Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
sabato 27 dicembre 2014
Donne e libertà
Per seguire le imprese di queste guerriere kurde, fonte di speranza per noi tutti, seguite http://bijikurdistan.tumblr.com, un blog di riferimento per chi vuole appoggiare la resistenza kurda a Kobane e in tutto il Levante.
martedì 23 dicembre 2014
L'estremista e i perdenti
Tante notizie di sabotaggi e attentati, compiuti da individui isolati o comunque marginali, ci ricordano la straordinaria attualità di un piccolo e prezioso scritto di Hans Magnus Enzensberger: Il perdente radicale (titolo originale: Schreckens Männer. Versuch über den radikalen Verlierer), pubblicato per la prima volta nel 2006; ancora troppo poco conosciuto e poco letto, da certe nostre elite, poco preparate e troppo poco disponibili all'ascolto.
Il radicale di cui parla il libro è uno sconfitto politico, un estremista distruttivo e auto-distruttivo.
Una società aperta, coesa e solidale, non sarà mai totalmente al riparo dall'azione disperata di questi estremisti solitari, ma neanche sarà mai messa seriamente in pericolo da essa, ricordiamolo.Questo non ci deve ovviamente tranquillizzare, anzi, ci deve far ricordare che per mantenere una società aperta, coesa, solidale, occorre ritrovare la via della giustizia.
I piccoli, i disabili, i diversi, gli umili, devono poter dire la loro ed essere ascoltati.
Essi sono la pietra d'inciampo per chi semina inutile violenza, ma anche per chi si illude che tutto possa continuare così come ora.
La cronaca di questa vigilia di Natale ci fornisce un altro esempio emblematico: la violenza dei sabotaggi contro le opere faraoniche della TAV rispecchia la violenza di una realtà in cui la persona handicappata in sedia a rotelle il treno non lo riesce proprio a prendere.
Non giustifichiamo la prima, ma non vogliamo restare inerti nemmeno di fronte alla seconda.
Non si può far finta di nulla, di fronte al dilagare del profondo rancore contro le opere inutili e contro la sordità dei potenti, da parte di un popolo impoverito, delle classi marginali, delle periferie abbandonate.
Gli estremisti sono ancora pochi, ma i perdenti della nostra società ingiusta sono invece parecchi. Passare da essere perdenti a essere estremisti è un attimo!
Abbiamo diritto a un mondo più equo, dove ci sia garantita una dignità, dove contiamo qualcosa, dove possiamo decidere anche noi, dal basso, quanto e come spendere.
Non solo perché è giusto, ma perché - attenzione - è l'unico mondo che può funzionare.Buon Natale!
Auguri!
Prepariamoci a cambiare!
domenica 21 dicembre 2014
Buone feste dell'indipendenza
Siamo arrivati alle notti del solstizio d'inverno.
E' tempo di fermarsi, di stare con la famiglia, con gli amici, con i vicini di casa, con le persone compaesane.
Qui in Toscana abbiamo la fortuna di fare memoria della bella icona di Ugo di Toscana, il 21 dicembre, che ben sintetizza i nostri ideali di attaccamento, coscienza e onore, il nostro senso civico locale e la nostra determinazione a lavorare per la pace internazionale.
La nostra vocazione sociale, la nostra dedizione alle attese della povera gente, il nostro impegno per alimentare un pensiero critico e indipendente, stanno uscendo rafforzati da ciò che sta accadendo in questo cuore d'inverno.
Stiamo tenendo vivo proprio ciò che è scomparso dal mainstream: la necessità di un autogoverno responsabile diffuso.
I problemi locali, europei e mondiali non possono essere risolti dalle grandi piramidi di potere che li hanno creati.
Occorrono famiglie indipendenti, imprese indipendenti, scuole e accademie indipendenti, città e comunità indipendenti. E occorre che siano tutte lasciate libere di concepire e realizzare la loro originale e innovativa soluzione ai problemi che sono stati creati, nei decenni, da Roma e da Bruxelles.
Il nostro appoggio al compromesso Renzi-Berlusconi è intatto, ma segnaliamo umilmente che nei dibattiti parlamentari italiani di questi giorni le voci che hanno compreso l'importanza e la necessità di questa svolta storica in favore delle autonomie, sono state davvero poche: praticamente il bravo deputato Florian Kronbichler e poche altre voci tirolesi e trentine.
Il risultato della presente rischiosa ondata di neo-centralismo sarà che tutto ciò che può essere sbagliato, lo sarà, perché i vertici dell'Italia e dell'Europa sono troppo lontani dalle frazioni, dalle borgate, dalle periferie, dagli ultimi del paese.
Stringiamo la cinghia, per goderci le feste nonostante le difficoltà, ma teniamoci pronti a reagire.
Auguri a tutte le persone di buona volontà!
La volta della scalinata valentiniana nel convento di S.Niccolò di Prato, decorata da luci per le festività 2014-2015 (scatto originale dell'autore del blog, Mauro Vaiani) |
venerdì 19 dicembre 2014
Scosse e auguri, Toscana
Mai sentite così tante scosse in una sola giornata.
E in passato ne avevo sentite solo altre due, forse tre - di cui solo una veramente forte, a Pisa, due anni fa.
Fa effetto, lo confesso.
Speriamo che risvegli solo cose buone, dentro ciascuno: la voglia di vivere ogni istante come se fosse l'ultimo; la forza di cambiare a partire da se stessi; la speranza di consegnare alle generazioni future una Toscana migliore di quella che in cui stiamo vivendo e lottando.
Entriamo, un tantino spaventati, nel solstizio - con la imminente memoria di Ugo di Toscana - e nelle feste del cuore d'inverno.
Auguri, auguri, auguri a tutt*.
sabato 13 dicembre 2014
Più vigne, meno villette
Abbiamo bisogno di un cambiamento, in regione, che oggi vorrei sintetizzare così: vorremmo che le burocrazie e i piani regionali, da ora in poi, impediscano nuove villette, non nuove vigne.
Invece, per chi lavora in agricoltura, turismo, energie rinnovabili, tecnologie avanzate e sostenibili - guarda caso proprio nei settori più vitali e più promettenti per la conservazione della nostra identità ma anche per un futuro di lavoro e ricchezza - la sentina dei vizi dirigisti e degli ostacoli burocratici, è sempre più insopportabile.
Come intellettuale e attivista indipendente, appoggio le recenti e coraggiose iniziative del presidente Enrico Rossi, sostengo la grinta riformatrice di Stefania Saccardi, ma spero anche che il mio mondo civico-liberale, con tutte le sue energie produttive e riformatrici, si dia una mossa.
Parecchi contenuti buoni li ho trovati qui a Firenze, stamane, all'incontro di #PassioneToscana.
PS
Nel titolo di questo post - Più vigne, meno villette - ho dimenticato di aggiungere: e più cipressi. Chi può capire, capirà...
martedì 9 dicembre 2014
Scaldiamo le fusioni fredde
Un bel sito di geografia politica ci racconta come anche in Veneto ci si ponga il problema toscano della riforma dei comuni: tanti borghi e quartieri dovrebbero cominciare a porsi il problema di raccogliersi in comuni più ampi degli attuali.
Nel caso veneto, si parla di raccogliere i quasi seicento comuni in una settantina di comunità più ampie.
Resta il problema, che però è anche una straordinaria opportunità, di convincere le popolazioni locali ad essere protagoniste di questa riorganizzazione dell'autogoverno locale.
Calare dall'alto progetti di fusioni a freddo, non serve a nulla e, in alcuni casi, può mettere i territori a rischio di ulteriore degrado e marginalità.
Costruire dal basso, invece, progetti di rifondazione democratica di comunità locali più articolate e insieme più forti, è invece la strada maestra.
Senza un po' di calore democratico, progetti ambiziosi di fusione faranno la fine dei referendum sul Casentino e sull'Elba.
sabato 6 dicembre 2014
Appello a Stefania Saccardi
Dopo l'ennesimo impasto di corruzione e assistenzialismo occorso a Roma, sento il bisogno di lanciare un appello alla mia amica Stefania Saccardi, vicepresidente del governo toscano.
Promettici, Stefania, che porterai avanti alcune idee che so essere tue da sempre:
- l'anagrafe delle persone che in Toscana sono aiutate, per stroncare sul nascere la tentazione di approfittarne, accedendo ad aiuti comunali, regionali, statali, senza che ci sia controllo alcuno sulla sovrapposizione e sull'efficacia degli aiuti stessi; quando decidiamo di dare centinaia di euro a una persona povera e bisognosa di un aiuto temporaneo, dobbiamo sempre pensare ai tantissimi che lavorano e si sacrificano, spesso per molto meno; guai a coloro che lasciano che si campi di assistenza pubblica, mentre chi lavora e suda non arriva alla fine del mese; quando accogliamo famiglie umili nelle case popolari, dobbiamo esser sicuri che non stiamo creando situazioni di privilegio, rispetto a chi si sta svenando per pagare un affitto o anche un mutuo per la prima casa;
- l'anagrafe pubblica delle aziende, delle cooperative, delle comunità, degli enti che ottengono denaro pubblico per aiutare i più deboli; ci aspettiamo che offrano servizi temporanei, orientati al recupero delle persone in difficoltà, non alla perpetuazione del bisogno; esigiamo che i loro dirigenti non abbiano stipendi da capogiro e che i loro dipendenti siano tutti assunti con contratti adeguati; quando diamo mille euro al mese a una azienda che assiste temporaneamente un immigrato, dobbiamo essere sicuri che questo investimento produrrà integrazione, altrimenti facciamo prima a dare mille euro direttamente alla persona richiedente asilo.
La nostra lotta per la solidarietà e la promozione di ogni cittadino e di ogni immigrato richiedente asilo, esige un supplemento di sobrietà, trasparenza, rigore.
So che tu hai energia, volontà e determinazione.
Contiamo su di te.
Stefania Saccardi (con l'amico Fabrizio Ricci) |
mercoledì 3 dicembre 2014
Le radici stataliste del disastro romano
Disgustati dallo squallore di Carminati il Nero e di Buzzi il Rosso, ben descritto dalle inchieste di Claudio Gatti sul Sole 24 Ore, non perdiamo di vista le comuni radici stataliste del disastro.
Esse sono all'origne della tracotanza di una certa Roma nera, dell'avidità del clero, della voracità di una certa sinistra locale, della infedeltà degli alti burocrati dei ministeri centrali e degli enti locali, del moderno familismo amorale in salsa metropolitana.
Senza tutto quel potere concentato in pochi chilometri quadrati, senza tutti quei soldi, in mano a troppi pochi alti papaveri, abituati a fare come gli pare, al riparo da ogni controllo, il malcostume non sarebbe dilagato così tanto.
Se, come è toccato a tanti cittadini dell'orbe - del mondo - anche nell'urbe - a Roma - tanti prepotenti avessero dovuto campare di lavoro, costretti a pagare come tutti tasse e tariffe, biglietti e multe, non saremmo arrivati a questo punto.
Adesso non si cerchi di salvare le mafie e le clientele romane, un'altra volta.
Si salvino, sì, asili e mense che danno riparo ai poveri, ma si tagli tutto il resto.
Si cancellino i finanziamenti straordinari.
Si rimuovano tutti i presunti dirigenti.
Si licenzino i falsi lavoratori.
Si chiudano le false cooperative.
Si caccino i falsi volontari.
E si voti, al più presto.
Non bastano i processi, che chissà come finiranno.
Occorre un repulisti politico.
Occorre che il popolo romano scelga un nuovo senato.
E speriamo bene.
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