Stamane, alle 7, sono partito da casa mia a Pisa. Ho pedalato per una ottantina di chilometri. Dopo meno di sette ore, verso le 14 meno un quarto, con una certa scioltezza che mi ha anche un po' sorpreso, sono arrivato a Mezzana di Prato.
Non ero del tutto sicuro che avrei pedalato l'intero percorso. Pensavo che avrei potuto stancarmi prima e che magari avrei terminato il viaggio in treno. Erano davvero tanti anni che non facevo una giornata di cicloturismo! Talmente tanti che non dirò quanti. Quando, poco prima dell'una, sono arrivato a Ponte a Signa, ho chiamato mia mamma e gli ho detto che ce l'avevo fatta.
E' stata una zingarata, ma anche una soddisfazione, ammettiamolo: sono un quarantottenne in forma! Ovviamente l'ho vissuta con grande lentezza e calma, pedalando per quarantacinque minuti, riposandomi un quarto d'ora, fermandomi ogni volta che volevo, bevendo tantissima acqua, godendomi ogni piccola meravigliosa cosa della mia Toscana che mi passava, lentamente, davanti agli occhi.
Quasi sette ore, sette tappe. Da casa ho imboccato la regionale 67, l'antica Tosco-Romagnola. Prima tappa nel centro storico di Cascina. Seconda tappa ai bellissimi ponti sull'Era di... Pontedera. Terza tappa in un borgo meraviglioso, Castel Del Bosco, nel comune di Montopoli. Quarta tappa, lungo il viale alberato di San Miniato Basso. Quinta tappa alla Casa del Popolo di Spicchio, fra Sovigliana e Vinci, un altro borgo incantato, lungo l'Arno, in riva destra. Sesta tappa Ginestra Fiorentina. Settima e ultima tappa a Ponte a Signa, da dove poi, attraverso l'Indicatore e la vecchia via di Campi, sono arrivato a Mezzana di Prato.
Ricorderò alcune delle cose più belle: gli alberi lungo l'Era; le colline della Toscana centrale; un cipresso lanciato verso il cielo in cima a un poggio, in una località che si chiama, nemmeno a farlo apposta, Angelica; la possibilità di pedalare sotto i pini, lungo l'Arno, da Vinci a Montelupo; la salita dell'antica via chiamata "Maremmana" fra Ginestra e Malmantile, forse una antica strada di transumanza, lungo la quale devono aver camminato anche i miei antenati, quando sono andati a fare la stagione come boscaioli giù in Maremma.
Un grande pino sull'Arno a Spicchio di Vinci |
Oltre alle tante Madonnine poste a protezione dei viandanti, spesso bellissime, sempre commoventi, contornate di fiori e di lumini, voglio ricordare anche le innumerevoli vie di S.Martino. Ne ho trovata una pressoché in ogni borgo, in prossimità dei tanti luoghi di culto dove si onora il grande santo, quello che condivise il suo mantello con il povero viandante, una figura centrale per capire le radici più profonde della nostra spiritualità e, se si vuole, della nostra mentalità toscana.
Ringrazio la Provvidenza di questa ispirazione, di questa esperienza, che non vedo l'ora, stasera, di raccontare ai miei amici, a Firenze, al ritrovo Queer organizzato da IREOS alla spiaggetta di S.Niccolò.
Da buon campagnolo, mi presenterò con la mia Rificolona, per celebrare la vigilia dell'8 settembre, festa di Maria Bambina. Un nuovo anno sociale e lavorativo è iniziato, è bello affrontarlo con la forza della maturità, ma con lo stesso candore di quando eravamo ragazzi.
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