo.Si fanno professioni pubbliche di fede anti-razzista, ma l'eguaglianza di opportunità e di doveri, in particolare nel campo del diritto allo studio, che rappresenta il futuro della società toscana, è un miraggio.
Raccomanderemmo minor settarismo e maggiore umiltà, meno laicismo parolaio e più stoica laicità, meno chiacchiere di uguaglianza formale e più giustizia sociale, meno applausi al papa e più concretezza politica.
Crocifisso giottesco della chiesa di Ognissanti a Firenze Fonte: http://www.stilearte.it |
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