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Cittadinanza come dovere, oltre che diritto
Riflessione sul percorso che conferisce la
cittadinanza ai giovani nuovi Italiani
Livorno - Firenze, febbraio 2012
Andrea Romiti - Mauro
Vaiani
I fenomeni migratori
contemporanei impongono a tutti gli stati del mondo una continua e
prudente manutenzione delle proprie leggi sull'ingresso, sul
soggiorno, sulla naturalizzazione degli immigrati. I paesi
dell'Unione Europea e dello spazio Schenghen, inoltre, devono
accettare la responsabilità di far evolvere le proprie legislazioni
in una direzione comune, per non creare eccessive disparità e
ostacoli alla libera circolazione delle persone.
Vorremmo innanzitutto
sfatare un luogo comune. In nessun paese europeo - ma nemmeno negli
Stati Uniti e in altri paesi del mondo che attirano immigrati -
esistono percorsi facili di acquisizione della cittadinanza. I
principi astratti a cui si ispirano le diverse legislazioni, «ius
soli», cioè il diritto alla cittadinanza a seguito della nascita su
un territorio, e «ius sanguinis», cioè l’acquisizione della
cittadinanza ereditandola da almeno uno dei genitori, sono variamente
coniugati e miscelati.
In Francia, per esempio,
una legge del 1998 ha stabilito che ogni bambino nato sul suolo
francese da genitori stranieri acquisisce la cittadinanza francese al
momento della maggiore età se, a quella data, ha ancora la propria
residenza in Francia o vi ha avuto la propria residenza abituale
durante un periodo, continuo o discontinuo, di almeno 5 anni,
dall’età di 11 anni in poi.
La legge italiana
del 1992, la n. 91, all’art. 4 comma 2, prevede qualcosa di
analogo: “Lo straniero nato in Italia,
che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al
raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di
voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla
suddetta data”.
Talvolta si parla di «ius
soli» come uno slogan, con l'obiettivo politico di arrivare a
integrare, più rapidamente i nuovi Italiani, i giovani nati nella
Repubblica da genitori immigrati. Ma più rapidamente dovrebbe
davvero significare “automaticamente”? Non è così in nessun
altro paese europeo. Non crediamo che dovrebbe essere così nemmeno
in un paese come il nostro. Un paese, l'Italia, in cui, non
nascondiamocelo, il contrasto all'immigrazione clandestina e le
nostre capacità di integrare efficacemente gli immigrati legali,
sono storicamente problematiche e, in questi anni di crisi e di
transizione politica, non si stanno purtroppo rafforzando.
Ciò di cui abbiamo
bisogno non sono astratti e automatici diritti, ma percorsi più
semplici e regole chiare e responsabilizzanti per tutti.
Dobbiamo dare piena
attuazione a ciò che l’art. 4 della nostra legge sulla
cittadinanza già prevede.
I bambini nati in
Italia devono godere di permesso di soggiorno a lungo termine fino al
compimento del diciottesimo anno. Una volta arrivati alla maggiore
età, essi devono poter chiedere la cittadinanza con una procedura
semplificata e autocertificata.
Il richiedente deve esprimere la sua
volontà di assumersi i doveri di una cittadinanza attiva e
consapevole, dimostrando, per esempio, di aver assolto al compimento
dell’obbligo scolastico.
Il futuro cittadino, di
fatto, attraverso i suoi studi, ha già dato prova di conoscere la
lingua italiana, i principi fondamentali e i diritti e doveri dei
cittadini così come sanciti nella prima parte della Costituzione e
una conoscenza sufficiente dell'ordinamento statale, regionale e
locale.
Questi nuovi cittadini, lo
dimostra la storia dell'immigrazione ovunque nel mondo, sono uno
stimolo, un arricchimento, un esempio per tutti. Essi sono parte
essenziale del nostro sforzo comune per rimettere in moto l'Italia.
E' nel nostro interesse migliorare il loro percorso di accesso a una
cittadinanza sentita e vissuta come dovere, oltre che come diritto.
* * *
Andrea Romiti: Dottore in Scienze Giuridiche – Consigliere Comunale Livorno, lista civica “Governare Livorno” – Assistente della Polizia di Stato
Mauro Vaiani:
Dottorando in Geopolitica - Attivista civico-liberale in Toscana -
Tecnico universitario
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