Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
domenica 16 settembre 2012
Il canto del cigno della violenza politica islamista
Due post dell'amico e collega blogger, Mustapha, dal Libano, ci aiutano a orientarci in questi giorni di grande dolore per le tante vittime e le tante sofferenze che sono state scatenate, senza vergogna, senza onore, senza rispetto, dai facinorosi fanatici islamisti, nelle piazze di tante città arabe e islamiche, davanti a diverse ambasciate straniere.
Eccoli:
- http://beirutspring.com/blog/2012/09/15/satire-and-the-lebanese-self-image/
- http://beirutspring.com/blog/2012/09/12/on-insulting-muslims/
Vanno letti insieme. L'apparente leggerezza del primo ci aiuta a capire meglio l'urgenza politica e culturale del secondo.
Ci fanno capire che i giovani, le donne, gli intellettuali che stanno portando avanti la Primavera araba, e da cui ci aspettiamo un'altra primavera di libertà in Iran, stanno passando attraverso un processo lungo e faticoso che gli europei, gli occidentali, gli occidentalizzati conoscono bene. Quello che ci porta dall'essere una folla credulona e strumentalizzabile, a diventare una cittadinanza attiva, formata da invididui liberi e responsabili.
* * *
E' un processo ben noto agli studiosi delle ambiguità della nostra modernità.
Inizia facendo i conti con il cosiddetto progresso, che sradica e distrugge.
Continua con gli imprenditori della politica moderna, che sfigurano e strumentalizzano le tradizioni indebolite, le religiosità tradite, le identità minacciate. Moderni stregoni contro cui bisogna reagire.
A un certo punto tanti esseri umani, che hanno perso il loro posto nel vecchio mondo distrutto, possono ritrovarsi soli e disperati nel mondo nuovo. Molti che credevano in qualcosa che sembra fallire e svanire, finiscono con il non credere più a nulla.
Coloro che non credono a nulla, finiscono fatalmente per diventare esseri tristi e pigri, pronti a credere a qualsiasi scempiaggine, non importa quanto incredibile o mostruosa.
Nei casi peggiori, tante persone possono diventare credulone nella vuota retorica di un leader populista, o affascinate dai numeri e dalla forza di un movimento politico fascisteggiante, o addirittura fanatiche pedine di un regime totalitario.
Se rimangono indietro in una società che va avanti, certe persone, che sono state chiamate perdenti radicali, possono diventare così disperate, così estreme, da trasformarsi addirittura in terroristi suicidi, moderni kamikaze.
Abbiamo attraversato guerre mondiali e indicibili sofferenze, per frenare questa degenerazione della nostra modernità.
E non potremo mai smettere di essere vigilanti.
La macchina sociale totalitaria è peggio della bomba atomica. Quest'ultima, una volta costruita, la sappiamo smontare. A smontare la seconda ci stiamo appena provando e solo le prossime generazioni ci sapranno dire se ci stiamo davvero riuscendo.
* * *
Contro questa deriva, occorrono più fede, speranza, amore. Più virtù, non più scetticismo.
L'ancorarsi alle antiche virtù cristiane, ebraiche e laiche, ha salvato l'Europa e il mondo occidentale dal fascismo, dal nazismo, dalle degenerazioni totalitarie del comunismo, dalle tante forme di autoritarismo che ci hanno minacciato, che si ripresentano sempre, che vanno combattute, giorno per giorno.
Qualcosa di analogo sta iniziando nel mondo arabo e islamico. Ancorandosi alle sorgenti dell'Islam più tradizionale e più spirituale, tanti vogliono sfuggire alla trappola della violenza politica, vogliono essere protagonisti del cambiamento senza farsi travolgere dalle ambiguità della modernità, vogliono vivere in una società aperta e rispettosa di tutti.
Vogliono proseguire lungo la strada lunga, erta, tortuosa e difficile della libertà, l'unica possibile per tutti i veri credenti.
Di fronte a questo risveglio arabo, l'estremismo e il totalitarismo sono disperati, per questo hanno bisogno di strumentalizzare uno squallido filmino su Youtube.
Pietà per questi morti, vittime calpestate dalla violenza politica islamista, che sta disperatamente cercando di sopravvivere al suo declino.
Non saranno gli ultimi, purtroppo, ma il loro sacrificio contribuirà ad aprire gli occhi di altri.
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