Un mese dopo l'emanazione dell'avventato decreto legge del 23 luglio 2021, n. 105, dovremmo essere tutti ancora più consapevoli che così stiamo andando a sbattere. Occorre una svolta urgente verso la ragionevolezza e la moderazione.
Basta con lo stato di emergenza, come insiste il nostro mondo civico, ambientalista e autonomista.
Togliamo di mezzo il lasciapassare c.d. "Green Pass" dalla vita quotidiana. Riconduciamolo all'ambito (peraltro controverso anche quello) del controllo dei viaggiatori tra territori.
La presente vaccinazione di massa (con prodotti sperimentali scelti e pagati a caro prezzo dalla Unione Europea, in modo verticista, con metodi opachi, con contratti segreti) sia ricondotta entro i limiti di una
pratica di emergenza, fondata sulla libera scelta, sotto stretto
controllo medico e con adeguati risarcimenti per le inevitabili reazioni
avverse. Basta vaccinare i passanti. Basta rivaccinare i guariti. Basta con questa campagna mediatica indegna per far vaccinare anche i giovani o addirittura i bambini.
Infine, ma non per importanza, deve cessare il boicottaggio mediatico, politico e burocratico di tutti coloro che si sono curati con modalità diverse da quelle imposte dalla UE: da coloro che si sono salvati con gli anti-infiammatori a coloro che si sono vaccinati con prodotti come Sputnik o Soberana.
La guerra alle cure precoci e domiciliari è stata il più grande scandalo di questo periodo oscuro di centralismo autoritario e sanitario. Basta, basta, basta, vogliamo la pace, ora.
Ascoltate questa bella testimonianza della dottoressa Erminia Maria Ferrari, una dei non pochi medici che hanno sempre curato i malati di Covid-19, un esempio di moderazione e di generosità.
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