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sabato 4 giugno 2016

33 anni dopo, ancora simbolo di cambiamento


Gioiello Orsini, una foto degli ultimi anni
per g.c. della famiglia




Domenica 5 giugno 2016, proprio nel giorno in cui la sua Vecchiano va al voto con la prospettiva di una storica alternanza, ricorrono i 33 anni dalla scomparsa di Gioiello Orsini. Insieme a Lino Mannini, con l'aiuto della figlia Ione Orsini, abbiamo scritto un articolo che prova a riaccendere la curiosità dei contemporanei per la figura di un grande Vecchianese, riformatore, innovatore, libertario, appassionato del proprio territorio. Di seguito l'articolo integrale.



Gioiello Orsini, sindaco di Vecchiano
Un ricordo a 33 anni dalla morte

E' passato un terzo di secolo, ormai, dalla morte di Gioiello Orsini, avvenuta il 5 giugno 1983. Abbastanza da rendere utile, se non addirittura necessaria, una presentazione alle nuove generazioni dell'opera politica di questo passato sindaco di Vecchiano e presidente della provincia di Pisa.
Gioiello Orsini nacque a Pisa il 16 marzo 1922. Cresce nel conformismo dell'Italia fascista, ma qualcosa, nel profondo della sua coscienza, presto si ribella contro la cappa di quel sistema autoritario.
Viene reclutato e inviato al fronte nella Seconda Guerra Mondiale. Finisce prigioniero militare ad Auschwitz.
Tornato dalla prigionia il 29 settembre del 1945, decide di iscriversi al PSI.
Il paese, appena liberato, è retto dai governi provvisori di unità nazionale, presieduti da Ivanoe Bonomi, Ferruccio Parri e da Alcide De Gasperi. Si preparano il referendum istituzionale e le elezioni dell'assemblea costituente, che si terranno il 2 giugno 1946.
L'attivista socialista Gioiello Orsini, con il tempo, diventerà amico personale di Rodolfo Morandi, Sandro Pertini e Pietro Nenni.
Per consentirgli di maturare una pensione e di avere un minimo reddito da lavoratore, in questi anni di attività sindacale e politica, viene registrato come promotore della testata giornalistica dell'Avanti. La famiglia, in realtà, condurrà una esistenza dignitosa solo grazie alle attività di lavanderia portate avanti dalla moglie di Gioiello, Paradisa.
Orsini diventa sindaco di Vecchiano nel 1960 e lo resta per dieci anni, fino al 1970.
La sua prima amministrazione (1960-1965) fu di sinistra, ancorata al periodo storico dell'unità d'azione fra socialisti e comunisti. Sull'onda del cambiamento politico nazionale e dell'irrigidirsi dei blocchi internazionali, la sua seconda amministrazione (1965-1970) fu invece di centrosinistra, con democristiani e repubblicani.
Ricordiamo che il centrosinistra italiano di quegli anni fu un grande movimento riformatore, che dette risposte concrete alle esigenze popolari, sottraendosi all'immobilismo culturale e politico in cui i comunisti – anche i comunisti toscani, che pure erano sinceri democratici attaccati alla propria terra – erano costretti dalla rigidità della loro collocazione internazionale.
Gioiello Orsini, in quegli anni difficili, è al fianco dei contadini nelle lotte per far rispettare la legge del 60%, che era stata voluta per ammodernare la mezzadria in favore dei lavoratori. Partecipa ai gruppi di studio voluti da Giacomo Brodolini, il padre dello Statuto dei lavoratori.
Le sue amministrazioni modernizzano il comune; rendono indipendente e potenziano la rete idrica; portano l'asfalto; realizzano l'illuminazione elettrica pubblica; costruiscono nuove strade e piazze; potenziano l'istruzione in ciascuno dei paesi.
Viene concepita e avviata la zona industriale, fra Migliarino e Malaventre.
Gioiello Orsini si fa promotore della convenzione con la proprietà Salviati per l'accesso alla Marina di Vecchiano.
Gli anni del centrosinistra accentuano la natura autonomista, moderata e liberale del socialismo vecchianese. Nello stesso tempo è però il PCI ad attrarre i ceti più popolari e gli immigrati rimasti indietro negli anni del boom economico. Così, dopo le elezioni del 1970, attraverso una crisi politica che sfocerà in un biennio di commissariamento, a Vecchiano torna una amministrazione social-comunista, simile a quelle che poi da quel momento diventeranno prevalenti in tutta la Toscana e oltre.
Orsini viene promosso in provincia, ma è chiaro a tutti che si tratta di un “promoveatur ut moveatur”, perché il leader vecchianese non è completamente convinto dalla prospettiva di una nuova stagione di collaborazione social-comunista.
Va a fare l'assessore provinciale a Pisa e, dal 1975 al 1980, diventa anche presidente della Provincia stessa.
Diventa anche il primo presidente del Parco Naturale di Migliarino, istituito con la legge regionale toscana n. 61 del 13 dicembre 1979, a coronamento di una antica e radicata passione per l'integrità e la bellezza del suo territorio.
Viene anche posto alla guida della sezione provinciale di quello che allora era un comitato politico, ma con notevoli capacità di sorveglianza amministrativa e di lotta alla corruzione, il vecchio – e da molti giustamente rimpianto - Co.re.co (Comitato regionale di controllo).
Muovendosi nell'ambito delle correnti socialiste più autonomiste, che volevano rinnovare non solo la sinistra, ma l'intera repubblica italiana, si era rafforzata la sua amicizia di vecchia data con il più giovane Bettino Craxi.
Per le elezioni politiche del 1983 accetta una candidatura di servizio alla Camera, nella circoscrizione pisana, dove non aveva possibilità concrete di elezione.
Nello stesso anno, Gioiello Orsini non fa a tempo a vedere il suo amico Craxi insediarsi come presidente del consiglio in agosto, perché in giugno viene colpito a 61 anni da un malore improvviso. Si chiude così, prematuramente, la sua avventura terrena.
La sua eredità di autonomia dai pregiudizi e dalle rigidità del suo tempo, fu alla base delle concrete innovazioni di cui fu capace. Oggi è ancora un messaggio valido per tutti coloro che si appassionano della vita civica e vogliono impegnarsi per la libertà e la bellezza della propria terra.

Mauro Vaiani - Lino Mannini



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