Pochi giorni fa, per la precisione il 9 marzo 2022, Autonomie e Ambiente ha pubblicato un appello per la formazione di una lista dei territori per la Repubblica delle Autonomie. Non in solitudine, si specifica, ma cercando alleanze con tutte le forze storiche delle Autonomie e con quelle tantissime realtà civiche, ambientaliste, autonomiste, localiste, decentraliste, territorialiste, che si stanno moltiplicando in tutti i territori della Repubblica.
L'appello è articolato in dodici punti, molto densi, che richiedono a chi li voglia approfondire qualcosa che oggi è rara avis: capacità di studio, scelte di campo, senso di sacrificio. Non è, evidentemente, scritto per tutti. L'appello si rivolge a persone che coordinano realtà e lotte territoriali, che si sono già presentate alle loro elezioni locali, che amministrano o hanno amministrato.
Si capisce subito, dalla lettura dell'appello, che i movimenti di Autonomie e Ambiente, durante questi ultimi due anni di crisi pandemica, si sono schierati contro le torsioni autoritarie e il delirio del #GreenPass. Si comprende che la sorellanza decentralista è appassionata di economie locali e ispirata da decenni di resistenza alle storture della globalizzazione. Molto nette sono le prese di posizione contro il presidenzialismo e contro tutte le concentrazioni di potere. Tuttavia il mondo che potrebbe riunirsi in Autonomie e Ambiente, in una comune battaglia contro il centralismo dello stato italiano e della tecnocrazia europea, è ampio e diversificato. Non si sta unendo in un partito, ma anzi aspira a far arrivare nel prossimo parlamento una nuova ed estremamente plurale generazione di leader locali.
Interessante è la rivendicazione delle radici storiche. Ormai è raro incontrare in politica iniziative che abbiano una memoria così lunga. L'appello cita un elenco esemplare di padri costituenti: il valdostano Giulio Bordon, il toscano Piero Calamandrei, l'umbro Tristano Codignola, il siciliano Andrea Finocchiaro Aprile, il sardo Emilio Lussu, il romagnolo Aldo Spallicci, il friulano Tiziano Tessitori. Ciascuno di essi è stato "autonomista" a suo modo ma di certo, se le loro idee avessero prevalso, la nostra Repubblica Italiana sarebbe oggi molto più fedele al progetto di Repubblica delle Autonomie inciso nella Costituzione. Non saremmo ancora la Svizzera, ma di certo saremmo molto meno arretrati, dal punto di vista della qualità e della responsabilità dell'autogoverno locale, di quanto siamo oggi.
L'appello politico-elettorale è accompagnato da una suggestione grafica molto significativa (vedi immagine qui sopra): una carrellata di sei simboli che sono stati usati in quasi mezzo secolo di alleanze tra forze politiche territoriali. La suggestione contiene un messaggio che solo coloro che hanno partecipato in prima persona a questo dialogo tra forze locali possono ascoltare.
La sfida di Autonomie e Ambiente è quella di tramandare alla generazioni future sentimenti apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, eppure incredibilmente convergenti come l'antico autonomismo antifascista della Union Valdôtaine, la storica rivendicazione dell'identità e dell'autogoverno friulano, l'autonomismo della Romagna e della Toscana, la voglia di riscatto di Napoli, la rivolta di una terra come la Calabria contro un feroce neocolonialismo interno, l'anticolonialismo esplicitamente indipendentista di Sicilia e Sardegna.
Per approfondire, si deve leggere integralmente l'appello:
https://www.autonomieeambiente.eu/appello-2023
Su uno dei siti più attenti ai movimenti profondi della politica italiana, "I simboli della discordia", Gabriele Maestri ha dedicato un ottimo articolo ad Autonomie e Ambiente:
https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/03/autonomie-e-ambiente-il-progetto-e.html
Non si dimentichi che Autonomie e Ambiente è strettamente connessa con una piccola ma combattiva famiglia politica europea, l'Alleanza Libera Europea, meglio nota come European Free Association (EFA). Si tratta della componente, interna al gruppo verde nel Parlamento europeo, che raccoglie le storiche nazioni senza stato, come Catalogna e Corsica, ma anche tantissimi autonomisti ambientalisti da tutto il continente. Per chi volesse approfondire questo aspetto:
https://www.autonomieeambiente.eu/chi-siamo
Un'ultima annotazione la vogliamo fare riguardo allo studio di simbolo con cui si presenta Autonomie e Ambiente (riprodotto in cima a questo post). Non è un simbolo elettorale definitivo, quello verrà scelto più avanti dalle forze della sorellanza, ma contiene senza dubbio alcune idee forti: la scelta ecologista, la critica dell'Europa così com'è oggi, l'antiautoritarismo del "Ragazzo che sorride" (lo Smiling Boy del Forum Civico di Vaclav Havel). Non si può fare a meno di notare, infine, in questa famiglia politica confederalista, la centralità della persona umana e delle comunità in cui essa si realizza. E' per la persona e le sue comunità più prossime e quindi più vitali, che Autonomie e Ambiente ha abbracciato la suggestione dell'autogoverno di tutti dappertutto, tanto cara al nostro blog.
* * *
Grazie all'Eraldo della Toscana per aver pubblicato integralmente l'appello:
RispondiEliminahttps://eraldodellatoscana.blogspot.com/2022/03/verso-le-elezioni-politiche-2023-per-la.html