Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 29 aprile 2011

Se tu fossi una profuga donna e cristiana in Libia

Fonte della foto: https://www.avvenire.it/

 

Ho speso una giornata a Firenze, mercoledì 27 aprile scorso, partecipando a due momenti di riflessione e di studio sulla Primavera araba di questo 2011.

Il primo è stato uno dei Policy Dialogue promossi dalla sede toscana della New York University, stavolta in trasferta alle Murate e organizzato in collaborazione con il Comune di Firenze, dove ho ascoltato, fra i tanti ottimi interventi, i contributi di Bridget Kendall, corrispondente BBC, e di Francesca Paci, corrispondente della Stampa.

Il secondo è stato uno dei momenti organizzati al Palazzo Giovani in vicolo S.Maria Maggiore, nell'ambito delle Giornate sul Mediterraneo, volute dal Centro Interuniversitario Machiavelli, dal Forum per i problemi della pace e della guerra, dal Centro d'Eccellenza Jean Monnet e, ancora una volta, dal Comune di Firenze. Qui ho potuto ascoltare e poi conoscere Leila El Houssi, una studiosa italo-tunisina che si è formata nel mio stesso dottorato di Geopolitica a Pisa, con il prof. Maurizio Vernassa.

Entrambi gli eventi hanno avuto il contributo di Cristina Giachi, fra gli assessori fiorentini una delle figure più innovative.

Da queste ore di ascolto e di riflessione ho avuto la conferma che stiamo assistendo a un evento epocale che è la somma di milioni di volontà individuali, quelle di sterminate masse di giovanissimi che vogliono lavorare e guadagnare, ascoltare musica e fare l'amore, parlare ad alta voce nelle piazze e accedere liberamente a Internet, uscire dal grigiore del presente e sognare un futuro migliore.

Non sappiamo se questo sconvolgimento porterà ovunque forme di democrazia simili alle nostre o darà vita ovunque a regimi pacifici e pragmatici. Di certo, però, questa esplosione di emozioni sta diffondendo uno storico e preziosissimo contagio, quello della religione universale dei diritti umani. Stiamo assistendo al risveglio, in milioni di cuori del mondo arabo, della fede che ciascuna persona umana deve avere nei suoi diritti fondamentali, di per sé evidenti, inalienabili: il diritto alla vita, il diritto alla libertà, il diritto alla ricerca della propria felicità, prima di tutto di quella propria personale.

Questo movimento, che non è solo arabo come ci ricorda l'amico italo-iraniano Ahmad Rafat, cambierà il mondo almeno quanto il crollo del Muro di Berlino del 1989, con il quale peraltro, sotto molti aspetti, è intimamente connesso. Siamo sempre più immersi, dal 1989 in poi, in un grande processo mondiale, che accresce lo spazio, il tempo, le opportunità di vita di ciascun individuo, mentre le grandi organizzazioni di massa della modernità, fra cui gli stati totalitari e autoritari, vanno incontro a un processo di salutare disintegrazione.

A fine serata a Palazzo Giovani è stato proiettato il documentario "Come un uomo sulla terra", regia di Andrea Segre e Dagmawi Yimer con la collaborazione di Riccardo Biadene, uscito nel 2008. Il video apre uno spiraglio, magari parziale e senz'altro discutibile, su chi sono i migranti più disperati del mondo, quelli cioè che attraversano il deserto del Sahara per fuggire dalle dittature africane: persone giovani e istruite, in fuga dall'oppressione politica, religiosa e razziale, in cerca di riscatto. Persone che, lungo un viaggio che è un calvario, vengono derubate di centinaia e a volte migliaia di dollari dai trafficanti di esseri umani e dalle corrotte polizie dei paesi che attraversano.

Uno dei momenti più terribili del documentario è il racconto delle ultime fra gli ultimi, le donne cristiane in fuga dall'Etiopia. Nell'inferno di Gheddafi, in Libia, i suoi sgherri, allevati sotto un regime nazionalista intriso di razzismo e machismo, violentano le donne più degli uomini, perseguitano i cristiani più dei musulmani.

Il documentario denuncia l'impotenza delle tanto costose quanto inutili organizzazioni internazionali e l'ipocrisia dei nostri governi. L'agenzia europea Frontex, con le sue decine di funzionari di stanza a Varsavia, ne esce svergognata. I governi italiani, l'ultimo presieduto da Prodi, ma soprattutto quelli guidati da Berlusconi, vengono accusati di aver finanziato la tratta di persone umane e la loro riduzione in schiavitù. Compare anche Franco Frattini, prima commissario europeo e poi ministro degli esteri, ma su di lui non scriverò nulla. Non vorrei essere accusato di essere uno dei tanti che sparano sulla Croce Rossa.

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari degli ultimi 30 giorni

Argomenti solidamente piantati in questa nuvola:

1989 a touch of grace abolizione delle province e delle prefetture Alberto Contri alternativa civico-liberale ambientalismo anti-imperialismo Anticolonialismo antiglobalismo antimilitarismo Antiproibizionismo Archivio cose toscaniste Archivio di Toscana Libertaria verso Toscana Insieme Archivio Gaymagazine Archivio Vaiani autogoverno della Sardegna autogoverno della Sicilia autogoverno della Toscana autogoverno di tutti dappertutto autonomie ambiente lavoro Autonomie e Ambiente autonomismo basta cicche BijiKurdistan borgate borghi e comuni brigate d'argento Bruno Salvadori bussini Campi Bisenzio Candelora Capitale Carrara chi può creare valore Chivasso cittadinanza attiva civismo come domare la spesa Comitato anti-Rosatellum confederalismo contro contro gli ecomostri contro il bipolarismo contro il centralismo contro il virus del centralismo autoritario contro la dittatura dello status quo coronavirus Corsica Cosmonauta Francesco dalla mailing list di Toscana Insieme Decentralism International decentralismo dialogo autogoverno Disintegration as hope don Domenico Pezzini don Lorenzo Milani Draghistan ecotoscanismo Emma Bonino English Enrico Rossi eradication of poverty Eugenio Giani Eurocritica Europa delle regioni European Free Alliance Fabrizio Valleri Fare Città fare rete Festa della Toscana Fi-Po Link fine del berlusconismo Forum 2043 frazioni Friuli Venezia Giulia garantismo gay alla luce del sole Gaza Giacomo Fiaschi Gianni Pittella Gioiello Orsini Giorgio Del Ghingaro Giovanni Poggiali Giulietto Chiesa Hands off Syria Hawaii Homage to Catalonia Hope after Pakistan Il disastro delle vecchie preferenze in difesa degli alberi In difesa di Israele Inaco Rossi indipendenze innocenza tradita internazionalismo Italia Futura Karl W. Deutsch Kennedy la bellezza come principale indice di buongoverno Lahaina leggi elettorali più giuste Leonard Peltier Libera Europa Libera Firenze Libera Toscana Liberi Fiorentini Liberiamo l'Italia Libertà in Iran libertino liste di proscrizione localismo Lucca 2012 Mario Monti Massimo Carlesi Matteo Renzi Maui Maurizio Sguanci Mauro Vaiani memoria storica meno dipendenza Mezzana Michele Emiliano monete locali Moretuzzo NO a questa tramvia antifiorentina no al podestà d'Italia no al presidenzialismo no al sindaco d'Italia no elettrosmog NoGreenPass Noi stessi NoMES nonviolenza Ora e sempre resistenza ora toscana OraToscana Oscar Giannino pace e lavoro Palestina Patto Autonomie Ambiente Patto per la Toscana Peace Is Possible - War Is Not Inevitable pionieri popolano postcoronavirus Prato Prima di tutto la libertà primarie Primavera araba 2011 quartieri quattrini al popolo Queer Faith radici anarchiche e socialiste referendum Besostri Repubblica delle Autonomie ricostruzione di una moralità pubblica riforma elettorale toscana riformismo ritorno alla Costituzione rivoluzione liberale rivoluzione paesana rivoluzione rionale Romagna SaharaLibre salute pubblica San Carlo San Vincenzo Santa Cecilia Sergio Salvi sessantennio Siena silver brigades Simone Caffaz solidarietà toscana spezzare le catene del debito statuto pubblico dei partiti Stefania Ferretti Stefania Saccardi Svizzera tener desta la speranza territori The Scottish Side of History Too Big To Fail? Torre del Lago Toscana tradizioni e libertà Tunisia Ugo di Toscana uninominale Vannino Chiti Vecchiano veraforza Via dall'Afghanistan Vincenzo Simoni vittime yes in my backyard