Lo ha detto bene Marco Tarquinio, il direttore di Avvenire, ieri, venerdì 25 febbraio 2022, su Radio Radicale, ospite dello speciale Spazio transnazionale di Francesco De Leo: proprio oggi che siamo sommersi di immagini e video, non abbiamo mai saputo così poco di questa guerra e delle altre. Paradossalmente, i corrispondenti di guerra di una volta, in un mondo meno tecnologico e meno globalizzato del nostro, ci spiegavano di più delle guerre di allora, bucavano la censura, smascheravano la propaganda.
Le persone che stanno morendo oggi in molte città ucraine sono vittime dell'aggressione russa, certo, ma anche del silenzio, della propaganda, della complicità con cui i potenti della terra hanno lasciato morire migliaia di persone nella lunga guerra scatenata dai neonazionalisti ucraini contro i russofoni del Donbass.
Ora dobbiamo senza esitazione pretendere l'immediata cessazione delle ostilità.
Poi bisognerà che tutti gli interessati siano coinvolti in lunghe e complesse trattative:
- le nuove repubbliche di Donetsk e Lugansk, a meno che non si pretenda di tornare a bombardarle, come si è fatto dal 2014 in avanti;
- i governi di Crimea e Sebastopoli, che devono confermare e spiegare davanti al mondo quanto sia effettiva e definitiva la loro volontà di restare nella Federazione Russa;
- il governo dell'Ucraina, con il presidente Zelensky tornato alla ragione, o con un nuovo governo, questo lo deciderà il parlamento ucraino, appena potrà riunirsi;
- la Bielorussia e la Federazione Russa, che avevano delle ragioni da difendere, ma ora sono passate irrimediabilmente dalla parte del torto;
- i paesi confinanti, tutti, perché non ci si possono scegliere, in questo mondo, i vicini;
- l'Unione Europea, che deve recuperare la dignità e la terzietà e smettere di essere il ripetitore degli eccessi del militarismo americano;
- l'Alleanza Atlantica, che avrebbe molte cose da spiegare a tutti noi, a partire dalle costose e inutili spese per rafforzare un cosiddetto fronte orientale oltre il quale nessuno ci minaccia.
I leader e le forze politiche europee più serie e meno ciniche devono fare uno sforzo gigantesco: guardare sia alla drammaticità che alla complessità della situazione, pena la perdita di molte altre vite.
Di fronte alla complessità e alla drammaticità del momento presente, la presa di posizione del recente Consiglio europeo del 24 febbraio scorso, sconcerta per la sua tragicomica avventatezza, per un linguaggio così antipolitico da meritarsi più l'irrisione che l'indignazione.
Chi si intende di politica e geopolitica, leggendola, capirà immediatamente che è una grida isterica, non certo una iniziativa di verità e riconciliazione.
Macron, Draghi e gli altri capi di stato dell'Unione Europea hanno sottoscritto un documento infantile e pericoloso, che chiede, in buona sostanza, che tutto torni come prima, come se la Federazione Russa non esistesse, non fossero successe molte cose irreversibili in questi ultimi anni di crisi, non fossero già stati commessi, non solo da Putin, molti irrimediabili errori.
Siete vergognosi, cari leader europei della nuova generazione di plastica, tecnocrati pieni di arroganza e poveri di saggezza, sedicenti competenti e poveri di esperienza politica, inadatti alla guida dell'Europa e pericolosi per tutti i popoli e tutti i territori che governate, ma questo già lo sapevamo.
In questo momento, noi come OraToscana, insieme crediamo a ogni persona impegnata nel civismo, nell'ambientalismo, nell'ambientalismo, nella resistenza anti-autoritaria, contro la dittatura delle continue emergenze imposte dall'alto e da altrove, chiediamo che si fermi in ogni modo possibile la guerra, ma allo stesso tempo continueremo a combattere coloro che questa guerra hanno preparato, quei governi e quei governanti centralisti e autoritari che sono la rovina dei popoli e dei territori e che vanno rovesciati, con ogni forma di resistenza nonviolenta possibile.
Poiché la spiritualità e la preghiera sono fondamentali in ogni resistenza nonviolenta, aderiamo, come persone di OraToscana credenti e non credenti, al giorno di digiuno e di preghiera proclamato dal vescovo di Roma, papa Francesco, per il sacro Mercoledì delle Ceneri, 2 marzo 2022, per la pace tra Ucraina e Russia, ma anche nel ricordo di coloro che stanno morendo e soffrendo in Tigrè, in Yemen, nel Sahel, nelle comunità oppresse dei nativi americani, in tutte le periferie disperate di questo mondo che i grandi potentati della globalizzazione stanno distruggendo.
per OraToscana
da Firenze, sabato 26 febbraio 2022
il garante
Mauro Vaiani Ph.D.
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