Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

lunedì 25 ottobre 2021

Referendum #NoGreenPass - ultimo appello

 


La proposta di depositare 500.000 firme contro il Green Pass ha diviso e impaurito le minoranze che si sono messe di traverso rispetto alla "dittatura dei buoni". Questo blog (e questo blogger personalmente) invece ha aderito, ben cosciente dei rischi, ma anche consapevole che se non siamo noi i primi a credere nella Costituzione, non possiamo aspettarci che anche altri si risveglino e ritrovino fiducia nella Costituzione stessa.

E' improbabile che il Comitato referendario ce la faccia, ma è giusto provarci fino all'ultimo. Tutte le firme raccolte saranno comunque un paletto piantato in difesa della Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri l'ultimo appello del prof. Ugo Mattei e del ben noto intellettuale e professionista del mondo dei media Carlo Freccero.

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APPELLO ALLA MOBILITAZIONE IMMEDIATA 

Venerdì 29 ottobre alle ore 15 il Comitato Referendario per l'abrogazione del Green Pass ha fissato l'appuntamento in Corte di Cassazione a Roma per il deposito delle firme. 

Per il poco tempo, l'ostilità di molti Comuni, ragioni organizzative e infine per un "fuoco amico" iniziale che ha fatto il gioco del "divide et impera", siamo ancora lontani dal risultato necessario. 

Mostriamo che il fronte NO GREEN PASS sa stare unito! 

È essenziale dunque, nei prossimi quattro giorni, da parte di tutti quanti ripudiano il Green Pass una GENEROSA MOBILITAZIONE. 

Serve andare online, seguire la farraginosa procedura ivi indicata per acquisire una firma certificata anche "usa e getta", (costa 3 Euro) e apporre la firma. Se anche costasse un'ora di tempo ne varrebbe la pena! I più tecnologicamente provveduti aiutino quelli che lo sono di meno! 

Firmino anche gli scettici rispetto a questa forma di lotta costituzionale. Solo cosi nella prossima stagione referendaria si parlerà anche di Green Pass e non si farà finta, come mella scorsa tornata amministrativa, che tutto in Italia sia normale. 

Scongiuriamo perciò l' intera popolazione italiana che tiene alla propria libertà, ad andare online su www.referendumnogreenpass.it e firmare! 

Serve una buona mezz'ora ma è tempo di militanza ben speso. La libertà si conquista sempre con qualche piccolo sacrificio! 

In solidarietà 

Carlo Freccero - Ugo Mattei

 


domenica 17 ottobre 2021

Draghistan, terzo giorno

Ricordiamoci che la Costituzione è l'unico albero a cui aggrapparci, anche in tempo di pandemia, infodemia e sindemia.

Nel terzo giorno dell'imposizione della sorveglianza universale del #GreenPass, iniziata l'infausto 15 ottobre 2021, non dobbiamo smarrire il buon senso e dobbiamo mantenerci determinati a pretendere la fine dello stato di emergenza e l'abolizione dei decreti sulla "tessera verde".

Disobbedire nella vita quotidiana e nei posti di lavoro sarà durissimo, ma ogni giorno ci saranno occasioni per disapplicare, contestare, chiedere chiarimenti, pretendere più informazione, con pratiche nonviolente di resistenza passiva.

Le ingiustizie direttamente derivanti da questa inutile prepotenza del Green Pass risveglieranno qualche cervello. I focolai provocati dalle persone greenpassate dimostreranno ogni giorno di più, a questa popolazione impaurita e disinformata, che questa registrazione digitale universale non c'entra nulla con la salute. E' solo una bulimia di potere, l'eterno ritorno del centralismo autoritario di questo stato italiano intrinsecamente fascista.

Alcune buone testimonianze da coloro che non sono mai stati d'accordo, che sono stati sin dall'inizio di questa crisi autonomi e autonomisti, anche qui in Toscana:

1) Firenze, Santa Maria Novella, venerdì mattina 15 ottobre 2021, almeno 3.000 persone riunite grazie all'immenso lavoro fatto dagli Studenti No Green Pass, dal Libero Fuoco di Firenze, dai Liberi Fiorentini, dai gruppi No Green Pass di diverse città toscane, coordinati con grande generosità, fermezza e serietà politica da Fabrizio Valleri:

https://www.lanazione.it/cronaca/manifestazione-firenze-1.6921878

https://youtu.be/Qc8Xu4ZLXfo

 

2) Prato, Santa Maria delle Carceri (luogo storico di "Resistenza"), sabato pomeriggio 16 ottobre 2021, il picchetto della dissidenza No Green Pass di Prato, reso possibile dalla dedizione generosa di Michela Passerini, Paola Cappellini e Paolo Pastacaldi, con tanti altri:

https://www.facebook.com/paola.cappellini.9/posts/10224130850612115

"RESTARE UMANI - Ci sono stati interventi sul tema NO GREEN PASS, quali quello del Prof. Bencivenga, accompagnato dall' Avv. Michele Giacco (che parlerá il prossimo sabato), Alessio Santi, Mauro Vaiani, Pierfrancesco Santini,  Alessandro Rossi, Pastacaldi Paolo e Michela Passerini, che ha anche moderato l'evento. Sono intervenuti anche passanti occasionali quali Amin del Senegal che ha fatto un rapido ma  interessante esame comparativo tra Italia ed il resto del mondo.".

https://www.facebook.com/pastacaldi.paolo/videos/409312934099351/ (intervento di questo blogger, Mauro Vaiani, a Prato).


3) Lunedì 18 ottobre 2021, una iniziativa No Green Pass di contestazione al presidente Mattarella che viene a Pisa:

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=118116050625603&id=105559381881270

Caro presidente Sergio Mattarella, si ricordi quante volte i capi di questo stato sono venuti a San Rossore, Pisa, per firmare provvedimenti infami. La Repubblica delle Autonomie sta morendo, anche grazie all'improntitudine del governo Draghi e dei suoi decreti Green Pass. Questo non è più un governo di riconciliazione, ma una tecnocrazia, l'ultima incarnazione del centralismo autoritario, la vera cifra di questo stato che continua a produrre norme insensate, inapplicabili e, quando applicate, ingiuste.

 



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venerdì 8 ottobre 2021

Autonomie a San Vincenzo e a San Carlo

 


 

Si può essere autonomisti solo facendo azioni politiche autonome. Decenni di pensiero e azione devono concretizzarsi in una nuova stagione di civismo, ambientalismo, autonomismo, anche qui in Toscana.

In assoluta autonomia, con le loro forze, con il proprio sacrificio e la propria dedizione, i cittadini di San Vincenzo hanno reagito alla storica crisi del loro comune con una proposta originale, quella di Officina San Vincenzo, che si è concretizzata nella lista civica che ha vinto le elezioni del 3-4 ottobre 2021, portandoli ad amministrare il loro comune con Paolo Riccucci come sindaco.

Questo blog li ha conosciuti solo attraverso il loro programma. Documento che ci è parso così serio e coraggioso, da farci dubitare che avrebbero avuto sufficiente consenso, in questi anni bui di disinformazione, propaganda centralista, bullismo da parte di quasi tutti i partiti nazionali.

Invece, con un po' di fortuna, grazie all'empatia dei loro candidati e al sacrificio dei loro attivisti, hanno prevalso, sia pure di poco, sulle altre tre liste con cui erano in competizione. Una comunità di 5.000 persone circa ha potuto così conoscere una storica alternanza di personale e comportamenti politici.

Del programma di Officina San Vincenzo vogliamo riprodurre un ampio stralcio dal capitolo dedicato al paese di San Carlo. Nella nostra visione decentralista e nel nostro impegno per una rivoluzione paesana in Toscana, ci sembra quello che contiene la sfida più bella e più grande: far vivere una San Carlo più autonoma dentro un comune di San Vincenzo più autonomo dal verticismo e dall'affarismo della politica delle alte sfere. Buona lettura!

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Per San Carlo - estratto dal programma di Officina San Vincenzo 2021

Ragionando in termini generali, San Carlo è forse la più grande occasione persa per la Val di Cornia. Le caratteristiche della frazione di San Vincenzo sono tali da garantire enormi potenzialità alla comunità che lo anima (o dovrebbe animarlo) e all'intero comprensorio.

Le potenzialità di San Carlo nella promozione del territorio, nella conservazione dell’ambiente collinare, nella rappresentazione plastica degli effetti dell’attività estrattiva del Novecento, sono un’occasione persa dalle ultime amministrazioni che non hanno saputo leggere le trasformazioni economiche e sociali del territorio e non hanno saputo integrare San Carlo nel sistema della Parchi Val di Cornia per realizzare una continuità storica e culturale tra le attività estrattive etrusche, romane, medievali, moderne e contemporanee sul massiccio di Monte Calvi.

La posizione posta tra le colline ne fa la porta naturale del sistema dei Parchi della Val di Cornia e potenzialmente è collegabile con il sistema urbano attraverso una sentieristica dalla Val di Gori nonché dal Masseto è collegabile al sistema costiero. In più le colline a nord, nel Comune di Castagneto Carducci e a nord-est nei comuni di Sassetta e Suvereto sono senz'altro tra le più interessanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico della costa Toscana. Fare sistema con questi comuni permetterebbe un ulteriore sviluppo di sentieri e ippovie, facendo scoprire aspetti del territorio totalmente diversi da quelli attualmente offerti. In chiave di destagionalizzazione, le offerte paesaggistiche, culturali ed archeologiche che le nostre colline possono offrire sono un elemento chiave sinora ignorato.

La nostra amministrazione si impegnerà a sviluppare questi concetti in chiave del cosiddetto EcoMuseo, ovvero museo diffuso che valorizza tutte le risorse del territorio.

Neppure il rapporto con le cave è stato interpretato in modo proficuo per la collettività. A fronte di un ritorno occupazionale sempre più limitato, si è accettato di ampliare le concessioni di escavazione e si è permesso il completo asservimento della sponda sanvincenzina della Valle delle Rozze al transito del minerale via camion e treno. Il controllo sul rispetto del piano di escavazione è insufficiente quando non apertamente assente e ad oggi il piano di ripristini dei fronti vecchi è ad un grado di avanzamento ridicolo rispetto al piano approvato ormai 15 anni fa.

Il progressivo ampliamento dei fronti cava sta compromettendo la risorsa paesaggistica sancarlina senza che si sia prevista una immediata ed efficace azione di riappropriazione di spazi ormai dismessi alla collettività in modo da poterli rendere fruibili e, in prospettiva, punti di interesse di nuovi modelli turistici che si basino supaesaggio, storia (antica e moderna) e cultura.

Non sono solo i dintorni del paese a rappresentare una riserva di attrattive. Il tessuto urbanistico del paese è pressoché intatto e non c'è dubbio sul valore edilizio e sull'innovazione che, per l'epoca, ha rappresentato la ripartizione spaziale tra gli immobili e la sapiente alternanza tra spazio pubblico e spazi privati.Le poche contaminazioni recenti hanno certamente interrotto – anche brutalmente – il disegno originario ma il paese rimane attrattivo e piacevole nonché di sicuro interesse per un progetto di turismo culturale di livello avanzato.

Anche di questo patrimonio non c'è consapevolezza e la dimostrazione lampante è proprio il percorso urbanistico – pieno di contraddizioni e in bilico tra legalità ed illegalità – dell'area “Pellegrini”.

Neppure da un punto di vista prettamente amministrativo si sono voluti eliminare una volta per tutte, gli impedimenti ad una concreta attuazione di obiettivi di breve – medio – lungo periodo. Sappiamo infatti che gran parte delle resedi, delle vie e delle aree verdi di San Carlo, sono ancora oggi proprietà della Solvay. Se in epoche ormai lontane la Solvay si prendeva cura persino meglio del Comune delle resedi in questioni, le attuali logiche di mercato che condizionano le conduzioni aziendali non permettono più una simile coesistenza. Un lavoro minuzioso e capillare è stato fatto negli ultimi anni a San Vincenzo per strappare le resedi stradali degli accessi a mare dalle residue proprietà nobiliari. Un lavoro logico, sebbene in quei casi non fossero sorti particolari impedimenti all'attività amministrativa, perché l'Ente puntava a poter disporre in modo autonomo di un elemento strategico vitale per la fruizione di un bene economico di enorme rilevanza: la spiaggia.

Non altrettanto è stato fatto nei confronti della Solvay nonostante per la natura e la mole delle aree siano sorti più ostacoli alla cura e riqualificazione dei luoghi nel tempo e nonostante vi fosse lo strumento perfetto per procedere all'acquisizione delle aree: il rinnovo della convenzione per le escavazioni. Viceversa si è deciso di non decidere e rimandare ancora un nodo che dovrà essere sciolto per poter ben disporre amministrativamente della Frazione.

Infine i servizi, tutti. Dalle strade al digitale, dall'acqua ai rifiuti, dal trattamento dei reflui ai trasporti pubblici, dalla pulizia alla cultura. San Carlo è carente da tutti questi punti di vista e rischia in un prossimo futuro di esserlo ancora di più.

Va naturalmente messo in relazione il numero degli abitanti con il costo dei servizi e si può affermare che il Comune di San Vincenzo non ha una immediata motivazione economica nell'investire davvero su San Carlo. Questo perché non esiste una prospettiva chiara che faccia prendere coscienza della grande potenzialità della frazione.

Il circolo vizioso deve essere spezzato (per quanto sia complesso e impossibile l'obiettivo senza una sensibilità ritrovata da parte di San Vincenzo e delle Istituzioni) attraverso la comprensione dei valori identitari dei luoghi, delle colline e delle storie che possono raccontare i muri, spesso scrostati, delle “case Solvay”.

Una strategia pubblica, ampia e coerente che comprenda le risorse e le potenzialità del territorio che ci circonda è l'unica possibilità che abbiamo per concretizzare molte risorse del nostro paese.

(...)

Il comune può e deve, nel concepire la propria azione in materia culturale, pensare che non esiste solo San Vincenzo ma anche la frazione.

Durante l'inverno il luogo che deve animarsi e diventare circolo di scambio culturale è la sala del consiglio di frazione. Giusto che si possano ospitare nella sala ogni sorta di corso o riunione ma sarebbe auspicabile che le istituzioni manifestassero la propria presenza. Le possibilità in tal senso sono numerosissime (punto libri, circoloscambio permanente, sala lettura e incontro ecc ...) e possono anche darsi specifici obiettivi come ad esempio integrare le ospiti della comunità presente nella frazione nelle attività sociali e ricreative che si possono organizzare. In epoche ormai remote i

giovani del Nobiscum organizzavano cineforum nella sala multimediale a San Vincenzo, nulla osta che iniziative simili possano essere intraprese a San Carlo con il patrocinio e tutta la collaborazione possibile e immaginabile dell'amministrazione.

(...)

Non si è neppure riusciti a restituire alla pubblica fruizione in tempi ragionevoli porzioni di territorio non più soggette ad escavazione ma, al più, ad opere di ripristino (in gravissimo ritardo). Rimando in tal senso all'esame della situazione delle cave che dimostrerà una volta di più quanto lavoro ci sia da fare per operare un cambiamento nella disponibilità dei beni comuni della Frazione.

Polveriere, spogliatoi, manufatti a servizio del pompaggio delle acque, tutti manufatti generalmente costruiti tra gli anni Venti e i Cinquanta del 900, con caratteristiche edilizie e morfologiche fortemente caratterizzate ed evocative che molto bene si presterebbero a qualsiasi uso a servizio di un progetto ampio di valorizzazione di uno dei più straordinari comparti culturali – lavorativi – storici – archeologici esistenti in Europa e forse al mondo.

Cave e miniere dagli Etruschi al Novecento passando per il medioevo. Il lavoro e la vita di ina comunità attraverso tre millenni, le speranze, le tecnologie, le storie di grandi sviluppi, bruschi arresti, profondissime crisi. Il ciclo del lavoro del minerale dagli Etruschi ai nostri giorni attraverso la storia della metallurgia e siderurgia, e i forni dell'allume solo per limitarsi alle straordinarie risorse in campo minerario – metallurgico. Ma c'è molto altro, dallo sfruttamento del bosco all'agricoltura (non si dimentichino il frantoio di San Silvestro), dalle testimonianze dei commerci nel golfo di Populonia alla pesca.

Il tutto da collegare allo studio delle essenze vegetali di cui si vantano endemismi spettacolari del tutto sconosciuti agli stessi abitanti della Frazione. Il parchetto pubblico tra via Canova e la fermata del bus pullula di Ophrys apifera, sui fronti cava dismessi si possono studiare le varie stratificazioni botaniche dalle pioniere alla gariga alla macchia mediterranea.

San Carlo potrebbe essere il cuore pulsante di uno degli esperimenti di valorizzazione di un patrimonio culturale ricco ed esteso su tre millenni più significativi d’Italia, forse d’Europa.

Servizi di foresteria e bivacco, aree di sosta per approfondimenti e aree da destinarsialla libera fruizione per escursionisti sul modello scandinavo.

(...)

Le cave hanno creato San Carlo (sulla rimozione del castello di Biserno) per come la conosciamo. Hanno rappresentato il luogo di lavoro e di formazione culturale individuale e collettiva per generazioni di cittadini. Oggi questa realtà è molto diversa.

L'attività estrattiva non può garantire un rilancio della frazione sia perché le logiche aziendali non sono più improntate al modello paternalistico del secolo scorso, sia perché il numero degli occupati è poco significativo se comparato a quello di 30-40 anni fa ed è in continuo calo.

A fronte del minor beneficio economico per il territorio si è assistito ad un progressivo e rapido incremento delle escavazioni grazie a mezzi meccanici sempre più produttivi.

Le amministrazioni comunali non hanno mai messo in atto nessun serio e concreto programma di riconversione delle basi economiche della Frazione.

Conseguentemente le colline scompaiono e la Frazione deperisce.

Invertire la tendenza significa inevitabilmente avere un approccio diverso con le cave e una autonomia progettuale assoluta sulla Frazione.

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Fonte: 

https://officinasanvincenzo.altervista.org/



 

 

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giovedì 7 ottobre 2021

Resistenza nonviolenta contro il GreenPass

Il 15 ottobre si avvicina ed è arrivato il momento di resistere al c.d. Green Pass, strumento che era già controverso quando se ne è discusso in sede europea e che in Italia viene imposto in modo strumentale, discriminatorio, ricattatorio.

Chi può, firmi il referendum antigreenpass.

Chi può, scioperi.

Chi può, disapplichi queste norme assurde.

Chi può resista in modo nonviolento, con tutti i mezzi che ha a disposizione.

In calce a questo post pubblichiamo due interventi:

- L'intervento del prof. Giorgio Agamben stamattina in audizione alla commissione affari istituzionali del Senato, in vista della conversione in legge del DECRETO-LEGGE 21 settembre 2021, n. 127 (estensione a tutto il mondo del lavoro dell'obbligo di certificazione verde anti-Covid, il c.d. Green Pass). Da notare, tra le altre cose importante dette da Agamben, il caveat contro l'agghiacciante DECRETO-LEGGE 1 aprile 2021, n. 44, che, all'art. 3, esclude la responsabilità dello stato per eventuali reazioni avverse della vaccinazione (nei termini previsti dagli 589 e 590 del codice penale).

- L'intervento del prof. Ugo Mattei, nella stessa sede istituzionale, che contesta radicalmente il prolungamento dello stato d'emergenza, la sussistenza dei requisiti di necessità e urgenza che è alla base dei decreti sul Green Pass, l'avventatezza irresponsabile di coloro che vogliono usarlo come strumento di sorveglianza universale e di oppressione politica. 

Il Green Pass discrimina prima di tutto i guariti, non riconoscendo l'importanza cruciale della loro immunità naturale.

Discrimina i cittadini della Repubblica di San Marino.

Discrimina i cittadini e più in generale tutte le persone che si sono curate o vaccinate all'estero, con farmaci diversi da quelli imposti dal tirannico acquisto "centralizzato" di vaccini operato, con contratti segreti e con procedure più che opache, dalla Unione Europea.

Rende le decine di milioni di persone che hanno aderito alla sperimentazione vaccinale di massa anti-Covid una maggioranza temporaneamente privilegiata (in attesa della terza, o magari anche della quarta dose.

Intanto i media nascondono la realtà che i vaccini non immunizzano. Aizzano l'odio contro le pochissime persone che non si sono ancora curate o vaccinate.

Pochi - tra cui noi civici, ambientalisti, autonomisti - mettono in discussione lo stato d'emergenza, il centralismo autoritario, l'odioso boicottaggio delle cure precoci, i rapporti opachi tra poche #BigPharma e certi ambienti del ministero della Sanità che sembrano ormai privi di ogni senso critico e autocritico.

Questa vergogna - ha promesso il governo dei "competenti" di Draghi - finirà il 31 dicembre 2021. Ma le conseguenze di queste scelte sciagurate nel #Draghistan, che ci rincorreranno ben oltre quella data, chi le curerà?

 

 

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mercoledì 6 ottobre 2021

La battaglia localista (aggiornamento)

 

Aggiornamento 30/11/2021 - Purtroppo questo post è invecchiato rapidamente e male. Il caro vecchio MAT ha rispolverato il suo vecchio legame con "Popoli Sovrani". Il che lo allontana immediatamente dal mondo di Autonomie e Ambiente. Spiace, ma è così (Ndr).

  

(6/10/2021) Riceviamo e volentieri pubblichiamo, dalla forza storica del Movimento Autonomista Toscano (MAT) - che ha fatto richiesta di entrare nella rete Autonomie e Ambiente. Il documento ci è stato trasmesso dal loro portavoce Guglielmo De Marinis:

 

La battaglia LOCALISTA in Spagna e in Italia

Nell’esprimere la nostra doverosa, totale e incondizionata solidarietà al Presidente della Catalogna Carles Puigdemont e a tutti i Catalani che continuano a subire la repressione politico-giudiziaria del governo spagnolo (culminata con l’inusitato arresto ad Alghero dello stesso Puigdemont in occasione della sua partecipazione al festival internazionale della cultura catalana), non possiamo esimerci da un impietoso confronto tra lo stato delle lotte autonomiste e indipendentiste (o quanto meno federaliste) in spagna e quelle nella regione geografica italiana.

Da una parte abbiamo infatti la nota battaglia dei Catalani e anche quella dei Baschi, il cui sentimento patriottico resta fortissimo come dimostra la richiesta sempre più pressante di rientro in Euskadi dei prigionieri politici ancora in carcere per le vicende dei decenni passati; dall’altra, in Italia, con la definitiva evoluzione della lega in un partito di destra nazionalista – mera fotocopia di altri e peraltro incentrato sul consenso verso un leader in inarrestabile discesa - e con il periodo emergenziale Covid che ha travolto ogni altra questione, registriamo un panorama assolutamente desolante dove sono ormai pressoché scomparsi dal dibattito politico i temi collegati alle istanze di autogoverno e autodeterminazione dei territori che, bene o male, sono state per molti anni all’attenzione dell’opinione pubblica.

E’ quindi dovere di ogni autonomista, indipendentista, federalista battersi per almeno tenere accesa la fiaccola della battaglia Localista che - non smetteremo mai di sottolinearlo - non può che opporsi senza se e senza ma al mondialismo e alla globalizzazione.

E opporsi senza se e senza ma al mondialismo e alla globalizzazione significa combattere senza ambiguità alcuna i fenomeni - diretti dall’alta finanza internazionale e dalle sue centrali politiche e militari come l’europa delle banche e l’imperialismo guerrafondaio americano - che ne costituiscono l’essenza quali l’immigrazione distruttrice della cultura e dell’identità di chi subisce l’invasione (così come di chi emigra), e lo strapotere delle multinazionali che demoliscono le economie di ogni nazione.

Il nostro Movimento lancia quindi ancora una volta il proprio appello, per ogni forma di collaborazione possibile, sia culturale che politica, ad ogni individuo, gruppo, associazione, movimento, partito che, ovunque, si riconosca in tale battaglia, per tenere vivo (come il MAT fa da 32 anni) il sogno dei “20.000 Sanmarini”, dove “il mondo cambierebbe radicalmente in meglio, sarebbero protette le culture e le identità, la pace, perché le guerre diverrebbero guerricciole”

Firenze, 5 ottobre 2021

Movimento Autonomista Toscano


 

 

 

 

 


lunedì 4 ottobre 2021

Si ricomincia da Vecchiano

 

Se parlate con diverse persone di UN CUORE PER VECCHIANO, lista civica ambientalista autonomista, vi diranno che non sono contente. Molte sono alla prima esperienza, ma avrebbero voluto fare meglio e fare di più. Eppure hanno fatto tanto! Hanno raggiunto il 7.2% dei voti e hanno eletto un consigliere comunale, il bravo e competente Vincenzo Carnì.

Erano una lista più unica che rara, l'unica veramente autonoma dai partiti, da tutti i partiti centralisti, una novità assoluta nella storia contemporanea di Vecchiano. Erano, sono e intendono essere una squadra, per un impegno civico a lungo termine per restituire potere e controllo alle comunità locali, ai territori, alle persone, a cominciare dalla salute, bene comune primario; per una svolta ambientale, che include una visione davvero coraggiosa sull'agricoltura e idee fortemente innovative sull'economia locale; per una scelta autonomista, che guardi se non alla Svizzera, almeno al modo in cui si autogovernano i comuni del Trentino.

In tempi drammatici, di crisi sanitaria e sociale, di centralismo autoritario, d'impoverimento delle famiglie e delle piccole imprese, queste persone hanno tenuto testa alle altre due squadre, ben più dotate di ricchezze e di potere (il centrosinistra allargato ai Cinque Stelle di Insieme per Vecchiano e il centrodestra di Vecchiano Civica).

Anche sul tema dei conflitti d'interesse hanno tenuto il punto, contro il rischio dell'eccessivo protagonismo di imprenditori dell'edilizia privata nella politica comunale, in nome del rispetto del suolo, dell'acqua, dei beni comuni ambientali e culturali.

Se c'è un vero rammarico, è quello di non essere riusciti a raggiungere tante persone di Vecchiano che da anni non votano più. Anche a causa della pandemia, non sono bastati questi primi anni di lavoro (Un Cuore per Vecchiano è nata nel 2018). Occorre più tempo, più audacia, più studio, più creatività.

Si cambiano le cose solo con costanza e diligenza, studiando e provando, sbagliando e correggendosi.

Si costruisce una mentalità autonomista solo essendo autonomi.

Si rifonda un movimento popolare, con un programma socialmente avanzato, che proietti nel futuro gli antichi ideali - particolarmente forti a Vecchiano - attraverso la generosità, l'inclusione, l'ascolto, la capacità di dialogo a 360° gradi con tutti i propri paesani.

Le persone di Vecchiano della lista civica ambientalista autonomista hanno fatto tanto ma è giusto che non si sentano soddisfatte. Da tutto il resto della Toscana (e oltre) ora dobbiamo aiutarle a restere autonome, autonomiste, civiche e ambientaliste.

Chi vuole, chi può, chi desidera fare (non chiacchierare) resti in contatto con il canale Telegram OraToscana: https://t.me/OraToscana.

 


 




venerdì 1 ottobre 2021

Viva Vecchiano 2021

A poche ore dal voto amministrativo di domenica e lunedì, 3-4 ottobre 2021, rivolgiamo un ultimo in bocca al lupo alla lista civica ambientalista autonomista "UN CUORE PER VECCHIANO". E' una lista bella, nata dal basso, fondata sulla competenza, sulla diligenza, sullo sforzo di non ripetere gli errori del passato, sulla necessità di prendere le distanze da ciò che c'è di stanco nel centrosinistra e di stantio nel centrodestra. Servirà d'esempio a tutta la Toscana e forse oltre, a tutto il movimento civico ambientalista autonomista che sta fermentando in tutta la Repubblica Italiana.

Ascoltate gli ultimi appelli:

https://youtu.be/El5MVMFOYfY (Vincenzo Carnì, candidato sindaco, a Canale 50)

https://youtu.be/rZkiQBTmi_Q (Mauro Vaiani, mentore e organizzatore, oltre che candidato consigliere, intervistato da Il Lampone)

Leggete l'ultimo volantino:


Un saluto con la bandiera biancorossa di questa piccola ma significativa rivoluzione gentile di Vecchiano:




 

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