Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

sabato 2 luglio 2011

Contro lo status quo, non solo a parole

Aggrego qui alcune riflessioni sulla necessità di lottare, diuturnamente, testardamente, non solo a parole, contro lo status quo.
Intanto confesso la mia sorpresa nell'apprendere, dal Corriere della Sera di oggi, che in Italia vivono 13.000.000 (tredici milioni) di persone che hanno una pensione superiore a 1.400 Euro mensili, cioè al mio stipendio universitario, che è nettamente inferiore. So che molti di loro hanno pagato fior di contributi, in vecchie lire, per la loro pensione, né di certo auspico che siano rimessi in discussione i loro diritti acquisiti.
Tuttavia consentitemi di essere amareggiato perché in questo paese si continua a tassare, penalizzare, scoraggiare il lavoro. E a giudicare dall'aria che tira, anche questa legislatura si chiuderà e ben poco si sarà fatto per incoraggiare l'innovazione, la fondazione di nuove imprese, chi volesse lavorare di più, chi volesse emergere dal nero.
Siamo un paese molto ricco, certo, altrimenti non ci sarebbero i soldi per pagare così tante pensioni superiori agli stipendi. I soldi per le pensioni ci sono, come magistralmente sintetizza Oscar Giannino in un suo recente post. E, senza fare macelleria sociale, ma attuando vere riforme, si troverebbero i soldi anche per tassare meno il lavoro e, di conseguenza, restituire un po' di ossigeno a quella parte del paese, di cui faccio parte anch'io, che soffre e arriva a fatica alla fine del mese.
Sono ormai più di vent'anni che aspettiamo autentiche riforme liberali e il completamento del federalismo.
Persino le parole che esprimono il nostro bisogno di riforma, liberalismo e federalismo, si sono ormai sputtanate in questa lunga attesa. Eppure, anche se ci dovesse costare ciò che resta di questa nostra breve vita, non dobbiamo demordere.
Tante prediche liberali e tante promesse federaliste sono state solo parole, è vero, ma noi non siamo stati liberali e federalisti solo a parole.
E avremo ancora, insieme a una nuova generazione di leader veri, campioni locali, scelti dal popolo e per il popolo, con le primarie e con sistemi elettorali maggioritari e uninominali, qualche altra seria occasione in cui dimostrare ciò che valiamo.

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