Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
sabato 5 gennaio 2019
Il centralismo, certezza di insicurezza
Riprendiamo e precisiamo una posizione difficile, che noi decentralisti dobbiamo mantenere con forza, chiarezza politica, lungimiranza, contro i centralisti che sono un pericolo per l'Italia, l'Europa e per tutto il mondo.
Tantissimi cittadini della repubblica italiana volevano dal nuovo governo dei segnali chiari su due temi drammatici.
Primo, si chiedeva di porre un freno all'azzardo morale dell'immigrazione clandestina, a questa tragedia di migliaia di persone, soprattutto giovani donne e uomini, non di rado poco più che bambini, che - letteralmente - si gettano attraverso il deserto e in mare, per tentare di entrare in Europa. Queste persone rischiano la vita e, per tutta la durata dei loro terrificanti e disperati viaggi, sono vittime dei trafficanti di esseri umani.
Secondo, i cittadini chiedono che sia posto fine al limbo in cui sia rifugiati che migranti vengono tenuti per anni, con enormi costi per le casse pubbliche, nell'attesa che si avvii la loro piena integrazione (o la loro espulsione).
Dopo sei mesi che il nuovo governo è al potere, dopo aver esaminato l'ennesimo decreto "sicurezza", a noi decentralisti è chiaro che cambiamenti concreti su questi due punti non sono arrivati. Siamo ancora totalmente subalterni alla miope arroganza di coloro che scrissero la legge Bossi-Fini, alle ipocrisie di Monti e Renzi, all'illusione securitaria di Minniti.
Va detto con chiarezza che questo governo Conte, al di là della aggressività verbale del ministro centralista e sfascista Matteo Salvini, non sta risolvendo, ma semmai complicando le cose. La Libia e la Tunisia continuano a riempirsi di profughi che vogliono disperatamente entrare in Europa. I rifugiati e i migranti che sono già sul territorio italiano continuano a vivere in una condizione incerta, che ci tornerà indietro come un gigantesco boomerang (che poi è quello che alcuni cinici registi della propaganda anti-immigrati in realtà vogliono: che siano più precari per farci sentire tutti più precari...).
Pur restando distinti e distanti da sindaci come Orlando, De Magistris, Nardella e Pizzarotti, noi sappiamo, anche per la conoscenza diretta che abbiamo del funzionamento dei servizi sociali comunali e delle condizioni concrete di vita dei migranti, che la loro protesta contro il decreto Salvini è fondata. Sarà goffa, sarà strumentale, sarà forse un altro regalo alla propaganda salviniana, ma - lo ripetiamo - è ampiamente giustificata.
Non ce ne rallegriamo, sia chiaro, ma nemmeno ci meravigliamo che il governo Conte-Salvini-Di Maio stia fallendo su questo fronte. Noi decentralisti sappiamo bene che il centralismo securitario è certezza di più insicurezza per tutti.
Ebbene, di fronte a questo quadro desolante, sia chiaro a tutti, ai centralisti al potere, ai centralisti all'opposizione, CHE NOI MILITANTI DELL'AUTOGOVERNO NON CI STIAMO.
Un governo decentralista inizierebbe subito a combattere il colonialismo in Africa. Contribuiremmo ad affrontare le richieste dei migranti il più possibile vicino ai loro luoghi di partenza, in cooperazione con i non pochi governi (statali e locali) che stanno cercando davvero di proteggere la propria gente dal disastro ambientale e sociale che la globalizzazione sta portando in gran parte del continente. Dalla Tunisia all'Etiopia, passando per il Mali e per il Centrafrica, ovunque ci sono istituzioni e leader africani localisti, ambientalisti, democratici, con cui si può collaborare per porre fine all'azzardo morale della migrazione clandestina verso l'Europa.
Un governo decentralista aprirebbe canali legali di immigrazione e integrazione, coinvolgendo i territori in una gestione delle persone immigrate più oculata, meno arbitraria, non buonista, non assistenzialista.
Noi ci candidiamo per il dopo Salvini, per rappresentare coloro che vorranno finalmente tornare a una politica meno cinica, più seria, dell'autogoverno e della responsabilità di tutti, dappertutto.
* * *
Leggi anche una prima riflessione pubblicata a caldo, ieri, su Facebook:
https://www.facebook.com/MauroVaianiProfiloPubblico/posts/10157076192208756
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