L'Afghanistan si conferma il cimitero degli imperi.
Kabul è circondata dai Talebani, in questa domenica di Santa Maria Assunta e Ferragosto 2021, e sembra che si stia trattando per una resa e un passaggio dei poteri il meno violento possibile.
Coloro che, per motivi di studio, di impegno politico, di passione internazionalista, hanno seguito questi vent'anni di occupazione occidentale, non saranno colti di sorpresa.
Quandi i Talibani furono sconfitti, furono promessi ai popoli di un paese grande il doppio dell'Italia forti istituzioni locali per la ricostruzione, pluralismo politico e culturale, federalismo politico e istituzionale.
Invece i fanatici del "nation building" e del "regime change" regalarono all'Afghanistan la mela avvelenata di un governo centralista e autoritario.
Inoltre, negli anni, gli apparati militari-industriali degli USA e delle altre potenze occidentali che hanno partecipato all'occupazione, hanno letteralmente finanziato il terrorismo, perché solo grazie al terrore si poteva giustificare il prolungamento delle loro strapagate missioni e dei loro lucrosi contratti senza gara.
Questa fine era scritta già da almeno un decennio, perché colonialismo, imperialismo, militarismo, centralismo generano solo corruzione e distruzione.
Spiace per Rory Stewart - uno dei pochi a suo tempo a capire la necessità di decentrare il potere in Afghanistan - ma quello che sta dicendo in questi ultimi giorni, è assolutamente inaccettabile. E' patetico sostenere che, dopo vent'anni di errori, si sarebbe dovuto insistere a sbagliare per altri vent'anni.
Guardiamo oltre.
Lavoriamo perché ci siano aiuti umanitari, salvacondotti per i rifugiati, pietà per i vinti, una tregua generalizzata per un immenso territorio devastato da decenni di guerra.
Impegniamoci tutti per recuperare un lucido e profondo anticolonialismo, un nuovo internazionalismo, un nuovo decentralismo internazionale, come facciamo, umilmente, noi impegnati in Autonomie e Ambiente.
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La foto di corredo a questo scritto è uno scatto dalla diretta di oggi di https://www.aljazeera.com/.
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