Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 6 dicembre 2013

L'Ataf che vorrei


 

Sento un moto spontaneo di solidarietà verso gli autisti dell'Ataf di Firenze, in sciopero selvaggio e a oltranza in queste ore e giorni.
I loro stipendi, le loro condizioni di lavoro, i loro ritmi sono in continuo peggioramento da anni - come lo sono peraltro gli stipendi e le condizioni lavorative di tutti.
E loro di certo invecchiano - come me - e - come me - avrebbero bisogno di potersi fermare più spesso, anche solo per fare pipì.
Nessuno più di me, ormai cinquantenne, può capirli.
Quindi chiedo comprensione per quelli di loro che stanno violando le norme vigenti.
Credo anche che facciano bene ad opporsi allo spacchettamento dell'azienda in tre diverse società - una manovra che mi sembra fatta solo per diluire inefficienze e perdite, senza toccare lo status quo.

Tuttavia hanno ragione anche coloro che criticano i sindacati, per i tempi e per i modi della protesta, perché questa protesta in prossimità dell'8 dicembre 2013 viene inevitabilmente strumentalizzata da coloro che vogliono minare l'ascesa di Matteo Renzi.
E questo è un peccato.
Perché Matteo Renzi è una persona che potrebbe mettere in discussione il cumulo di privilegi, sprechi, pigrizie, inganni mentali, errori organizzativi, sotto i quali è seppellita la speranza di avere, anche a Firenze, l'Ataf che potremmo e dovremmo avere.

Dico anch'io la mia, perché sono un addict del servizio pubblico, sono un pendolare che si muove  da Prato a Firenze e per Firenze per dodici ore al giorno, sono uno studioso del mio territorio, sono un umile impiegato del Comune di Firenze.
Avrei, come tanti altri cittadini che usano davvero l'autobus, alcune proposte da fare.
Guarda caso i concetti nuovi che vorrei rappresentare sono quelli che i nostri movimenti civici propugnano da decenni, lasciandosi ispirare - fra l'altro - dalla grande tradizione del lean thinking, il pensiero snello:
- autobus più piccoli e, quindi più veloci nel traffico;
- linee più corte, più facili da memorizzare;
- meno fermate;
- e, di conseguenza, autobus più frequenti, un sistema più efficiente.
Immaginate quanto meno usurante sarebbe il lavoro di autista, se accettassimo questi principi.

Immaginate quanto sarebbero comode linee facili e frequenti: la linea L (Lungarni), la linea V (lungo i viali), un super 22 (dal centro all'aeroporto, passando per Novoli, università e nuovo tribunale - che prefigurasse quella che un domani sarà la tramvia 2). Un piccolo esempio, fra l'altro, c'è già anche a Firenze: la linea R Rifredi-Careggi. Mentre invece, gli attuali bussini che vanno in centro (C1, C2, D) sono un disastro, perche' sono stati messi su linee troppo lunghe, troppo dispersive, e sono troppo radi!
Immaginate quanto costerebbe meno il parco macchine, se invece di mostri - cassoni inadatti ai nostri centri storici - potessimo avere soprattutto "bussini".
Immaginate come sarebbe impiegato più efficacemente il contributo regionale, se finalmente fosse dato per i passeggeri trasportati, non per i chilometri percorsi!
Immaginate come sarebbe più facile prendere l'autobus per tutti, anche occasionalmente, anche per chi non conosce Firenze, come i tantissimi visitatori stranieri.
E per chi vive in località più lontane e più isolate? Lì io immagino dei taxi a tariffa agevolata, che trasportano anziani e disabili alla più vicina fermata terminale delle nuove linee più corte, ma più frequenti.
A chi vive a Firenze e dintorni, questo sistema ricorda qualcosa vero?
Sì, ricorda le LAM di Prato, un buon progetto che stava andando in questo senso e che poi è stato in parte snaturato, dalle solite vecchie tentazioni: percorrere più chilometri e trasportare meno passeggeri; comprare autobus più grossi, in modo tale che viaggino vuoti e si muovano a fatica per le strette strade della nostra Toscana.
Cambiare è faticoso, ma non arrendiamoci!
Possiamo avere una Toscana migliore, per gli autisti, per i pendolari, per tutti.
Anche con Matteo Renzi, non necessariamente contro di lui.

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