In un suo famoso discorso del 1985, Bettino Craxi spiegò che riteneva legittima la resistenza degli oppressi arabo-palestinesi contro gli oppressori israeliani, anche violenta, anche con il terrorismo. Precisò però, nello stesso intervento, che attraverso la violenza gli arabo-palestinesi non avrebbero ottenuto niente.
Fu lungimirante allora, come lo erano i grandi della politica formatisi alla dura scuola dei grandi partiti popolari di quella fase storica.
Oggi viviamo in un mondo politicamente e geopoliticamente molto più pericoloso di allora, sull'orlo del disastro ecologico, molto più diviso e confuso. Abbiamo raggiunto però una consapevolezza della necessità della nonviolenza. La nonviolenza è l'unica via per sostenere le cause che si ritengono giuste, nel mondo globalizzato e interconnesso, raggiungendo i necessari compromessi fra le ragioni di tutti.
L'estremismo, il settarismo, l'ignoranza, le dissonanze cognitive, gli slogan semplicistici e fuorvianti, la violenza e il vandalismo con cui parecchi in questi ultimi tempi pretendono di sostenere le ragioni di Gaza e della Cisgiordania, hanno prodotto intanto cose orrende come queste:
La fonte di questa brutta notizia sui pezzi di cemento buttati sui binari della stazione Firenze Santa Maria Novella è qui: https://www.firenzetoday.it/foto/cronaca/blocchi-di-cemento-sui-binari-della-stazione-di-firenze/. Avevamo già visto però attraverso i media altre scene veramente miserabili di quelli del "Blocchiamo tutto", estremisti fanatici e violenti, organizzati da gruppi come "Potere al Popolo", purtroppo inseguiti anche da organizzazioni che pure godevano, fino a ieri, di una certa autorevolezza, come USB e CGIL.
A tutti - a cominciare da chi scrive - è capitato di partecipare a eventi e manifestazioni che poi si sono rivelate controproducenti per le stesse cause che si sarebbero volute sostenere. Nulla di nuovo sotto il sole.
Spiace particolarmente in questa occasione, perché mai la comunità internazionale è arrivata così vicina a un piano per la pace... Sì, stiamo parlando del piano Trump... Che riprende integralmente le richieste della Lega Araba, di importanti paesi musulmani sostenitori della causa palestinese, della ANP, dell'ONU, della Santa Sede, della maggioranza della Knesseth d'Israele (dove finalmente gli estremisti sanguinari potrebbero essere ricacciati all'opposizione).
Potremmo avere presto la liberazione dei rapiti israeliani superstiti, ma anche l'amnistia per migliaia di prigionieri politici palestinesi (quasi tutti ex terroristi, peraltro, come è ovvio che sia).
Mai siamo stati così vicini alla caduta di Hamas e del governo Netanyahu, che sono saliti al potere insieme, che sono stati alleati de facto per decenni, che meritano di fare la stessa fine.
Possiamo capire che un giovane creda che in Medio Oriente ci sia uno scontro fra buoni e cattivi. E' normale per i giovani essere ingenui ed entusiasti, ci mancherebbe altro.
Qui però ci sono degli adulti, dei vecchi, delle organizzazioni (non solo nazionali) che finanziano e guidano iniziative che vogliono polarizzare, avvelenare, instillare odio, raccogliere un po' di consenso per futuri scontri politici ed elettorali. Costoro stanno sbagliando, sono o illusi oppure cinici, ma possono fare tanto male, prima del loro inevitabile fallimento, perché viviamo in una società in cui l'antisemitismo (e intendiamo l'antico odio per gli ebrei, ma anche il nuovo odio per le popolazioni di origine araba) non se ne è mai andato, così come molti altri riflessi condizionati di pregiudizio e violenza.
Non possiamo dimenticare che le ragioni di Israele erano ridicolizzate e violentemente represse da un vero e proprio squadrismo, o se volete fascismo, "rosso", anche in anni in cui non era governata da Netanyahu, ma da leader che hanno fatto e proposto soluzioni concrete ai capi arabo-palestinesi: Olmert, Barak e lo stesso Sharon (demonizzato ai suoi tempi, eppure capace del grande gesto dello sgombero totale di Gaza del 2005, un'altra delle molte occasioni storiche perse dagli Arabi, per via dell'estremismo dei loro capi).
Non possiamo sorvolare sul fatto che dirigenti di uffici e agenzie ONU e UNRWA inefficenti e corrotte hanno taciuto per anni di fronte allo scavo dei tunnel e al riarmo di Hamas. E che ancora oggi sono colpevolmente silenti di fronte al fatto che Hamas tiene in ostaggio e usa come scudi umani non solo un pugno di cittadini israeliani ma centinaia di migliaia di cittadini di Gaza.
Forse la guerra delle narrazioni viene facilmente vinta dai racconti delle sofferenze delle persone di Gaza (anche per i mostruosi errori politici, militari, mediatici della cricca di Netanyahu), ma la realtà è che se siamo di fronte a una distruzione che qualcuno arriva a chiamare "genocidio", la principale responsabilità è e resterà per sempre di Hamas.
Chiudiamo dicendo un fermo NO al "Blocchiamo tutto", alla complicità con Hamas, alla mostrificazione di Israele (come stato e come cittadinanza), all'estremismo e al vandalismo.
Tra il fiume Giordano e il mar Mediterraneo c'è posto per due stati, entrambi democratici, quello di Israele e quello degli Arabi, oltre che per autonomie speciali da garantire ai quartieri della Gerusalemme storica, per gli altri luoghi santi, per le minoranze etniche, culturali, religiose. Chi non accetta questa pluralità, sta scivolando lungo un precipizio, in fondo al quale incontrerà - stavolta sì - un vero genocidio, con milioni di morti.
Teniamo una posizione ferma, per continuare a essere fedeli alla nostra storia internazionalista, per la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato, che comincia da dove siamo qui e ora, in attesa di un treno per tornare a casa o per andare al lavoro, alla stazione Firenze Santa Maria Novella.
Nessun commento:
Posta un commento