Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 27 settembre 2015

Auguri Catalogna





PS di lunedì 28 settembre, quando i risultati sono definitivi:
Non è stato un trionfo. Non ci sono strade facili verso una vera indipendenza. Anzi, è un miracolo che gli indipendentisti, portatori di una opzione tanto radicale, tanto osteggiata dai media mainstream e dai poteri forti concentrati a Madrid e a Bruxelles, abbiano ottenuto così tanti seggi e voti. 
Consideriamo che le forze indipendentiste si sono dette persino disposte ad azioni di disobbedienza civile e separazione unilaterale dal Regno di Spagna e dopo stupiamoci che così tante persone di Catalogna siano andate a votare - un record storico di partecipazione; che quasi due milioni abbiano votato per forze indipendentiste; che un altro mezzo milione abbia votato per forze autonomiste intermedie; che solo un milione abbia votato per i "Cittadini" e il Partito Popolare, le uniche forze populiste e dichiaratamente unioniste e conservatrici in campo.
Sarà interessante vedere, in questa nuova e complessa situazione, l'evoluzione politica del Partito Socialista Catalano, che in nessun modo - lo scrivo per l'amico Dario Parrini, che su questo mi è parso impreciso - mi pare possa essere assimilato alle forze conservatrici dello status quo.
Adesso le forze del cambiamento repubblicano devono formare un governo inclusivo e rappresentativo che possa trattare con il nuovo governo spagnolo che uscirà dalle prossime elezioni del prossimo dicembre.
Speriamo che si percorra la strada più difficile, graduale, civica e civile: una nuova convenzione costituzionale che assicuri alla Catalogna, nell'immediato, un totale autogoverno e, entro un tempo ragionevole, la possibilità di scegliere di diventare una repubblica indipendente associata direttamente alle organizzazioni europee.



L'indipendenza è per una comunità, quello che libertà e uguaglianza sono per la persona umana.
L'autogoverno è la nostra storia e ancora di più il nostro futuro.
Insieme con tutte le comunità che stanno avanzando in un cammino nonviolento, graduale, inclusivo, civico e civile, verso una maggiore libertà e autonomia - dal Sudtirolo alla Scozia, dal Quebec al Vermont, dalla Corsica alla Sardegna - auguri anche dalla sorella Toscana, all'amata Catalogna.
Felice voto e auguri per il vostro cammino di emancipazione.




domenica 20 settembre 2015

Bomba sul Colosseo

Noi crediamo che sia una "bomba", nel senso di una sparata.
Nessuno infatti lo ha ancora letto.
Forse non esiste e non esisterà mai.
Se davvero venisse varata dal Consiglio dei ministri una decretazione d'urgenza in materia di diritti sindacali ed essa venisse avallata dal Quirinale, avremmo lanciato un'altra bomba, ma stavolta sull'intera Repubblica, non solo su quei lavoratori del Colosseo a cui per anni non erano stati pagati straordinari e maggior presenza.


mercoledì 16 settembre 2015

Disastro 730






Le riforme portate avanti da Maria Elena Boschi e Denis Verdini, per conto del primo governo Renzi, sono davvero difettose, come su questo blog abbiamo più volte ribadito. Si possono, si devono correggere!

Ora, il polverone mediatico, gli odi intestini al maggior partito italiano e ai suoi raccogliticci alleati, il settarismo ignorante di tanti esponenti dell'opposizione, ci stanno nascondendo uno dei problemi più gravi: il vero e proprio disastro dei 730, la somma dei 630 deputati e dei potenziali nuovi 100 senatori.

Non lo abbiamo scritto solo noi, ma lo hanno testimoniato, sommessamente ma per tempo, alcuni costituzionalisti, come il prof. Stelio Mangiameli in una audizione al Senato dello scorso 27 luglio 2015. Lo ha lasciato intendere il presidente Pietro Grasso, in un dibattito pubblico, raccolto il 25 agosto 2015 da Radio Radicale.

Lo dobbiamo ripetere, forti della nostra debolezza: la cagionevole salute della Repubblica Italiana sarà definitivamente compromessa da sedute congiunte di ben 630 deputati e di soli 100 senatori.

Attenzione: non solo perché i 630 saranno eletti con l'Italicum e i 100 saranno nominati dai consigli regionali, ma proprio perché il secondo gruppo è numericamente troppo piccolo per poter bilanciare e moderare il primo.

Il rapporto deve cambiare e non deve essere troppo lontano da 2:1. Se abbassiamo i deputati a 400 e alziamo i senatori a 200, riequilibriamo e, cosa non secondaria, diminuiamo ulteriormente il numero dei parlamentari italiani.

Purtroppo, invece, quando gli estensori della riforma Boschi-Verdini si sono incaponiti a non voler tagliare anche i deputati, ci hanno portato sull'orlo di un baratro, insieme ai 730.

Lanciamo un appello ai capi della maggioranza e ai portavoce dell'opposizione: fermatevi, ripensateci, rivediamo questi numeri, oppure precipiteremo.


PS di domenica 20 settembre 2015:
Fa piacere leggere sui giornali di stamane che Pierluigi Bersani ha accennato alla necessità di rivedere le proporzioni numeriche fra Camera e Senato. Speriamo che un briciolo di resipiscenza raggiunga anche altri.

PS di mercoledì 23 settembre 2015:
Sono stati depositati dal PD tre emendamenti che migliorano la riforma. Almeno due giudici della corte costituzionale saranno eletti dal solo Senato. E' un passo in avanti decisivo, per superare il disastro delle sedute comuni con 730 membri. Vediamo. Speriamo.


domenica 13 settembre 2015

War Is Not Inevitable




Nothing will be easy for Jeremy Corbyn, the old-new British Labour leader.
There is neither a royal road, nor any consolidated recipe, to build a fairer and more decent society.
Many think this is the coming back of old leftism, and a kind of gift for those who want to discredit everything left of the establishment. This blogger does not agree.
Corbyn, in our modest opinion, has given voice to a few inconvenient truths: structural inequalities are not irredeemable; London financial oligarchy is not endowed of any self-evident, natural privilege; and war is not inevitable.
Tony Blair, Gordon Brown, David Cameron have failed miserably in addressing these tough questions.
We must hope that an old-new Labour, along with Scottish nationalists, Greens, and many other liberal and civic forces, may gather to conceive something original. We do not expect miracles, but a bit less poverty and the British withdrawal from any war.

* * *

Listen to the voice of Jeremy Corbyn, starting from his victory speech.
Another interesting point of view, not totally blind to the necessity of profound political reforms, can be read in this article by .
The Guardian, of course, is an excellent point of access to what is changing in England.


sabato 5 settembre 2015

Ricordo di Nino Caponnetto alle Piagge




Oggi alle Piagge abbiamo celebrato il compleanno del presidente Antonino Caponnetto, nato il 5 settembre del 1920 e scomparso il 6 dicembre del 2002. L'incontro si è svolto presso la comunità di base al cui servizio è il nostro amico don Alessandro Santoro (nella foto a destra). E' stato coordinato da Massimo Caponnetto (al centro), il figlio del magistrato scomparso. Ospite e oratore principale l'ex magistrato e scrittore Gherardo Colombo (a sinistra). Erano con noi la signora Caponnetto e molti altri familiari e amici di questa amata e rispettata figura siciliana e toscana.

Per diversi di noi che lo abbiamo conosciuto e abbiamo militato con lui nelle iniziative anti-mafia e nel Movimento per la Democrazia "La Rete", il compleanno del nostro Nino è stata l'occasione per rivedersi, dopo tanti anni.

Coinvolgente e appassionato è stato Gherardo Colombo, impegnato a tempo pieno nell'educazione dei giovani alla legalità. Da quando ha lasciato la magistratura, nel 2007, ha ormai parlato in migliaia di scuole del grande tema del rispetto delle regole, a partire dalle più piccole, come il rispetto dell'integrità di un bagno pubblico e l'evitare di appiccicare cicche di gomma sotto le sedie e sotto i banchi. Avete letto bene: Colombo ha concluso la sua testimonianza ribadendo proprio che la diligenza personale e nelle piccole cose, come la pulizia di un bagno e la capacità di non buttare una cicca a terra, sono la base della cultura della legalità. Questa cosa, come chi segue questo blog potrà facilmente immaginare, ci è piaciuta molto.

Parlando dei momenti più drammatici della sua carriera, Colombo ha ricordato quante decine di membri della Guardia di Finanza ha dovuto incriminare; quante inchieste importanti gli sono state sottratte dalla magistratura inquirente di Roma, quella che era nota come il "porto delle nebbie"; quante leggi e leggine si sono affastellate l'una sull'altra, per decenni, consentendo a tanti politici corrotti di farla franca. Ha anche coraggiosamente ricordato il grande tema storico dell'inutilità, anzi della pericolosità sociale, del carcere e in particolare del sistema carcerario italiano.

Ci ha fatto riflettere, perché ha ricordato seri problemi strutturali: la natura criminogena della Guardia di Finanza; l'improprio centralismo del sistema giudiziario italiano; la pericolosa concentrazione di poteri politici nelle mani di pochi membri del governo italiano. Solo un cambiamento politico molto profondo può cambiare queste istituzioni sbagliate e le leggi che le regolano. Colombo, che si è ritagliato un ruolo da educatore, non è mai entrato nel merito di una proposta politica, ma ha lanciato un chiaro messaggio: chi se la sentisse di fare diversamente e meglio da quelli che ci sono ora, si faccia avanti.

Venticinque anni dopo la Rete, uno dei primi movimenti civici e civili a porsi seriamente il problema di una svolta confederale italiana ed europea, il centralismo italiano resta culturalmente vecchio, economicamente inefficace, politicamente pericoloso. Quei pochi che hanno delle idee diverse e delle proposte alternative, è bene pensino seriamente a fare qualcosa.

giovedì 3 settembre 2015

Legality, not solidarity




A few asylum-seekers, migrants are in a dramatic state of need, now, because so many international agencies, European authorities, states bureaucracies, have profused rhetoric, threats, emergency measures, instead of sticking to a minimal human touch, and legal framework. 
But many more of those who are knocking at European doors, do not ask for any solidarity!
They ask, instead, for clear, fair, legals ways to come in Europe, demand for refugee status, connect with other relatives and fellow-nationals, or apply for a job.
They are many poor people, but there is not such a thing as an invasion!
The situation would be much more reasonable, and sustainable, if thousands of European diplomats would do do their duty, under a firm political direction, on the ground, in Tunisia, Morocco, Tripoli, Benghazi, Fezzan, Egypt, South Sudan, Azawad, Mali, Ethiopia, Eritrea, Gaza, Israel, the West Bank, Lebanon, Turkey.
Why are not they - on the ground! - examining dossiers, distributing humanitarian aids, issuing visas, and giving temporary documents to asylum-seekers?
We are not paying politicians, diplomats, bureaucrats for express lip-service solidarity, but to stick to down-to-earth legality, with moral clarity.
Is it too much to ask?

martedì 1 settembre 2015

Hai pagato il biglietto per salire su questo treno?


Ronda di poliziotti in stazione - Immagine da Il Tirreno,
da un editoriale del direttore Omar Monestier


Vi sembreremo ripetitivi, oltre che bacchettoni, ma secondo noi, se davvero vogliamo vivere in una società complessa, globalizzata, aperta, dobbiamo tutti pagare il biglietto quando saliamo sul treno. Senza eccezione alcuna.
Noi ci ostiniamo a vedere una connessione fra le centinaia di passeggeri abusivi fatti scendere in questi giorni dai blitz estivi sul treno regionale mattutino Pisa-Roma, e la corruzione e la violenza che dilagano nella Repubblica - non solo e non primariamente a causa dei tanti sbandati che arrivano da paesi ancora più poveri e più violenti del nostro.
Avendo pagato il biglietto, e avendo pagato le tasse con le quali la Repubblica e la Regione finanziano quel treno e tanti altri, ho il diritto e il dovere di chiedere:
- Perché il treno non viene pulito adeguatamente e quotidianamente?
- Perché i biglietti non vengono controllati regolarmente?
- Perché la polizia, i carabinieri, i vigili urbani, e tutti gli altri corpi armati pubblici e privati, prendendosi magari ciascuno la responsabilità di una stazione, non sono diuturnamente presenti?
Spero che queste vicende aiutino i nostri pochi lettori a capire perché da questo blog, per fare un esempio concreto, predichiamo l'abolizione di prefetture e questure, e favoriamo piuttosto la moltiplicazione delle stazioni dei carabinieri in ciascun angolo della Toscana.
Non ci servono tutti questi prefetti e dirigenti.
Ci servono molto di più bigliettai diligenti e robusti agenti.

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