Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
domenica 30 settembre 2012
Attorno a cosa unire un polo civico e liberale
Oggi, domenica 30 settembre, a Firenze, all'Hotel Baglioni, Oscar Giannino ha risposto a decine di domande e ha parlato a lungo a una folta assemblea di sostenitori del suo appello Fermare il declino, di cui anche chi scrive, insieme a tantissimi di Italia Futura, siamo firmatori.
Ha molto insistito sulla necessità di far qualcosa subito per i veri poveri, gli umili, le famiglie con figli, le piccole imprese, i giovani. Ha detto parole importanti contro lo sfruttamento e l'emarginazione delle donne nella nostra società. Non è diventato socialista, è e resta un liberista, ma da vero liberista sa che senza restituire speranza e reddito ai meno abbienti, lavoro ai giovani, opportunità alle donne, la nostra economia non ripartirà.
Occorre l'austerità, certo, ma occorrono anche - e subito - delle alternative alla austerità, perché la nostra società si rimetta in moto, torni a crescere.
Dove troveremo le risorse da dedicare al nostro impegno per includere socialmente, liberare il lavoro, incoraggiare l'innovazione? Si potrbbe cominciare, ha fatto un solo esempio Giannino, chiedendo un contributo di solidarietà a quel mezzo milione di persone che hanno una pensione (retributiva, non contributiva) superiore ai 4.000 Euro al mese. Hanno ricevuto un grande privilegio dalla Repubblica. Possono essere chiamati a restituire qualcosa. Giannino ha detto una cosa molto scomoda, ma molto seria e coraggiosa.
Ci sono ovviamente, Giannino li ha ricordati, i 20 punti pubblicati da Perotti sul Sole 24 Ore, per ridurre subito i costi della politica, che coincidono con l'elaborazione portata avanti da Italia Futura e da altre aggregazioni civiche.
C'è da costruire, ha insistito tanto su questo, una grande coalizione sociale e politica, capace di lavorare, ventre a terra, per decenni, per smantellare migliaia di ammistrazioni ed enti pubblici e parapubblici inutili o superati, mettere a frutto la manomorta dei patrimoni pubblici per abbattere il debito, sburocratizzare la Repubblica, rendere più snelli e più responsabili gli enti locali.
Così lo stato comincerà a pagare i suoi debiti e smetterà di essere al di sopra delle leggi. Noi cittadini cominceremo il lungo cammino per trasformarci, finalmente, da sudditi a sovrani della Repubblica.
Giannino ha detto cose importanti su tante altre riforme, contro le burocrazie, contro l'irresponsabilità dei mandarini della pubblica amministrazione, contro la vecchia politica.
Ha riconosciuto i meriti di Monti, ma anche parlato della necessità di andare oltre.
Ha espresso attenzione per la grande sfida di Renzi, che, per le novità politiche e culturali di cui è portatore, potrebbe diventare il nostro principale interlocutore.
A Renzi va riconosciuto un grande coraggio, in questo paese dove potrebbero far di tutto, cambiando le regole delle primarie e poi, magari, riformando contro di lui la legge elettorale solo dopo la sua eventuale vittoria alle primarie, pur di fermarlo.
L'iniziativa politica di Fermare il declino è difficile, ma è necessaria, ha concluso. Deve contribuire a unire decine di milioni di cittadini, produttori e lavoratori, connessi a Internet e attenti ai problemi delle nostre comunità. Se non si muovono milioni di cittadini sovrani, davanti al suicidio di un'altra generazione di politici a cui stiamo assistendo, il nostro paese andrà incontro al disastro.
Oscar Giannino ha parlato di una coalizione vasta, unita attorno a poche cose necessarie per salvare l'Italia, con il massimo pluralismo e la totale libertà di coscienza su tutto il resto. Un modo nuovo di stare insieme in una stagione di ricostruzione nazionale, senza portarci dietro le vecchie divisioni del passato.
Ha ricordato i tanti fallimenti civici e liberali del passato. Ha scherzato sul fallimento della lista Giannini del 1992.
Ci ha infine confermato, questo per noi è stato davvero importante, la sua incrollabile adesione a una democrazia fondata sui collegi uninominali e sulle primarie, con il rifiuto totale del disastroso ritorno delle preferenze. E' un tema importante, che ci deve distinguere, in meglio, dalla vecchia e spesso cattiva politica.
D'altra parte, che credibilità avremmo, nel voler lanciare dei nuovi leader, se li lasciassimo selezionare con le regole sbagliate che non hanno mai prodotto altro che disastri? Avanti, con i collegi uninominali e con le primarie.
Guardiamo avanti, non indietro.
* * *
Ci è piaciuto. Nei prossimi giorni cercheremo di offrire una nostra chiave di lettura sulle possibilità che si aprono con la sua coraggiosa proposta, con le importanti cose che ha detto Montezemolo sul Corriere di oggi, con le attività di tanti nostri amici delle liste e dei movimenti civici presenti sul territorio, con le innovazioni possibili con la candidatura di Matteo Renzi. Sono tante cose diverse, ma sono possibili delle sintesi e delle sinergie. E tutte possono comunque concorrere ai miglioramenti civici, liberali, federalisti, ai quali chi scrive ha dedicato la propria vita.
Non ci sottrarremo dalla necessità di spiegare, nei prossimi giorni, su perché consideriamo necessaria, invece, una separazione netta, in termini di personale e programmi, fra il nostro mondo civico-liberale e quello di Casini, Fini e Rutelli. La loro area è piena di persone straordinarie, ma il loro orizzonte politico è purtroppo ristretto allo status quo, di cui essi hanno fatto parte fino a oggi. I cittadini si aspettano una nuova generazione di politici. E hanno ragione.
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