Non basta tagliare e riqualificare la spesa pubblica.
Credo ancora nella possibilità di riforme per la giustizia e la libertà, contro il declino.
Credo - spes contra spem - che alcune delle proposte di Matteo Renzi possano andare in porto.
Ma credo anche che la repubblica dovrebbe iniziare, al più presto, a emettere un nuovo buono del tesoro infruttifero, a lunghissimo termine, di piccolo taglio, che vi propongo di chiamare "infruttino".
Ovviamente l'infruttino non sarebbe per coloro che comprano volontariamente debito pubblico italiano sul mercato. A costoro dobbiamo garantire tranquillità e certezza del diritto.
Piuttosto l'infruttino sarebbe per altri soggetti, che riscuotono somme importanti dallo stato a vario titolo.
Per esempio, a ciascun boiardo o pensionato d'oro, si potrebbero dare i primi tremila euro liquidi e tutto il resto in infruttini. Tali persone, essendo ricche, potrebbero tenerli tranquillamente da parte fino alla loro scadenza. Nel frattempo non ci guadagnerebbe nulla di interessi, è vero, ma neppure ci rimetterebbe molto.Gli infruttini potrebbero anche essere usati per pagare tutti gli arretrati alle aziende. In questo caso, per tante aziende, poter avere infruttini da scontare in banca, più che una punizione, rischierebbe di essere una boccata d'ossigeno.
Con gli infruttini potrebbero anche essere pagati, sempre per esempio, gli affitti ai grandi proprietari immobiliari che ancora ospitano uffici pubblici, riscuotendo - diciamolo - una rendita parecchio criticabile di questi tempi.
Sono solo esempi, per far capire che gli infruttini potrebbero essere usati in tante occasioni, dove lo stato è costretto a pagare e i suoi creditori potrebbero essere costretti ad accettare un pagamento diverso dai liquidi.
Il sacrificio per coloro che ricevono infruttini sarebbe minimo.
Il vantaggio per lo stato, che comincerebbe a pagare interessi zero su quote crescenti del suo debito, potrebbe diventare interessante.
Perché propongo questo inizio di ristrutturazione forzosa e al tempo stesso gentile e graduale?
Per evitare che debito e interessi stronchino la repubblica, le libertà personali, la giustizia sociale, le autonomie territoriali, l'unità europea. Se e quando fossimo costretti a ulteriore austerita, o addirittura a far fallire lo stato, arrivando a cancellare il debito pubblico, sarebbe senz'altro peggio.
Non si può più aspettare la prossima legislatura, o il prossimo trattato europeo, o i vagheggiati eurobond.
Si deve fare qualcosa subito, qui, insieme, unendo le nostre forze, in uno sforzo civico e civile, di solidarietà fra di noi e di generosità verso le generazioni future.
Ecco, arrivati a metà esatta del 2014, in questi giorni di gioia
solstiziale, ma anche di ripensamento e di seria verifica di ciò che
siamo stati capaci di fare e capire fin qui, ho detto anch'io la mia
sull'immenso problema della sostenibilità del debito pubblico. E ora, siccome non sono un opinionista famoso, non sono un eurocrate, tanto
meno un economista - anche se leggo regolarmente quelli bravi, che ci avvertono dei rischi di arrivare al fallimento senza nemmeno accorgersene - iniziate pure a tirare al piccione Vaiani.
Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
lunedì 30 giugno 2014
giovedì 26 giugno 2014
Thank You, My Open-Minded Tuscan Mum
My family has been my first school of liberty.
The first time I have a clear memory about social freedom and individual responsibility, it was on the occasion of an anti-prohibitionist statement released by my mother, at home, in Tuscany, in the kitchen, while doing housework.
She had little education and little luck in her life, but it was clear in her eyes that if the state prohibits a substance, it gets two inconvenient results: first, a dangerous increase of its officials' power; second, the shameful increase of wealth for those who sells the product made illegal.
I really admire my mother for this instinctively libertarian, anti-prohibitionist idea, she has taught me, when I was little more than a child.
Forty years after, the moral and political necessity of ending drug war, it is still clear to me, mostly thanks to my mother.
Unfortunately, while celebrating their useless and hypocrite international anti-drugs day, international and national bureaucracies are still wasting resources and lives in their costly, bloody, ineffective war on drugs.
I will never tire repeating: war on drugs is a source of corruption and arbitrariness.
On its bias it rests the real mafia power.
It must be ended, as soon as possible.
If you do not believe a Tuscan ordinary mother and his son, at least have the decency to read something about:
- Transnational Radical Party commitment to end drug war
- Open Society
- Robert Morris, a maverick
- Anti-prohibitionism's historical failures
Last and late, but not least, also the mainstream, conformist London School of Economics arrived to open its gate to a bit of common sense...
The first time I have a clear memory about social freedom and individual responsibility, it was on the occasion of an anti-prohibitionist statement released by my mother, at home, in Tuscany, in the kitchen, while doing housework.
She had little education and little luck in her life, but it was clear in her eyes that if the state prohibits a substance, it gets two inconvenient results: first, a dangerous increase of its officials' power; second, the shameful increase of wealth for those who sells the product made illegal.
I really admire my mother for this instinctively libertarian, anti-prohibitionist idea, she has taught me, when I was little more than a child.
Forty years after, the moral and political necessity of ending drug war, it is still clear to me, mostly thanks to my mother.
Unfortunately, while celebrating their useless and hypocrite international anti-drugs day, international and national bureaucracies are still wasting resources and lives in their costly, bloody, ineffective war on drugs.
I will never tire repeating: war on drugs is a source of corruption and arbitrariness.
On its bias it rests the real mafia power.
It must be ended, as soon as possible.
If you do not believe a Tuscan ordinary mother and his son, at least have the decency to read something about:
- Transnational Radical Party commitment to end drug war
- Open Society
- Robert Morris, a maverick
- Anti-prohibitionism's historical failures
Last and late, but not least, also the mainstream, conformist London School of Economics arrived to open its gate to a bit of common sense...
giovedì 19 giugno 2014
Uno Diverso su Cielo TV
Mauro Vaiani, in a documentary about faith and homosexuality,
on Monday, June 23, 2014, at 23:15 (CET-Florence).
It will be on again on Saturday, June 28, 2014, at 23:15 (CET-Florence).
Also in streaming at http://www.cielotv.it/index.html.
Invito a un appuntamento televisivo, per lunedì 23 giugno 2014, ore 23:15.
Su Cielo TV va in onda una inchiesta su sesso, fede, amore, matrimonio gay, eros e agape di Alberto D'Onofrio, con la mia testimonianza - Mauro Vaiani, l'autore che vi scrive da questo blog.
Mi trovate insieme ad altre testimonianze d'amore, fede e omosessualità, a partire dall'incredibile storia di Massimo Milani e Gino Campanella, la coppia siciliana che, il 28 giugno del 1993, in piazza Pretoria a Palermo, si unì simbolicamente in matrimonio.
Il documentario andrà in onda, in replica, sabato 28 giugno 2014, ore 23.15.
Vedrete e ascolterete di anni di sacrifici, tentativi, errori, timidi cambiamenti, cadute rovinose e il coraggio di ripartire sempre. Non mancate.
Il materiale video è in parte mutuato dal documentario girato alcuni anni fa, a cui contribuirono molte persone omosessuali credenti, soprattutto della Toscana. L'intero progetto, però, è stato ripensato e aggiornato. Sono curioso di vedere come si è espressa, stavolta, la vena artistica e la sensibilità sociale del bravo documentarista e regista Alberto D'Onofrio.
Sono in attesa della conferma da Cielo, su una replica prevista per sabato 28 giugno alle 23:00.
Nonostante ormai sia abituato - insieme ai miei familiari - a subire le conseguenze dell'essere impegnato pubblicamente, posso confessare di essere ancora un po' emozionato?
La voglio vivere con lo spirito festoso di questi giorni del Solstizio d'estate, ancora una volta orgoglioso e grato alla mia famiglia, a chi mi sta vicino, alla Provvidenza, del fatto che possa gettare qualche seme di speranza, di amore, soprattutto di libertà.
Per chi vuole saperne di più, sulle persone queer credenti, raccomando una visita al nostro portale di riferimento, Gionata.
PS di S.Giovanni, da Facebook:
Buon S.Giovanni a tutti! Stasera fuochi d'artificio a Firenze!
Grazie a tutt* le persone che ieri hanno voluto vivere e commentare insieme a me la raccolta di testimonianze su sesso, fede, omosessualità, matrimonio gay, andata in onda su cielotv - Alberto D'Onofrio, l'autore, è sempre garanzia di un tocco di grazia e di sensibilità sociale! Continuiamo questo dialogo sulla libertà e sull'amore, che sono la nostra vera natura.
Leggete tutti i commenti su Facebook...
mercoledì 18 giugno 2014
Non tutto è perduto?
Il Partito Democratico della Toscana ha confermato ciò che si sapeva di una possibile riforma elettorale regionale: distribuzione dei seggi simile a quella delle elezioni comunali; possibile un voto a nomi di candidate e candidati già stampati sulle schede; soglie molto basse ed elezione molto facilitata per i leader delle piccole fazioni; possibilità di ballottaggio fra i due candidati presidenti più votati.
Ci sono poche luci e parecchie ombre, nella proposta che è venuta maturando.
Apparentemente, sembra quello che volevano i professionisti della politica - quelli che sono al potere in Toscana da prima che nascesse Matteo Renzi.
Sono stati quindi anni persi?
La nostra battaglia contro il ritorno delle vecchie preferenze è stata vana?
L'enorme ignoranza di tanti - in particolare di certi "giovani" e di certi aspiranti "purificatori" - e la stupefacente furbizia delle clientele organizzate - quelle che vogliono scegliere gli eletti all'insaputa della stragrande maggioranza degli elettori - hanno infine prevalso?
Sembrerà temerario, ma da questo blog vi sfidiamo ancora una volta: non vendete ancora la nostra pelle, perché forse non siamo proprio morti.
Se si confermerà la decisione di configurare piccolissimi collegi e se si porteranno avanti le primarie, questa riforma toscana non sarà proprio una controriforma.
Le primarie sono necessarie alle forze politiche veramente democratiche, veramente popolari, veramente contendibili.
Prima di tutto per scegliere i candidati presidenti, poi per scegliere i leader candidati regionali, infine per scegliere i candidati delle liste provinciali e territoriali.
Per quanto tutti costoro siano sottoposti a un vaglio popolare nelle secondarie, le primarie restano indispensabili, anzi un valore fondativo della democrazia toscana contemporanea.
Avanti quindi, ci vediamo in aula, nelle piazze, sui media toscani.Il confronto continua.
Ci sono poche luci e parecchie ombre, nella proposta che è venuta maturando.
Apparentemente, sembra quello che volevano i professionisti della politica - quelli che sono al potere in Toscana da prima che nascesse Matteo Renzi.
Sono stati quindi anni persi?
La nostra battaglia contro il ritorno delle vecchie preferenze è stata vana?
L'enorme ignoranza di tanti - in particolare di certi "giovani" e di certi aspiranti "purificatori" - e la stupefacente furbizia delle clientele organizzate - quelle che vogliono scegliere gli eletti all'insaputa della stragrande maggioranza degli elettori - hanno infine prevalso?
Sembrerà temerario, ma da questo blog vi sfidiamo ancora una volta: non vendete ancora la nostra pelle, perché forse non siamo proprio morti.
Se si confermerà la decisione di configurare piccolissimi collegi e se si porteranno avanti le primarie, questa riforma toscana non sarà proprio una controriforma.
Le primarie sono necessarie alle forze politiche veramente democratiche, veramente popolari, veramente contendibili.
Prima di tutto per scegliere i candidati presidenti, poi per scegliere i leader candidati regionali, infine per scegliere i candidati delle liste provinciali e territoriali.
Per quanto tutti costoro siano sottoposti a un vaglio popolare nelle secondarie, le primarie restano indispensabili, anzi un valore fondativo della democrazia toscana contemporanea.
Avanti quindi, ci vediamo in aula, nelle piazze, sui media toscani.Il confronto continua.
Il nuovo segretario PD toscano, Dario Parrini, ospite di Passioni & Politica il 13 giugno 2014 |
venerdì 13 giugno 2014
Renzi contro la burocrazia: qualcosa di buono c'è
Prime frammentarie notizie sul tentativo del governo Renzi di modificare lo status quo dei ministeri centrali, delle prefetture, delle pubbliche amministrazioni.
Ci sono alcune cose che sembrano più specchietti per le allodole, che riforme.
Ci sono delle ingenuità, delle omissioni, delle "rivendite" di cose che sono nelle norme da anni - inattuate e tutto lascia pensare che lo resteranno a lungo.
Ci sarà sicuramente anche qualcosa di sbagliato - i pasticci li vedremo solo nei dettagli nascosti nei testi.
Dobbiamo dare atto al governo Renzi, però, di avere fatto un passo verso la limitazione i privilegi degli alti dirigenti, l'abolizione delle prefetture, lo snellimento del rapporto fra cittadino e amministrazioni.
Gli dobbiamo anche, come attenuante, il riconoscimento del fatto che sarà sicuramente sotto attacco da parte delle sue stesse strutture tecniche. Sono convinto che contro Renzi sia già in corso una ribellione silenziosa e viscida, da parte dei burocrati centrali di palazzo Chigi e degli altri centri ministeriali di potere.
Gli alti papaveri dello stato centrale dissemineranno il cammino del governo di bucce di banane, perché scivoli e, possibilmente, si faccia anche male.
La ministra Maria Anna Madia - una raccomandata di ferro del giro dei Napolitano-Letta - non è un campione di simpatia e di chiarezza, ma ha, pure lei, detto qualcosa di importante stasera in tivù: basta nuove leggi! Basta con l'affastellarsi di nuove norme. Ci servono amministrazioni che agiscano autonomamente e responsabilmente, regolate da poche, chiare, leggibili leggi. Le riforme le devono diminuire le leggi, non aumentarle.
In conclusione, non mi piace tutto e - anche come lavoratore dell'amministrazione digitale - dirò qualcosa di più specifico - e di più critico - prossimamente.
Però, per stasera, sinceramente, auguri.
Ci sono alcune cose che sembrano più specchietti per le allodole, che riforme.
Ci sono delle ingenuità, delle omissioni, delle "rivendite" di cose che sono nelle norme da anni - inattuate e tutto lascia pensare che lo resteranno a lungo.
Ci sarà sicuramente anche qualcosa di sbagliato - i pasticci li vedremo solo nei dettagli nascosti nei testi.
Dobbiamo dare atto al governo Renzi, però, di avere fatto un passo verso la limitazione i privilegi degli alti dirigenti, l'abolizione delle prefetture, lo snellimento del rapporto fra cittadino e amministrazioni.
Gli dobbiamo anche, come attenuante, il riconoscimento del fatto che sarà sicuramente sotto attacco da parte delle sue stesse strutture tecniche. Sono convinto che contro Renzi sia già in corso una ribellione silenziosa e viscida, da parte dei burocrati centrali di palazzo Chigi e degli altri centri ministeriali di potere.
Gli alti papaveri dello stato centrale dissemineranno il cammino del governo di bucce di banane, perché scivoli e, possibilmente, si faccia anche male.
La ministra Maria Anna Madia - una raccomandata di ferro del giro dei Napolitano-Letta - non è un campione di simpatia e di chiarezza, ma ha, pure lei, detto qualcosa di importante stasera in tivù: basta nuove leggi! Basta con l'affastellarsi di nuove norme. Ci servono amministrazioni che agiscano autonomamente e responsabilmente, regolate da poche, chiare, leggibili leggi. Le riforme le devono diminuire le leggi, non aumentarle.
In conclusione, non mi piace tutto e - anche come lavoratore dell'amministrazione digitale - dirò qualcosa di più specifico - e di più critico - prossimamente.
Però, per stasera, sinceramente, auguri.
giovedì 12 giugno 2014
Terrore di stato
Un paio di testimonianze critiche, che ci ricordano che il terrorismo viene soprattutto dall'alto, da coloro che hanno bisogno di agitare fantasmi, creare tensioni, provocare disastri, al solo fine di consolidarsi al potere.
Una, molto preziosa, molto speciale, è quella di Andrei Mironov, recentemente ucciso in Ucraina. Risale al 2002 e si tratta di una testimonianza essenziale e luminosa sul vero significato della guerra in Cecenia, uno di quei conflitti che servono per consolidare al potere grandi terroristi centrali e i loro prezzolati piccoli terroristi locali. Ovviamente la potete ascoltare dal prezioso archivio di Radio Radicale. Riposa in pace, Andrei.
Un'altra dall'Iraq, dello scrittore iracheno Younis Tawfik, che non sposo, ma che considero utile a non cascare nella trappola dei soliti guerrafondai americani che vogliono vendere i loro droni "per fermare il terrorismo in Iraq".
Il terrore di stato annaspa fra crisi di legittimità, immensi debiti pubblici, rivolte sociali delle nuove reti di cittadini attivi e interconnessi, ma non è ancora morto.
lunedì 9 giugno 2014
Maremoto a Livorno
Filippo Nogarin, candidato espresso dai Cinque Stelle, è il nuovo sindaco di Livorno. Una svolta storica per la città e per la nostra terra.
Uno establishment che era al potere, ininterrottamente, da oltre un sessantennio, è stato licenziato in tronco.
Anche a Livorno, infine, è successo quello che era già successo a Firenze, Prato, Grosseto, Lucca, Arezzo. Gli elettori sovrani, speriamo sempre più spesso, danno delle belle spallate. E meno male!
Notiamo che altri status quo - di altri colori - sono messi in discussione a Perugia e Civitavecchia, a Colle Val d'Elsa, ma anche più lontano, verso Padova, Pavia, Potenza.
E' esattamente ciò che è necessario nel nostro tempo, nei nostri territori, nelle nostre vite.
Il nuovo sindaco - parlando in questo momento su Canale 50 - sta dicendo che non è una vittoria di parte e sbagliano tutti coloro che pensano ancora in termini di appartenza rigida a prescindere.
Siamo d'accordo: nessuno - tanto meno i candidati di quel PD che, con Matteo Renzi, è una speranza per tutto il paese - deve più vincere in quanto appartiene a una parte, ma in quanto promette di portarci da qualche parte.Auguri ai nuovi sindaci.
Auguri in particolare a Filippo Nogarin.
Congratulazioni anche a Marco Ruggeri, il giovane politico PD sconfitto a Livorno, il quale, con umiltà e dignità, ha appena ammesso la sua sconfitta, promettendo di continuare a contribuire a un vero cambiamento.
* * *
Approfondimenti:
- Chi è Filippo Nogarin, il nuovo sindaco di Livorno
- Andrea Romizi, candidato civico appoggiato anche dal centrodestra, è il nuovo sindaco di Perugia
- Antonio Cozzolino ha battuto un esponente non proprio nuovissimo del centrosinistra di Civitavecchia
- Massimo Bitonci, un leghista venetista, è il nuovo sindaco di Padova
- Massimo Depaoli sostituisce il berlusconiano Alessandro Cattaneo a Pavia
- Dario De Luca, con una rimonta incredibile, batte il centrosinistra di Potenza
Uno establishment che era al potere, ininterrottamente, da oltre un sessantennio, è stato licenziato in tronco.
Anche a Livorno, infine, è successo quello che era già successo a Firenze, Prato, Grosseto, Lucca, Arezzo. Gli elettori sovrani, speriamo sempre più spesso, danno delle belle spallate. E meno male!
Notiamo che altri status quo - di altri colori - sono messi in discussione a Perugia e Civitavecchia, a Colle Val d'Elsa, ma anche più lontano, verso Padova, Pavia, Potenza.
E' esattamente ciò che è necessario nel nostro tempo, nei nostri territori, nelle nostre vite.
Il nuovo sindaco - parlando in questo momento su Canale 50 - sta dicendo che non è una vittoria di parte e sbagliano tutti coloro che pensano ancora in termini di appartenza rigida a prescindere.
Siamo d'accordo: nessuno - tanto meno i candidati di quel PD che, con Matteo Renzi, è una speranza per tutto il paese - deve più vincere in quanto appartiene a una parte, ma in quanto promette di portarci da qualche parte.Auguri ai nuovi sindaci.
Auguri in particolare a Filippo Nogarin.
Congratulazioni anche a Marco Ruggeri, il giovane politico PD sconfitto a Livorno, il quale, con umiltà e dignità, ha appena ammesso la sua sconfitta, promettendo di continuare a contribuire a un vero cambiamento.
Autoscatto di Filippo Nogarin (dal suo sito http://www.stratolimite.it/) |
* * *
Approfondimenti:
- Chi è Filippo Nogarin, il nuovo sindaco di Livorno
- Andrea Romizi, candidato civico appoggiato anche dal centrodestra, è il nuovo sindaco di Perugia
- Antonio Cozzolino ha battuto un esponente non proprio nuovissimo del centrosinistra di Civitavecchia
- Massimo Bitonci, un leghista venetista, è il nuovo sindaco di Padova
- Massimo Depaoli sostituisce il berlusconiano Alessandro Cattaneo a Pavia
- Dario De Luca, con una rimonta incredibile, batte il centrosinistra di Potenza
venerdì 6 giugno 2014
L'occasione di accorciare le distanze
La giunta Nardella di Firenze, il giorno dell'insediamento (Fonte: Corriere Fiorentino) - 6/6/2014 |
L'avvio di una nuova amministrazione, dopo le elezioni, è una grande occasione di rinnovamento.
In questo momento così difficile, l'elezione di tanti giovani sindaci è, da questo punto di vista, un segno di speranza.
Essi possono cogliere l'occasione storica che l'austerità porge loro: accorciare le gerarchie, diminuendo drasticamente il numero degli alti dirigenti, valorizzando semmai di più il lavoro dei direttori operativi e dei loro collaboratori - la preziosa "base" della piramide, quella che sostiene tutto.
Le amministrazioni comunali - più di altre organizzazioni pubbliche - sono organismi complessi, composti da tante unità organizzative, ciascuna delle quali produce - spesso e meglio se in autonomia - risposte vitali per i cittadini.
Questa delicata rete non richiede - e anzi soffre - eccessi di coordinamento, di accorpamento, di verticismo.
Buon lavoro, quindi, ai nuovi eletti.
Vi aspettiamo sul campo a vedere come vanno veramente le cose.
giovedì 5 giugno 2014
Non scherziamo con la Toscana
Dal 2010, sulla scorta della pressione popolare anti-casta e delle ripetute promesse del presidente Enrico Rossi e di altri leader politici regionali, il consiglio regionale toscano sta discutendo una riforma elettorale.
Abbiamo seguito questo dibattito per tutti questi anni.
Ci siamo sacrificati ed esposti, insieme a tanti altri intellettuali, attivisti, cittadini appassionati di una selezione democratica, dal basso, con primarie, in piccoli collegi, di una nuova generazione di leader.
Perché, in un momento storico così drammatico, questa riforma del meccanismo è tanto importante?
Lo continueremo a gridare dai tetti: avremo riforme e speranza, solo con nuova generazione di leader. Un meccanismo selettivo e competitivo per sceglierli, quindi, è vitale.
Coloro che sono in carica come consiglieri regionali, legislatori della Toscana, non possono sfuggire a questa responsabilità.
Guardate la foto di commento di questo post: ritrae Vittorio Bugli, Marco Ruggeri e Andrea Manciulli in un incontro stampa di poco più di un anno fa, dedicato proprio alla riforma elettorale toscana.
Sembrano passati secoli, non è vero?
Nel frattempo, politicamente parlando, è successo di tutto.
I raggruppamenti, i rapporti di forza e molti stessi componenti del consiglio regionale toscano sono cambiati, con l'accavallarsi di continui rivolgimenti politici.
La riforma elettorale toscana, però, non è stata ancora fatta.
Allora noi lo dobbiamo ripetere, fino allo sfinimento: la riforma deve essere votata, in questi giorni, in queste settimane, prima delle ferie estive, pena una deflagrazione politica che, francamente, il popolo toscano non ci pare meritare.
* * *
A che punto siamo?
Il numero dei membri del prossimo consiglio, quello che verrà eletto nel 2015, è già stato ridotto a 40 membri. Il consiglio, finora, è sembrato orientato verso un impianto proporzionale, con un piccolo premio di maggioranza per la maggioranza del presidente eletto.
Su tutto il resto si discute ancora e non si tratta certo di dettagli.
Alcune questioni critiche:
- i collegi devono essere piccoli, per consentire a ciascuna lista di presentarsi con pochi volti riconoscibili di candidati ancorati al territorio; si parla di dividere la provincia di Firenze in almeno quattro collegi; ma una divisione dovrebbe essere pensata anche per i territori provinciali di Pisa e Livorno;
- le soglie di accesso alla rappresentanza non possono essere troppo basse; altrimenti si rischia di riempire il consiglio di consiglieri che sarebbero ininfluenti capigruppo di se stessi;
- bisogna guardare con favore alla celebrazione di più turni di voto; sì a primarie generalizzate per tutti, per scremare i pretendenti, seguite da secondarie e, se necessario, anche da ballottaggi; una dura selezione, a tappe, protratta nel tempo, permette alla gente di conoscere meglio gli aspiranti leader e consente ai leader di imparare a essere più umili e più pragmatici;
- si vogliono stampare i nomi sulle schede e si vuole consentire a tutti gli elettori di dare una preferenza; ma questa preferenza, se proprio la si vuole, deve diventare praticamente un voto obbligatorio, per prevenire il fatto che gli eletti siano scelti da minoranze organizzate, alle spalle di maggioranze ignare;- questa nuova preferenza facilitata - come viene chiamata - non può, in ogni caso, sostituire quel necessario processo selettivo interno a ciascun partito che solo le primarie possono garantire; i partiti devono scegliere i propri leader PRIMA delle elezioni, non DURANTE le elezioni; la mancata considerazione di questa elementare necessità ha reso litigiosa, faziosa, costosa e inconcludente la vita politica per tutta la storia della repubblica.
* * *
Vogliamo ricordare un pochino di storia toscana recente?
Nel 2004 il parlamento toscano scelse di abolire le vecchie preferenze facoltative all'italiana e di iniziare la sperimentazione di primarie.
Le ricostruzioni sulle reali motivazioni dei protagonisti di quella riforma si sprecano e sono sempre tendenziose, ma la realtà è che, grazie a quella scelta radicale, la Toscana ha avuto da allora le campagne elettorali meno costose d'Italia e - di conseguenza - un ceto politico molto meno corrotto di quello che si trova nel resto della nostra malandata repubblica.
Nel 2009 la legge elettorale toscana conobbe una revisione, per limitare il numero delle poltrone e la frammentazione politica. I candidati furono ancorati maggiormente al loro piccolo collegio. Le primarie istituzionalizzate sono costate ai Toscani molto meno di quanto i Lombardi hanno speso i "Firmigoni" e i Laziali per i "Fiorito".
Inoltre, per chi le ha celebrate, si sono confermate nel medio-lungo termine uno straordinario investimento politico.
Non scherziamo, allora, su ciò che è stato promesso.
Il 2014 deve essere la data della necessaria e ulteriore riforma elettorale toscana.
Al lavoro, consiglieri.
mercoledì 4 giugno 2014
La natura criminogena delle grandi opere
Ha ragione Massimo Cacciari, sull'inutilità, sulla pericolosità, sulla natura criminogena delle grandi opere, in particolare quelle portate avanti in emergenza, con scadenze "inderogabili", con tempi "contingentati".
Aggiungo, come aggravante, la particolare forza corruttiva delle grandi spese decise centralmente da governi lontani e incontrollabili, sostenute da un mainstream mediatico conformista se non addirittura prezzolato, da elite internazionali parassite che vivono di denaro pubblico nelle grandi capitali.
Ogni volta che qualcuno, dall'alto, da altrove, da Roma, da Arcore, da Bruxelles, da Washington, decide che avevamo bisogno di tav, di "mose", di F35, di basi militari, di Expo, asfaltando la volontà popolare delle comunità locali sovrane, ne esce un disastro o, nel migliore dei casi, l'ennesima costosissima cattedrale nel deserto.
Non è solo l'intrinsico centralismo - e fascismo - della nostra repubblica, a fare dell'Italia uno dei paesi più corrotti del mondo, ma di certo la concentrazione di potere e denaro che tuttora continuiamo a consentire nelle mani di pochissimi - di una elite romano-milanese ristrettissima - mette il turbo al malaffare.
La nostra battaglia federalista, per la sovranità dei cittadini contribuenti nelle loro comunità locali, è, anche da questo punto di vista, sempre più necessaria.
Non è solo una battaglia per la legalità, per il liberalismo, per il federalismo.
E' una battaglia per la vita.
O la grande criminalità organizzata, o la povera gente.
O loro, o noi.
Aggiungo, come aggravante, la particolare forza corruttiva delle grandi spese decise centralmente da governi lontani e incontrollabili, sostenute da un mainstream mediatico conformista se non addirittura prezzolato, da elite internazionali parassite che vivono di denaro pubblico nelle grandi capitali.
Ogni volta che qualcuno, dall'alto, da altrove, da Roma, da Arcore, da Bruxelles, da Washington, decide che avevamo bisogno di tav, di "mose", di F35, di basi militari, di Expo, asfaltando la volontà popolare delle comunità locali sovrane, ne esce un disastro o, nel migliore dei casi, l'ennesima costosissima cattedrale nel deserto.
Non è solo l'intrinsico centralismo - e fascismo - della nostra repubblica, a fare dell'Italia uno dei paesi più corrotti del mondo, ma di certo la concentrazione di potere e denaro che tuttora continuiamo a consentire nelle mani di pochissimi - di una elite romano-milanese ristrettissima - mette il turbo al malaffare.
La nostra battaglia federalista, per la sovranità dei cittadini contribuenti nelle loro comunità locali, è, anche da questo punto di vista, sempre più necessaria.
Non è solo una battaglia per la legalità, per il liberalismo, per il federalismo.
E' una battaglia per la vita.
O la grande criminalità organizzata, o la povera gente.
O loro, o noi.
domenica 1 giugno 2014
Tienanmen, l'altro 1989
Nell'imminenza del venticinquesimo anniversario di Tienanmen, su Repubblica di oggi uno stupendo articolo di Ma Jien, dedicato a coloro che cercano con candore e passione la libertà, la dignità, la sovranità, il controllo sulle proprie vite, e che osano cambiare, con la veraforza della nonviolenza, il proprio destino. Onore ai martiri del 4 giugno 1989.
Ci siano d'esempio nel nostro sacrificio per riformare la repubblica in Toscana, Italia, Europa.
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1989
a touch of grace
abolizione delle province e delle prefetture
Alberto Contri
alternativa civico-liberale
ambientalismo
anti-imperialismo
Anticolonialismo
antiglobalismo
antimilitarismo
Antiproibizionismo
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Archivio Gaymagazine
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