Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
venerdì 13 luglio 2012
Il vizio del gioco
Il ritorno in campo di Berlusconi, non importa se causato da un miscuglio di narcisismo e disperazione, o da uno sgradevole eccesso di cinismo politico, o dal suo inguaribile vizio del gioco, porta un po' di chiarezza, non trovate?
Forse è solo un modo per alzare la posta e ricattare amici e avversari. Magari per farsi dare un aiutino per salvare Mediaset, che, insieme alla Rai, è lanciata a tutta velocità verso una crisi strutturale paragonabile a quelle che hanno colpito in passato la Fiat, o il tessile, o l'Alitalia.
Forse è persino vero che l'ennesima lista Berlusconi potrà avere un risultato elettorale a due cifre. Del resto c'è chi sostiene che persino una lista Mussolini, a 90 anni dalla Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, potrebbe ottenere un risultato a due cifre. La vita si allunga e le convinzioni, nella società moderna, più sono sbagliate, più trovano entusiasti difensori e inguaribili nostalgici.
In ogni caso è più chiaro che non resta nessun centrodestra da salvare o rinnovare. Tutti coloro che, per alcuni mesi, sono stati invitati a organizzare riunioni su primarie e riforme, sul pensiero conservatore europeo e su una nuova stagione di riforme di ispirazione liberale classica, sono stati, ancora una volta, presi in giro. Ne traggano finalmente le conseguenze, come altri hanno fatto, con umiltà - compreso chi scrive - sconfitti e anche un tantino disturbati dall'impotenza di Berlusconi e dalla supponenza dei suoi consiglieri.
Gli aspiranti rifondatori del centrodestra vengono bruciati, uno dopo l'altro, fuori e dentro il PDL, che si posizionino nel vecchio schieramento o tentino di formarne uno nuovo.
Questo avviene semplicemente perché non c'è nulla da rifondare.
Sul passato non si costruisce nulla e dei nostalgici si occuperà Berlusconi in persona, il grande giocatore, finché campa.
Sbagliava, ora che Berlusconi resta in campo è ancora più chiaro, chi, come Alessandro Agostinelli, attribuiva a Italia Futura, in Toscana e in Italia, il compito di riorganizzare il centrodestra. I contenuti e le competenze che stiamo raccogliendo vanno ben oltre.
Non so cosa, insieme, decideremo, ma di certo non stiamo lavorando su vecchie divisioni che consentano, ancora una volta, a oligarchie impresentabili di tenere in ostaggio il paese, tornando a dividerlo secondo antiche e dolorose, ma totalmente obsolete fratture sociali, spirituali e culturali.
Stiamo lavorando, invece, su un programma per i prossimi cinquanta anni, per trasformarci da sudditi in cittadini; per completare la riforma federale; per il rafforzamento dei nostri comuni; per una nuova Ricostruzione della bellezza della Toscana e dell'Italia, attraverso la protezione del territorio, la messa in sicurezza delle infrastrutture, il decoro dei beni pubblici e la valorizzazione dei beni culturali; per riportare diligenza e merito al centro della vita pubblica; per rimettere in moto l'economia italiana ed europea incoraggiando l'innovazione e lasciando libere di produrre le nuove generazioni, così come le donne, gli anziani, i professionisti, gli imprenditori, gli immigrati.
Quello a cui partecipiamo non è davvero un gioco, ma è un cantiere, un lavoro, un impegno che richiederà le energie di più di una generazione.
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Ricevo dall'amico Alessandro Roncolini e su sua richiesta pubblico con piacere:
RispondiEliminaCaro Mauro, ineccepibile tutto quello che scrivi.
Al di là di come la si possa vedere o pensare questo stato attuale di "commissariamento permanente" ad opera di BCE & Germania sull'Italia, credo che in gran parte la COLPA di tutto ciò sia anche di Silvio Berlusconi.
I suoi insondabili sondaggi gli daranno anche ragione, come credo ancora che nell'ultimo "ventennio berlusconiano" lui abbia anche provato a cambiare in maniera seria L'Italia... Ma il risultato è stato non solo di non riuscirci, ma di instaurare una mentalità arrivistica a dir poco, falsata...
Per arrivare a qualcosa non SERVE/SERVIVA avere doti e meritarselo, ma bisognava saper apparire, essere esteticamente presentabili, affabili, servili, eccetera.
Queste erano le regole di CORTE, chi ci stava bene, chi non ci stava era fuori dal "cerchio magico" come si direbbe in Via Bellerio a casa dei "fedeli" o ex alleati.
Credo che questa storia sia finita, con gli ITALIANI che parafrasando la bandiera tricolore e scerzandoci su in questo momento sono:
VERDI dalla rabbia (come Hulck),
passano notti in BIANCO
e hanno il conto in banca in ROSSO.
Tutto vero, Silvio, tutto vero.
Noi parlavamo di rinnovamento LIBERALE, anzi di SOGNO LIBERALE, e di primarie!
Mi domando io, eravamo troppo avanti noi con i tempi o troppo conservatori i potentati di corte?
Boh chissà, cmq per rifarsi il look non basta certo far dimettere la Minetti dal Consiglio Regionale Lombardo, o cambiare nome ad un partito mai nato come il PDL, ci vuole molto di più, caro Silvio, molto di più...
Ho sentito un pò di amici che hanno sempre votato PDL e dintorni e sai cosa dicono? Che una volta ridevano solo Merkel & Sarkozy, adesso stanno piangendo tutti gli Italiani.
Quindi, caro Silvio, le COMICHE e i giochi di prestigio sono finiti.
Sarà il caso che te e i tuoi vi accomodiate da una parte. Godetevi la pensione, più o meno meritata.
Citando uno dei mitici e inossidabili proverbi toscani, ricordiamo che: la minestra riscaldata non fu mai buona.
Inutile riprovare quando è già andata troppo male una volta. Non ci sono speranze di farla piacere ancora.
Con affetto e stima,
Alessandro Roncolini
(elettore di Berlusconi ininterrottamente dal 1994)
"Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni". Questa frase, attribuita a Otto von Bismark, ad Arthur Charles Clarke e ad Alcide de Gasperi, io l'attribuirei al buon senso. Un buon senso che sembra esser del tutto disprezzato da questi riscaldatori di zuppe andate a male ai quali, evidentemente, non bastano le sferzanti labbrate d'un elettorato migliore degli eletti. Cos'altro ci vorrà ancora per farli desistere, una volta per tutte, da questa pervicace ostinatezza?
RispondiEliminaBell'articolo, Mauro, senz'altro da condividere.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCaro Mauro, è naturale che nessuno avrebbe potuto sostituire Berlusconi nel PDL perchè ormai è chiaro che il collante in quello pseudo centrodestra non è una visione di mondo moderata e liberale o comunque alternativa ad un modello sociale assistenziale, quel gruppo dirigente disorganizzato è unito da bieche logiche di potere, pronto a cavalcare populismo e anti-europeismo. Quindi in un partito privo di idee e dominato da interessi personali, il leader può essere solamente il più potente e il più ricco, quello che ruggisce più forte o ha i denti più affilati.
RispondiEliminaQuello che ruggisce più forte e trascina la sua tribù giù nel precipizio... Grazie amici delle vostre considerazioni.
RispondiElimina