* Il testo integrale del mio intervento (archiviato qui il 30/6/2012, nda). *
Doppio turno e doppia promessa
di Mauro
Vaiani
C'è
una doppia promessa toscana, da mantenere. Il governatore Rossi, con
il conforto bipartisan
dei maggiori leader del parlamento toscano, si è impegnato a fare la
riforma elettorale in Toscana e a farla persino prima di quella
nazionale.
Non
dovrebbe essere difficile eliminare le odiate liste bloccate
attualmente in vigore per l'elezione del nostro consiglio regionale,
prima che Roma riesca a eliminare il Porcellum.
La politica nazionale è, anche da questo punto di vista, molto più
arretrata della politica toscana, anche se si è accesa,
recentemente, una speranza di convergenza attorno al
semi-presidenzialismo e al doppio turno alla francese. Una buona
idea, quella rilanciata dal PDL, sulla quale potrebbero convergere PD
e buona parte della sinistra, la parte finiana del Terzo Polo, le
nuove reti di cittadinanza attiva che si stanno raccogliendo attorno
a Italia Futura.
Nel
frattempo il sistema
politico toscano, che semi-presidenzialista già lo è, deve fare
fino in fondo la sua parte. Una eventuale intesa su un doppio turno
toscano sarebbe, ancora di più, un segnale importante per Roma. E
per le altre regioni, che, non dimentichiamolo, sono ancora più
indietro di noi, perché, a differenza della Toscana, non sono
riuscite a liberarsi del discutibile sistema clientelare delle
vecchie preferenze all'italiana.
Tutte
le opzioni sono sul tavolo: collegi uninominali con primarie; con o
senza ballottaggi; piccoli collegi con voto obbligatorio alle
persone. L'essenziale è che ad eleggere i rappresentanti dei
territori siano delle maggioranze,
non delle minoranze
di cittadini. Questo è, da più di vent'anni, ciò che il popolo
sovrano vuole e contro cui una parte di ceto politico di lungo corso
continua a resistere.
La
scelta dei nostri rappresentanti è talmente importante, che vale la
pena di andare a votare non una, ma anche due o persino
tre volte: le primarie per la scelta delle persone, il voto fra i
diversi partiti, l'eventuale ballottaggio. Sarebbero tempo e soldi
ben spesi, perché un sistema elettorale più libero e più
competitivo, produrrebbe una nuova generazione di leader.
Proprio ciò
di cui abbiamo bisogno, in un tempo in cui si devono fare tagli
formidabili alla spesa pubblica e liberare le energie intellettuali e
imprenditoriali che possono rilanciare la produzione e l'occupazione.
Ci occupiamo
di sistemi elettorali, perché vogliamo leader più autorevoli. Ci
servono, non dimentichiamolo mai, per avere una politica migliore,
capace di assicurare cultura, salvaguardia della bellezza della
nostra terra, sicurezza e lavoro.
Mauro Vaiani
Nessun commento:
Posta un commento