Ci sono poche luci e parecchie ombre, nella proposta che è venuta maturando.
Apparentemente, sembra quello che volevano i professionisti della politica - quelli che sono al potere in Toscana da prima che nascesse Matteo Renzi.
Sono stati quindi anni persi?
La nostra battaglia contro il ritorno delle vecchie preferenze è stata vana?
L'enorme ignoranza di tanti - in particolare di certi "giovani" e di certi aspiranti "purificatori" - e la stupefacente furbizia delle clientele organizzate - quelle che vogliono scegliere gli eletti all'insaputa della stragrande maggioranza degli elettori - hanno infine prevalso?
Sembrerà temerario, ma da questo blog vi sfidiamo ancora una volta: non vendete ancora la nostra pelle, perché forse non siamo proprio morti.
Se si confermerà la decisione di configurare piccolissimi collegi e se si porteranno avanti le primarie, questa riforma toscana non sarà proprio una controriforma.
Le primarie sono necessarie alle forze politiche veramente democratiche, veramente popolari, veramente contendibili.
Prima di tutto per scegliere i candidati presidenti, poi per scegliere i leader candidati regionali, infine per scegliere i candidati delle liste provinciali e territoriali.
Per quanto tutti costoro siano sottoposti a un vaglio popolare nelle secondarie, le primarie restano indispensabili, anzi un valore fondativo della democrazia toscana contemporanea.
Avanti quindi, ci vediamo in aula, nelle piazze, sui media toscani.Il confronto continua.
![]() |
Il nuovo segretario PD toscano, Dario Parrini, ospite di Passioni & Politica il 13 giugno 2014 |
Nessun commento:
Posta un commento