Denis Verdini in una vecchia foto del 2006 - dieci anni dopo, ancora una volta, nel bene e nel male, protagonista dell'approvazione in Italia delle unioni civili (11 maggio 2016, ndr) |
A proposito dell'approvazione odierna della prima legge italiana sulle unioni civili e sul riconoscimento delle convivenze, rilancio le parole del caro amico Giacomo Fiaschi, che da Tunisi ha scritto: "...credo che sia profondamente ingiusto, e indegno di una civiltà in progresso, impedire a due persone che si amano e che desiderano realizzare un progetto di vita comune, di poterlo fare con pieno diritto". Precisando, più avanti, che persone dello stesso sesso che si amano e che scelgono di vivere insieme devono vedersi riconosciuti i medesimi "diritti e doveri di una coppia eterosessuale".
Ci siamo arrivati tardi e male. Si potrebbe forse anche dire timeo Renzi, Verdini et dona ferentes.
L'uso di una raffica di voti di fiducia in materia di diritti civili è un precedente inaccettabile. Non perdono ai relatori certi tratti statalisti che hanno voluto inserire nella legge Cirinnà. Non perdono le derisioni, le esagerazioni, le umiliazioni, come la strumentalizzazione della parola "fedeltà", che è stata prima inserita e poi tolta, quasi per mostrare che noi persone omosessuali, in fondo, siamo esseri umani moralmente inferiori.
Non perdono nulla, delle loro sbagliate scelte politiche, tanto meno dei loro sbagliati metodi politici, a Matteo Renzi e a Denis Verdini, ma riconosco loro questo risultato, che comunque pone fine a una lunga attesa. In Italia si allevia, almeno un pochino, la sofferenza di tante coppie omosessuali.
Spero che una eco di speranza ritorni indietro a Tunisi, caro amico Giacomo. Come sai una vasta rete di forze laiche e cristiane, ebraiche e islamiche, si stanno unendo per aiutare le persone omosessuali perseguitate e rifugiate in Tunisia.
Questo piccolo aiuto serva, se a D-o così piacerà, a incoraggiare coloro che, nel nome della Divina Misericordia, delle più autentiche tradizioni tunisine, dei diritti umani universali, lavorano nell'assemblea nazionale tunisina per la depenalizzazione dell'omosessualità, attraverso l'abolizione dell'articolo 230 del codice penale.
Un abbraccio, infine, e un grande ringraziamento a Farhat Othman, un intellettuale coraggioso che lotta per il superamento dell'omofobia in Tunisia.
Avanti, verso la libertà, con amore.
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