Fonte: GoNews - Il presidente Eugenio Giani con la bella fascia republicana e toscana che ha fatto disegnare per i nostri consiglieri regionali |
Nella rievocazione della cosiddetta "indipendenza toscana", voluta oggi dal presidente del parlamento toscano, Eugenio Giani, c'è stata più di una sgrammaticatura, ma l'evento rivela qualcosa di importante e di profondo, di cui il bravo politico fiorentino ha compreso da tempo l'importanza.
Le persone hanno voglia di autonomia.
I territori hanno voglia di sovranità.
La Toscana ha davvero voglia di autogoverno.
Questa celebrazione del 27 aprile 1859, il giorno della partenza di Leopoldo II, avrebbe meritato un approfondimento sul modo civile e pacifico con cui avvenne.
In quella giornata, che la stragrande maggioranza dei Toscani di allora guardò con rispetto e forse anche con tristezza, si accese una speranza di autentica indipendenza toscana, magari nella forma di una repubblica veramente democratica, federata con altri stati italiani ed europei.
Le celebrazioni nel parlamento toscano, purtroppo, hanno totalmente oscurato che quella timida speranza di indipendenza fu completamente tradita.
Attraverso la vergogna del plebiscito e altre catastrofi nazionaliste, la Toscana è stata trascinata verso colonialismo, autoritarismo, burocraticismo, una serie infinita di vergogne e infamie.
Delle riflessioni più critiche e più autocritiche sulla gravità della "questione toscana", ci sarebbero state bene.
Lo scriviamo con affetto a Eugenio Giani, consigliere che, in ticket con Stefania Saccardi, abbiamo sostenuto.
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