Per la riforma elettorale toscana, qui, ora
E' il momento di riprendere il lavoro per il varo della riforma elettorale toscana.
Non faremo polemiche sul tempo che è trascorso, né sul segnale che si poteva dare all'intero paese prima delle elezioni politiche, e che è mancato.
Si è assolutamente in tempo a mantenere la doppia promessa più volte fatta dal governatore Enrico Rossi: cambiare la legge elettorale per restituire al popolo toscano il potere di scegliere le persone e non solo le liste, e riuscire a cambiarla prima di Roma.
Chi scrive non ha mai ceduto, sia chiaro, alla tentazione di accomunare la legge toscana al Porcellum, ma è evidente che per il superamento delle liste bloccate, né a Firenze, né a Roma si può attendere oltre.
Portiamo all'attenzione dei legislatori toscani, degli osservatori più appassionati e competenti, dell'intera opinione pubblica, cinque punti di compromesso che ci sembrano, da tempo, più maturi:
- restare fedeli
alla scelta storica di abolire le vecchie preferenze facoltative
all'italiana, per scongiurarne i disastrosi
effetti, passati e presenti;
- restare fermi sul
maggioritario,
pur mantenendo un diritto di tribuna per forze minori che superino
soglie significative; diciamo più vicine al 10 che al 5%;
- eleggere con il
sistema uninominale la maggior parte dei 40
membri del prossimo consiglio toscano; per disegnare con equità
le circoscrizioni si potrebbe partire, ad esempio, dai 29 collegi
del Mattarellum;
- istituzionalizzare
un turno generale di primarie obbligatorie e contestuali per tutti;
sarà un contributo originale toscano alla elaborazione di uno
statuto pubblico dei partiti, alla democratizzazione di tutte le
organizzazioni politiche, vecchie e nuove;
- aprire alla
possibilità del doppio turno per l'elezione del presidente e dei
membri del consiglio, in modo da rafforzare l'autorevolezza e
l'indipendenza reciproca dei due poteri.
Legislatori della Toscana, tocca a voi.
Mauro
Vaiani
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